Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Kronos333    24/09/2009    1 recensioni
Al mio fianco capelli neri come un corvo. Il corvo si alza in volo perpendicolare alla parete e parallelo al pavimento descrivendo una parabola nell’aria color ruggine. Non riesco a capire lo schema di linee ordinate e confuse che descrivono i riccioli della mia professoressa di matematica. Bisogna sempre obbedire alle regole. Il fiero leone è stato attaccato da suo figlio e ha vinto, il leoncino è morto con un coltello da macellaio tra le scapole. Cresci. Una frazione divide a metà la lavagna liscia come un orso di peluche. Un pugno nell’occhio.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

GEOMETRIA

Piast

relle rettangolari nere e ocra. Un pugno nell’occhio. La cartina della Grecia antica stona. Al mio fianco capelli neri come un corvo. Il corvo si alza in volo perpendicolare alla parete e parallelo al pavimento descrivendo una parabola nell’aria color ruggine. Lo spaventapasseri è costruito su una struttura a croce cristiana rovesciata con il legno dei banchi e il fieno del refettorio della grande scuola delle mucche. Scuola si scrive con una Q spaccata violentemente a metà da un filo di piombo attaccato a una mela di bronzo. La mela è sferica come un’arancia e viola come una prugna. L’arancia batte forte nel mio petto mentre il mio sesso si indurisce come un pezzo di ferro davanti allo schermo rettangolare del computer. Non riesco a capire lo schema di linee ordinate e confuse che descrivono i riccioli della mia professoressa di matematica. Bisogna sempre obbedire alle regole. Una frazione divide a metà la lavagna liscia come un orso di peluche. L’orso indossa una maglietta bianca con sopra scritto “I am pretty” in bianco. Ci sono dei fumetti per terra, aperti a caso. Le figure sono brutte, la storia anche. Le vignette sono irregolari. “Così parlò Zaratustra”  è accanto a “Maghetto pasticcio” sul comodino rosso. La vasca da bagno è un parallelepipedo coperto di schiuma pesante. Non c’è spazio nemmeno per quel quadro conico dell’artista poco conosciuto. I pezzi del puzzle sono irregolari e multiforme ma uniti danno vita a una gigantesca vignetta di Topolino. Snoopy scrive con una macchina da cucito sul tetto della cuccia ma vuole un muffin con gelatina d’uva. Ho fame. Naruto in un angolo bacia Sakura mentre Hinata piange li guarda e piange accanto a Zangetsu. Il mio sesso si irrigidisce mentre lui si spoglia. Piango. Una banana verde mi dice che non sono adatto a ballare il tango. Un pugno in un occhio. L’elegante aquila è misera e meschina, se la prende solo con animali più piccoli. Questa storia è così piena di clichè. Megara dichiara guerra a Sparta ma perde perché Leonida e Michael Jakson hanno scoperto un sentiero per aggirare l’esercito e attaccarli alle spalle. C’è Alessandro? No, è morto. Odio questo posto. Il mio cellulare si è rotto e non posso chiamare nessuno. I miei pantaloni si sono strappati quando sono andato sulla luna a raccogliere il cavolfiore. Il fiero leone è stato attaccato da suo figlio e ha vinto, il leoncino è morto con un coltello da macellaio tra le scapole. Il sangue rosa schizza sulle pareti rosa diventando trasparente come cristallo. Il mio cane ha ingravidato un’altra cagnetta, Esteban Trueba lo sopprime. Non mi piace la simmetria, ma è sangue senza di essa. Odio avere torto, odio aver ragione. Odio… Chiamiamola “Pesca”. No, non mi piace come nome. Devo andare in bagno ma una catena d’oro e di merda mi trattiene sul posto. Resto qui a cagare sangue fino a quando Pablo Neruda e Maria de Filippi non mi fanno vincere San Remo truccando il concorso. Il palco è ovale e io recito Shakespeare con un teschio di cartapesta in mano e una calzamaglia gialla addosso. Il teschio è sferico come l’albero tagliato accuratamente del mio giardino. Tutti mi dicono che sono bravo mentre un rapace mi mangia la torta al cioccolato fondente che ho al posto del fegato. Tutto questo per essersi alzato da una poltrona. Una poltrona di broccato finissimo e rosa dalle api. Le api sono brutte e cattive, vanno sterminate. Allora i cavatappi a spirale entrano in gioco usando la carta magia “anfora dell’avidità”. La seconda carta che pescano è l’universo attraverso il quale Barbie cammina con passo allegro e freddo. Ha una coda di ammiratori da tutto il mondo ma lei non ci fa caso. Cammina sui suoi tacchi marroni fatti di quercia magica. I druidi sacrificano un agnello arancione sull’altare di latta per sentirsi più vicini agli dei. I draghi non esistono. Cresci. Alza gli occhi dal diario del “Chè” e guarda la lavagna. Una frazione la divide a metà. I banchi di lego e ferro sono fatti per durare. Un pugno nell’occhio. Piastrelle rettangolari nero e ocra.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Kronos333