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Autore: HikariKanna    25/09/2009    8 recensioni
“Tu mi avevi detto che avevi visto il mare, no? Eri scomparsa, tutti credevano fossi a Digiworld. Io sapevo che non eri lì. Così, ho cercato nel mare. Solo ora ho capito che era un’altra dimensione.” “Hai gridato il mio nome?” richiedo, assaporando una strana dolcezza. “Sì, e credo anche che qualcuno mi abbia preso per pazzo. Soprattutto perché, a un certo punto, ci ha dato dentro anche Patamon.” “Naturalmente, io mi sono esentata. Ero in ansia, Hikari, ma non lo trovavo un metodo…ortodosso.”spiega Gatomon. “Non ti preoccupare, Gatomon. Oh, Takeru, non ci posso credere che tu abbia fatto davvero una cosa simile per me!” “Non è stato niente di speciale” replica lui, sorpreso. “So che l’avresti fatto anche tu per me.” Mi sento avvampare misteriosamente. “Certo, non mi sarei data pace. È buffo però che tu sia stato l’unico a capirlo.” “Non mi prendere per superbo, ma credo di aver ragione quando dico che, per esempio rispetto a Daisuke, ti conosco un po’ di più.” La mia rivisitazione personale del tredicesimo episodio, "Una strana sensazione", appunto ;) Per chi ama il Takari, come me!
Genere: Song-fic, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikari Yagami/Kari Kamiya, Takeru Takaishi/TK
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una strana sensazione

Altrimenti…non crescerai mai, te ne rendi conto?”

L’eco dei rimproveri di Takeru rimbomba, facendomi girare la testa.

Dove sono?

Un attimo prima, parlavo con Takeru. Anzi, no, lui se n’è andato lasciandomi un grande punto di domanda…Aveva uno strano tono di voce, quasi a volermi dire che ci tiene troppo a me per lasciarmi andare. Quasi a criticarmi che quando sono in pericolo penso prima a mio fratello, poi a lui.

E comunque, no, ora che ci penso stavo tornando a casa con Gatomon.

Mi rialzo a fatica, dischiudo gli occhi. Intorno a me, il panorama è grigio. Di un grigio innaturale, come se tutti i colori fossero stati risucchiati artificialmente. Devo essere nel mondo di quella creatura che mi chiamava.

Ecco il mare, sì, sono qui.

Ma qui…dove?

“Tocco intorno
con le mani affondo
più non esco via di qui
Chiudo gli occhi, sono cieca o vedo
luce dentro me
Luce luce luce bianca
luce luce stanca
luce luce
Aria aria aria fredda
aria aria lenta
aria aria

Continuo a camminare, seguendo un iter sconosciuto.

Mi sento sola.

Non amo particolarmente la solitudine.

Non voglio stare da sola, neppure quando Taichi fa chiasso e io vorrei dormire.

Taichi…in altri tempi sarebbe corso in mio aiuto subito. Adesso, non so dove sia.

Chiudo gli occhi per un istante ancora. Sento la mia digipietra annullarsi inesorabilmente poco a poco.

Come se qui non ci fosse spazio per la luce.

Ci sono palizzate di legno dappertutto.

Ho freddo, all’improvviso…C’è una sorta di caverna, forse è meglio rifugiarsi lì.

Credo sia stata una pessima idea. Avanzo a tentoni, titubante.

Qui dentro è anche più buio e cupo che fuori.

No, decisamente non è stata la migliore delle mie idee.

“Torno indietro
troppo grigio scende
tutto buio al mondo è
Apro gli occhi
non c'è vento adesso
non sei più con me
Sole sole sole nero
sole sole greco
sole sole

Muro duro duro duro
muro muro crudo
muro muro

Oltre al freddo, si sono aggiunte delle voci. Come se non fossi già terrorizzata.

Delle figure scure e degli occhi cremisi mi fissano, invocandomi.

Mi chiamano “regina”.

Chiedono il mio aiuto.

Ma io senza i miei amici non sono nulla…Come posso soccorrerli se c’è chi deve salvare me?

“Avanti, Hikari…

Sono degli Scubamon imprigionati dal potere dell’Imperatore.

Sfioro un anello e vedo finalmente della luce.

