Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |      
Autore: AlexVT    02/06/2005    10 recensioni
La mia libera interprtazione di come sarebbe andata la faccenda del pomo d'oro se i protagonisti fossero stati un po' diversi, ma neanche poi tanto...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mele, saette e riunioni di famiglia…

Salve a tutti!!! Come promesso ecco qui questa One-Shot, piuttosto lunghina, lo ammetto, ma mi sono lasciata prendere la mano…

Prima di lasciarvi alla storia però vorrei fare una precisazione:

ho cercato di conciliare il più possibile il carattere dei personaggi di CT con quelli dei protagonisti di questo racconto, tuttavia in alcuni casi credo di aver calcato un po’ la mano estremizzandone gli atteggiamenti e i difetti, per questo motivo ci terrei a scusarmi con tutti quelli che potrebbero magari rimanerci un po’ male…

A mia discolpa ci tengo a sottolineare che questa storia ha il puro intento di essere divertente e di cercare di far ridere voi che la leggerete almeno quanto ha fatto ridere me nello scriverla.

Fatemi sapere quello che ne pensate, ci tengo!

Ora vi lascio veramente.

Baci

Alex

 

Ps: Questa storia la voglio dedicare ad un amico…

 

’Ntò finalmente hai risolto l’enigma?!?!

 

 

 

 

 

 

Una biga dorata correva per il lunghissimo viale tirata da due enormi cavalli neri come la notte.

-Su….fermi così…bravi i miei ragazzi…-

Con un movimento secco l’uomo alla guida aveva arrestato la corsa degli imponenti animali e con un balzo era sceso sbuffando a terra. Solo dopo aver dato un’amichevole pacca sul collo ai due destrieri si era voltato per aiutare nella discesa l’altro passeggero.

-Accidentaccio a queste maledette riunioni di famiglia, era proprio necessario?!? Possibile che dopo il casino che è successo l’anno scorso quei pazzi abbiano voluto riprovarci?!?-

-Piantala di lamentarti e cerca di portare un po’ più di rispetto ai tuoi genitori!-

-Genitori?!? Guarda che per la precisione…io…lui, cioè mia madre…uffa!!! Lasciamo perdere…-

La splendida ragazza dagli occhi blu come il cielo e i lunghi capelli corvini costretti dentro un luccicante elmo d’argento sorrise tra sé, precedendo oltre l’immensa porta dorata il compagno.

-Speriamo che Zeus ce la mandi buona…un momento… ma che ho detto ?!? …ritiro tutto!!! Se solo quegli stupidi mortali immaginassero in che mani siamo capitati…-

A quel punto, scuotendo la testa sconsolato e continuando a borbottare tra sé e sé, anche il giovane uomo oltrepassò stancamente la soglia lucente.

 

 

 

Mele, saette e riunioni di famiglia…

…ovvero la vera storia del pomo d’oro

 

 

 

L’enorme sala dei banchetti era imbandita a festa: luci, drappi colorati, musica e fiori ovunque.

Sulle immense tavolate erano disposti in bella mostra tutti i migliori piatti conosciuti e non.

I numerosi ospiti stavano già vagando per la sala con l’acquolina in bocca in cerca del posto loro destinato.

-Heilà ragazzi!!! Da questa…sich… parte!- Un uomo non molto alto e non propriamente “affascinante” stava chiamando a gran voce gli ultimi due arrivati, saltellando e agitando allegramente le braccia in cui stringeva un bicchiere di cristallo e un fiasco di sano vino rosso.

Il giovane scosse nuovamente la testa e a grandi passi si diresse verso il tavolo d’onore, posto su una pedana in fondo alla sala. La fanciulla, accanto a lui, dopo aver represso una smorfia di disgusto, sorrise educatamente e seguì il compagno.

 

-Puoi anche finirla di dare spettacolo, Bruce, sappiamo benissimo qual’è il nostro posto!- Sbuffò il giovane lasciandosi cadere stancamente su una poltrona al lato opposto della tavolata e appoggiando il pesante elmo dorato ai propri piedi.

-Quante volte ti ho …sich…detto di non chiamarmi più così?!? Ora sono Bacco o, al massimo, Dioniso..sich…, e così devi chiamarmi, capito?!? …sich…Non è vero, Atena cara?!?!? Su diglielo tu…Ti prego…-

La fanciulla si ritrovò presto le braccia dell’uomo attorno alle spalle e il suo viso così vicino al proprio che fu sul punto di mettersi ad urlare –Chiamalo come vuole, Phil…-

-Marte, lui è Marte, devi chiamarlo..sich… Marte!!!-

-Certo…Marte…lui è Marte…tutto quello che vuoi ma ora vado a sedermi…ok?!?- Dopo essersi liberata dalle mani appiccicose del dio del vino e della sregolatezza per eccellenza, ovvero tutto ciò che ella più odiava, la bella dea si diresse il più velocemente possibile verso l’altro capo del tavolo, sedendosi accanto all’amico e cercando di nascondersi dietro le sue possenti spalle.

-Sbaglio o anche tu preferisci continuare ad essere chiamata Jennifer?!?- la canzonò lui, sorridendo sarcastico.

-Spiritoso…lo sai che avrei fatto qualunque cosa purché mi togliesse di dosso quelle sue manacce e la smettesse di alitarmi addosso!- sibilò tra i denti.

-Qualunque cosa, eh?!? Quasi quasi lo richiamo…- la guardò malizioso.

-Piantala Phil!-

-Perché se no che…-

-Heilà chi si vede.-

I due smisero di battibeccare e si voltarono verso la direzione da cui proveniva la voce.

Davanti a loro stava eretto uno splendido giovanotto, alto e vestito con una corta tunica candida, tra i capelli una coroncina di alloro e alle braccia polsiere d’oro massiccio, accanto a lui una meravigliosa fanciulla dai lunghissimi capelli ramati ricoperta solo da veli e corone di fiori.

