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Autore: londonlilyt    02/06/2005    4 recensioni
Kaori pensa di aver finalmente realizzato i suoi sogni, dopo una notte trascorsa tra le braccia dell'uomo che ama crede di non aver null'altro da desisedare. Ma i dubbi e le incertezze di Ryo sono sempre li' e ben presto i sensi di colpa si vanno sentire, lui sparisce e la povera Kaori si trova a dover rimettere insieme un cuore in frantumi. Decide allora di iniziare una nuova vita negli Stati Uniti con l'aiuto di Sayuki e li' incontrera' un'altro. Le fara' forse dimenticare Ryo? E Ryo? Crede davvero di aver fatto la cosa giusta lasciandola?
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei e Ryo erano rimasti da soli.

Ed ora?

Si guardò attorno un pò nervosa non c’era nessuno, anche Mick era sparito.

-Che fine ha fatto Mick?- chiese, giusto per rompere il silenzio ti tomba che era calato fra di loro.

-L’ho mandato via prima che mi costringesse a sparargli, non avrebbe dovuto accompagnarti qui- non l’aveva ancora guardata, cosa avrebbero fatto ora?

-Sono stata molto convincente, so essere molto testarda quando mi metto d’impegno- decise che non era il caso di dirgli con che cosa Mick era stato comprato, era abbastanza imbarazzata per i fatti suoi, pensando che l'altro se ne stava andando in giro con la sua biancheria in tasca, senza che Ryo rincarasse la dose.

-Non lo sapessi!- poi la prese per mano e iniziò a camminare –andiamo a casa si sta facendo buio-

-Aspetta un attimo, non correre non riesco a starti dietro!- la sua gamba aveva fatto tutti gli sforzi possibili per un giorno e non ne voleva sapere di continuare a collaborare.

Ryo si fermò e la guardò preoccupato, un velo si sudore le imperlava il labbro superiore e respirava a fatica, senza contare che era pallida, sarebbe dovuta essere a letto non in giro ad affaticarsi. In silenzio la prese in braccio e la portò al furgone sistemandola sul sedile imbottito.

-Non c’è bisogno di essere cosi melodrammatico ti avevo solo chiesto di rallentare-

Per tutta risposta le chiuse lo sportello in faccia e si mise al posto di guida.

Brutta acida, pensò, per una volta lui faceva il gentile e quello era il ringraziamento!

Rimasero in silenzio e lui si concentrò sulla strada, ma dopo dieci minuti sentì un leggero russare che si diffondeva nell’abitacolo, e voltandosi verso Kaori la vide pacificamente addormentata, doveva essere distrutta, pensò, ora doveva solo riposare e cercare di riprendersi, poi avrebbero discusso e litigato a piacimento.

Quando la prese di nuovo in braccio per portarla dentro casa non si mosse, cosi si limitò a stenderla sul letto e a coprirla, avrebbe dovuto mangiare qualcosa, ma non se la sentiva di svegliarla, pazienza, si disse, avrebbe provveduto l’indomani.

Ryo era ancora mezzo addormentato quando qualcosa di delizioso inizio a solleticargli il naso, sprofondò ancora di piu nei cuscini del divano e si arrottolò nella coperta. La notte precedente  si era addormentato di botto e aveva dormito come un sasso, a giudicare dalla luce che veniva da fuori doveva aver dormito per una decina di ore, troppo poche pensò stiracchiandosi.

Quel qualcosa continuava a stuzzicarlo, aprendo un occhio si accorse che era stato svegliato dal delizioso profumo di caffè appena fatto, si mise a sedere e la vide, era seduta al tavolo con un giornale in mano ed era intenta a tracciarvi sopra cerchietti con la matita.

-Buon giorno- le augurò con la voce ancora impastata di sonno.

-Buon giorno- lo osservò circospetta, era ancora sul chi vive vicino a lui, non era sicura di come stavano le cose ora che tutta la storia dei furti era finita –ho fatto del caffè se ne vuoi-

-Mmmm...- si alzò con l’intenzione di versarsi una tazza quando la fissò in modo strano –Come sei arrivata qui? Non dovresti stare a letto?-

-Con quelle- gli rispose, indicando le stampelle che aveva trovato accanto al letto quando si era svagliata, molto probabilmente le aveva lasciate lui la notte precedente –e non sono poi cosi’ invalida, mi annoio a stare a letto tutto il giorno-

Tornò ai suoi cerchietti sul giornale e lui se ne andò in cucina per quel caffè.

-Che cosa stai facendo? Quel giornale sarà sicuramente vecchio-

-Non poi così vecchio, è quello di ieri- sperò che la voce non le suonasse troppo colpevole, una volta che avesse scoperto cosa stava combinando sarebbe andato su tutte le furie.

-A cosa ti serve però?- le andò vicino e lesse uno dei trafiletti cerchiati e...per poco non gli andò di traverso il caffè, era l’annuncio di un appartamento da affittare –che cosa credi di fare!-

-Cerco casa- gli spiegò calma.

