Bella da far quasi male al cuore
Bella da far quasi male al cuore.
Questo il pensiero che m’è rimasto in mente,
da quel solo breve eterno attimo,
in cui sei ricomparsa, invano,
per poi sparire ancora.
Ed è un pensiero che ora non posso
più permettermi, lo so... anche se
non ho idea di come fare a perderti,
a dissolvere ogni traccia di te,
da quest’attimo così lungo, d’ora in poi.
Vorrei... non vorrei, so che devo.
Vorrei fuggire l’idea fissa
che avevo su di te, quella
che ancora m’è rimasta in testa,
anche se non ti corrisponde più,
quel lieve soffio dolce della tua voce,
quando ancora mi chiamavi "amore".
Ma come potrei ancora fidarmi
di te, dopo quell’esplosione
di bianco e cereo silenzio,
pallido come il tuo volto certi giorni,
che a me pareva solo l’iniqua
punizione per colpe mai commesse?
E ora riappari ancora,
protetta (così vai dicendo) da altre braccia.
Quanto ancora più triste e insensata
mi appare questa tua compulsione
sentimentale, così stupida,
così inopportuna e importuna per la vita,
già tanto inutilmente intricata.
Volesse Iddio che imparassi a stare sola.
Avesse voluto il cielo che non spargessi
così inutilmente “amore”, a buffo
per poi tornare a reclamarlo l'indomani.
Avesse voluto il cielo che chi ti
aiutò e t’accolse quando tremavi
non fosse mancato all'improvviso,
lasciando te vedova della sua cura
e noi, sprovveduti,
poveri orfani del tuo eterno fuggire.
Che ne sarà adesso di tutte le nostre
notti d'amore? Quelle vissute e rubate,
quelle vagheggiate, quelle sognate
e coccolate, attese, talora abortite,
quelle mai nate né concepite.
Che ne sarà?
E che sarà di me che ogni tanto
torno a guardare il tuo volto
che sembra non cambiare mai
mentre il mio si sciupa e invecchia?
Ma sei reale o sei un sogno?
La tua pelle, ancora così bianca e liscia,
è nulla più del segno della bimba
che sei rimasta e che ancora
non s’è risolta a crescere.
Chi mai sarai domani?
Ma, soprattutto, ci sarai ancora?