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Autore: Noire    23/09/2009    2 recensioni
"Io ti ho sempre odiato."
"Non lo sapevi? Amore e odio sono più simili di quanto si creda."
Wonderland, avresti mai pensato di poterci capitare? Attraverso un sogno, o uno specchio, o semplicemente una banale coincidenza che cambia la tua vita per sempre.
Una coincidenza che ti farà spalancare gli occhi dallo stupore, ti farà dubitare della realtà stessa, eppure è così. Spesso la realtà è più incredibile dei sogni, e noi ci siamo capitati dentro.
Quella era diventata la mia incredibile realtà.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

E così ci sono anche io. Ma non correre, coniglio! Non sei affatto in ritardo. Questa è la mia storia.

 

Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo:
niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa!
Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe!

Alice in Wonderland.

 

Due ore. Soltanto due misere piccole insignificanti ore e poi lo avrei rivisto. L'aereo sarebbe atterrato alle 5, se fosse riuscito a schivare senza troppi danni la marea di fans si sarebbe trovato a casa alle 5 e mezzo, e alle 7 finalmente lo avrei avuto tutto per me. Solo due stupide ore. Cos'erano in confronto a un mese intero?

Avevo cominciato ad odiare seriamente i suoi tour, ma sapevo che lo rendevano felice e io non potevo lasciare la scuola per seguirlo. Dopo le superiori, avrei scelto il college che più faceva per me e avrei continuato a studiare, lo sapevamo entrambi. Non potevo certo seguirlo in giro per il mondo. C'erano ancora parti della nostra vita che riuscivamo a vivere per conto nostro, e lo consideravamo entrambi un bene. Immagino che essere la ragazza di un musicista famoso comporti dei sacrifici.

Il mio cellulare cominciò a squillare mentre entravo nel bagno, con la fermissima intenzione di farmi una doccia e rilassarmi un po'. Sorrisi come una perfetta idiota prima di rispondere.

- Joe.

Anche la mia voce sembrava sorridere al telefono, e mi sentii un po' stupida, prima di sentire la sua.

- Hey Vi. Sono all'areoporto. Solo due ore e sono da te!

- Lo so. Vedi di muoverti.

In sottofondo, potevo sentire più che chiaramente le risate dei suoi fratelli. Beh, Nick aveva ben poco da prendere in giro, visto che stava con la mia migliore amica, mentre invece conoscevo solo di vista la ragazza di Kevin.

- Puoi dire ai tuoi fratelli di frenare l'ilarità, e che Nick sarà punito. A dopo!

Risi accompagnata da altre tre risate diverse. Fantastico, ora stavamo ridendo tutti come degli imbecilli. Alla fine riuscì a rispondermi.

- Ok, ok. Ci vediamo dopo. Ti amo.

- Ti amo.

Riattaccai, scuotendo appena la testa mentre prendevo l'accappatoio e lo poggiavo sul bordo della vasca. Mi era mancato davvero un sacco, non potevo fare finta di niente; stare lontana da lui era già di per sè un problema, ma sapere che se ne andava in giro per il mondo con uno stuolo infinito di fan pronte a fare qualsiasi cosa per lui mi mandava fuori di testa. Lui era mio, e a volte pensarci faceva quasi male. Ma non potevo certo compromettere un rapporto così bello solo per qualche stupida idea. Mi era fedele, lo sapevo, e mi fidavo completamente di lui.

Ero troppo nervosa per fare la doccia, perciò optai per il bagno, che se non altro mi avrebbe rilassata un po'. Lasciai che l'acqua scorresse fino a rimpire la vasca per più di metà, poi scivolai dentro. Si stava benissimo, mi immersi completamente e restai così finchè mi bastò il fiato. La schiuma mi volteggiava intorno, ne presi un po' con la mano e la soffiai di nuovo nell'acqua. Lanciai un'occhiata al mio orologio, posato su un piccolo sgabello bianco: erano le 6 e cinque. Con uno sbuffo abbandonai il tepore della vasca, mi avvolsi nell'accappatoio e tornai in camera mia. I miei vestiti erano già sul letto, ovviamente, visto che li avevo preparati almeno un'ora prima. Infilai ,quasi senza guardare quello che facevo, i jeans scuri e indossai la t shirt rossa cercando di non bagnarla con i capelli umidi. Fermai con un dito una delle spille appuntate sulla maglietta, che sembrava aver intenzione di scappare, poi mi guardai allo specchio. Poteva andare, dopotutto non dovevo muovermi di casa, dovevo solo vedere LUI.