Sono davvero io a produrla?

Il soffitto sta per crollare; scappo, seguita da quei poveri Digimon.

“[…]Cerco un corpo
contro i sassi tremo
non c'è un'anima per me
[…]
Non respiro più
Ferro ferro ferro freddo
ferro ferro dentro
ferro ferro
Pietra pietra pietra chiusa
pietra pietra muta
pietra pietra
Mura mura mura mura
[…]”

Mi sento una stupida.

Non posso aiutare nessuno senza

Taichi…” è il primo che mi viene in mente, in onore delle vecchie missioni.

Gatomon…”la compagna di avventure in questo mondo, ammesso che faccia parte di Digiworld.

Eppure, in un lampo di lucidità, mi rendo conto che non possono aiutarmi loro.

E, in un attimo, al pari di una richiesta che esce prepotentemente dal cuore, chiamo Takeru.

Non so il perché. Forse perché oggi si è accorto che ero strana in classe. Perché si preoccupava per me.

La luce invade questo posto.

Dimentico la tensione di stamattina, e il mio viso si scioglie in un sorriso di gratitudine.

Non ha smesso di pensarmi da quando sono stata rapita, ne sono certa.

Lo leggo nel sollievo dei suoi occhi, quando corro verso di lui, accompagnato da Gatomon e Patamon.

Lui e Patamon, ArmorDigievoluto Pegasusmon, distruggono agevolmente l’Obelisco.

Ancora uno squarcio di luce, e Gatomon può SuperDigievolvere Angewomon.

È così bella.

Improvvisamente, anche questo mondo non mi sembra più triste. Sarà che non sono più sola.

Gli Scubamon ora sono liberi!
Tuttavia, la mia gioia svanisce subito. Si sono trasformati, non so dire se sia stata una Digievoluzione canonica. Sta di fatto che hanno quasi ripreso le sembianze spaventose di prima.

Uno di loro mi afferra. Non è una presa amichevole, non mi stanno ringraziando…Mi vogliono rapire, capisco atterrita.

Takeru urla qualcosa in lontananza.

Mi dimeno, scansando ogni proposta sul diventare la loro regina.

Ancora questo termine? Io, regina?

Sembrano capire; s’inabissano lentamente, minacciandomi.

Takeru si avvicina gentilmente.

La sua mano sulla mia spalla è uno straordinario conforto.

Mormoro qualche frase sconnessa sul tornare a casa.

Non ha idea di come gli sia grata. Tanto che mi verrebbe da piangere.

Mi accontenta subito, come fa praticamente sempre.

L’agitazione di stamattina s’è dileguata per incanto.

Ora ci allontaniamo da questo mondo, ed entriamo in uno del tutto diverso.

Qui c’è esclusivamente luce.

Una luce che da calore e speranza.

Sarebbe un mondo perfetto per viverci con Takeru.

Quando torniamo nel mondo “reale”-a questo punto, non so quante dimensioni esistano-, Takeru non fa altro che starmi vicino. Risponde lui a tutte le domande che uno sconfitto Daisuke e due preoccupati Miyako e Iori mi pongono. Sono stanca. Lui sembra l’unico ad averlo capito.

“Hikari, forse è meglio non raccontare nulla a Taichi, vero?”
“Lo credo anch’io, Gatomon, gli daremmo solo una preoccupazione inutile.”

Sorrido a stento. Siamo fuori da scuola; gli altri sono tornati a casa da un pezzo. In realtà, Daisuke era abbastanza restio, e non ho capito perché Takeru non sia andato via con Miyako e Iori, visto che abitano nello stesso palazzo.

“Sai, dovresti essere più egoista.”

Sollevo lo sguardo, sorpresa.

Ora io e lui siamo di fronte a ben altro tipo di mare…Quello di un vivo colore aranciato che circonda Tokyo.

È talmente rassicurante.

Perché…A volte pensi così poco a te stessa che diventa difficile sapere cosa senti. Dovresti farti sentire di più, Hikari.”

“Da te, per esempio?”

Sorrido. Sembra un modo impacciato per scusarsi di stamattina.

Takeru appare colto alla sprovvista.

“Magari. È stato veramente complicato trovarti oggi. Ho gridato al mare ‘Hikari!’ per ore...
“Cos’hai fatto?!”

