Una
strana sensazione
“Altrimenti…non crescerai mai, te ne rendi conto?”
L’eco dei rimproveri di Takeru rimbomba, facendomi girare la testa.
Dove sono?
Un attimo prima, parlavo con Takeru. Anzi, no, lui se n’è andato
lasciandomi un grande punto di domanda…Aveva uno
strano tono di voce, quasi a volermi dire che ci tiene troppo a me per
lasciarmi andare. Quasi a criticarmi che quando sono in pericolo penso prima a
mio fratello, poi a lui.
E comunque, no, ora che ci penso stavo tornando a casa con Gatomon.
Mi rialzo a fatica, dischiudo gli occhi. Intorno a me, il panorama è
grigio. Di un grigio innaturale, come se tutti i colori fossero stati
risucchiati artificialmente. Devo essere nel mondo di quella creatura che mi
chiamava.
Ecco il mare, sì, sono qui.
Ma qui…dove?
“Tocco intorno
con le mani affondo
più non esco via di qui
Chiudo gli occhi, sono cieca o vedo
luce dentro me
Luce luce luce bianca
luce luce stanca
luce luce
Aria aria aria fredda
aria aria lenta
aria aria”
Continuo a camminare, seguendo un iter sconosciuto.
Mi sento sola.
Non amo particolarmente la solitudine.
Non voglio stare da sola, neppure quando Taichi fa chiasso e io vorrei dormire.
Taichi…in altri tempi sarebbe corso in mio
aiuto subito. Adesso, non so dove sia.
Chiudo gli occhi per un istante ancora. Sento la mia digipietra
annullarsi inesorabilmente poco a poco.
Come se qui non ci fosse spazio per la luce.
Ci sono palizzate di legno dappertutto.
Ho freddo, all’improvviso…C’è
una sorta di caverna, forse è meglio rifugiarsi lì.
Credo sia stata una pessima idea. Avanzo a tentoni,
titubante.
Qui dentro è anche più buio e cupo che fuori.
No, decisamente non è stata la migliore delle
mie idee.
“Torno
indietro
troppo grigio scende
tutto buio al mondo è
Apro gli occhi
non c'è vento adesso
non sei più con me
Sole sole sole
nero
sole sole greco
sole sole
Muro duro duro duro
muro muro crudo
muro muro”
Oltre al freddo, si sono aggiunte delle voci. Come se non fossi già
terrorizzata.
Delle figure scure e degli occhi cremisi mi
fissano, invocandomi.
Mi chiamano “regina”.
Chiedono il mio aiuto.
Ma io senza i miei amici non sono nulla…Come
posso soccorrerli se c’è chi deve salvare me?
“Avanti, Hikari…”
Sono degli Scubamon imprigionati dal potere
dell’Imperatore.
Sfioro un anello e vedo finalmente della luce.
Sono davvero io a produrla?
Il soffitto sta per crollare; scappo, seguita da quei poveri Digimon.
“[…]Cerco un corpo
contro i sassi tremo
non c'è un'anima per me
[…]
Non respiro più
Ferro ferro ferro freddo
ferro ferro dentro
ferro ferro
Pietra pietra pietra chiusa
pietra pietra muta
pietra pietra
Mura mura mura mura
[…]”
Mi sento una stupida.
Non posso aiutare nessuno senza…
“Taichi…” è il primo che mi viene in mente, in
onore delle vecchie missioni.
“Gatomon…”la compagna di avventure in questo
mondo, ammesso che faccia parte di Digiworld.
Eppure, in un lampo di lucidità, mi rendo conto che non possono aiutarmi
loro.
E, in un attimo, al pari di una richiesta che esce prepotentemente dal
cuore, chiamo Takeru.
Non so il perché. Forse perché oggi si è accorto che ero strana in
classe. Perché si preoccupava per me.
La luce invade questo posto.
Dimentico la tensione di stamattina, e il mio viso si scioglie in un
sorriso di gratitudine.
Non ha smesso di pensarmi da quando sono stata rapita, ne sono certa.
Lo leggo nel sollievo dei suoi occhi, quando corro verso di lui,
accompagnato da Gatomon e Patamon.
Lui e Patamon, ArmorDigievoluto
Pegasusmon, distruggono agevolmente l’Obelisco.
Ancora uno squarcio di luce, e Gatomon può SuperDigievolvere Angewomon.
È così bella.
Improvvisamente, anche questo mondo non mi sembra più triste. Sarà che
non sono più sola.
Gli Scubamon ora sono liberi!
Tuttavia, la mia gioia svanisce subito. Si sono trasformati, non so dire se sia
stata una Digievoluzione canonica. Sta di fatto che
hanno quasi ripreso le sembianze spaventose di prima.
Uno di loro mi afferra. Non è una presa amichevole, non mi stanno ringraziando…Mi vogliono rapire, capisco atterrita.
Takeru urla qualcosa in lontananza.
Mi dimeno, scansando ogni proposta sul diventare la loro regina.
Ancora questo termine? Io, regina?
Sembrano capire; s’inabissano lentamente,
minacciandomi.
Takeru si avvicina gentilmente.
La sua mano sulla mia spalla è uno straordinario conforto.
Mormoro qualche frase sconnessa sul tornare a casa.
Non ha idea di come gli sia grata. Tanto che mi verrebbe da piangere.
Mi accontenta subito, come fa praticamente
sempre.
L’agitazione di stamattina s’è dileguata per incanto.
Ora ci allontaniamo da questo mondo, ed entriamo in uno del tutto
diverso.
Qui c’è esclusivamente luce.
Una luce che da calore e speranza.
Sarebbe un mondo perfetto per viverci con Takeru.
