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Autore: Naco    31/05/2005    4 recensioni
E' trascorso un anno da quando Kagome e Inuyasha sono giunti nella nostra epoca per recuperare l'ultimo frammento della shikon no tama. E in un anno tante cose cambiano... oppure no?
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Una nota prima di iniziare.

La fanfiction che vi accingete a leggere, è il sequel di un’altra mia storia, “Viaggio nella III dimensione”, appunto. Non credo che la lettura risulterà incomprensibile a chi non ha letto la prima, ma mi farebbe comunque piacere se gli deste almeno un’occhiatina e mi lasciaste un piccolo parere.

Come la sua omonima, questa storia è un AU, ossia i personaggi e le vicende si discostano dalla trama originale della sensei Takahashi e, benché la stia pubblicando anni dopo la prima parte, anche questa storia è già completa da un bel pezzo. Per questo motivo, all’epoca, non sapevo ancora quali sviluppi avrebbe avuto la storia di Inuyasha e che nuovi personaggi avrebbero fatto la loro comparsa e nuove scoperte sarebbero state fatte anche sugli stessi personaggi da noi già conosciuti. Diciamo che per comprenderla a fondo, sarebbe meglio ambientare questa storia dopo la fine della prima serie dell’anime.

Spero che, nonostante tutto, questa storia vi piaccia almeno un po’. Mi raccomando, commenti e critiche sono sempre ben accetti!

Ok, ho finito di sproloquiare! Buona lettura a tutti!

VIAGGIO NELLA III DIMENSIONE II

AVVENTURA NELLA SENGOKU JIDAI

I

L’INIZIO DI UNA NUOVA AVVENTURA!

Milena si guardò allo specchio: “Niente male!” commentò.

Indossava uno splendido abito nero lungo, semplice nel modello, senza maniche, dal collo alto, le scarpe con il tacco, mentre sul velluto nero spiccava uno splendido ciondolo rosa pallido.

Quel giorno lei e Alessio avrebbero festeggiato un anno da quel giorno in cui lei aveva rischiato di essere uccisa dalla persona che a cui più teneva, in cui Inuyasha e Kagome erano riusciti a tornare nel loro mondo, nonostante più volte avessero temuto di non farcela, in cui lei e Alessio si erano dichiarati.

La sera prima Alessio l’aveva invitata a cena, dicendole di 'prepararsi per una splendida sorpresa.'

Si guardò ancora allo specchio, pensierosa: quell’abito glielo avevano regalato due settimane prima i suoi genitori per i suoi diciotto anni, perché 'finalmente si decidesse a comportarsi come una ragazza e non come un ragazzaccio'. Quel ciondolo invece glielo aveva regalato lo stesso Alessio perché 'era stata una tama di quel colore a farli incontrare.'

Milena sorrise: da quando avevano conosciuto Inuyasha e Kagome, Alessio aveva preteso di imparare il giapponese, anzi, era diventato anche più bravo di lei. Per forza, continuava a ribattergli: lei quell’anno aveva gli esami e non poteva permettersi di pensare ad altro.

Guardò l’orologio: le 20.45. Alessio sarebbe passato a prenderla pochi minuti dopo. Si guardò ancora una volta allo specchio e annuì, decisa a trascorrere la giornata più bella della sua vita.

Puntuale come sempre, Alessio suonò il campanello alle 21.01. Si aggiustò un’ultima volta la cravatta, controllò l’orario e attese che Milena gli chiedesse di salire. Aspettò per un po’, poi suonò nuovamente il campanello, ma neanche dopo la seconda volta Milena gli rispose.

“Ma cosa sarà successo?” si chiese preoccupato e stava già per suonare una terza volta, quando il portone si aprì.

Alessio non credette ai propri occhi: davanti a lui c’era una Milena diversa dalla ragazza che conosceva, con un lungo abito nero, il volto leggermente truccato, il ciondolo che lui le aveva regalato che, riflettendo la luce dei lampioni, le conferiva un alone magico.

“Sei splendida!” esclamò estasiato.

