E così ci sono anche io. Ma non correre, coniglio! Non sei affatto in ritardo. Questa è la mia storia.
Se
io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo:
niente sarebbe
com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa!
Ciò che è, non sarebbe e
ciò che non è, sarebbe!
Alice in Wonderland.
Due ore. Soltanto
due misere piccole insignificanti ore e poi lo avrei rivisto. L'aereo sarebbe
atterrato alle 5, se fosse riuscito a schivare senza troppi danni la marea di
fans si sarebbe trovato a casa alle 5 e mezzo, e alle 7 finalmente lo avrei
avuto tutto per me. Solo due stupide ore. Cos'erano in confronto a un mese
intero?
Avevo cominciato
ad odiare seriamente i suoi tour, ma sapevo che lo rendevano felice e io non
potevo lasciare la scuola per seguirlo. Dopo le superiori, avrei scelto il
college che più faceva per me e avrei continuato a studiare, lo sapevamo
entrambi. Non potevo certo seguirlo in giro per il mondo. C'erano ancora parti
della nostra vita che riuscivamo a vivere per conto nostro, e lo consideravamo
entrambi un bene. Immagino che essere la ragazza di un musicista famoso comporti
dei sacrifici.
Il mio cellulare
cominciò a squillare mentre entravo nel bagno, con la fermissima intenzione di
farmi una doccia e rilassarmi un po'. Sorrisi come una perfetta idiota prima di
rispondere.
-
Joe.
Anche la mia voce
sembrava sorridere al telefono, e mi sentii un po' stupida, prima di sentire la
sua.
- Hey Vi. Sono
all'areoporto. Solo due ore e sono da te!
- Lo so. Vedi di
muoverti.
In sottofondo,
potevo sentire più che chiaramente le risate dei suoi fratelli. Beh, Nick aveva
ben poco da prendere in giro, visto che stava con la mia migliore amica, mentre
invece conoscevo solo di vista la ragazza di Kevin.
- Puoi dire ai
tuoi fratelli di frenare l'ilarità, e che Nick sarà punito. A
dopo!
Risi accompagnata
da altre tre risate diverse. Fantastico, ora stavamo ridendo tutti come degli
imbecilli. Alla fine riuscì a rispondermi.
- Ok, ok. Ci
vediamo dopo. Ti amo.
- Ti
amo.
Riattaccai,
scuotendo appena la testa mentre prendevo l'accappatoio e lo poggiavo sul bordo
della vasca. Mi era mancato davvero un sacco, non potevo fare finta di niente;
stare lontana da lui era già di per sè un problema, ma sapere che se ne andava
in giro per il mondo con uno stuolo infinito di fan pronte a fare qualsiasi cosa
per lui mi mandava fuori di testa. Lui era mio, e a volte pensarci faceva quasi
male. Ma non potevo certo compromettere un rapporto così bello solo per qualche
stupida idea. Mi era fedele, lo sapevo, e mi fidavo completamente di lui.
Ero troppo nervosa
per fare la doccia, perciò optai per il bagno, che se non altro mi avrebbe
rilassata un po'. Lasciai che l'acqua scorresse fino a rimpire la vasca per più
di metà, poi scivolai dentro. Si stava benissimo, mi immersi completamente e
restai così finchè mi bastò il fiato. La schiuma mi volteggiava intorno, ne
presi un po' con la mano e la soffiai di nuovo nell'acqua. Lanciai un'occhiata
al mio orologio, posato su un piccolo sgabello bianco: erano le 6 e cinque. Con
uno sbuffo abbandonai il tepore della vasca, mi avvolsi nell'accappatoio e
tornai in camera mia. I miei vestiti erano già sul letto, ovviamente, visto che
li avevo preparati almeno un'ora prima. Infilai ,quasi senza guardare quello che
facevo, i jeans scuri e indossai la t shirt rossa cercando di non bagnarla con i
capelli umidi. Fermai con un dito una delle spille appuntate sulla maglietta,
che sembrava aver intenzione di scappare, poi mi guardai allo specchio. Poteva
andare, dopotutto non dovevo muovermi di casa, dovevo solo vedere
LUI.
Tornai in bagno a
piedi nudi, tolsi il tappo dalla vasca e mi asciugai i capelli sovrappensiero.
Appena spensi il phon e ebbi sistemato con le dita i miei riccioli cercando di
dar loro un'aria perlomeno ordinata, mi precipitai in salotto. Mancavano solo 5
minuti. Solo 5! Mi sedetti sul divano, cercando di respirare profondamente.