I nuovi arrivati, dopo aver salutato i presenti con un gesto della mano e con un sorriso,  si avviarono verso i loro posti.

Dopo aver fatto accomodare alla sua destra la splendida dea il giovane si sedette di fronte all’altro giovanotto facendo cenno alla coppiera di riempirgli il bicchiere.

-Allora che mi raccontate?!? Possibile che ogni volta che ci vediamo non fate altro che litigare?!?-

-Divergenze d’opinione…-  fu la secca risposta di entrambi.

-Sarà…comunque sbaglierò, ma un uccellino mi ha detto che sembravate proprio andare “d’amore e d’accordo” l’altro giorno nei giardini del palazzo…- sorrise malizioso vedendo i due amici arrossire imbarazzati.

-Non dirmi che…- La fanciulla dagli occhi blu era scattata in piedi togliendosi l’elmo luccicante e liberando i lunghissimi capelli color della pece – dove diavolo è quel maledetto impiccione del tuo bebè svolazzante?!?-

-Hei, che cosa centra il mio piccolo tesoro?!?- La bella rossa si era alzata per fronteggiare la “sorella”.

-Come cosa centra?!? Quella piccola peste centra sempre!!! Dovresti toglierti quelle fette di salame che hai sugli occhi e rendertene conto una buona volta!!! Hai creato un mostro!!!-

-Mostro?!?! Ma come osi, brutta racchia!!!!- Cuore di mamma, orgoglio di mamma, mossa da pazza…

-Racchia a me?!? Ma io ti ammazzo!!!!!!!!!-

In meno di un secondo la bella Amy si era ritrovata sdraiata sulla schiena con le mani della “cara sorella” attorcigliate saldamente attorno al candido e sensuale collo. Certo che anche lei…sfidare Atena, la dea dell’intelligenza e della saggezza, ma prima ancora della battaglia (battaglia leale si, ma in famiglia…si sa…) con come uniche armi i suoi occhi da cerbiatta e le sue delicate manine… Non era stato affatto saggio…doveva riconoscerlo…

“Così!!! Coraggio,…sich.. vai con un…sich… gancio!!! Le unghie…usate …sich…le unghie!!!-

-…-

Gli incitamenti esaltati del dio del vino riuscirono per un attimo a gelare sia le contendenti quanto coloro i quali erano accorsi, chi per dividerle, chi per assistere allo spettacolo.

-…-

Passato il primo attimo di sgomento però la lotta riprese più feroce di prima, finché i due “accompagnatori” non riuscirono a dividerle a forza.

Purtroppo per lui però, nel tentativo di sollevare di peso l’”amica”, Marte ebbe la malaugurata idea di mettere le mani dove non avrebbe mai dovuto, guadagnandosi così una gomitata nel punto preciso in cui era più vulnerabile e che la luccicante armatura lasciava giust’appunto indifeso. 

Il silenzio cadde sulla sala…la furia del dio della guerra era proverbiale e nessuno aveva il coraggio di fiatare. Nessuno, ovviamente, tranne la colpevole, che imbronciata era ritornata al suo posto, e il dio del sole che, aiutando la compagna a ricomporsi, riusciva a stento a trattenere le risate.

-…-

-Eccoti amore, ma perché non mi hai aspettato?!?-

A quel punto, gli occhi di tutti i presenti lasciarono per un secondo la figura del dio agonizzante sul pavimento per spostarsi verso il nuovo arrivato.

Un uomo abbastanza basso e tarchiato con i capelli corvini dal taglio stravagante e una cicatrice a forma di x sulla fronte si avvicinava zoppicando.

La bella rossa sbuffò: - perché sei maledettamente lento e noioso Jack!-

-Ma cara…-

-E non chiamarmi cara…-

-Ma…-

-Ma niente…siediti…-

L’uomo allora fece per accomodarsi accanto alla bella donna.

-Qui è occupato-

Ritentò allora mestamente un posto più in là.

-Anche lì…lì pure…anche lì…e lì…ecco…lì va bene…-

L’uomo si ritrovò così dal lato opposto del tavolo rispetto all’affascinante moglie che aveva ripreso il suo posto accanto al bel dio del sole, con l’unico conforto dell’abbraccio di un amico.

-Coraggio…Efesto…sich…beviamoci su…sich…-

 

Nel frattempo…

-Hei, tutto bene?!?- Una donna si era amorevolmente chinata per sincerasi delle condizioni del ferito mentre tutti, più interessati alla scenetta di vita coniugale, se ne erano bellamente scordati.

-Meglio…grazie Eve…- farfugliò di pessimo umore fulminando con lo sguardo la giovane che sbadigliava senza alcuna ombra di pentimento sprofondata tra i cuscini della sua poltrona.

-Chiamami pure zia Estia, caro- Rispose sorridendo la donna aiutandolo ad alzarsi.

Lui la guardò in modo strano e scuotendo la testa rassegnato si avviò verso il suo posto.

 

-Hei, Eve, dai…sich…vieni qui a sederti accanto..sich… a noi-

-Arrivo subito, cari!-

-Coraggio…sich…, brindiamo tutti al buon cuore della nostra Estia!!!-

-Festeggiamo!!!!-

Braccia alzate insieme e bicchieri traboccanti facevano di quel lato del tavolo il perfetto quadro della felicità, sempre se non si teneva conto del il muso lungo del povero fabbro…

 

-Evviva la nostra Eve, allora- Apollo aveva sollevato in aria il suo calice dorato mostrando il più luminoso dei suoi sorrisi, seguito a ruota dalla dea accomodata alla sua destra.

