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Autore: Therese    28/09/2009    3 recensioni
Ciao Ryo, sono Kaori. Mi dispiace di essere scappata via così oggi pomeriggio. Così come una vigliacca senza dirti il motivo. Ma forse lo saprai anche tu. Non volevo da te solo quello, Ryo. Non mi interessa solo quello di te. Ho letto nei tuoi occhi una luce diversa. Una luce vera, una luce abbagliante e calorosa. Un bisogno di amore, forse, e ho voluto rispondere. So di non essere la ragazza tutta curve e sorrisini o che sa fare solo quello, ma io sono io e... ho tante altre qualità che mi sarebbe piaciuto tantissimo che tu potessi conoscere. Ma che stupida che sono! Sicuramente tu avrai già un sacco di pretendenti e io... beh... volevo solo scusarmi, tutto qua. Me ne sono andata via come una codarda, perdonami. Ciao.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Unico: «Non così»
- E così mi dicevi che hai conosciuto questo ragazzo, da quasi una settimana... - Le disse la sua amica Eriko davanti ad una tazza di cioccolata calda all’interno di un bar chiamato Cat's Eye.
- Sì, si chiama Ryo. - Rispose Kaori imbarazzata.
- Sai solo questo di lui? - Le chiese Eriko perplessa mentre l'amica Kaori arrossiva dicendo:
- E' bellissimo, seducente, attraente... ma... -
- Kaori, sentirti parlare così mi sconvolge! - Le disse Eriko guardandola esterefatta mentre l'altra continuava il suo discorso:
- Ma... anche se mi attrae da morire, non è il tipo per me. E' troppo bello. Tu lo devi vedere: ha un fisico da sballo, l’ho intravisto sotto una maglietta super attillata. Non mi sono mai sentita così... così... - Disse Kaori arrossendo ancora di più di prima.
- Così... eccitata? Kaori, puoi dirlo, non è mica una bestemmia!!! E' piuttosto normale alla nostra età essere attratte fisicamente dagli uomini. Certo che se per uomini intendi «stile tuo fratello», insomma, non è l’apoteosi del «maschio puro»!!! -
- Eriko!!! Mio fratello è mio fratello! Sì, è vero. Non avrà il sex appeal di George Clooney o di Keanu Reeves, ma è l’uomo migliore che conosca!!! - Sbraitò Kaori mentre la sua amica Eriko sbuffava annoiata. Poi decise di concentrare l'attenzione di nuovo su quell'uomo:
- Allora, mi dici come vi siete incontrati tu e Mr. Universo?! -
- Ah, niente di speciale. Per pranzo, sono uscita dal lavoro e mi sono fermata nel bar Kioshito, quel chioschetto di fronte alla panetteria, nell’angolo fra il salumiere e l’edicola. Ho preso un panino ed una bibita e mi sono seduta ad un tavolino... che era vuoto. - Disse all’amica mentre l'eccitazione cominciava a salirle sempre di più ripensando a quei momenti.
- E scommetto che Culetto Sodo, abbagliato dalla tua bellezza, si è messo proprio a sedere lì accanto a te! - Disse Eriko sorridendole maliziosamente.
- A proposito di culetti sodi. Ti dirò, io non avevo mai guardato un uomo da quel punto di vista, ma dopo avere incontrato Ryo... caspita, mi sono detta... che finora non sono mai riuscita a vedere davvero! Mi spieghi perché sono stata così tonta finora?! - Disse Kaori facendosi autoironia.
- Dai, Kaori, non sei stata tonta! Solo che sei una ragazza per bene, un po' poco disinibita e cavallona. Beh, insomma... e poi cosa è successo, racconta! Racconta! -
- Niente, lui mi ha chiesto se era libero il tavolo, io gli ho detto di sì, poi mi ha chiesto come mi chiamavo. -
- Beh, insomma, lo Stallone ti ha abbordato all’istante. Che intraprendenza che hanno gli uomini d’oggi?! - Esclamò Eriko divertita pensando che Kaori era davvero troppo pura e troppo ingenua per quel mondo, forse da quel punto di vista era rimasta ancora un po’ bambina. In effetti, ancora vergine a 28 anni. Beh insomma, non era una cosa così comune, non nel quartiere a luci rosse in cui abitavano, chissà forse, dopo l’incontro con quel Ryo avrebbe iniziato a disinibirsi e a comportarsi come tutte le ragazze della sua età.