Tornai in bagno a piedi nudi, tolsi il tappo dalla vasca e mi asciugai i capelli sovrappensiero. Appena spensi il phon e ebbi sistemato con le dita i miei riccioli cercando di dar loro un'aria perlomeno ordinata, mi precipitai in salotto. Mancavano solo 5 minuti. Solo 5! Mi sedetti sul divano, cercando di respirare profondamente. Possibile che dovessi essere così agitata? Sì, ovviamente.

Era qualcosa di assolutamente impossibile, tutta la situazione era assurda se ci pensavo bene. Avevo conosciuto Joe 13 mesi prima, ma non avrei mai pensato che sarebbe potuto diventare il mio ragazzo. Voglio dire, avevo sempre considerato lui e la sua band uno stupido gruppo da ragazzine! Finchè non era successo tutto quello che era successo. E adesso mi trovavo lì seduta sul divano di casa mia e tesa come una corda di violino, soltanto perchè lo avrei rivisto. Quando il campanello suonò, un minuto più tardi, scattai in piedi di botto, facendomi quasi male.

- Che diamine, Violet, datti una calmata!

Brutta abitudine, quella di parlare da sola. Un lungo respiro e poi mi diressi verso la porta, trattenendomi dal correre.

Aprii la porta lentamente, e alla fine lo vidi.

- Ciao, Vi.

- Ciao, Joe.

Sorridevamo entrambi, nutrendoci per qualche istante l'uno della presenza dell'altro, dopo quella che a me era sembrata un'eternità, un mese.

Quando fece un passo avanti per permettermi di chiudere la porta, lo feci il più in fretta possibile, e prima che potessi accorgermene ero già tra le sue braccia.

- Mi sei mancata...

Mi sussurrò tra i capelli, mentre mi abbracciava.

- Anche tu.

Non avevamo da dirci molto in quel momento, era solo così bello perdersi in quel contatto che ci era mancato per un mese intero.

Lui rise, mentre passava le mani tra i boccoli castani che mi arrivavano alle spalle, accarezzandomi la schiena.

- Cos'era quella storia che Nick sarebbe stato punito?

- Tu non ti preoccupare, ci penserà Vic a lui.

- Oooh ok. E tu penserai a me?

- Esattamente, ma non ho intenzione di punirti, per adesso. A meno che tu non ti sia divertito un po' troppo con le tue fans, in tour.

- Oh, sì, ce n'erano un paio veramente carine sai? E molto disponibili.

Gli tirai un pugno su un braccio, liberandomi dalla sua stretta e correndo verso il divano.

- Avresti potuto rimanere con loro, allora.

Risposi, fingendo un'aria offesa che non sarei stata capace di mantenere per più di trenta secondi.

- No, avevo cose più importanti a cui tornare.

In un secondo, era di nuovo accanto a me, le mani attorno ai miei fianchi. Mi fece voltare, e nel preciso istante in cui i miei occhi incontrarono i suoi, fu come se il tempo si fosse fermato per un interminabile istante.

Mi prese il viso tra le mani, sorridendo.

- Pensi davvero che sia così facile liberarsi di me?

Sorrideva a un millimetro dalle mie labbra, e io non aspettavo altro che baciarlo.

- Mai detto di averne l'intenzione.

Risposi, prima di premere le mie labbra sulle sue. Dio, quanto mi erano mancate.

Era ad un concerto che Vic, la mia migliore amica, aveva conosciuto Nick, il suo attuale ragazzo nonchè fratello di Joe. Ed era sempre ad un concerto, che io avevo conosciuto lui.

 

Quando Vic mi aveva detto che usciva con uno dei Jonas Brothers, ero scoppiata a riderle in faccia.

- Che cooosa?? Ma mi prendi in giro?

- No che non ti prendo in giro, idiota!

Mi aveva raccontato tutto, il malore, il backstage, quel ragazzo che si era preso cura di lei, il ragazzo con i riccioli e il viso dolce.

E io non riuscivo a crederci.

Poi, una volta che ero riuscita ad accettare l'idea, lei mi chiese qualcosa a cui io mi sarei volentieri sottratta.

- Devo vederlo, la settimana prossima. Fa un concerto qui in città, e dovrei andare nel backstage. Solo che non vorrei andare da sola...

Dovevo avere un'aria davvero incredula, perchè lei aveva sfoderato gli occhioni da cane bastonato.

- Ti preeegoooooo...