-E cosa avrebbe questa di sbagliato?- afferrò il giornale e se lo gettò alle spalle in un svolazzare di fogli.

-Non ti aspetterai davvero che rimanga qui?- chiese con il batticuore.

-E perché no?-

-Non puoi davvero aspettarti che rimanga qui, non dopo tutto quello che è successo- lo guardò in faccia e gli vide una strana espessione, sembrava agitato. Parlami Ryo, gridò il suo cuore, dimmi qualcosa, convincimi a restare.

Si, perché dopo ore di processi mentali e ragionamenti, aveva concluso che era una masochista e che voleva strargli vicino, ma doveva essere lui a chiederglielo, a fare il primo passo per chiarire e sistemare le cose tra loro, se lui avesse deciso che in definitiva gli andava bene continuare cosi, avrebbe lasciato l’appartamento e se ne sarebbe andata, non aveva senso stare dove non si era volute. Poteva capire e accettare le sue ragioni per il comportamento avuto la notte che l’aveva lasciata, ma ora voleva di più, voleva sincerità e delle promesse da parte sua, voleva che la loro relazione cambiasse una volta per tutte, era stanca di giocare al gioco “indovina cosa pensa il tuo socio”, voleva che lui desse voce ai suoi pensieri, ma soprattutto ai suoi sentimenti in maniera chiara, niente scappatoie o mezze verità.

-Pensavo che..-lo vide deglutire a vuoto –bhé pensavo che...ecco, che avresti voluto riprendere a farmi da assistente-

-La proposta non è allettante, trovane un’altra, e ora se non ti spiace vorrei il mio giornale- la voce era calma, ma dentro Kaori tremava come una foglia.

-Perché non rimani qui per qualche tempo, giusto per decidere che cosa vuoi fare, giusto per essere sicuri che ti sei ripresa del tutto- Ryo si diede dell’idiota, poteva fare di meglio, doveva attuare un’opera di convincimento più efficace.

-Io so esattamente cosa voglio Ryo, il problema qui è sapere cosa vuoi tu- era fatta aveva lanciato il sasso, ora c’era solo da sperare che non le tornasse dritto in faccia.

Ryo rimase a guardarla, “il problema qui è sapere cosa vuoi tu”, la frase continuava a rimbombargli in testa, “cosa vuoi tu...vuoi tu...vuoi tu...”, lui voleva Kaori! La certezza gli scoppiò dentro come un colpo di pistola, lui voleva Kaori. Kaori con i suoi martelli, Kaori con la sua testa dura, Kaori che arrossiva in continuazione, Kaori che tremava quando lui la baciava...Kaori che gli era sempre stata vicino indipendentemente da tutto. Indipendetemente dai pericoli, da come lui la trattava male, dalle loro difficoltà, lei era stata l’unica costante della sua vita, perderla era stato terribile per lui, sapere di averla fatta terribilmente soffrire era anche peggio, ed ora aveva una seconda possibilità, lei si stava fidando di nuovo di lui, lo stava sfidando a dare voce a quello che aveva dentro, sarebbe stata un’impresa titanica, lui era uno che agiva, non analizzava, specialmente non analizzava i suoi sentimenti.

Allora decise di fare esattamente quello, di agire e mostrarle quanto teneva a lei, posò la tazza sul tavolo e le andò vicino posando le labbra sopra quelle calde di lei che sapevano di caffè zuccherato.

Il bacio fu lento ed esitante all’inizio, Ryo quasi si aspettava una martellata, era sicuro che dopo quello successo tra di loro non gli avrebbe reso le cose affatto facili, vedendo che non arrivava, decise di approfondire l’incontro, labbra che si fondevano insieme, la lingua di lui che l’accarezzava in maniera così sensuale che li lasciò entrambi scossi e tremanti.

-Ecco cosa voglio- le disse staccandosi brevemente e guardandola con una luce calda negli occhi che Kaori gli aveva visto in rarissime occasioni –voglio questo, tutti i giorni per il resto della mia vita-

-Non basta, se hai bisogno di dare una bottarella a qualcuna, vattela a cercare e non importunare me!- gli avrebbe fatto sudare ogni piccola cosa finché non le avrebbe detto ciò che aspettava di sentire da anni.

-Testona- ridendo la sollevò tra le braccia e la portò sul divano, sistemandosela in grembo in modo da non infastidire la gamba ferita –credi davvero che abbia voglia di dare bottarelle qualcuna che non sia tu?-

Kaori chiuse gli occhi momentaneamente stordita, era avvolta dalle sue braccia e lui le stava stuzzicando con la lingua un punto sensibile sotto l’orecchio, non era facile pensare.

-Se credi che mi puoi usare solo per sesso- e quel punto arrossì – ti stai sbagliando di grosso-

Ryo sospirò e si staccò da lei, avrebbe dovuto dirglielo, avrebbe dovuto convincerla che gli avvenimenti di quella notte non si sarebbero più ripetuti.

