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Autore: stuck93    27/09/2009    1 recensioni
Piccola One Shot sulla coppia AxelxTifa, su richiesta di Ikumi91 e dedicata a lei! <3 Quando le vide per la prima volta se ne innamorò subito. Che cosa tremendamente stupida per uno che aveva solamente il ricordo dentro di sé di ciò che gli esseri umani chiamavano amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Axel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Labbra


Quando le vide per la prima volta se ne innamorò subito.

Che cosa tremendamente stupida per uno che aveva solamente il ricordo dentro di sé di ciò che gli esseri umani chiamavano amore.

Due labbra fatate, carnose, rosee. Belle. Appartenevano ad una ragazza che non aveva le fattezze dolci e serafine degli angeli, ma lui la trovava divina lo stesso.

Voleva quelle labbra. Voleva accarezzarle, baciarle, morderle, farle sue anche solo per una volta. Le avrebbe avute, era diventato un cacciatore, e quella ragazza la sua preda. Solo un bacio, nulla di più. Poi sarebbe sparito nell'ombra e non sarebbe più ritornato in quel mondo che tanto lo faceva dannare, poiché era il mondo in cui viveva.


Approfittava di ogni volta in cui Xemnas, il suo superiore, lo mandava a compiere qualche missione alla Fortezza Oscura, e ogni volta, tra la gente che lavorava per ricostruire il paese vedeva lei, quell'angelo vestito di nero. Tifa Lockheart. Passeggiava tra la folla con passo fiero ed elegante, con lo sguardo perso alla ricerca di qualcosa, o qualcuno.

E lui era letteralmente rapito dai suoi occhi simili a rubini, da quei capelli bruni e dalle sue labbra, nasconste da una leggera dose di rossetto cremisi.

Lui la osservava da lontano, sospirando e desiderando quei due petali sempre di più. Quanto era sciocco. Lo sapeva benissimo che una come lei non avrebbe mai potuto amarlo. Lui era un Nessuno, un nemico, un malvaglio che non provava altro che i ricordi dei sentimenti. Non aveva un cuore da donarle, e lei non avrebbe donato mai il suo a lui.

Ma almeno una volta, solo una...


“Ehi! Tu col soprabito nero!”

Axel si fermò annoiato trattenendo un sonoro sbadiglio. Odiava le missioni noiose, e sperava sempre che nessuno interferisse. Speranze vane. Era una voce di donna, ma non aveva la minima intenzione di combattere o rimorchiare, non in quel momento. “Sto cercando una persona” “Gioia ne ho viste tante di persone in vita mia, non credi che dovresti specificare?” rispose scocciato girandosi. E il suo tono seccato si trasformò in un mugulo di stupore, se avesse potuto provare emozioni. E maledisse ancora una volta la sua stupidità e la sua irriverenza quando i suoi occhi verde smeraldo incrociarono quelli rubini di lei. Le sue labbra contorte in una smorfia offesa e lo sguardo glaciale, le braccia incrociate sotto il seno. “Biondo, coi capelli a punta, gli occhi azzurri e vestito di nero...” Axel trattenne una risatina. “Non dovrebbe essere difficile trovare un tipo del genere in un paese come questo!” Tifa Lockheart non riuscì a capire se quel ragazzo così strambo stesse prendendo in giro Hollow Bastion oppure lui... il ragazzo che cercava da quando era approdata nel suo mondo, la casa che aveva perduto. In entrambi i casi era irritata. Ma l'altro sorrise. Era un sorriso vuoto, un sorriso spento, un sorriso senza emozioni, freddo. Un sorriso che in fondo l'ammaliava. “Ma guardati te, che te ne vai in giro con un tendone da circo al posto di un soprabito... ma ti pare il modo di vestirti! E poi i tuoi capelli sono senz'altro i più strani che io abbia mai visto!” “Che c'é di male ad avere i capelli rossi? Un mio collega ce li ha rosa, e allora?”

Tifa ridacchiò nascondendo le sue labbra dietro ad una mano, divertita. Axel le guardava rapito. Tifa era proprio come la sognava ogni notte, una persona felice e allegra. “Certo che hai dei colleghi di lavoro veramente strani” “E sei fortunata che non li conosci!” Tifa gli porse la mano, cordialmente. “Sono Tifa Lockheart” Lui lo sapeva benissimo, ma la strinse comunque “Axel. A-x-e-l. Memorizzato?”


Era passata una settimana una settimana dal loro primo incontro, e Axel si era offerto di aiutare la ragazza a cercare il suo principe, Cloud Strife. Forse una persona normale sarebbe morto d'invidia, ma lui non ricordava cosa fosse. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per stare accanto a lei, anche a costo di trascurare i suoi doveri di membro dell'Organizzazione XIII. “Ehi brunetta! Abbiamo setacciato questo buco da cima a fondo... sei sicura che si trovi qui?” chiese il rosso stanco, mentre Tifa era anche amareggiata e delusa. “Eppure ero sicura...” “Senti se quel biondo ti ha abbandonata vuol dire che non ti merita!” esclamò Axel infuriato. Era stufo di cercare quel ragazzo, che aveva abbandonato quell'angelo al suo destino per occpuarsi delle faccende di Ade, il dio dei morti. Tifa sorrise. “Grazie Axel, sei stato l'unico a sostenermi per tutto questo tempo. Grazie per la pazienza che hai avuto aiutandomi ad inseguire un sogno stupido” “AH sei un idiota bruna! I-d-i-o-t-a. Memorizzato?” Ribattè il rosso, lasciando Tifa sorpresa, con gli occhi e la bocca spalancate. “Un sogno non é mai stupido, nemmeno quando è banale” Tifa si sedette su un muretto poco distante e appoggiò i gomiti sulle ginocchia, mentre le mani incrociate reggevano il mento. “Tu hai un sogno, Axel?” domandò curiosa, con fare innocente. Il rosso nessuno sogghignò divertito. “Sì, ne ho due”

“E quali?” Axel si avvicinò a lei lentamente sorridendo. Il solito sorriso senza sentimenti di cui Tifa si era un po' innamorata. “Il primo, è ottenere un cuore...” “Un cuore?” domandò senza capire, senza avere il tempo di farlo. Perché dolcemente Axel premette le sue labbra contro le proprie, assaporandone il sapore dolce e giocando coi capelli bruni. Tifa non capiva, ma era rapita da quel bacio. Lui finalmente potè sentirle, le aveva avute, erano sue. Quelle labbra da sempre desiderate. Era tutto come aveva sempre immaginato. “Il secondo...” continuò quando dopo interminabili secondi di piacere si staccò da lei. “Era provare il sapore delle tue labbra almeno una volta. Provare almeno una volta che voi umani chiamate amore” “Axel... ma tu chi sei?”

Indietreggiò, tese una mano dietro di sé e aprì un varco oscuro comparso dal nulla, che spaventò la ragazza. Ma lui continuava a sorriderle. Un sorriso che sembrava essersi acceso, illuminato. “Io sono un Nessuno... memorizzato?” domandò ironico picchiettandosi una tempia prima di sparire nel nulla. Lasciando Tifa da sola. Si toccò le labbra, che erano ancora calde, inumidite da quelle dell'altro. Se fosse stato un altro l'avrebbe riempito di botte. Eppure... forse anche lei aveva lo stesso sogno del ragazzo nascosto dentro se.

Ed era vero, i sogni non erano stupidi, era bello poterli realizzare!

  
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