Milena sorrise: non gli aveva mai parlato del regalo che i genitori le avevano fatto deciso a fargli una sorpresa il prima possibile e, come notò con piacere, vi era riuscita.

“Allora andiamo?” chiese.

Il piccolo Shippo dormiva accanto al fuoco, mentre Inuyasha, Kagome, la vecchia Kaede, Sango e Miroku stavano discutendo animatamente circa la strategia da adottare per riuscire a trovare l’ultimo frammento della sfera.

Come avevano scoperto durante l’ultimo scontro avuto con Naraku, neanche lui sapeva dove fosse l’ultimo pezzo della sfera.

“Secondo me dovremmo dividerci” stava proponendo Miroku “così avremmo più opportunità di trovarla!”

“Ma non servirebbe a nulla!” si oppose Sango “solo Kagome è in grado di vedere i frammenti!”

“Ma allora come facciamo? Neanche Naraku sa dove si trova il frammento proprio lui che, non ho mai capito come, riesce a trovarli anche a miglia di distanza!”

“I demoni hanno una percezione più forte della sfera,” spiegò la vecchia Kaede “Come un uomo che è affamato e sente il profumo di cibo a distanze sorprendenti… la sfera, come il cibo per un essere umano è un mezzo per diventare più forte.”

“Dunque Naraku ha molte più probabilità di noi di trovare il frammento, da quanto ho capito.” Intervenne Kagome.

“Si, ma visto che non l’ha ancora trovato significa che si trova MOLTO lontano da qui….”

Inuyasha sbuffò “Miroku ha ragione, ma come potremmo muoverci più velocemente di Naraku? Tra l’altro LUI non ha un gruppetto rompiscatole che lo rallenta soltanto….”

Kagome balzò in piedi. Ancora con questa storia? Possibile che li considerasse ancora come noiosi compagni e non come amici? Eppure erano ormai due anni che viaggiavano insieme alla ricerca della sfera!

“Cosa vorresti dire? Che noi siamo un peso per te? Se vuoi continuare il viaggio da solo fa pure! Non sono stata certo io a venirti a cercare!”

“Se tu non avessi riportato quella stramaledetta sfera e peggio ancora non l’avessi distrutta con quella mira che ti ritrovi, noi non saremmo qui! Senza contare non sono stato certo io a volere che fossi proprio TU ad essere la reincarnazione di Kikyo!”

“Visto che ti da così fastidio che proprio IO sia la reincarnazione di Kikyo, allora me ne torno tranquillamente nel mio mondo! Sappi che IO ho da studiare e non ho tempo da perdere!”

“Tse! Vattene pure! Non ho bisogno di te IO! In fondo me la sono cavata benissimo DA SOLO in un'altra dimensione, figurati QUI’!”

“Sai cosa ti dico? Che forse sarebbe stato meglio che non ti avessi lanciato la shikon, che non avessi cercato di aiutarti, che fossi rimasto intrappolato in quel mondo e non fossi più tornato! Almeno io non avrei rischiato la vita per salvare quella di un idiota come te!”

Kagome ormai non riusciva più a trattenere le lacrime e queste scorrevano copiose lungo le sue guance. Come aveva potuto dire quelle cose dopo quello che aveva rischiato per lui? Ma perché, perché non la trattava mai come una donna, ma solo come uno strumento cerca sfere e per di più ingombrante?

“Non ti sopporto più! Io me ne torno nel mio presente!” esclamò e corse via in direzione del pozzo.

Era stata una serata magnifica, pensò Milena mentre, seduta accanto al ragazzo che amava, osservava la strada scorrerle accanto. Alessio l’aveva portata in un ristorante molto carino sul lungomare e avevano cenato a lume di candela, parlando del loro presente, ma anche del loro futuro, mentre in sottofondo la musica rendeva l’atmosfera ancora più romantica.

Poi la musica, da leggero brusio era divenuta più forte, invitando le varie persone presenti a concedersi un ballo. Alessio si era alzato, l’aveva raggiunta e prendendole delicatamente la mano, l’aveva portata al centro della sala.