-A Eve…- anche il dio della guerra seguì di malumore il brindisi e, guardando poi di sbieco la figura accanto a sé, aggiunse -…l’unica che si sia preoccupata se fossi morto o no…-

Alzando il calice e mostrando il più soave e falso dei sorrisi, la bella compagna rispose pronta

–Piantala di lamentarti Phil, sei immortale no?!?-

-E questo che centra?!? Guarda che non mi sono mica divert…-

-Caspita, non ditemi che siamo in ritardo?- erano stati interrotti un’altra volta…

-Heilà!- Un giovanotto alto e slanciato era apparso come dal nulla e, volteggiando a circa un metro da terra, salutava i presenti agitando allegramente il bastone alato che teneva in una mano. Tra le braccia stringeva una splendida ragazza vestita con un corto abito in pelle di daino, arco e faretra sulle spalle e acconciata tra i capelli una coroncina di alloro.

-Allora come va fratellone?- La fanciulla con un balzo era scesa a terra e si era diretta verso il giovane dio del sole che la guardava con crescente nervosismo.

-Dicci Azumi, …- Lo sguardo basso e una mano che tamburellava sul manico della poltrona.

-Diana, chiamami Diana…-

-Ricominciamo…Diana cara…Si può sapere…  DOVE DIAVOLO ERI FINITA?!?- Caspita…il giovanotto aveva proprio perso la pazienza…Bisogna ammette che non era affatto impresa facile, ma a lei riusciva in maniera così perfetta…divina direi…

-Ma Julian….perché te la prendi tanto? Te l’avevo detto che andavo a fere un giro con Tom…-

-Si…è vero…me lo avevi detto…MA NON MI AVEVI DETTO CHE STAVATE VIA TRE MESI!!!-

-…Ah no?!...-

-NO!-

-Vabbè, ora siamo qui, non siamo in ritardo, vero?!?- La fanciulla si era avvicinata al fratello e con tutta la semplicità del mondo gli aveva stampato un bacio sulla guancia e si era avviata verso il suo posto seguita da un ancora sorridente Mercurio.

Julian era rimasto allibito, possibile che quella ragazza riuscisse sempre ad averla vinta su di lui?!?

-E voi che diavolo avete da ridere?!?- sibilò furioso verso Philip e Tom che lo guardavano divertiti prima di riguadagnare il suo proverbiale contegno.

 

-Ben arrivati ragazzi!!! Ci siete tutti!?!?-

Mentre veniva verso di loro una giovane donna dai lunghi e voluminosi boccoli castani trattenuti sul capo da una raffinata coroncina dorata e con indosso un elegantissimo abito rosso fuoco, i presenti si guardarono l’un l’altro spaventati.

-Heilà!- Dietro di lei camminava, agitando cordialmente la mano in segno di saluto, un uomo abbastanza alto con le spalle larghe e robuste, con gli occhi grandi e un sorriso sincero. I capelli erano neri come la pece e mettevano in risalto la corona di foglie d’oro massiccio.

 

-Padre, Madre- Julian e Tom erano stati i primi a rendere omaggio ai padroni di casa, seguiti più o meno elegantemente da tutti gli altri.

I nuovi arrivati erano improvvisamente arrossiti fino alla punta dei capelli –Piantala di chiamarci così Julian! Holliver e Patricia vanno benissimo…-

-Se così vogliono le loro maestà- il dio del sole si era inchinato in segno di assenso, cercando di nascondere l’ampio sorriso di scherno che gli stava affiorando sulle labbra.

-Accidenti a te, Julian…- Holliver sospirò rassegnato volgendo lo sguardo verso il resto della tavolata.

 

-Sbaglio o manca ancora qualcuno?-

 

Tutti tornarono per l’ennesima volta a guardarsi negli occhi finché…

-Non sentite odore di pesce?!?-

 

TOOONF….

 

Un rimbombo lontano fece tremare l’intera sala, minando l’equilibrio di tutti i presenti.

 

TOOOONF…TOOOONF…TOOOOOONF....

 

-Caro...credo stia arrivando tuo fratello...- Patty per mantenersi in piedi si era saldamente allacciata al collo del suo signore.

-Guarda cara che è anche il tuo di fratello…-

-Cercavo di non pensarci….-

Mentre il caro e premuroso maritino accarezzava con tenerezza la testolina della bella moglie, cercando di consolarla gli enormi battenti dorati si spalancarono.

Prima ancora che la figura dall’altro lato della soglia fosse visibile ai presenti un’imponente ondata d’acqua salata irruppe nella sala allagandola completamente.

Non appena l’acqua scomparve oltre la soglia da cui era arrivata, la scena che si presentava agli occhi degli invitati era parecchio diversa da quella di qualche attimo prima: le tavolate erano completamente rovesciate, il cibo sparso sul pavimento, gli ospiti fradici.

Dioniso era boccheggiante sul tavolo, Efesto sotto. Atena era semisvenuta, guarda caso, tra le possenti braccia del dio della guerra, che premuroso si stava avvicinando per cercare di farla rinvenire con la respirazione artificiale…

Dopo il primo momento di sgomento, però, il pensiero di tutti gli uomini presenti fu lo stesso.

Tutti, tranne uno, ovviamente…

-E tu che diavolo guardi!?!?-

Oliver con lo sguardo a terra si massaggiava la parte di testa che la moglie aveva appena colpito perdendosi per l’ennesima volta la scena della bella dea dell’amore svenuta e ricoperta solo dei suoi lunghi capelli…

-Buongiorno a tutti ragazzi, come va la vita?-

-COME VUOI CHE VADA LA VITA?!?!? NON VEDI IL CASINO CHE HAI COMBINATO?!?-

Patricia aveva lasciato il braccio del marito ed era partita come una furia verso il “fratellino”.

Oliver decise di approfittarne, ma non appena sentì l’inconfondibile schiocco di dita della moglie scosse la testa rassegnato e ritornò ad osservare la sala in perfetto ordine… In fondo era la dea del focolare domestico…la casalinga per eccellenza…doveva saperlo quando l’aveva sposata…

tuttavia aveva anche lei i suoi lati positivi…come quello splendido fondoschiena…

Mentre il padre degli dei, osservando estasiato l’ancheggiare della moglie, si accomodava sul suo trono al centro della tavolata, le urla provenienti dall’ingresso attirarono l’attenzione di tutti gli invitati, risvegliando persino quelli svenuti….con gran disappunto di Philip che per il suo goffo tentativo di salvataggio si prese uno schiaffo in piena regola.

