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Autore: Alkaid    26/09/2009    1 recensioni
Questa storia vuole raccontare di un gruppo di amici. E' una storia che può farvi ridere, piangere, riflettere, o semplicemente divertire, perchè propone personaggi in cui vi potreste rispecchiare. Speriamo che vi appassioni e vi coinvolga! Ogni riferimento a luoghi, persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. E quel “puramente” è puramente ironico! Fabi&Ele
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3

"C'è un tempo giusto per andarsene, anche quando non si ha un posto dove andare"
(Anonimo)

- Cosa abbiamo alla prima ora? - domandò affannato Telemaco, che era appena arrivato e aveva lanciato il suo zaino oltre il banco.
- Matematica - gli rispose prontamente Cassiopea.
- Porca... -, iniziò a frugare nella cartella.
- Ecco... lo sapevo! L'ho scordato -
- Tanto oggi interroga -, alla rivelazione di Heles la bocca e gli occhi gli si spalancarono contemporaneamente.
Per lui non era un sollievo.
- Te ne sei dimenticato? - lo rimproverò Cassiopea.
- Più o meno... -
- Abbiamo le giustifiche - ci ricordò Tiziano, noi annuimmo.
- Oh sì! - esultò.
Era la prima ora del sabato mattina.
La prima settimana di scuola era volata via.
Dopo aver conosciuto due nuovi professori, il programma era ricominciato, senza perdite di tempo.
Così ci ritrovavamo già sommersi di interrogazioni e compiti.
La seconda campanella suonò e noi ci sedemmo controvoglia.
Il sabato non era molto leggero... due ore di matematica, greco e, per concludere in gloria, educazione fisica!
Quando entrò la professoressa scattamo in piedi.
Era stranamente allegra.
Tiziano si girò erso di noi, con occhi sbarratti.
- Secondo voi cosa si è fumata? -, Raffaele gli fece segno con una mano di stare zitto.
- Scusi Mister Perfettino - borbottò Tiziano risentito.
- Buongiorno cari - la professoressa  ci rivolse un sorriso smagliante.
Il sorriso dello squalo.
Noi ci guardammo inquieti.
- Com'è andata la settimana? Qualcuno ha già preso un'insufficienza? -, rise.
- Vecchia strega - borbottò Heles.
Scuotemmo la testa.
- Ah sì! Io! - esclamò Petronilla alzando la mano, sorrideva.
Era stata interrogata di letteratura latina a sorpresa il giorno precedente. Se l'era cavata con un cinque e mezzo.
- Ah Ricci! Siamo alle solite! -, la professoressa, nonostante il rimprovero, continuava a sorridere.
- Ora vediamo chi altri si classifica per l'insufficienza - il sorriso da squalo si allargò.
Rabbrividimmo.
Le nostre mani scattarono in aria contemporaneamente con un coro di "giustifico!".
E così ci eravamo bruciati le nostre possibilità di salvezza per il resto del quadrimestre.
Le uniche a non alzare la mano, furono Linda e Cassiopea.
Nessuno di noi si stupì, e a quanto pareva, nemmeno la professoressa, che con un sospiro rassegnato si accasciò sulla sedia facendo un cenno a Cassiopea.
Lei si avvicinò alla lavagna, torturandosi un filo scucito della maglia. Noi la incoraggiammo da posto con un sorriso; Linda intanto stava ripetendo come un mantra tutte le formule che si era imparata a memoria, cercando di ignorare il crescente senso di angoscia.
Giuro che mi sforzai di seguire il problema di Cassiopea, ma cinque minuti e qualche iperbole dopo, i miei occhi si erano spenti e la mia bocca era piegata in una strana smorfia.
Ormai irrimediabilmente distratta, mi soffermai ad analizzare le espressioni dei miei compagni; Heles copiava il problema diligentemente, Tiziano e Raffaele avevano la mia stessa espressione stralunata, così come Petronilla, Linda invece aveva assunto una strana espressione combattiva.
Il rapporto tra lei e Cassiopea era sempre stato molto controverso: passavano da momenti idilliaci a momenti di silenzi rancorosi; nessuno avrebbe mai detto che erano molto legate, eppure era così. Da ben tre anni condividevano quasi tutto, come sorelle, tra alti e bassi. Odi et amo avrebbe detto Lavinia...sorrisi tra me e me, pensando a cosa stava facendo lei in quel momento, nella classe accanto.
In quel momento la professoressa trillò contenta: - Brava Cantalupo! Molto bene! 10! –
Cassiopea arrossì e tornò a posto, ringraziando.
Linda si alzò, con una strana scintilla negli occhi...
 