Cosa non si fa per le amiche. Così, la settimana dopo mi aveva costretta ad accompagnarla nel backstage del concerto di una band che avevo sempre spudoratamente preso in giro, e ad impararmi i loro nomi in modo da non fare brutte figuracce. Dire che ero a disagio è dire poco, e le occhiatacce che ricevemmo dalle migliaia di ragazzine stipate fuori dall'auditorium non migliorarono il mio umore.

Eravamo appena entrate, e finalmente avevo visto il famoso ricciolino, che veniva incontro a Vic con un enorme sorriso. Istintivamente era venuto da sorridere anche a me...erano così carini. E se lei era felice...Poi però me li aveva presentati. Nick per primo ovviamente...poi Kevin, il più grande. Un tipo simpatico, che sembrava molto più alla mano di quanto pensassi. E alla fine era arrivato lui.

Non mi aspettavo che sarebbe stato così. Era davvero carino. Davvero davvero. E mi stava sorridendo.

- Violet, questo è mio fratello Joe.

- Molto piacere.

Perchè non la smetteva di guardarmi, con quel sorriso stampato in faccia? Avrei voluto fargli presente che ero lì solo per cortesia e per amore di Vic, ma non mi uscì una sola parola. Ed era anche simpatico! Santo cielo. In poche parole, avevo passato tutta la serata con loro, e mi ero resa conto con sommo raccapriccio che mi ero divertita! Quando Vic mi chiese, con i suoi soliti modi sospettosi, se per caso Joe mi piacesse, aveva già la sua risposta. Così, adesso ero la ragazza di Joe Jonas, e non avrei potuto esserne più stupita...e più felice.

 

- A cosa pensi?

- Alla sera in cui ci siamo conosciuti.

Eravamo distesi sul divano, la mia vita ancora circondata dalle sue braccia, il suo mento sulla spalla.

Lo sentii sorridere, mentre i suoi capelli mi solleticavano la guancia.

- Eri tesa. E io ero contentissimo di averti conosciuta.

Risi anche io.

- Certo che ero tesa. Vi avevo presi in giro fino al giorno prima! E si vedeva fin troppo bene che eri contento, mio caro.

- Non è bene prendere in giro persone che non conosci, signorina. E adesso? Ti sei ricreduta?

Sentivo la punta del suo naso sfiorarmi la nuca, avanti e indietro, e rabbrividii.

- Un po'...

Finse di spingermi giù dal divano, per poi trattenermi per i fianchi. Risi e rise anche lui.

Era straordinariamente facile ridere, quando lo avevo accanto.

Con un movimento leggero, fu sopra di me, appoggiandosi sulle braccia per non farmi sentire troppo il suo peso. Il bacio fu dolce, atteso da troppo tempo. Le nostre lingue si incontrarono per qualche secondo, mentre le mie mani accarezzavano il suo viso e si intrecciavano delicatamente ai suoi capelli, poi lui si staccò, tornando a distendersi al mio fianco. Era quasi sempre così...mai troppo, mai lasciarsi andare più del lecito, come l'anello che portava all'anulare sinistro continuava a ricordarmi. A ricordarci. Non mi dispiaceva troppo, anzi, era la prima volta che non temevo di dover subire pressioni da parte di un ragazzo per arrivare al dunque. Niente sesso fino al matrimonio, di nessun tipo. Certo, non era così facile. Io avevo 18 anni, lui 21, e l'attrazione fisica si sentiva eccome. Eppure rispettavamo entrambi quel tacito accordo.

Mi concessi qualche altro secondo per studiare il suo viso. Mi aveva già raccontato ogni più piccolo dettaglio del tour, e aveva fatto in modo che io gli raccontassi ogni più piccolo dettaglio di ciò che avevo fatto in sua assenza. Cose molto più noiose di quelle che aveva fatto lui, in ogni caso, ma lui sembrava trovarle interessantissime.

Mi avvicinai ancora al suo viso, lasciando un piccolo bacio sula guancia e poi sfiorandogli le labbra, solo per vederlo sorridere e sentire le sue mani stringermi un po' di più.

- Sei stanco?

- Solo un pochino...

Io sorrisi, scuotendo appena la testa. Aveva gli occhi cerchiati, e il viso stanco. Non me ne meravigliai, il viaggio era stato lungo e il tour faticoso.

Gli scostai i capelli dalla fronte.

- I tuoi fratelli si offenderanno, se resti a dormire qui?

Lui si strinse nelle spalle, per quanto glielo consentiva la posizione.

- Nick è a dormire a casa di Victoria.

Sorrise, e per un momento pensai che quel viso fosse fatto apposta per sorridere.