 

-…INSOMMA BENJI LA VUOI FINIRE O NO CON QUESTE ENTRATE TRIONFALI?!? NON VEDI CHE HAI MESSO SOTTO SOPRA TUTTO QUANTO?!?! E IL PARQUET?!? NON SAI CHE CON L’ACQUA SI GONFIA?!? QUANTE VOLTE TE LO DEVO RIPETERE?!?-

-PIANTALA DI FRIGNARE IN FONDO HAI RIMESSO A POSTO TUTTO CON UN SCHIOCCO DI DITA O SBAGLIO?!?-

-CERTO CHE NON SBAGLI, TUTTAVIA NON MI VA DI FARLO, CHIARO?!?!-

-E DI GRAZIA, QUALE SFORZO VUOI CHE SIA ?!?-

-MI SI ROVINANO LE UNGHIE, CAPITO?!?!-

-LE UNGHIE?!? MA SEI SCEMA?!?!-

-SCEMA A CHI, BRUTTO IDOTA PUZZONE!?!-

-SENTI PADRE DEGLI DEI DEI MIEI STIVALI FERMA QUESTA PAZZA ISTERICA DI TUA MOGLIE O GIURO CHE LE FACCIO FARE UNA BRUTTA FINE!!!-

-OLIVER!!!!!!!!!! HAI SENTITO COSA MI DICE QUESTO BRUTO?!?!-

 

Oliver sembrò risvegliarsi dal suo stato di trance solo in quell’istante.

-Oh, mio dio,…- fu l’unica cosa che riuscì a mormorare vedendo la moglie avvicinarsi a lui a passo di marcia con espressione furente.

-Hai sentito che cosa mi ha detto quel brutto idiota?!?-

-Beh…a dir la verità…no…-

-COME NO?!?!-

-Beh,…ecco…-

-Mi ha detto che sono una pazza isterica e ha rovinato con la sua entrata tutto quello che avevo preparato…doveva essere perfetto…- l’espressione della donna d’un tratto era diventata per lui irresistibile.

-Non preoccuparti piccola mia secondo me ora è tutto anche più bello di prima…- con una mano sulla guancia il signore degli dei aveva sollevato il volto della giovane moglie e le si era avvicinato per baciarla.

-Oh, come sei caro, amore mio…- lei lo aveva assecondato, le si era accomodata in grembo e abbracciandolo aveva incominciato a rispondere ai suoi baci.

Tutti i presenti rimasero allibiti per alcuni istanti, ma presto, abituati dalla reale coppia a scenette del genere, ignorandoli, tornarono alle loro occupazioni.

 Nettuno il dio del mare e di tutti gli oceani scuotendo la testa rassegnato si avviò verso il suo consueto posto accomodandosi pesantemente ad uno dei capi della tavolata tra Atena e Apollo.

Quasi tutte le poltrone i posti erano ormai occupati, tranne quello all’altro capo del tavolo e quello accanto. Benji osservò per alcuni istanti la sedia vuota di fronte a lui poi sbuffò, scosse la testa e accennando un falso sorriso tentò di fare conversazione.

-Allora ragazzi che mi dite?-

-Sai cosa mi ha raccontato un uccellino?- Apollo colse la palla al balzo per re introdurre il pettegolezzo del giorno quando le luci si spensero completamente e una folata di vento gelido corse per l’intera sala.

 

-Oliver caro…. credo che sia arrivato l’altro tuo fratello…-

-…anche tuo…come l’altro…-

-…già…-

-…facciamo finta di niente?…-

-…certo…-

 

Ancora buio e silenzio…

 

-Hei, le luci…- dopo alcuni instanti la timida voce di Efesto fu il primo rumore a spezzare il silenzio.

 

Niente…

 

-Oliver…le luci…- la più decisa voce del dio del mare sembrò potesse ottenere qualche risultato in più, ma…

 

Niente…

 

-OLIVER!!!- Questa volta avrebbe certamente ottenuto più risultati.

 

E infatti…

 

-Apollo, le luci…- la svogliata risposta di Oliver non si fece attendere, ma…

 

Niente…

 

-Apollo?!?-

 

Niente….

 

-APOLLO!!!-

 

-…ok…ok…- Uno schiocco di dita e, come per incanto, luce fu.

 

La luce, seppur da tempo attesa, riuscì a cogliere di sorpresa almeno un paio di persone…che si ritrovarono sotto gli occhi di tutti in atteggiamento inequivocabile…

-Allora è vero quello che mi ha raccontato l’uccellino!!!!- Julian non riuscì a trattenersi vedendo come la coppia di fronte a lui fosse arrossita.

-Hei…sich…Apollo, sbaglio o quello che hai sul collo è …sich…rossetto?!?- Poca lucidità, ma bisognava ammettere che Bruce aveva una vista d’aquila!!!

Apollo si portò immediatamente una mano al collo cercando di inventarsi una scusa plausibile, mentre tutti gli sguardi furono puntati verso l’avvenente dea alla sua destra che cercava timidamente di concentrarsi su quello che aveva nel piatto.

Dopo alcuni istanti di gelo…

-Coffh coffh…- qualcuno cercò di ottenere l’attenzione.

Apollo sollevò d’un tratto lo sguardo e ringraziò mentalmente l’autore di quei colpi di tosse.

-Heilà zii!!! Da quanto tempo!!!- Alzandosi per andare incontro ai nuovi arrivati riuscì a distogliere l’attenzione dei presenti dalla sua piccola mancanza…

Di fronte alla porta erano comparsi come per magia gli ultimi due invitati: niente popò di meno che il signore degli inferi e consorte.