**
 
Anche quella sera Linda aveva uno scintillio sinistro negli occhi, mentre ridendo come una folle urlava: - Distruggiamoli!!!!!!! -
Sedute attorno al tavolo della cucina di Heles, una decina di persone ammassate le une sulle altre giocavano a Risiko. Linda e Andrea erano i verdi, Telemaco e Petronilla i viola, Cassiopea e Raffaele i neri, Lavinia ed io le armate rosse, mentre Heles eTiziano giocavano con i blu. Erano rimasti in gara solo i verdi e i neri, in una lotta all’ultimo sangue. Sbuffai sonoramente, mentre cercavo di respirare in mezzo a tutta quella confusione.
Era una calda sera d’agosto, senza nuvole e senza vento, con le stelle particolarmente.
Ci eravamo ritrovati tutti per festeggiare il compleanno di Raffaele, diciassette anni appena compiuti. Gli avevamo organizzato una festa a sorpresa, riuscita con successo.
Heles, alias sua cugina, aveva messo a disposizione la casa. Quella sera Raffaele era felice come non mai, tanto che aveva acconsentito a giocare a Risiko, non prima di essersi divorato tutto il pane e nutella messo a disposizione per merenda.
Mi alzai dal tavolo e uscii in giardino a prendere un po’ d’aria, incurante delle zanzare.
Heles abitava in una bella villetta a due piani, con un grande prato sul davanti; spesso e volentieri ci approfittavamo della sua ospitalità.
Lavinia e Petronilla mi raggiunsero a breve, e in silenzio ci coricammo sul prato a guardare le stelle. Io pensavo con una serenità ed una gioia incredibile alla giornata appena trascorsa.
Dopo un’estate passata separati, dopo svariati litigi, perdite e nuovi acquisti, gelosie e incomprensioni, era un sollievo vedere che eravamo sempre noi. Oddio, non proprio gli stessi di sempre, ma riuscivamo ancora a passare una giornata assieme senza stancarci, senza pensare troppo a cosa avremmo scoperto il giorno dopo, semplicemente perdendoci nel nostro mondo.
Vidi l’espressione serena di Petronilla, e mi pentii di non essere riuscita a sentirla per molto tempo, ma lei era così. Spariva e riappariva a suo piacimento, e con lei bisognava saper cogliere l’attimo, perché l’istante dopo era già sfuggita. In fondo a noi due andava bene così, la sintonia c’era anche dopo mesi di assenza. Lavinia ed io, invece, avevamo passato l’estate insieme. Eravamo quasi in contatto telepatico ormai; ogni giorno sfogavo con lei le mie piccole ansie e gioie quotidiane. Non sempre andavamo d’accordo, ma in fondo eravamo sempre affascinate l’una dall’altra; con lei non c’era ragionamento sprecato, sega mentale che non le avrei mai esposto, timore o sogno che non le avessi confessato, finendo per perderci ognuna nel labirinto dei pensieri dell’altra .
Anche in quel momento potevo vedere le sue idee guizzare vivaci nella sua intricata mente: gli occhi fissi al cielo, un mezzo sorriso sul volto. L’unico sottofondo era il vociare degli altri in cucina,  il frinire delle cicale e di altri insetti ci cullava.
A rompere il silenzio fu Lavinia: - Allora Temi, sei soddisfatta della festa?-, sorrisi.
- Sì -  dissi felice.
Osservai i sorrisi delle mie due amiche allargarsi.
- Allora tutto a posto con Raffaele... ?-, anche Lavinia e Raffaele si conoscevano da tempo, e avevo alcuni sospetti che lui le parlasse di cose che a me teneva nascoste.
Sospirai, per poi annuire poco convinta.
Chiusi nuovamente gli occhi, rilassandomi, quando.. - AHH ti ho presa, bastarda! -  gridò Petronilla uccidendo una zanzara.
 Sobbalzai, per poi schiaffeggiarle un braccio.
- Sei pazza! - urlai in preda alla tachicardia. Lavinia rise sotto i baffi, borbottando qualcosa sulla scarsa efficienza delle candele alla citronella che Heles aveva in giardino.
La testa di Raffaele spuntò dallo spiraglio di luce proveniente dalla cucina.
