La sua vita non era mai stata semplice, aveva solcato diversi mari astrali e dovunque andasse si trovava coinvolto nell'odio degli altri. Dalla sua navetta osservava l'infinito universo, freddo, con le sue bellezze colorate e le bestie astrali che nuotavano tra le stelle. Era più semplice starsene lì che scendere su pianeti, dove vigeva il rancore su quelli come lui. Ma non poteva stare per sempre a bordo, doveva pur mangiare e sopravvivere. Si muoveva nello spazio alla ricerca di un luogo da chiamare casa. La ricerca era stata dura, ma forse in quel viaggio aveva trovato qualcosa. Un piccolo posticino, disabitato e in cui avrebbe potuto passare il resto della sua vita da solo. Un meteorite vivo. Rari da trovare vuoti. Ci atterrò e una volta sceso si rese conto che intorno a quel pezzo di meteorite si trovava una barriera magica, che permetteva la respirazione. Ciò lo portò a pensare che prima di lui doveva esserci stato qualcuno o qualcosa. La sua deduzione fu confermata dai resti di un'abitazione e da un orto oramai più morto che vivo. Con la magia che possedeva avrebbe potuto risistemare quel luogo e farlo casa sua. E non solo, avrebbe fatto molto di più. Dopo tanta sfortuna, finalmente, nell'infinito spazio aveva trovato il suo posto. L'angolo della sua bocca si alzò in un sorrisino. Finalmente casa. Allargò le braccia e con gli occhi pieni di magia azzurra puntati all'universo, cominciò mormorare parole in una lingua sconosciuta e incomprensibile. Delle strane onde magiche divamparono da lui e avvolsero qualunque cosa. Poi tutto scomparve nel silenzio.