Quando torniamo nel mondo “reale”-a questo punto, non so quante
dimensioni esistano-, Takeru non fa altro che starmi vicino. Risponde lui a
tutte le domande che uno sconfitto Daisuke e due preoccupati Miyako e Iori mi
pongono. Sono stanca. Lui sembra l’unico ad averlo capito.
“Hikari, forse è meglio non raccontare nulla a Taichi, vero?”
“Lo credo anch’io, Gatomon, gli daremmo solo una
preoccupazione inutile.”
Sorrido a stento. Siamo fuori da scuola; gli altri sono tornati a casa
da un pezzo. In realtà, Daisuke era abbastanza restio, e non ho capito perché Takeru
non sia andato via con Miyako e Iori, visto che
abitano nello stesso palazzo.
“Sai, dovresti essere più egoista.”
Sollevo lo sguardo, sorpresa.
Ora io e lui siamo di fronte a ben altro tipo di mare…Quello
di un vivo colore aranciato che circonda Tokyo.
È talmente rassicurante.
“Perché…A volte pensi così poco a te stessa
che diventa difficile sapere cosa senti. Dovresti farti
sentire di più, Hikari.”
“Da te, per esempio?”
Sorrido. Sembra un modo impacciato per scusarsi di stamattina.
Takeru appare colto alla sprovvista.
“Magari. È stato veramente complicato trovarti oggi. Ho gridato
al mare ‘Hikari!’ per ore...”
“Cos’hai fatto?!”
Takeru ride, come sempre quand’è imbarazzato o confuso, si gratta la
nuca.
“Tu mi avevi detto che avevi visto il mare, no? Eri
scomparsa, tutti credevano fossi a Digiworld. Io sapevo
che non eri lì. Così, ho cercato nel mare. Solo ora ho
capito che era un’altra dimensione.”
“Hai gridato il mio nome?” richiedo, assaporando una strana dolcezza.
“Sì, e credo anche che qualcuno mi abbia preso per
pazzo. Soprattutto perché, a un certo punto, ci ha dato dentro anche Patamon.”
“Naturalmente, io mi sono esentata. Ero
in ansia, Hikari, ma non lo trovavo un metodo…ortodosso.”spiega
Gatomon.
“Non ti preoccupare, Gatomon.
Oh, Takeru, non ci posso credere che tu abbia fatto davvero una cosa simile per
me!”
“Non è stato niente di speciale” replica lui, sorpreso. “So che l’avresti fatto
anche tu per me.”
Mi sento avvampare misteriosamente.
“Certo, non mi sarei data pace. È buffo però
che tu sia stato l’unico a capirlo.”
“Non mi prendere per superbo, ma credo di aver ragione
quando dico che, per esempio rispetto a Daisuke, ti conosco un po’ di più.”
Mi mordo un labbro, divertita.
“Vuoi che ti accompagni a casa, Hikari? Giusto per stare tranquilli…”
“Oh, ma non ti preoccupare, davvero, non ne vale la pena e poi tua madre sarà in…”
“Lei torna tardi per lavoro. E meno male che ho appena
finito di dirti di essere meno egoista!”
“Non so se ci riuscirò mai.”
“Non ci riuscirai mai, poco ma sicuro. D’altronde,
è anche per questo che sei la mia migliore amica.”
Il suo viso sembra aver preso le sfumature del sole. Probabilmente anche
il mio.
Mentre torniamo a casa, è bello parlare con lui. Non mentirei se dicessi
che mi capisce come nessun’altro, nemmeno il mio
Digimon o mio fratello.
Gatomon, eppure, sembra leggermi nel pensiero, quando,
ormai approdate in camera.
“È fantastico vedere come si fanno in quattro gli amici per te,
soprattutto Takeru.”
“Gatomon, gli sono talmente grata
per oggi. E per molti altri momenti.”
“Lo so, e lo sa anche lui. Toglimi una curiosità, però…Oggi, ad un certo punto, hai
chiamato Takeru in tuo aiuto?”
Perplessa, rispondo: “Sì, ma come fai a saperlo?”
“Ne ero certa!”
Gatomon sembra aver vinto una scommessa.
“Riguardo a cosa?”
“È stato l’amore a unire i due mondi. E ora
andiamo a dormire, abbiamo avuto entrambe una giornata pesante.”
Di colpo, si addormenta, lasciandomi interdetta.
L’amore…?
Era da un po’ che questa fic mi
roteava in testa xD Come avrete ben capito, è tutta
la mia personale interpretazione dell’episodio 13
della 2° serie di Digimon…Un episodio che ha concorso
non poco alla mia fede Takari. Ci sono diverse
versioni della cosa, pare addirittura che nella giapponese i miei due cari
beniamini si bacino(magari!); nella versione inglese
si “dichiarano” a vicenda, spiegando quanto tengano l’una all’altra. In qualunque
versione, comunque, questa puntata è stata davvero il faro per molti che, come
me, anche cresciuti, continuano a sognare imperterriti questa coppia.
Quando poi ho sentito “Mura mura” di Gianna Nannini-non l’ho usata tutta-, ho
avuto una specie d’illuminazione. A mio parere, questa canzone è perfetta per questo episodio. Così è
venuto fuori questo esperimento, mentre scrivo l’aggiornamento di “Finché un
figlio non ci separi”-Sora89, arriva subito! E scusa per il ritardo!^^°- a metà tra song-fiction,
introspettivo e pseudo-romantico.
Diciamo che avevo bisogno di ritrovare un po’ di sana
atmosfera Takari-non OOC, non AU- semplice, come
possono esserlo i sentimenti di questi due preadolescenti. Li amerò sempre
*___*
Spero piaccia un po’ anche a voi!!
HikariKanna