-É te che voglio Kaori, voglio che tu rimanga qui in questa casa per sempre al mio fianco- ecco l’aveva detto ad alta voce,mmmm, non era poi così male, non si sentiva soprafatto dal terrore, certo era distratto dal fondoschiena morbido di Kaori che gli premeva contro l’inguine...

-E quando ti verrà il prossimo attacco di panico? Che farai? In che modo mi lascerai la prossima volta?- chiese con la voce che le tremava.

-Kaori non sai quanto sia pentito delle mie azioni di quella notte, non ti posso promettere che non mi preoccuperò per te fino ad uscirne di testa, ma non scapperò, non dopo quello che una cosa del genere ha fatto ad entrambi. Mi sei mancata da impazzire quando eri via, la prossima volta che mi comporto da stupido dammi una martellata che è meglio-

-Bene, altrimenti la prossima volta invece di darmi al furto, creo la mia banda personale e mi do al contrabbando!-

-Mia dolce Kaori dimmi che rimarrai? Dimmi che resterai qui con me- le sussurò tra un bacio l’altro.

-Santo cielo Ryo dove credi che voglia andare- spostò’ il collo di lato in modo che lui avesse libero accesso ad altre zone incredibilmente sensibili.

-Bene perché’ ho una voglia matta di baciarti fino a farti perdere i sensi- Kaori si ritrovo quasi senza accorgersene sdraiata sul divano sotto di lui –ho vissuto come un monaco per gli ultimi due anni e non credo di poter resistere oltre!-

-Come un monaco? Tu? Ma dai!- il tono era divertito, ma ne era segretamente contenta.

-Ridi, non riderai piu quando avrò finito con te, lo stallone di Shinjuku è tornato in tutto il suo splendore- continuò a baciarla e ad accarezzarla mandandole i sensi in subbuglio.

Kaori però non aveva apprezzato la battuta, gli intrecciò una mano tra i capelli, tirando con forza e facendolo sussultare.

-Lo stallone di Shinjuku farà meglio a limitarsi a questa stalla, altrimente corre il rischio di perdere i gioielli di famiglia- lo minacciò seria.

-Gelosa?-

-Sono seria Ryo!- tirò più forte.

-Non ti preoccupare, mi devo rifare del tempo perduto...e poi dovrò ricorrere a tutti i miei trucchi per farti dimenticare il francesino- le prese la mano che ancora era ferma tra i suoi capelli e con lentezza, le baciò e le succhiò in maniera suggestiva ogni polpastrello, finché non la vide chiudere gli occhi e respirare a fatica.

Ma Kaori li riaprì subito dopo, quello che lui aveva detto era stato appena registrato dalla sua mente confusa.

-Cosa vuoi dire con “ti farò dimenticare il francesino”?-

-Che è fortunato che non gli ho sparato per averti messo anche solo un dito addosso- poco interessato all’argomento riprese a sbaciucchiarle la zona sensibile sotto l’orecchio che stava rapidamente diventando la sua preferita.

-Credi che io e Pierre abbiamo...- l’idea era cosi ridicola che non potè fare a meno di ridere.

-Non ci trovo nulla di divertente, sono ancora della mezza idea di andarlo a cercare!-

-Oh Ryo, sei geloso marcio, ammettilo!- disse allegra.

-E anche se fosse?- era offeso per il modo in cui lei si stava divertendo alle sue spalle.

-Sei adorabile- lo baciò sul naso con gli occhi ricolmi di tenerezza –pensavo che l’avessi capito-

-Capito cosa?- chiese sbuffando.

-Pierre è gay-

-Eh?- la guardò sbattendo ripetutamente le palpebre come se lei parlasse un’altra lingua.

-Non c’è mai stato nulla tra me e Pierre perché gli piacciono gli uomini- gli spiegò lentamente come si fa con i bambini.

-Ma si che ho capito!- poi sorrise –il tuo amico si è appena guadagnato un vita lunga e sana-

-Sei cosi dolce...- sospiro.

-E tu sei tutta mia mia...ed io ti amo-

Si bloccarono entrambi, Ryo non riusciva credere di averlo detto a voce altra, e Kaori era altrettanto sorpresa, aveva iniziato a credere che non l’avrebbe mai detto, che si sarebbe dovuta accontentare di tutte le cose tenere che le aveva detto e della sua vicinanza, ma sentirglielo dire le fece salire le lacrime agli occhi.

-Dillo di nuovo- gli chiese piano.

-Ti amo Kaori Makimura- dirlo ad alta volce lo faceva sembrare più reale –non avrebbe dovuto farti piangere però-

-Non sto piangendo- menti tirando sul con il naso.

-Meglio, perché per quello che ho in mente non c’è posto per le lacrime-

Quella notte, Ryo si mise veramente d’impegno nel recuperare tutto il tempo perduto con la sua Kaori, una Kaori che ora aveva un sorriso perenne stampato sul viso, e che era irrimediabilmente legata all’uomo che le aveva restituito tutti i suoi sogni.

  
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