Entrambi alti e slanciati portavano delle vesti completamente nere e delle corone dello stesso colore sulla fronte. Lui aveva la carnagione piuttosto scura e i capelli abbastanza lunghi e spettinati, teneva con una mano un’immensa falce e con l’altro braccio la sua regina. Lei poco più bassa, aveva i capelli lunghissimi e neri come la notte, gli occhi grandi e la carnagione pallida. Avanzarono lentamente nel silenzio generale e si accomodarono al loro solito posto.

 

-Allora fratellino, hai perso l’uso della parola?!?- Dall’altro lato del tavolo la potente voce del dio del mare non si fece attendere.

-No-

-E allora…sich…che avete?!? Sembra che siate appena arrivati dall’oltretomba!?!…sich… Su un po’ di vita…sich…brindiamo…- L’osservazione alquanto fuori luogo causò il fiorire di un’espressione allibita sull’intero convivio, tuttavia questa fu presto dimenticata grazie ad un altro provvidenziale intervento.

-Non dirmi che sei ancora di malumore piccolo mio…- Estia si era avvicinata all’imponente e oscura figura e gli stava accarezzando amorevolmente la testa, provocando in quest’ultimo il suo solito tic all’occhio destro.

-Cos’è successo? La mia dolce nipotina ti ha dato un’altra lavata di capo?- Il tono sarcastico di Benji minò seriamente il già provato autocontrollo del signore dell’Oltretomba, ma la goccia che fece traboccare il vaso fu senz’altro il commento della diretta interessata: -Ovvio, no?!? Sarà pure immortale, ma non appena smetto di tenerlo d’occhio non ne combina una giusta!-

-COME NON NE COMBINO UN GIUSTA?!?! GUARDA CHE PRIMA CHE VENISSI A STARE DA ME LE COSE ALL’INFERNO ANDAVANO A GONFIE E VELE!!!-

-CHE COSA?!?!? MA SE QUELLE POVERE ANIME DANNATE NON SAPEVANO NEMMENO SE ERANO MORTE O VIVE!!! E QUELL’IDIOTA DI CARONTE ERA SEMPRE COSI’ UBRIACO CHE ERANO DI PIU’ LE ANIME CHE TRAGHETTAVA FUORI CHE QUELLE CHE TRAGHETTAVA DENTRO!!!!-

-E VABBE’!!! ALMENO PRIMA C’ERA L’ATMOSFERA!!! ADESSO CON TUTTE LE IDEE STRAMBE CHE GLI HAI MESSO NELLA ZUCCA JEFF MI E’ DIVENTATO SALUTISTA!!! MA TI RENDI CONTO?!? HA SMESSO DI BERE, DI FUMARE E HA ADDIRITTURA INIZIATO A FARE JOGGING!!!!!!!!!!-

-A PROPOSITO DI JOGGING NON CREDERE DI DORMIRE FINO A TARDI DOMANI PERCHE’ SAI COSA ASPETTA TE E IL TUO CANE, VERO?!?!-

-NON DIRAI MICA SUL SERIO?!?-

-CERTO CHE DICO SUL SERIO, MA TI SEI VISTO?!?! NON POSSO PASSARE UN PO’ DI TEMPO DALLA MAMMA CHE TORNO E TI RITROVO IN QUESTO STATO PIETOSO!!! MA DICO SI PUO’ SAPERE CHE CAVOLO HAI INGURGITATO IN QUESTI MESI?!? E TUTTA LA ROBA CHE TI HO LASCIATO NEL FRIGO?!?!-

-Beh…ecco…-

-COME ECCO!!!!!!! A PARTE LA CASA SOTTOSOPRA E TU TRASCURATO E SOVRAPPESO, MA UN PO’ DI PIETA’ PER QUEL POVERO CUCCIOLO DI CERBERO!!!! SANTO CIELO, AVRA’ MESSO SU UNA TONNELLATA!!!!!!!!!! MA TI RENDI CONTO CHE QUANDO SONO TORNATA L’HO TROVATO CON TUTTE E QUANTE LE TESTE INFILATE IN UN ENORME SACCHETTO DI POP-CORN?!?!? MA CHE DIAVOLO TI E’ SALTATO IN MENTE?!?!-

-Beh…sai com’è… non trovavo dove avevi messo quelle crocchettine che mangia di solito…-

-NON SONO CROCCHETTINE IDIOTA!!! SONO ANIME DANNATE, ANIME DANNATE!!!!!!!!! QUANTE VOLTE TE LO DEVO RIPETERE MARK!!!!!!!!!!!-

-…ma…Maki tesoro…ecco…io…-

 

-Hei, ragazzi…ragazzi…che ne dite di fare una tregua e di iniziare a mangiare?-

Il signore degli dei aveva timidamente deciso di prendere la parola per cercare di fermare i due litiganti che, sapeva bene, a briglia sciolta sarebbero andati avanti per molto, molto tempo…

Tutti i presenti a quel timido richiamo, sorprendentemente, si zittirono e accogliendo il suggerimento tra sbuffi e sospiri di sollievo si apprestarono a rendere onore a banchetto.

-Ormai ci siamo tutti, vero?!?- Oliver chiese più che altro rivolto a se stesso visto che gli altri erano già tornati ad ignorarlo, aveva come la strana sensazione di essersi dimenticato di qualcosa… Tuttavia, gettando una rapida occhiata sull’allegra tavolata e vedendo tutti i posti occupati, alzò in alto il calice e diede inizio ufficiale al grande ricevimento.