- Che succede?? - chiese con tono a metà tra il preoccupato e l’ironico.
- Niente!! - urlammo in coro.
- Voi non mi convincete... - disse con tono inquisitorio, ma poi scosse il capo e rivolgendoci un sorriso, tornò dentro.
Petronilla e Lavinia si alzarono e io le seguii. All’interno la battaglia infuriava.
- Abbiamo conquistato l’Europa!! - Andrea era entusiasta; Lavinia roteò gli occhi.
- Dai, dai Raffaele tira tu! - Cassiopea era agitatissima.
- E perché io?? - disse lui cercando di tirarsi indietro.
- Perché sei fortunato, no?! –
- Ah, dimentichi che sono anche affascinante, intelligente, raffinato, elegante... -, Telemaco rise sfacciatamente e i due finsero di azzuffarsi.
In quel momento il gatto di Heles, che assisteva allo spettacolo dal divano, spaventato, soffiò e schizzò sul tavolo alla velocità della luce, travolgendo le armate dei due eserciti.
- Noooooooooooooooooooooooooooooooo!! - urlarono Linda e Raffaele.
- Bè, in questo caso direi che abbiamo vinto noi” asserì tronfio Andrea.
- Oh no! - scattò in piedi Cassiopea - La partita finisce in parità! -.
Scoppiò un putiferio, e io mi tolsi appena in tempo, lasciandomi cadere sul divano.
Faceva caldo, i miei amici urlavano e io avevo perso la più grande partita di Risiko della storia, ma non mi importava.
Sotto tutte le gocce di sudore e la pelle accaldata, il mio cuore batteva a ritmi sfrenati. Le cose con Raffaele andavano bene, con gli altri anche meglio e finalmente sembrava che per tutti ci fosse un po’ di serenità. Scrutai Cassiopea attentamente, notando quanto fosse cambiata durante l’estate. Quel famoso giorno in Zona H, aveva conosciuto il suo primo grande amore, e a giudicare dalla sua espressione felice, le cose andavano alla grande; certo, lei si era allontanata molto dal nostro gruppo, richiamata dagli ormoni e dal cuore, ma guardandola adesso non sapevo dire se era un bene o un male.
Era passata da tenero bruco e timido bozzolo a splendida ed estroversa farfalla; un po’ mi mancava il suo lato “bruco”, mi aiutava a farmi sentire meno sola in quella mia inesperienza mista a timidezza, ma ero felice per lei.
Mentre il mio sguardo vagava sui miei amici, mi accorsi che mancava una presenza per me fondamentale.
Mi alzai in piedi, con l’intenzione di cercarlo. Lavinia mi guardò, combattuta, ma poi mi lasciò andare; anche lei sperava come me che quella fosse la mia grande occasione.
Nessuno si accorse che mi ero alzata, tutti erano impegnati ad azzuffarsi. Una volta uscita, nel silenzio del corridoio, tesi l’orecchio. Sentii un rumore di passi poco più avanti.
Conoscevo la casa di Heles come se fosse la mia. Ci avevo praticamente passato l’estate, presentandomi quando volevo e nei momenti meno opportuni.
Mentre seguivo Raffaele pensavo a quanto fosse sbagliato quello che stavo facendo. Pedinare il proprio migliore amico non mi sembra una cosa comune.
Eppure io non potevo non seguirlo.
Non ero altro che un piccolo satellite, come la Luna, e lui è la mia Terra, e mi attira con forza a sé. Lui probabilmente nemmeno lo sospetta.
In questa situazione, nulla andava per il verso giusto...avrei rovinato tutto, lo sapevo...
Il mio stomaco si ribellava, mentre, al buio, seguivo la sua ombra fino alla lavanderia.
La porta si chiuse.
Non si era ancora accorto di me. In tutti i sensi.
Siamo migliori amici da molto, ma da poco mi ero accorta di quanto i miei sentimenti fossero diversi. Quanto bastava un sorriso a cambiarmi la giornata. Una telefonata. Un abbraccio. Una risata. Mi sono ritrovata a donarmi a lui anima e corpo. Ad essere come lui mi voleva. Per qualche mese ho anche sperato, gioendo quando vedevo il suo sguardo cercarmi, quando le sue mani gentili si posavano sulle mie, quando cercava la mia approvazione, il mio consenso.