Erano stati attimi stupendi, in cui Milena si era sentita così a suo agio, da sentirsi una vera donna e aveva abbandonato quella sua solita aria esuberante e a volte aggressiva, per trasformarsi in una splendida principessa delle fate. Forse, pensò Milena guardando Alessio concentrato nella guida, era stata sua madre che aveva gettato un incantesimo su quell’abito come se lei fosse una piccola Cenerentola innamorata.

Alessio si voltò per un attimo e i loro sguardi s’incrociarono:

“Lo sai? Stasera sembravi una ragazza normale!”

Milena lo fulminò con lo sguardo: “Che vuol dire ‘ragazza normale’?”

Alessio scoppiò a ridere “Ecco sei tornata in te!”

Milena incrociò le braccia, indignata “Se non fossi alla guida te lo farei vedere io chi è anormale qui!”

“Allora quando sono con te dovrei sempre stare alla guida?” chiese in tono ironico.

Milena era troppo felice e decise di lasciar correre “Dove stiamo andando? Avevi detto che mi riaccompagnavi a casa, ma questa non è la strada giusta!”

“Allora l’hai notato! Sì, voglio portarti in un posto, prima di riaccompagnarti a casa!” dichiarò e si concentrò nuovamente sulla guida.

Un pesante silenzio calò sul gruppo. Inuyasha non ebbe il coraggio di guardare gli altri e rimase a capo chino.

“Ti sembra bello quello che hai detto?” chiese Kaede con estrema tranquillità.

L’hanyou non rispose. No, la vecchia aveva ragione, era stato ingiusto con Kagome, l’aveva trattata in modo orribile. Ma perché le aveva detto cose che in realtà non pensava minimamente? Perché non riusciva ad essere mai gentile con lei? Perché si ritrovava quel dannato caratteraccio?

“Inuyasha…” la vecchia Kaede tentò di parlare con l’hanyou ma questi saltò su innervosito.

“Ma insomma vecchiaccia piantala di scocciarmi! Ho soltanto detto quello che pensavo, nulla di più!”

“Inuyasha dovresti imparare a controllarti e ad essere più gentile con gli altri. Si possono dire le stesse cose anche usando termini diversi e non aggredendo in questo modo la gente (Mrs. Fusaro & D’Arpa docent!)!” intervenne Miroku “Soprattutto quando non lo si pensa realmente!”

Inuyasha lo guardò male “E tu di che ti impicci? Volete farvi i fattacci vostri? Mi volte lasciare in pace?” urlò verso il bonzo, ma più che altro verso se stesso, verso l’odio che provava per come aveva trattato Kagome.

“E’ inutile che ti arrabbi con me! Perché invece non vai a chiederle scusa prima che se ne vada? Perché se attraversa quel pozzo tu non la rivedrai più… lo sai vero?”

Certo che lo sapeva, e bene anche, ma non voleva dargli la soddisfazione di vederlo correre da lei.

“Per me può fare quello che vuole!” esclamò allontanandosi dalla parte opposta rispetto a quella presa da Kagome.

Kagome fra le lacrime vide davanti a sé il pozzo che la divideva dal suo mondo. Esausta per la lunga corsa cadde ginocchioni, mentre le lacrime continuavano a scorrerle lungo le guance.

Guardò il pozzo davanti a sé e si sfilò la shikon dal collo. Guardò con odio la sferetta fra le sue mani e notò la piccola parte concava, che indicava la mancanza dell’ultimo frammento, quello per cui lei e Inuyasha avevano litigato.

"In fondo me la sono cavata benissimo DA SOLO in un’altra dimensione, figurati QUI’!" le aveva rinfacciato Inuyasha.

Già, esattamente un anno prima, lei e Inuyasha si erano ritrovati in un’altra dimensione e, ironia della sorte, la sfera dopo un anno si trovava nelle stesse condizioni, così come il suo rapporto con il mezzo demone. Ma perché era sempre così scontroso con lei? Perché la trattava sempre così male? Eppure aveva creduto che gli importasse qualcosa della sua vita, quando l’aveva aiutata ad uscire dallo specchio. O forse l’aveva fatto solo perché lo aiutasse a trovare l’ultimo pezzo della sfera? No, non poteva farsi trattare in quel modo, non era giusto. Davanti a lei c’era la via di casa, il modo per dimenticare tutto, per tornare ad una vita normale, quella che aveva lasciato per ben due anni. Cosa la tratteneva ancora lì?