 

Finalmente erano riusciti a cominciare. Con la bocca piena almeno non dovrebbero litigare…

Holly lasciava correre diffidente il suo sguardo sull’intera tavolata: tutti gli ospiti sembravano tranquilli, chissà per quanto sarebbe durata…

 

-Ah no, mi dispiace ma ti sbagli di grosso! Stai pur sicuro che io non mi farò mai incastrare come te, fratellino caro …ricorda che io delle donne prendo solo il meglio!!!! Tante e splendide ninfe, nereidi e sirene che fanno tutto ciò che gli ordino senza fiatare… questa si che è vita!!! Altro che jogging!!!-

-Piantala di sfottere idiota…almeno io non ho un branco di figli assurdi come i tuoi!!!-

-E con questo che diavolo vorresti dire!?!-

-Mi sembra chiaro! Ma lo hai visto come ti è uscito quel Polifemo ?!? Cesso e pure stupido come capra! Te lo dico io che farà una brutta fine…è talmente tonto da farsi infinocchiare anche da un bambino…-

-Ripetilo se hai il coraggio!!!-

-CERTO CHE CE L’HO IL CORAGGIO COSA CREDI!!!-

I due scattarono in piedi facendo tremare l’intera tavolata e attirando l’attenzione di tutti quanti.

-…lo sapevo…- il padre degli dei sbuffò sconsolato portandosi una mano alla fronte.

-Ora basta ragazzi…piantatatela di azzuffarvi come quando eravate piccoli, volete crescere o no?!?- La calda voce di Estia era ancora una volta l’unica soluzione all’imminente rissa tra i due contendenti , che come due bambini colti dalla mamma con le mani nel vasetto della marmellata, ritrovarono la calma come per incanto e si lasciarono cadere pesantemente nelle proprie poltrone.

 

La pace ritrovata però, come era prevedibile, durò meno di un istante…

 

-Ora basta! La vuoi piantare una buona volta di fare gli occhi dolci a quel bell’imbusto, quand’è che ti ficcherai in quella maledetta testolina che ora sei mia moglie?!?-

La reazione della diretta interessata fu tutt’altro che eccessiva…

Venere voltò leggermente la testa verso il fondo della tavola da cui aveva percepito arrivare uno strano e del tutto immotivato rimprovero e dopo aver riservato al marito uno sguardo di pura pena ritornò a prestare tutta la sua attenzione alla forchetta con cui stava imboccando il suo bel dio del sole. 

 

-Ma insomma Amy un po’ di pietà per quel povero disgraziato di Jack potresti anche fingere di mostrarla!-

 

Era intervenuta Hera…

Tutti compresero che quello oramai sarebbe stato il principio della fine….

 

-Come no?!? Non siamo seduti allo stesso tavolo?!?-

-In fondo è sempre tuo marito!!!-

-Di sicuro non per volontà mia!!!-

-Tuttavia oramai lo hai sposato e ti devi comportare di conseguenza!!!-

-Ma pensa te!!! Io faccio quello che voglio, chiaro?!? Guarda che oramai non puoi più farmi niente!!!-

-Farti niente!?!-

-Guarda che lo so che è stato solo per colpa tua che ho dovuto sposare quell’idiota!!!-

-Ah si?!? Allora sai che ti dico?!? Te la sei cercata amica mia!!! Continuando a flirtare con tutti quanti!!!-

-Allora lo ammetti!?!? Lo sapevo che eri stata tu!!!-

-Certo che sono stata io!!!Ma vedo che il lupo perde il pelo ma non il vizio!!!-

-E ti credo!!!….volevo vedere te sposata con un rospo del genere!!!-

-Hei…guardate che io sono qui…-

-Tranquillo Efesto…stanno ignorando anche me…- Oliver si accorse del suo errore troppo tardi…

-No che non ti ignoriamo amore caro, visto che la colpa di tutto questo è solo tua!-

-Come è colpa mia?!?-

-Certo che è colpa tua! Sei tu che li hai sposati no?!?-

-Ma se mi avete obbligato?!?-

-Avete?-

-Certo loro due mi ha…-

Lo sguardo omicida della dea della giustizia fece morire in gola al re degli dei ogni proposito di finire la frase.

-Quindi centri anche tu in tutta la faccenda!?!…Lo dovevo immaginare…sapevo che morivi dalla gelosia per come ci provava quel pesce lesso di Philip, ma non pensavo fossi così stupida da pensare che bastava farmi sposare l’idiota per calmare i suoi bollori!!!-

-Hei!!! Guardate che vi sento…-

-Zitto Phil!!!-

-Ok…- tornò a sedersi…

 

Il battibecco di quelle tre sarebbe andato avanti per molto…quindi perché tentare di fermarle e sprecare tutto quel ben di dio?!?

Decidendo di non intromettersi oltre gli altri tornarono ben presto ai loro posti riprendendo il pranzo e chiacchierando del più e del meno.

Solo allora, sentendosi ignorate e perdendo le luci della ribalta, le tre prime donne persero tutto l’interesse nella discussione e ritornarono alle loro occupazioni come se niente fosse…

Il resto della tavolata, a quel punto, senza farsi notare si scambiò un furtivo sguardo complice: erano secoli che andavano avanti così…e quello era da sempre l’unico modo per farle smettere.

 

 

-Hei…dimmi una cosa…è vero che eri gelosa?- la calda voce del dio della guerra fece sussultare pallade Atena, lasciandola senza parole e facendola arrossire.

-…-

-Guarda che bastava dirmelo…- l’uomo forse invitato da quell’atteggiamento si fece ancora più vicino.

-…- la giovane non riuscì a fare altro che riservargli uno sguardo torvo, inutile ovviamente.

-Allora…- ormai era solo un sussurro…

-…Phil…- No, non poteva assecondarlo…non davanti a tutti per lo meno…

-Si?- sentiva il suo respiro dietro l’orecchio.

-…piantala…ci guardano tutti…- riuscì a pronunciare a stento poche parole, ma il tono sapeva non era affatto convincente. Sentiva già la sua grande mano insinuarsi sulla sua schiena lasciata scoperta dall’abito.

-Lasciali guardare…- la mano si stava allontanando dalla schiena.

-…hei…- ancora una volta sembrava più un sussurro che un protesta.

-…possiamo sempre andare via…-

-…non sarebbe molto educato…-

-…sai che non me ne importa niente, vero?-

-…no, Phil…lasciamo stare…-

-Uffa quanto sei noiosa! Guarda la tua cara sorellina, non sembra farsi molti problemi anche se la stanno guardando tutti! Marito compreso!- sbuffando il giovane tornò a sprofondare nella grande poltrona con le braccia conserte.