Possibile che dovessi essere così agitata? Sì, ovviamente.
Era qualcosa di
assolutamente impossibile, tutta la situazione era assurda se ci pensavo bene.
Avevo conosciuto Joe 13 mesi prima, ma non avrei mai pensato che sarebbe potuto
diventare il mio ragazzo. Voglio dire, avevo sempre considerato lui e la sua
band uno stupido gruppo da ragazzine! Finchè non era successo tutto quello che
era successo. E adesso mi trovavo lì seduta sul divano di casa mia e tesa come
una corda di violino, soltanto perchè lo avrei rivisto. Quando il campanello
suonò, un minuto più tardi, scattai in piedi di botto, facendomi quasi
male.
- Che diamine,
Violet, datti una calmata!
Brutta abitudine,
quella di parlare da sola. Un lungo respiro e poi mi diressi verso la porta,
trattenendomi dal correre.
Aprii la porta
lentamente, e alla fine lo vidi.
- Ciao,
Vi.
- Ciao,
Joe.
Sorridevamo
entrambi, nutrendoci per qualche istante l'uno della presenza dell'altro, dopo
quella che a me era sembrata un'eternità, un mese.
Quando fece un
passo avanti per permettermi di chiudere la porta, lo feci il più in fretta
possibile, e prima che potessi accorgermene ero già tra le sue
braccia.
- Mi sei
mancata...
Mi sussurrò tra i
capelli, mentre mi abbracciava.
- Anche
tu.
Non avevamo da
dirci molto in quel momento, era solo così bello perdersi in quel contatto che
ci era mancato per un mese intero.
Lui rise, mentre
passava le mani tra i boccoli castani che mi arrivavano alle spalle,
accarezzandomi la schiena.
- Cos'era quella
storia che Nick sarebbe stato punito?
- Tu non ti
preoccupare, ci penserà Vic a lui.
- Oooh ok. E tu
penserai a me?
- Esattamente, ma
non ho intenzione di punirti, per adesso. A meno che tu non ti sia divertito un
po' troppo con le tue fans, in tour.
- Oh, sì, ce
n'erano un paio veramente carine sai? E molto
disponibili.
Gli tirai un pugno
su un braccio, liberandomi dalla sua stretta e correndo verso il
divano.
- Avresti potuto
rimanere con loro, allora.
Risposi, fingendo
un'aria offesa che non sarei stata capace di mantenere per più di trenta
secondi.
- No, avevo cose
più importanti a cui tornare.
In un secondo, era
di nuovo accanto a me, le mani attorno ai miei fianchi. Mi fece voltare, e nel
preciso istante in cui i miei occhi incontrarono i suoi, fu come se il tempo si
fosse fermato per un interminabile istante.
Mi prese il viso
tra le mani, sorridendo.
- Pensi davvero
che sia così facile liberarsi di me?
Sorrideva a un
millimetro dalle mie labbra, e io non aspettavo altro che
baciarlo.
- Mai detto di
averne l'intenzione.
Risposi, prima di
premere le mie labbra sulle sue. Dio, quanto mi erano
mancate.
Era ad un concerto
che Vic, la mia migliore amica, aveva conosciuto Nick, il suo attuale ragazzo
nonchè fratello di Joe. Ed era sempre ad un concerto, che io avevo conosciuto
lui.
Quando Vic mi
aveva detto che usciva con uno dei Jonas Brothers, ero scoppiata a riderle in
faccia.
- Che cooosa?? Ma
mi prendi in giro?
- No che non ti
prendo in giro, idiota!
Mi aveva
raccontato tutto, il malore, il backstage, quel ragazzo che si era preso cura di
lei, il ragazzo con i riccioli e il viso dolce.
E io non riuscivo
a crederci.
Poi, una volta che
ero riuscita ad accettare l'idea, lei mi chiese qualcosa a cui io mi sarei
volentieri sottratta.
- Devo vederlo, la
settimana prossima. Fa un concerto qui in città, e dovrei andare nel backstage.
Solo che non vorrei andare da sola...
Dovevo avere
un'aria davvero incredula, perchè lei aveva sfoderato gli occhioni da cane
bastonato.
- Ti
preeegoooooo...
Cosa non si fa per
le amiche. Così, la settimana dopo mi aveva costretta ad accompagnarla nel
backstage del concerto di una band che avevo sempre spudoratamente preso in
giro, e ad impararmi i loro nomi in modo da non fare brutte figuracce. Dire che
ero a disagio è dire poco, e le occhiatacce che ricevemmo dalle migliaia di
ragazzine stipate fuori dall'auditorium non migliorarono il mio
umore.