Illusa.
Da mesi ormai non mi considerava più come un tempo.
Gli sguardi ora erano piuttosto indifferenti, oppure sempre fissi sull’orizzonte, come se si aspettasse di vedere qualcuno sbucare all’improvviso.
Le carezze e gli abbracci scomparsi, e la nostra amicizia, quella che era iniziata in maniera piuttosto turbolenta, si era consolidata.
Mi sentii gelare pensando a quello che stavo per rovinare. Saremmo tornati amici in caso di un suo rifiuto?
Respirai a fondo, abbassando la maniglia della porta, poi entrai, nascosta dall’ombra. Lui era girato di spalle, la voce ridotta ad un sussurro.
- Ciao  - disse con tono dolce.
Per un breve secondo, pensai che mi avesse vista, poi scorsi il cellulare stretto nella mano.
- Mi dispiace per non aver risposto alla tua chiamata prima, ma ero con gli altri...mi hanno organizzato una festa a sorpresa! -, il tono ora era gioioso.
- Sì, sì... mi sono divertito! Peccato che tu non ci fossi... -.
Il mio cuore mancò un battito.
- Mi manchi anche tu, Arianna... buonanotte, un bacio! –
Nemmeno nel più bello dei miei sogni lui aveva usato quel tono con me. Sentii qualcosa di bagnato scorrermi lungo il viso. Poi accadde tutto in un attimo.
Lui chiuse la comunicazione e si voltò di scatto. Io non feci in tempo ad andarmene. Tra le lacrime vidi l’espressione prima stupita poi furiosa di Raffaele. Come una codarda tentai di scappare.
Raffaele mi afferrò violentemente il polso, mentre io tentavo di uscire dalla lavanderia.
Lui, però, sbattè con violenza la porta, intrappolandomi con lui.
- Cosa credevi di fare?! – urlò furibondo.
- Non ti vedevo... ero preoccupata per te... – le parole mi uscirono come un sussurro.
- No, tu mi stavi spiando! Devi farti una vita tua! -, le sue urla mi ferirono.
Mi voltai di scatto e aprii la porta.
Vidi che in corridoio c’erano Heles, Lavinia e Tiziano, attirati dalle urla, i loro sguardi erano preoccupati.
Heles mi afferrò per un polso, lo stesso che mi aveva preso con forza Raffaele, e mi trascinò verso di lei, mentre Tiziano entrava in nella stanza per parlare con Raffaele.
Seguii le due ragazze fino alla stanza di Heles: ogni superficie era ricoperta di foto o disegni.
Ci sedemmo sul letto.
- Cosa è successo? Ci siamo preoccupati quando abbiamo sentito il rumore e le urla… - disse Lavinia.
Non risposi, ero ancora scioccata.
Heles mi scrollò.
- Cos’ha combinato quell’impiastro di mio cugino? -
- Parlava al telefono... – risposi, non avevo ancora recuperato la voce.
- Bene, parlava al telefono, e... – m’incoraggiò Lavinia.
Sospirai.
- Era al telefono con Arianna... -, loro due mi guardarono a bocca spalancata.
- Sì, ed era dispiaciuto che non ci fosse anche lei alla sua festa -, se possibile, le loro bocche si spalancarono ancora di più.
- Quella brutta stronza! – esclamò Heles, balzando in piedi.
- Cavoli, lo sapevo che stava succedendo qualcosa fra quei due... – disse Lavinia scuotendo il capo.
A me non importava nulla, in quel momento era come se tutto si fosse fermato.
Il tempo in quella lavanderia si era congelato sulle sue parole...
Sì, sì... mi sono divertito! Peccato che tu non ci fossi...”

 

 

 

Grazie ancora a tutti coloro che hanno seguito la storia fin qui o che hanno recensito!

 

Per pazzafuriosa92: non ti preoccupare per il grande numero di personaggi... con l’avanzare dei capitoli si definiranno meglio le loro psicologie e non tutti i personaggi saranno sempre presenti allo stesso momento! Riusciremo a gestire tutto al meglio ;)

 

Il quarto capitolo arriverà il prossimo weekend perché la scuola chiama!

A presto^^

 

Ele&Faby

 



  
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