Anche se non avrebbe potuto mai farlo davvero. Anzi, forse, pensò Eriko, la sua amica Kaori era diventata una donna senza passare dalla fase adolescenziale: la sua famiglia non era come quelle normali. Era lei che doveva fare da mamma e accudire la casa, far da mangiare, fare il bucato e la sua famiglia poteva riassumersi in due parole: Hideyuki Makimura. E Kaori andò avanti ancora una mezz'oretta a raccontare alla sua amica di Ryo.
Era passata quasi una settimana da quando lei e lui si erano incontrati.
Ryo Saeba, al secolo lo «Stallone di Shinjuku», era nel periodo di massimo splendore del suo mokkori power! Lavorava da solo come sweeper e negli «spazi pubblicitari» faceva il maniaco Don Giovanni.
E se all’inizio era lui a fare il marpione con le donne, poi col tempo capì che la sua tattica e il suo sex-appeal si erano perfezionati così tanto che bastava davvero un suo sguardo seducente e ammaliatore che la ragazza a cui aveva deciso di fare la corte, nel giro della serata, era già passata in mezzo alle sue lenzuola.
Era un periodo davvero florido per i suoi appetiti sessuali!
Facendo due calcoli si ritrovò a dover concludere che da un paio di mesi a quella parte, le notti non le passava mai da solo, ma ogni mattina si ritrovava avvinghiato al corpo nudo e sensualissimo di una bella ragazza. Alcune gli lasciavano il suo numero per un secondo incontro, altre no. Ma nonostante questo Ryo annotava tutto nel suo taccuino-mokkori.
Steso nel letto mentre mangiava noccioline da un sacchetto e guardava un film porno, sfogliò le ultime pagine del suo librettino prezioso come l'oro.
LUNEDI 5 GIUGNO: Sakura Flores... voto 9,5.
Tel. 0887 - 147 - 999 - 185.
Brasiliana soda ovunque, mora, occhi verdi e quarta abbondante di reggiseno, gran bel fisico, gran bella scopata. Fa la cameriera al Black Pitt dalle 22:30 alle 2:30 solo il venerdì e il sabato. L’incontro di una notte e basta. Carattere troppo isterico e volubile, brava a letto ma nella vita meglio non incontrarla. Tenere da riserva in tempi di «vacche magre».
MARTEDI 6 GIUGNO: Mariko Rutiaki... voto 8.
Tel. 0887 - 258 - 989 - 127.
Bravina, standard, niente di che... però ha molta fantasia. E' la figlia del fiorista di corso Haraki. E’ stato bello ma dopo si è messa a piangere perché pensava che fossi innamorato di lei. Da evitare come la peste. Capitolo chiuso.
MERCOLEDI 7 GIUGNO: Laila Kuraski... voto 10 e Lode.
Tel. 0887 - 222 - 269 - 354.
Abita un po’ fuori Shinjuku e fa la donna delle pulizie nell’hotel Glasgow a sud est del centro. Russa di Mosca, forme da sballo e disponibile a farlo ovunque ed a qualsiasi ora del giorno e della notte; per arrotondare fa anche la spogliarellista al Couplin Night Club. Andarla a trovare nel fine settimana dopo il suo turno di lavoro. Divertimento forever. No impegno. No legami. No menate. No rimpianti. Praticamente perfetta!!!!! Se durasse la cosa, sarebbe la mia donnina mokkori fino alla fine dei miei giorni!
GIOVEDI 8 GIUGNO: Wakase Asabi... voto 8,5.
Tel. 0887 - 235 - 555 - 181.
Donna manager. Toccata e fuga. «Poca spesa e tanta resa». Audace, molto audace, forse anche troppo, vogliosa, carica sensuale a palla. Anche se forse un po’ troppo schematica e inquadrata, un po’ troppo autoritaria e perfettina. Non so se passa l’esame. Tenere in considerazione nei casi di magra ma non contarci troppo. Quella lì è una che cambia uomini con la stessa frequenza con cui si cambia d’abito. Non vorrei che se la cosa continuasse, sfociasse in una relazione di letto continuata, meglio evitare, anche se è un vero peccato. Capitolo quasi chiuso.
VENERDI 9 GIUGNO: Arale & Masi Akashi... voto 9.
Tel. 0887 - 236 - 987 - 154.
Gemelle, bisessuali. Fanno tutto insieme. Ma proprio tutto! Anche quello!!! La prima e l'ultima volta che Ryuccio prova un rapporto a tre! Bello ma non troppo soddisfacente. Chissà se separatamente renderebbero uguale?! Comunque, capitolo chiuso.
OGGI, SABATO 10 GIUGNO: Kaori.