Eravamo appena
entrate, e finalmente avevo visto il famoso ricciolino, che veniva incontro a
Vic con un enorme sorriso. Istintivamente era venuto da sorridere anche a
me...erano così carini. E se lei era felice...Poi però me li aveva presentati.
Nick per primo ovviamente...poi Kevin, il più grande. Un tipo simpatico, che
sembrava molto più alla mano di quanto pensassi. E alla fine era arrivato lui.
Non mi aspettavo
che sarebbe stato così. Era davvero carino. Davvero davvero. E mi stava
sorridendo.
- Violet, questo è
mio fratello Joe.
- Molto
piacere.
Perchè non la
smetteva di guardarmi, con quel sorriso stampato in faccia? Avrei voluto fargli
presente che ero lì solo per cortesia e per amore di Vic, ma non mi uscì una
sola parola. Ed era anche simpatico! Santo cielo. In poche parole, avevo passato
tutta la serata con loro, e mi ero resa conto con sommo raccapriccio che mi ero
divertita! Quando Vic mi chiese, con i suoi soliti modi sospettosi, se per caso
Joe mi piacesse, aveva già la sua risposta. Così, adesso ero la ragazza di Joe
Jonas, e non avrei potuto esserne più stupita...e più
felice.
- A cosa
pensi?
- Alla sera in cui
ci siamo conosciuti.
Eravamo distesi
sul divano, la mia vita ancora circondata dalle sue braccia, il suo mento sulla
spalla.
Lo sentii
sorridere, mentre i suoi capelli mi solleticavano la guancia.
- Eri tesa. E io
ero contentissimo di averti conosciuta.
Risi anche
io.
- Certo che ero
tesa. Vi avevo presi in giro fino al giorno prima! E si vedeva fin troppo bene
che eri contento, mio caro.
- Non è bene
prendere in giro persone che non conosci, signorina. E adesso? Ti sei
ricreduta?
Sentivo la punta
del suo naso sfiorarmi la nuca, avanti e indietro, e
rabbrividii.
- Un
po'...
Finse di spingermi
giù dal divano, per poi trattenermi per i fianchi. Risi e rise anche
lui.
Era
straordinariamente facile ridere, quando lo avevo
accanto.
Con un movimento
leggero, fu sopra di me, appoggiandosi sulle braccia per non farmi sentire
troppo il suo peso. Il bacio fu dolce, atteso da troppo tempo. Le nostre lingue
si incontrarono per qualche secondo, mentre le mie mani accarezzavano il suo
viso e si intrecciavano delicatamente ai suoi capelli, poi lui si staccò,
tornando a distendersi al mio fianco. Era quasi sempre così...mai troppo, mai
lasciarsi andare più del lecito, come l'anello che portava all'anulare sinistro
continuava a ricordarmi. A ricordarci. Non mi dispiaceva troppo, anzi, era la
prima volta che non temevo di dover subire pressioni da parte di un ragazzo per
arrivare al dunque. Niente sesso fino al matrimonio, di nessun tipo. Certo, non
era così facile. Io avevo 18 anni, lui 21, e l'attrazione fisica si sentiva
eccome. Eppure rispettavamo entrambi quel tacito
accordo.
Mi concessi
qualche altro secondo per studiare il suo viso. Mi aveva già raccontato ogni più
piccolo dettaglio del tour, e aveva fatto in modo che io gli raccontassi ogni
più piccolo dettaglio di ciò che avevo fatto in sua assenza. Cose molto più
noiose di quelle che aveva fatto lui, in ogni caso, ma lui sembrava trovarle
interessantissime.
Mi avvicinai
ancora al suo viso, lasciando un piccolo bacio sula guancia e poi sfiorandogli
le labbra, solo per vederlo sorridere e sentire le sue mani stringermi un po' di
più.
- Sei
stanco?
- Solo un
pochino...
Io sorrisi,
scuotendo appena la testa. Aveva gli occhi cerchiati, e il viso stanco. Non me
ne meravigliai, il viaggio era stato lungo e il tour faticoso.
Gli scostai i
capelli dalla fronte.
- I tuoi fratelli
si offenderanno, se resti a dormire qui?
Lui si strinse
nelle spalle, per quanto glielo consentiva la
posizione.
- Nick è a dormire
a casa di Victoria.
Sorrise, e per un
momento pensai che quel viso fosse fatto apposta per sorridere.
- Allora sarà il
caso di trasferirsi di là...sono stanca anche io.
