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Autore: AbdullallaH    25/09/2009    2 recensioni
Immaginate Bill, Georg, Gustav e Tom come quattro dèi, imprigionati da un'eternità su una nuvola a tremila metri d'altezza. Immaginate la noia che provano. Immaginateli scendere da questa prigionia, andare incontro alla profezia a cui il Fato ha deciso di legarli. Immaginateli sulla Terra, nel bel mezzo di una guerra che ormai dura da anni...
La Fan Fiction è ispirata al poema epico dell'"Iliade" attribuito ad Omero.
Genere: Parodia, Demenziale, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prima di lasciarvi leggere questa Fan Fiction, vorrei dire due parole a proposito. Prima di tutto, è scritta a quattro mani, ma il compito di postarla è il mio, dal momento che io ho già postato qui, mentre l'altra autrice no XD. In secondo luogo, ci siamo ispirate all'Iliade di Omero. Diciamo che l'idea è venuta parlando proprio del poema... Questo NON significa che la trama è identica, né che i personaggi siano gli stessi. Anzi! E' una "revisione" del poema ambientata nei giorni nostri. Non è assolutamente in esametri (perché impiegheremmo dieci anni come Omero ._.) né cose del genere.
Ancora due parole sul linguaggio che abbiamo deciso di utilizzare. Gli errori di lessico, come potete già notare dal proemio, sono voluti. Così come in certi punti, la demenzialità della storia e le frasi senza senso. Siamo consapevoli, insomma, di cosa stiamo combinando u.u Il raiting è giallo per sicurezza, dal momento che non sappiamo ancora esattamente cosa verrà inserito nella Fan Fiction.
Detto questo, vi auguriamo una buona lettura. E ringraziamo in anticipo i futuri (speriamo) lettori :°)



PROEMIO;
Cantami, o Muso Jost, le peripezie dei quattro numi celesti che
scesi nudi dal cielo in un giorno di sole,
così come mamma li fece, determinarono
il destino del mondo – condanna delle Moire si compiva –
figli dei Supremi, del Sole e del Vento,
che elusero le Leggi del Fato.
Scesi sulla Terra, le fatiche sulle spalle
(ma quali fatiche?),
i giusti aiutarono, i barbari soggiogarono
– mandarono a quel paese –
Da nove anni la guerra impazzava:
chitarre volare, suonare e indemoniare;
bacchette negli occhi, plettri taglienti;
cavi elettrici penzoloni, capelli arruffati
di uomini rochi nelle parole.
Donne in mezzo al campo, tra sangue e cerotti,
ago e filo, forbici dalla punta arrotondata e colla vinilica,
le giuste ferite appianavano.
All’opposto dei retti,
grandi (deficienti) e piccini
armati di lustrini, pizzi e trine,
dischi di caos dell’alba dei tempi,
pantaloni strizza-palle che obbligano
i nemici ad indossare.
Ma nessuno, né giusti né barbari,
la storia dei numi,
la fine della guerra conosceva.
Li derisero per la loro nudità (o nudezza?)
e “pazzi” li etichettarono.

Al decimo anno,
due Telèvidi* Chuck in un nanosecondo
il conflitto fermarono.

Cantami, o Muso Jost, le delizie del mondo:
la bontà dei waffle, la freddezza del sushi,
i mille sapori della pizza, la dolcezza dei chupa-chups,
la croccantezza dei pop-corn, gli hamburger salutari,
la golosità dei biscotti, il profumo sublime delle spezie,
l’imprendibile (con le bacchette giapponesi) riso.
Ah, ricordati la mia Coca-Cola.
E la cannuccia. Verde.
E due cubetti di ghiaccio.
*Telèvidi: figli della televisione
  
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