“Questa” pensò guardando la sfera “e tutto quello che rappresenta… Ma perché? Perché sono proprio io la reincarnazione di kikyo, perché proprio io dovevo attraversare quel maledetto pozzo, perché proprio io ho conosciuto Inuyasha? Perché non mi tratta come tutte le altre ragazze? Mi piacerebbe tanto essere una ragazza diversa, migliore… Vorrei tanto essere un’altra…” e chinò il capo, stringendosi in se stessa.

All’improvviso una strana luce pallida l’avvolse e lei si ritrovò a volteggiare nell’aria come una farfalla.

“Ma cosa sta succedendo?”

Inuyasha si posò su uno dei rami più alti e incrociò le braccia pensieroso. Che cosa doveva fare? Andare da Kagome e chiederle scusa? Sentiva ancora il suo odore, quindi non aveva ancora attraversato il pozzo e avrebbe potuto ancora fermarla. Ma avrebbe davvero trovato il coraggio di farlo? Sarebbe veramente riuscito a chiederle scusa conoscendo il suo carattere? Ma perché si comportava in questo modo? Non aveva mai trattato Kikyo in quel modo, o almeno, soltanto all’inizio, quando aveva avuto timore che avesse voluto sigillarlo. Possibile che si comportasse n questo modo con lei, soltanto perché era la reincarnazione della defunta Kikyo? No, e lui lo sapeva. All’inizio avrebbe potuto anche essere quello il motivo, ma poi lui stesso si era reso conto che Kagome era troppo diversa da Kikyo. E allora perché diavolo continuava a trattarla in quel modo? Perché le faceva credere di considerarla una semplice cerca sfere? Avrebbe davvero voluto che lei se ne fosse andata? Certo che no, ma allora perché…? Si sentiva un verme come mai prima di allora e i sensi di colpa gli chiudevano lo stomaco.

“Baka!” esclamò a se stesso e iniziò a saltare da un ramo all’altro in direzione del pozzo.

“Sono uno stupido, stupido, stupido! E se non arrivo in tempo, cosa…?”

Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dalla figura di Kagome, china di fronte al pozzo. Sospirò di sollievo.

“Ka…” cercò di chiamarla, ma le parole gli morirono in gola, mentre vide una luce apparsa all’improvviso avvolgere la ragazza.

“KAGOME!” urlò allora correndo nella sua direzione.

Milena appoggiò la testa sulla spalla di Alessio e sorrise, mentre passeggiavano su quel tratto di campagna che l’anno prima li aveva visti protagonisti di un’avventura emozionante quanto pericolosa.

“Sono contenta che tu mi abbia portata qui!” esclamò lei con le lacrime agli occhi.

Alessio sorrise e la strinse ancora di più a sé “Sono contento che ne sia contenta. Sai, avevo pensato che sarebbe stato bello tornare nel luogo in cui tutto è iniziato.”

“E che luogo!” esclamò lei annuendo e ritornando con la memoria a quel fatidico giorno: l’arrivo di Luana, disperata per la perdita del ciondolo, l’interrogatorio ad Alessio, la gita al luna park, il tunnel degli innamorati, quel bagno fuori programma, l’invito di Alessio a casa sua, l’inquietante scoperta, la battaglia contro Naraku, la vittoria…

“Sai, mi piacerebbe tanto rivedere Kagome e Inuyasha! Chissà cosa staranno facendo in questo momento?”

“Forse saranno abbracciando come noi e staranno ricordando l’avventura che abbiamo vissuto insieme!”

“Chissà? Chissà se mai ci rivedremo!” esclamò quasi soprappensiero.

All’improvviso una strana luce pallida li avvolse e i due ragazzi si ritrovarono a volteggiare nell’aria come farfalle.

“Alessio… ma cosa sta succedendo?”

CONTINUA....

   
 
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