In realtà ero
molto meno stanca di lui, ma non ero così egoista da volerlo privare di un po'
di sonno. Ci alzammo entrambi dal divano, e lui soffocò uno sbadiglio. Era
decisamente esausto. Io mi diressi verso camera mia, lui entrò in bagno. Non era
un problema enorme rispettare quel piccolo anello d'argento, ma avevamo sempre
ritenuto saggio evitare certi gesti, come ad esempio spogliarsi l'uno davanti
all'altra. Indossai una delle magliette gigantesche che adoravo, lunga fin quasi
alle ginocchia, anche se era difficile che una qualsiasi maglietta taglia XL non
mi arrivasse alle ginocchia, visto che non ero troppo alta. Quando Joe entrò in
camera, mi sfuggì un gemito di disappunto. Era in boxer. Beh, ovvio, visto che
non aveva portato la valigia e quindi non aveva altro, ma non andava
assolutamente bene. Pescai un'altra delle mie magliette e gliela lanciai,
guardando da un'altra parte.
- Mettiti questa
per favore.
Lui rise,
afferrando la maglietta al volo e infilandosela. Siccome era più alto di me, si
vedeva l'orlo dei boxer, ma almeno era coperto.
Gli sorrisi anche
io e lo abbracciai, godendomi ancora per qualche attimo il suo profumo e il
calore della sua pelle.
- Forza, a letto
adesso!
Mi infilai sotto
le coperte, e lui mi seguì. Mi ero appena allungata per spengere la luce, che
sentii le sue braccia circondarmi e attirarmi verso di
lui.
Risi mentre mi
incastravo alla perfezione nel suo abbraccio, e al buio trovai le sue labbra.
Era qualcosa di assolutamente magico, sentire il suo respiro, le sue mani e il
buio che ci circondava.
Vi...ti
amo.
Poteva sembrare
stupido, ma ogni volta che quelle due parole uscivano dalle sue labbra, il cuore
mi andava a mille. Temetti quasi che potesse sentirlo, vicino
com'era.
Ti amo anche io.
Buonanotte star.
Ridemmo di nuovo,
poi mi accocccolai contro la sua spalla, e ci
addormentammo.
-
Svegliaaaaa.
Qualcuno balzò sul
mio letto, facendomi alzare di colpo. Davanti a me c'era il viso sorridente di
Joe. Come diavolo faceva a essere così pimpante appena sveglio? Bah, segreti del
successo.
-
Buongiorno.
- Dai, tirati su,
è pronta la colazione.
Io sgranai gli
occhi, preoccupata.
- Hai preparato la
colazione??
Il suo sorriso si
trasformò in una smorfia divertita.
- Ho solo fatto il
caffè, il resto sono latte e cereali. Tranquilla.
Finsi di tirare un
sospiro di sollievo, mentre mi alzavo ridendo. Prima di andare a fare colazione
passai per il bagno, cercai di snodarmi i capelli e mi lavai il viso, poi
raggiunsi Joe in cucina.
Aveva detto la
verità, sul tavolo c'erano due tazze di caffè, latte e cereali.
Mi sedetti davanti
a lui, che stava rimestando nella tazza con aria assorta alla ricerca di chissà
quale tesoro, e bevvi un sorso di caffè. Quando lui alzò gli occhi su di me,
sorrisi.
- Allora? Dormito
bene?
- Avevo un cuscino
perfetto.
Ammiccai, poi gli
detti un pizzicotto.
-
Ahi!
- Che fai oggi?
- Prove. E
dobbiamo passare dalla casa discografica per discutere alcuni dettagli del disco
nuovo.
- Uhm, sembra
interessante.
Lui rise, poi mi
fece la linguaccia.
- E tu? Tu che fai
oggi?
Io mi strinsi
nelle spalle.
- Oggi...Oggi Vic.
Angolino Dell’Autrice
Salve a tutti.
Comincio dicendo che questa è la prima storia che pubblico qui, fino a
adesso ho sempre tenuto per me i miei componimenti.
Questa storia è nata
seguendo l'intreccio di un'altra, scritta da un'amica. Troverete la sua storia
sotto il nome di Neverland
,le due storie sono parallele, le vicende narrate
sono strettamente collegate e per qualche particolare corrispondenti.
Spero che apprezzerete i miei sforzi di rendere quanto meno decente
questa storia (xD)e gradirei moltissimo ricevere opinioni e osservazioni da
parte di chiunque volesse fornirmene.
Con questo vi lascio, e spero che continuerete a seguire le vicende
narrate.
Eleonora.