Tel. 0887 - 244 - 479 - 333
Fantastica, assolutamente fantastica. Intoccabile, ma angelica, l’appuntamento è per oggi pomeriggio al parco di Shinjuku, quello di fronte al Cat’s Eye di Umi e Miki «La Bella & La Bestia». Possibilmente tentare di portarsela a letto, anche se la vedo un'impresa ardua. La vedo dura anche per uno come te, Ryuccio. Ma io ed il mio amichetto delle parti basse non molliamo! Magari ci metteremo più del solito, ma faremo capitolare pure la pura e dolce Kaori! E’ una settimana giusta giusta che ci siamo conosciuti, l’ho chiamata parecchie volte in questa ultima settimana. Anche prima. Chissà se alla fine avrà accettato il mio invito, il nostro primo appuntamento. Io lo spero tanto. E non solo per il mokkori, ma credo che ci sia molto di più! Che lei mi susciti qualcosa che nessuna ha mai suscitato in me. Boh, staremo a vedere oggi pomeriggio come va la cosa.
SABATO 10 GIUGNO, ORE 16.06, PARCO KIOSHITA DI SHINJUKU.
Tu mi guardi e mi sorridi.
So cosa vuoi.
Cominci a parlarmi di sesso con quella tua voce calda e sensuale, quella voce che non ho mai sentito da nessuno, quella voce che non dimenticherò mai.
Quella voce che mi ha fatto sentire così strana.
Così, eccitata.
Abbiamo passato parecchio tempo al telefono questa settimana, parlando del più e del meno ma alla fine l’argomento andava a finire sempre lì: tu mi vuoi nel tuo letto e subito.

Il mio pensiero è sempre quello: non ora, non adesso, non così, non così in fretta.
Aspettando che io mi decida, tu continui a sedurmi. E io ci sto. Ma non ti prometto niente. Tu questo lo sai, ma alla fine delle tue mille telefonate tu speri che io ceda e che mi presenti a casa tua senza biancheria intima. Per sentire il calore che ogni uomo vorrebbe sentire nello spazio compreso tra il bacino e la rotula.
Ci troviamo uno davanti all’altra, nel parco.
Tu sei seduto su una panchina e io sul tavolo davanti a te. Hai gli occhi che ti luccicano, so cosa stai guardando. Alla cerniera dei miei short jeans. Allora comincio a provocarti.
La cosa più divertente per una donna è sedurre un uomo finché non lo vede sbavare e salivare come un lumaca eccitata con la lingua a penzoloni e una protuberanza insolita che comincia a voler emergere dagli abissi dei suoi slip.
Che soddisfazione.
Spalanco le gambe davanti a te e metto i piedi sulla panchina. Sei sorpreso, non è vero? Non te lo aspettavi. Lo so.
Perché pensavi che io fossi una bambina ingenua e delicata. Perché pensavi che io fossi troppo piccola per te. Perché mi hai giudicato solo per l’apparenza. Perché non mi piace mettermi in mostra e indossare vestiti sexy e provocanti. Perché non ho il tuo stile di vita e perché ti ho dato l’impressione di essere una ragazza tranquilla e «per bene», seria diligente e responsabile.
Pensi che non sappia conquistare un uomo. Pensi che io non sia capace di fare certe cose con l’uomo che mi piace. Pensi che mi faccia schifo prenderti e possederti proprio qui sul tavolo. Pensi che non sia capace di farti venire solo perché sono ancora vergine. Pensi che mi senta depressa solo perché non l’ho ancora fatto. Dovrei sentirmi inferiore alle altre tue donne emancipate?
No, grazie e ne sono felice.
Vorresti che io mi vendessi come fanno tutte le altre, vero? Ho troppa stima di me stessa per andare col primo che mi capita solo perché respira.
Ti senti per caso combattuto!? Ti sembro troppo immacolata e non vorresti venire con me; però nello stesso tempo pensare che potresti essere il primo... ti fa piacere, è così, non è vero?
Alla fine questa mia condizione ti eccita.
Te lo leggo negli occhi. Sento caldo... ma non è il sole delle quattro di pomeriggio.
Molto lentamente tiro già la cerniera della mia maglietta lasciandoti intravedere qualcosa di interessante. I tuoi occhi sono fissi sul mio decolté e con la lingua ti lecchi il labbro inferiore. Il tuo corpo è teso come una corda di violino. Vedo i tuoi muscoli contratti, li immagino lisci e lucenti sotto la t-shirt scura che indossi. Scommetto che un po’ più in basso c’è qualcosa di altrettanto duro e liscio. Qualcosa che mi piacerebbe sentire dentro...