-Hei ma per chi mi hai preso?!?!-

Dall’altro lato del tavolo Venere e Apollo, infatti, non stavano di certo passando inosservati…

-Guarda che se vuoi stare con una così basta dirlo!!!-

-Forse farei meglio!!!-

-IDIOTA!!!-

-TESTONA!!!-

-STUPIDO!!!-

-FRIGIDA!!!-

-CHE COSA HAI DETTO!?!?!-

-HO DETT…-

- Che cosa vuol dire “frigida”, mamma?- Dal nulla era comparso un delizioso bimbetto dai riccioli dorati e un piccolo arco tra le mani, lasciando tutta la tavolata avvolta da uno strano silenzio imbarazzato.

-Beh…ecco…chiedilo allo zio Apollo.-

-E…beh… io non e ho mai avuto esperienza diretta…chiedi allo zio Mark…-

Ma prima ancora che lo “zio Mark” potesse aprire la bocca…

-E CON QUESTO CHE DIAVOLO VORRESTI DIRE!?!?- Una sedia era volata dritta nella direzione di Julian che si era spostato schivando il colpo all’ultimo secondo e lasciando che questa colpisse in pieno il semidio seduto al tavolo giusto dietro di lui…-

-Su, calmati Maki…lo spiego io al piccolo cos…- Tom in meno di un secondo si era trovato a due millimetri dal naso gli occhioni curiosi del piccolo dio dell’amore.

-…ecco…vedi…te lo spiega nonno Holly…lui sa sempre tutto…-

-…lo sapevo che sarebbe finita così…-Il giovane re degli dei con lo sguardo basso sbuffando maledisse per l’ennesima il giorno in cui aveva dato il consenso a quell’assurda riunione di famiglia… come se in fondo avesse mai veramente avuto il diritto di veto…

Mise una mano sulla testolina dell’esserino che gli si era accoccolato sulle ginocchia e lo guardava con occhi innocenti, passandosi l’altra tra i capelli per guadagnare un po’ di tempo e iniziò.

-…dunque…da dove posso cominciare?!?….ecco ci sono le api…i cavoli…anzi no…le cicogne…-

-Piantala Holly di farti prendere per il culo!!! Quand’è che capirai che quella piccola peste ne sa molto più di te sull’argomento?!?-

-MA BENJI!!!- Orgoglio di madre ferita…

In mano di un secondo…

-Zio Benji, mi spieghi tu?- Quegli occhi così tremendamente dolci, così profondamente innocenti, così spudoratamente falsi, così assurdamente irresistibili e così maledettamente vicini al suo naso, non resse…

Sbuffò e, indicando con un gesto rassegnato il suo vicino, chiuse la discussione:

-Te lo spiega Philip…- 

Con tutti gli occhi puntati addosso il dio della guerra tentò di venir fuori da quella maledetta situazione…

-Ecco …quando una persona non è…beh, come dire…molto affettuosa… ecco.. si affettuosa…-

-Strano…eppure ieri sera non chiamavi così la zia Atena…anzi le dicevi…lab…-

-Zitto piccolo…-

Marte in meno di un attimo aveva afferrato il volatile:  con un mano lo tratteneva per le ali come un pollo mentre con l’altra gli tappò la bocca ridendo imbarazzato…

Atena nel frattempo era sprofondata nella sua sedia e si reggeva il capo con una mano.

-Mi sta venendo il mal di testa…-

 

-Finalmente il dolce…- Oliver con un sospiro di sollievo vide i servitori avvicinarsi portando un’enorme torta a più piani –Non avrei mai creduto di poter arrivare alla fine di questa giornata-

Tuttavia, non appena si alzò per tagliare la prima fetta, una semplice frase pronunciata da una voce familiare gli gelò il sangue nelle vene.

-Allora come è andato il banchetto?-

…altro che fine…quello era solo l’inizio…

-Oh, ciao Susy…che bella sorpresa…come mai arrivi solo a quest’ora?- Finta…come si capiva che stava mentendo…

-A dir la verità ero qui già da un po’…- perfido…sorriso perfido…non promette niente di buono…

-E come mai cara non ti sei fatta vedere, c’erano un sacco di cose buone…-

-No, grazie, non avevo molta fame…volevo solo controllare se vi sareste ricordati di me o se non mi avevate invitato di proposito.- Certo che sapeva essere diretta…

-Come non ti abbiamo invitata,?!? Non dirmi che non ti è arrivato l’invito?!?- sempre più falsa…

-No-

-Tom, non glielo hai consegnato?- ecco che iniziava lo scarica barile…

-Non guardate me, io ero in vacanza…-

-Oliver cos’è, non l’hai messa nella lista?!?- Lo sapevo…

-Io?!? Lista?!? Quale lista!?!?- Nega sempre Oliver, sempre, anche con le spalle al muro, continua a negare…

-Ma come Oliver, non dirmi che ti sei dimenticato di inserire tra gli invitati la carissima Susy!-

-Discordia,…prego…-

-…la carissima Discordia…-

Carissima…certo…come se fosse la sua migliore amica…

-Ma veramente io…- ma perché finisce sempre per essere colpa mia?!?

-Oh, non importa, Patricia cara, lascia pure stare il nostro amato Oliver…- 

“AMATO”?!?…è la fine…veramente la fine…

-…State tranquilli, non me la sono affatto presa. Anzi, per dimostrarvi che vi ho già perdonato vi ho portato un regalo!-

Perché non mi fido?!?

Dal nulla al centro della tavolata apparve una luce abbagliante che come per incanto lasciò spazio ad un fastoso cuscino in velluto rosso sul quale era posata una sfavillante mela d’oro massiccio.

 

Il primo a riprendersi dalla sorpresa fu Mercurio che attirato dallo scintillio dell’oro (deformazione professionale…) allungò la mano sul frutto incantato. Ne sembrava rapito, finché d’un tratto il suo sguardo dall’ammirato si fece terrorizzato.