Takeru ride, come sempre quand’è imbarazzato o confuso, si gratta la nuca.

“Tu mi avevi detto che avevi visto il mare, no? Eri scomparsa, tutti credevano fossi a Digiworld. Io sapevo che non eri lì. Così, ho cercato nel mare. Solo ora ho capito che era un’altra dimensione.”
“Hai gridato il mio nome?” richiedo, assaporando una strana dolcezza.

“Sì, e credo anche che qualcuno mi abbia preso per pazzo. Soprattutto perché, a un certo punto, ci ha dato dentro anche Patamon.
“Naturalmente, io mi sono esentata. Ero in ansia, Hikari, ma non lo trovavo un metodo…ortodosso.”spiega Gatomon.

“Non ti preoccupare, Gatomon. Oh, Takeru, non ci posso credere che tu abbia fatto davvero una cosa simile per me!
“Non è stato niente di speciale” replica lui, sorpreso. “So che l’avresti fatto anche tu per me.”
Mi sento avvampare misteriosamente.

“Certo, non mi sarei data pace. È buffo però che tu sia stato l’unico a capirlo.
“Non mi prendere per superbo, ma credo di aver ragione quando dico che, per esempio rispetto a Daisuke, ti conosco un po’ di più.”

Mi mordo un labbro, divertita.

“Vuoi che ti accompagni a casa, Hikari? Giusto per stare tranquilli…
“Oh, ma non ti preoccupare, davvero, non ne vale la pena e poi tua madre sarà in…
“Lei torna tardi per lavoro. E meno male che ho appena finito di dirti di essere meno egoista!

“Non so se ci riuscirò mai.”

“Non ci riuscirai mai, poco ma sicuro. D’altronde, è anche per questo che sei la mia migliore amica.

Il suo viso sembra aver preso le sfumature del sole. Probabilmente anche il mio.

Mentre torniamo a casa, è bello parlare con lui. Non mentirei se dicessi che mi capisce come nessun’altro, nemmeno il mio Digimon o mio fratello.

Gatomon, eppure, sembra leggermi nel pensiero, quando, ormai approdate in camera.

“È fantastico vedere come si fanno in quattro gli amici per te, soprattutto Takeru.”
Gatomon, gli sono talmente grata per oggi. E per molti altri momenti.”
“Lo so, e lo sa anche lui. Toglimi una curiosità, però…Oggi, ad un certo punto, hai chiamato Takeru in tuo aiuto?”

Perplessa, rispondo: “Sì, ma come fai a saperlo?”
“Ne ero certa!”

Gatomon sembra aver vinto una scommessa.

“Riguardo a cosa?”

“È stato l’amore a unire i due mondi. E ora andiamo a dormire, abbiamo avuto entrambe una giornata pesante.

Di colpo, si addormenta, lasciandomi interdetta.

L’amore?

 

Era da un po’ che questa fic mi roteava in testa xD Come avrete ben capito, è tutta la mia personale interpretazione dell’episodio 13 della 2° serie di Digimon…Un episodio che ha concorso non poco alla mia fede Takari. Ci sono diverse versioni della cosa, pare addirittura che nella giapponese i miei due cari beniamini si bacino(magari!); nella versione inglese si “dichiarano” a vicenda, spiegando quanto tengano l’una all’altra. In qualunque versione, comunque, questa puntata è stata davvero il faro per molti che, come me, anche cresciuti, continuano a sognare imperterriti questa coppia.

Quando poi ho sentito “Mura mura” di Gianna Nannini-non l’ho usata tutta-, ho avuto una specie d’illuminazione. A mio parere, questa canzone è perfetta per questo episodio. Così è venuto fuori questo esperimento, mentre scrivo l’aggiornamento di “Finché un figlio non ci separi”-Sora89, arriva subito! E scusa per il ritardo!^^°- a metà tra song-fiction, introspettivo e pseudo-romantico.

Diciamo che avevo bisogno di ritrovare un po’ di sana atmosfera Takari-non OOC, non AU- semplice, come possono esserlo i sentimenti di questi due preadolescenti. Li amerò sempre *___*

Spero piaccia un po’ anche a voi!!

HikariKanna

   
 
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