Sento che mi accarezzi i polpacci come fossero vetreria che potrebbe andare in frantumi e mi chiedi come faccio ad avere delle gambe così sode. Io ti rispondo che ho fatto un sacco di anni ginnastica artistica e di atletica e comincio a raccontarti ma a te non te ne frega niente. Tu sei sempre lì con lo sguardo perso in una dimensione parallela e con un affare sodo all’ennesima potenza. Mi concedi di dare un’occhiata dentro ai tuoi pantaloni. Complimento per il «gioiello»! Niente male, davvero.
Ma non è questo ciò che voglio da te.
Tu continui a parlarmi di sesso con quella tua voce erotica che mi fa impazzire, e le tue mani cominciano a risalire sulle mie gambe. Arrivi all’inguine e ti fermi. Non faccio in tempo a realizzare un solo pensiero coerente che la tua lingua spinge già dentro la mia bocca. Ci sai fare, ragazzo. Ci sai fare.
Non sono come tutti credono.
Non è vero che a me non piace farlo. Non è vero che sono una ragazza seria e pudica. Non è vero che sono frigida. Non è vero che non mi lascio trombare da nessuno. Non è vero che non mi piace. Non è vero che non mi piace fare sesso. Ma farlo con una persona che vuole solo quello mi disgusta. Vorrei che tu fossi il mio ragazzo, solo mio, che non te la facessi anche con le altre, vorrei che ti interessassi a me come persona, vorrei che mi amassi e che facessimo l’amore insieme. Vorrei potermi fidare di te, che non andrai a raccontare ai tuoi amici ciò che facciamo insieme, che non andrai a vantarti in giro o a scrivere sulla tua agenda quanto mi merito in decimi, così come fai per tutte le donne che ti sei portato al letto. Non so se lo fai davvero. Ma da uno come te me lo aspetto.
Vorrei che tra di noi ci fosse un rapporto speciale, vorrei che tu mi apprezzassi per ciò che sono io, per la mia vita, per i miei sogni e per tutto quello che rappresento per te.
La sensazione che provo mentre le nostre lingue danzano in un ballo strano e appassionante, è indescrivibile.
Ci conosciamo da poco, ma tu già mi hai preso un sacco come mai nessuno aveva fatto prima.
Vorrei conoscerti meglio. Come sei tu. Come sei fatto. Quali sono i tuoi sogni. Quali sono i tuoi desideri. Quali sono i tuoi gusti. Che musica ascolti. Che cosa ti piace. Che cosa ti aspetti dalla vita. Cosa fai quando sei in compagnia dei tuoi amici. Cosa pensi a quando sei triste. Come ti sfoghi quando sei arrabbiato. Il tuo lavoro ti soddisfa. Perchè sei tanto vago a riguardo? Che cosa mi nascondi? Che lavoro fai in realtà?
Hai già le mani sotto la mia maglia. Mi stai già palpando il seno come Aladdin che strofina ripetutamente la lampada magica per ottenere i suoi tre desideri dal Genio.
E quali sarebbero i tuoi tre desideri?
Baciarmi, Scoparmi e Lasciarmi.
Quante altre Lampade sfregherai dopo di me? Quante altre ragazze sedurrai per farti aprire la porta del Giardino Segreto? Le porterai nel tuo mondo magico e poi mentre loro giacciono addormentate sperando in un futuro con te, sperando di rivederti e cominciare a conoscerti, magari cominciare anche una relazione con te, tu cosa farai?
Ti rivestirai, getterai in qualche angolo il preservativo, le riguarderai un’ultima volta prima di andartene. Tirerai le tue conclusioni sulla giornata che hai passato con loro e penserai a che voto si meritano da 1 a 10 per la scopata che ti hanno appena regalato. Poi uscirai da quella stessa porta e le rinchiuderai dentro al Giardino e poi butterai la chiave in un tombino.
Non penserai a quando loro si risveglieranno e non ti troveranno più al loro fianco. Vedranno il tuo preservativo gettato in un angolo e si sentiranno come le ossa del tacchino dopo il pranzo del giorno del Ringraziamento. Destinazione: bidone dell’immondizia.
Cercheranno di uscire dal Giardino in cui le hai rinchiuse ma, invano. E resteranno intrappolate nel tuo ricordo e inghiottite dalla marea di sentimenti che provavano per te.
Ma tu a questo non pensi.
Non ti importa un accidente di niente. Perché il tuo tacchino l’hai mangiato e ora ti fumi la tua paglia (sigaretta). Felice, contento e, soprattutto, sazio.
Non voglio essere come quelle ragazze. Toglimi le mani di dosso, subito. Non voglio che il mio futuro sia uguale al loro. Non voglio amarti per poi dover soffrire. Non voglio soffrire per amarti.