Tale cambiamento non passò certo inosservato agli altri presenti che presi dalla curiosità vollero avvicinarsi per capirne il motivo.

Comunque si sa che la curiosità è donna…

Hera fu la prima ad aggirare la tavolata per avvicinarsi al “figlioccio” il quale, sbiancando terrorizzato, pensò bene di liberarsene al più presto lanciandola all’altro capo del tavolo.

Philip fu il prescelto…

-Ma che diavolo?!? Oh caz!!! Al volo, Juls!!!-

Splendido passaggio al bel Apollo, il  quale la prese al volo con una mano guadagnandosi uno sguardo ammirato dall’affascinante dea dell’amore e rassegnato dallo sfortunato marito.

Non appena però questo ebbe osservato attentamente il frutto che teneva tra le mani ebbe la medesima reazione di coloro che lo avevano preceduto, acutizzando la curiosità dei presenti.

-Dai tesoro, fa vedere anche a me…- in quel momento Venere si avvinghiò pericolosamente al giovane dio che tentò immediatamente di liberarsi dell’oggetto passandolo con un gesto secco al suo vicino di posto.

Benji se la ritrovò tra le mani senza che nemmeno se ne fosse reso conto, tuttavia gli basto una rapida occhiata per capire che doveva liberarsene al più presto, e così fece. Un gran lancio, bisogna concederglielo, un lungo rinvio degno del miglior portiere…

Dall’altro lato della tavolata Mark fu costretto a dare il meglio di sé…ottima presa…

-Hei, ma c’è scritto qualcosa!- Che sia maledetto Bruce e la sua dannata vista…

-Oliver!!!-

-Presa…- Chissà perché tutti se ne vogliono liberare come se stesse per esplodere…

Il volto del padre degli dei divenne di colpo pallido e il fiato gli si smorzò in gola…

Ecco perché…

-Grazie, è un bellissimo fermacarte farà un figurone sulla mia scrivania…- risata nervosa…magari mi credono…

-Ma non è per te nonno… guarda, c’è scritto “Alla più bella…”- Piccolo pennuto pestifero…

-CHE COSA?!?!?-

 

Come furie, a passo di marcia Hera, Venere e Atena si erano fiondate attorno al trono di Oliver e lo guardavano minacciose…

Il peggiore dei miei incubi…eppure chissà quanti uomini ignari vorrebbero trovarsi al mio posto…

 

-Su caro, perché non fai contente le signore e dai il premio alla legittima proprietaria?!?-

Maledetta Susy, se riesco a uscirne vivo stai pur certa che te lo farò ingoiare quel dannato sorrisetto…

 

-Beh…dunque…a chi la do… ambarabà ciccì coccò… ecco…sicuramente…-

ma perché capitano tutte a me…

Dunque ragioniamo…

Atena è splendida: incantevole, eterea, perfetta come una statua, elegante, affascinante e interessante, una personalità che non passa certo inosservata, forte, intelligente, colta e devota ai più alti ideali… Nei suoi occhi blu come il cielo è racchiuso tutto il sapere del mondo, ogni segreto a cui un uomo possa aspirare, ogni singola parola già pronunciata o che lo sarà mai…

Venere…al contrario,…beh…Venere è venere… splendida e irresistibile…. due preziosi smeraldi incastonati in una pelle d’avorio, due morbide labbra rosse come ciliege incorniciate da una cascata di riccioli ramati… che cos’altro c’è da dire se non che basta lanciarle una rapida occhiata per perderci completamente la testa?!?!

E infine, Hera, la passione, la forza e la sicurezza per eccellenza, il porto sicuro a cui ogni uomo vorrebbe sempre poter tornare dopo una giornata di battaglia… il fuoco di un’amante in quegli occhi nocciola, la sicurezza di una madre in quelle candide braccia e la regalità di una regina in quell’intrigante modo di camminare,…

Beh…cos’ho da pensare ancora?!?…in fondo io la mia scelta l’ho già fatta tanto tempo fa, no?!?…

 

-…Ok, allora …tien…-

-Hei, Oliver, non vorrai veramente scegliere tu?!?!?-

-…-

Che diavolo avrà in mente quel pazzo?!?!

Tom si era alzato e aveva fermato il signore degli dei un secondo prima che rivelasse la sua decisione.

-Non credete che ci sia un “minimo” di conflitto di interessi?!?! In fondo stiamo sempre parlando di sua moglie e di due sue figlie…-

Perfetto, Tom ti adoro! Sai di essere sempre stato il mio preferito, vero?!?

-In effetti…-

-E quindi che proponi? Vuoi forse scegliere tu?-

-COSA ?!?! Neanche per idea!!! Io propongo che a scegliere sia qualcuno… estraneo…qualcuno come…un umano…per esempio…-

 

 

Pochi istanti dopo e migliaia di metri più sotto…

 

 

Paride, conosciuto al villaggio come Rob, era un ragazzo semplice, energico, simpatico e gentile, non aveva molte pretese dalla vita, passava le sue giornate pascolando pecore e guardando le nuvole passare nel cielo. Quel pomeriggio non si presentava affatto diverso da ogni altro: caldo e noioso; finché d’un tratto non gli apparvero di fronte tre splendide donne che lo guardavano sorridendo e, come per incanto, tra le mani gli si materializzò una splendida mela dorata…

Dopo il primo attimo di stupore il giovane parlò, dicendo la cosa più naturale che gli passò nella mente:

-Grazie mille belle signore! A quest’ora uno sputino è proprio quel che ci vuole!-

Aprì la bocca e…

-Aspet…-

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!-

 

Quell’urlo disumano fu udito distintamente non solo su tutta la terra, ma persino in cima al monte Olimpo….

 

 

E fu così che ebbe inizio la guerra più famosa di tutta la storia…

 

 

-E guarda caso il nome…-

 

-BENJIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!-

   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: AlexVT