- Allora sarà il caso di trasferirsi di là...sono stanca anche io.

In realtà ero molto meno stanca di lui, ma non ero così egoista da volerlo privare di un po' di sonno. Ci alzammo entrambi dal divano, e lui soffocò uno sbadiglio. Era decisamente esausto. Io mi diressi verso camera mia, lui entrò in bagno. Non era un problema enorme rispettare quel piccolo anello d'argento, ma avevamo sempre ritenuto saggio evitare certi gesti, come ad esempio spogliarsi l'uno davanti all'altra. Indossai una delle magliette gigantesche che adoravo, lunga fin quasi alle ginocchia, anche se era difficile che una qualsiasi maglietta taglia XL non mi arrivasse alle ginocchia, visto che non ero troppo alta. Quando Joe entrò in camera, mi sfuggì un gemito di disappunto. Era in boxer. Beh, ovvio, visto che non aveva portato la valigia e quindi non aveva altro, ma non andava assolutamente bene. Pescai un'altra delle mie magliette e gliela lanciai, guardando da un'altra parte.

- Mettiti questa per favore.

Lui rise, afferrando la maglietta al volo e infilandosela. Siccome era più alto di me, si vedeva l'orlo dei boxer, ma almeno era coperto.

Gli sorrisi anche io e lo abbracciai, godendomi ancora per qualche attimo il suo profumo e il calore della sua pelle.

- Forza, a letto adesso!

Mi infilai sotto le coperte, e lui mi seguì. Mi ero appena allungata per spengere la luce, che sentii le sue braccia circondarmi e attirarmi verso di lui.

Risi mentre mi incastravo alla perfezione nel suo abbraccio, e al buio trovai le sue labbra. Era qualcosa di assolutamente magico, sentire il suo respiro, le sue mani e il buio che ci circondava.

Vi...ti amo.

Poteva sembrare stupido, ma ogni volta che quelle due parole uscivano dalle sue labbra, il cuore mi andava a mille. Temetti quasi che potesse sentirlo, vicino com'era.

Ti amo anche io. Buonanotte star.

Ridemmo di nuovo, poi mi accocccolai contro la sua spalla, e ci addormentammo.

 

 

- Svegliaaaaa.

Qualcuno balzò sul mio letto, facendomi alzare di colpo. Davanti a me c'era il viso sorridente di Joe. Come diavolo faceva a essere così pimpante appena sveglio? Bah, segreti del successo.

- Buongiorno.

- Dai, tirati su, è pronta la colazione.

Io sgranai gli occhi, preoccupata.

- Hai preparato la colazione??

Il suo sorriso si trasformò in una smorfia divertita.

- Ho solo fatto il caffè, il resto sono latte e cereali. Tranquilla.

Finsi di tirare un sospiro di sollievo, mentre mi alzavo ridendo. Prima di andare a fare colazione passai per il bagno, cercai di snodarmi i capelli e mi lavai il viso, poi raggiunsi Joe in cucina.

Aveva detto la verità, sul tavolo c'erano due tazze di caffè, latte e cereali.

Mi sedetti davanti a lui, che stava rimestando nella tazza con aria assorta alla ricerca di chissà quale tesoro, e bevvi un sorso di caffè. Quando lui alzò gli occhi su di me, sorrisi.

- Allora? Dormito bene?

- Avevo un cuscino perfetto.

Ammiccai, poi gli detti un pizzicotto.

- Ahi!

- Che fai oggi?

- Prove. E dobbiamo passare dalla casa discografica per discutere alcuni dettagli del disco nuovo.

- Uhm, sembra interessante.

Lui rise, poi mi fece la linguaccia.

- E tu? Tu che fai oggi?

Io mi strinsi nelle spalle.

- Oggi...Oggi Vic.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino Dell’Autrice

Salve a tutti.

Comincio dicendo che questa è la prima storia che pubblico qui, fino a adesso ho sempre tenuto per me i miei componimenti.

Questa storia è nata seguendo l'intreccio di un'altra, scritta da un'amica. Troverete la sua storia sotto il nome di Neverland ,le due storie sono parallele, le vicende narrate sono strettamente collegate e per qualche particolare corrispondenti.

Spero che apprezzerete i miei sforzi di rendere quanto meno decente questa storia (xD)e gradirei moltissimo ricevere opinioni e osservazioni da parte di chiunque volesse fornirmene.

Con questo vi lascio, e spero che continuerete a seguire le vicende narrate.

 

Eleonora.

 

  
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