Non voglio essere una della tue sgualdrine. Vorrei essere la tua ragazza. Ma tu vuoi solo scoparmi. Te lo ricordi il mio nome? O hai visto solo il colore delle mie mutandine?
La luce dei tuoi occhi non è cambiata. Tu vuoi quella e non me.
Io non voglio. Non così.
Ora mi guardi dritta negli occhi.
Ora lo capisci anche tu. Che io non sono una troia. Ma mi sarebbe piaciuto esserlo per farlo con te. Mi sarebbe piaciuto essere ciò che tu desideravi e darti ciò che volevi.
Ce l’avrei anche fatta a farlo, ma non sopporto l’idea di doverti dividere con altre donne.
Avresti potuto avere da me ciò che volevi. Non pretendevo amore assoluto che alcuni dicono che duri tutta la vita. Ma un rapporto esclusivo. Volevo che tu lo tenessi solo per me. Avrei voluto che tu ci tenessi a me. Che mi considerassi importante. Mi sarebbe piaciuto.
Ma solo io e te.
Tu mi prendevi molto sia di fisico che di cervello. Sarei venuta con te. Ma non così.
Non così.
Solo per essere usata e poi gettata via come quel preservativo abbandonato tra le foglie e i rami secchi di quel giardino incantato.
SABATO 10 GIUGNO, ORE 23.30, APPARTAMENTO DI RYO SAEBA.
Mi dispiace Kaori, di essermi comportato con te come al mio solito. Come il solito animale in calore. Pensavo che tu fossi come tutte le altre, che volevano solo quello da me. Invece mi sono sbagliato davvero. Tu sei pura, Kaori. Tu sei quello che io non sarò mai. Non riuscirei mai a darti l’amore di cui hai bisogno, mi dispiace tanto Stella. Hai fatto bene ad andartene indignata da quel parco, oggi pomeriggio. Hai fatto bene ad andartene dall’animale che hai visto in me. Noi due non siamo fatti per stare insieme, Kaori. Sei adorabile, la donna che ogni uomo potrebbe desiderare, ma non io. Io e te non potremo mai stare insieme. Ed, ironia della sorte, non ho mai provato con nessuna donna ciò che ho provato con te queste due ore di questo pomeriggio. Mi sono innamorato, Kaori. Ma l’amore non fa parte del mio mondo, non potrà mai farne parte. Se solo tu sapessi che lavoro faccio, scapperesti a gambe levate, ma comunque sei scappata lo stesso. Il rimpianto di non averti trattenuto mi perseguiterà per il resto dei miei giorni. Ma quanti rimpianti ho accumulato in tutti questi anni, per un uomo macchiato di sangue e di violenza come me. Non ci può essere un Paradiso, e tu Kaori eri il mio biglietto da visita per il mondo della felicità eterna. Eccomi, sono pronto per andare a caccia di donne anche questa sera. Mi guardo allo specchio, sono ok. Guardo di nuovo il mio taccuino Mokkori. Destinazione Couplin Night Club. Sto per chiudere la porta di casa mia, quando il bip della segreteria telefonica richiama la mia attenzione.
«Sono Ryo, al momento non sono in casa, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico e verrete ricontattati.»
Biiiiiiiiip.
«Ciao Ryo, sono Kaori. Mi dispiace di essere scappata via così oggi pomeriggio. Così come una vigliacca senza dirti il motivo. Ma forse lo saprai anche tu. Non volevo da te solo quello, Ryo. Non mi interessa solo quello di te. Ho letto nei tuoi occhi una luce diversa. Una luce vera, una luce abbagliante e calorosa. Un bisogno di amore, forse, e ho voluto rispondere. So di non essere la ragazza tutta curve e sorrisini o che sa fare solo quello, ma io sono io e... ho tante altre qualità che mi sarebbe piaciuto tantissimo che tu potessi conoscere. Ma che stupida che sono! Sicuramente tu avrai già un sacco di pretendenti e io... beh... volevo solo scusarmi, tutto qua. Me ne sono andata via come una codarda, perdonami. Ciao.»
Sì, è lei. Ne sono certo. E' lei l’unica donna che riesce a leggere nei miei occhi e nel mio cuore. Per stasera si va a caccia, caro Ryo. Ma da domani, Kaori, te lo prometto. Sarò tutto tuo.
E Ryo Saeba, ancora frastornato dal battito convulso del suo cuore dopo quel semplice messaggio, lasciò il suo appartamento in preda ad un mare di emozioni e conscio di una certezza oramai assoluta: si era innamorato perdutamente di quella Kaori Makimura.
- FINE -
  
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