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Autore: purpleblow    02/10/2009    1 recensioni
"Dov'è che stai andando?" chiese improvvisamente Mail, guadagnandosi gratitudine da parte dell'altro senza saperlo. Meglio parlare con lui piuttosto che farsi paranoie. "Kyoto. Tu?" domandò a sua volta con un briciolo di interesse -altra cosa per la quale Mihael credette di essere pazzo.
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Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt, Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Runaway


Era appena salito sul treno che lo avrebbe portato a Kyoto, si era stancato del paesino in cui abitava e aveva deciso di cambiare aria, dirigendosi in una città più grande.
Mail Jeevas aveva sempre aspirato a trasferirsi in un luogo più affollato rispetto al suo sperduto paesino. Viveva lì fin dall'età di sei anni, i suoi genitori si erano trasferiti in Giappone per affari, lasciandosi alle spalle Londra: la loro città natale.
Mail non aveva mai amato vivere in quel luogo isolato da tutti e aveva atteso a lungo il giorno del suo diciottesimo compleanno per evadere da lì. Oltretutto aveva voglia di rendersi indipendente, cosa che avrebbe potuto fare solo allontanandosi dalla sua famiglia.
Quel giorno era arrivato ed era una fredda mattina dell'1 Febbraio.
Il giovane camminava lungo i vagoni, in cerca di uno scompartimento vuoto o con pochi passeggeri al suo interno; non aveva voglia di subire le ramanzine da parte dei vicini di posto sul fatto che lui fumasse, il fumo che crea malattie e bla bla bla. Lo sapeva e se fumava erano solo fatti suoi, non doveva renderne conto a nessuno, tanto meno a degli sconosciuti.
Si fermò in un piccolo scompartimento al cui interno erano presenti solamente quattro posti e che fortunatamente era del tutto vuoto per sua somma gioia. Posò il pesante zaino a terra e si sedette, sdraiando le gambe che poggiò sul sedile di fronte a sè.
La prima cosa che fece dopo essersi messo comodo fu quella di accendersi una sigaretta e abbandonarsi ai pensieri.
Finalemente era libero, ce l'aveva fatta a lasciare quell'angusto paese del cavolo ed era felice di quel nuovo inizio che avrebbe preso la sua vita. Pensava ai suoi genitori e constatò che al momento non gli mancavano affatto, dopotutto non erano mai stati molto presenti per lui.
Di amici non ne aveva, era stato sempre solo nonostante il suo carattere allegro. Era stata una sua scelta dato che i suoi compaesani erano dei ragazzini stupidi ed infantili e lui non aveva mai avuto voglia di legarsi a gente del genere. Preferiva mille volte starsene in disparte con la PSP tra le mani.
E approposito di PSP, decise di continuare la partita a Final Fantasy che aveva cominciato qualche giorno prima. Rovistò per un po' nello zaino e appena la trovò l'accese, lasciando che un sorriso si formasse sul suo volto.
Il giorno prima non era riuscito a sconfiggere Genesis, -l'ennesimo scontro con lui, era sempre in mezzo quel tipo!- ma quella volta sarebbe andata diversamente. Avrebbe portato Zack alla vittoria, ne era certo.
Mentre era intento a guidare il personaggio in direzione del boss udì il cigolio della porta dello scompartimento aprirsi e con curiosità alzò lo sguardo per vedere che individuo stesse facendo il suo ingresso.
Lo squadrò da capo a piedi, incuriosito. Per fortuna non era un vecchio, altrimenti avrebbe dovuto subirsi le solite storie tipiche degli anziani, riguardo alla loro vita passata.
Era un ragazzo che su per giù pareva avere la sue età, non era molto alto ed era snello. Aveva lunghi capelli biondi ed occhi color del ghiaccio, l'espressione annoiata che ben presto divenne infastidita dato che Mail lo stava ormai osservando da qualche secondo.
"Si può sapere cos'hai da fissarmi?" disse lui irritato, facendo rimpiangere all'altro l'anziano che sicuramente non sarebbe stato così maleducato. Non che lui fosse un tipo fine, tutt'altro! Però sicuramente non si sarebbe posto a quella maniera.
"Mah, niente in particolare." rispose per poi tornare al suo gioco, facendo l'indifferente.
Il ragazzo dai capelli biondi, dopo aver posato il suo zaino al suolo si sedette sul sedile, di fronte a Mail, che ancora con la coda dell'occhio lo guardava stando ben attento a non farsi notare.
Lo vide chinarsi ed estrarre una barretta al cioccolato, che scartò e morse immediatamente, assaporandola in tutta la sua dolcezza.
"Dev'essere buona quella roba." constatò Mail notando l'espressione estasiata sul volto dell'altro. Non aveva mai assaggiato del cioccolato dato che i suoi genitori erano sempre stati fissati col benessere e non gli avevano mai permesso di mangiare simili schifezze.
Il biondo sollevò lo sguardo incredulo, non poteva essere umano uno che non aveva mai assaggiato una squisitezza come quella.
"Mi stai forse prendendo in giro?" domandò sarcastico, quel ragazzo lo stava sicuramente prendendo in giro, era chiaro.
"Veramente no." ok, era serio, lo si capiva anche dal tono che aveva utilizzato. Restava comunque il fatto che per lui non era umano.
"Non è possibile... ma dove vivi tu?" si rese conto che stava diventando monotono, in fondo non era l'unico sulla terra ad avere dei genitori con quelle abitudini, ma nonostante ciò per lui era inconcepibile, non aveva mai avuto a che fare con nessuno del genere.
"Bah, spiegalo ai miei! Quelli sono fissati con il benessere e quella roba là." sbuffò Mail infastidito, che colpa poteva averne lui? Non nascondeva che gli sarebbe piaciuto assaggiare il cioccolato, quella tavoletta marrone gli faceva un gran gola.
"Ah, capisco. Le solite fissazioni del cazzo che hanno i genitori." esclamò comprensivo, mentre armeggiava con la barretta e ne staccò un quadratino che porse al ragazzo che aveva di fronte "Toh! Prendi.".
Solitamente il biondino era geloso della sua cioccolata, ma era rimasto talmente sconvolto dalla rivelazione dell'altro che non se l'era sentita di lasciarlo lì a domandarsi che sapore avesse quel cibo.
Mail mise in bocca il pezzetto e la sua espressione da indifferente divenne deliziata. Mentalmente aveva cominciato a mandare accidenti vari alla sua famiglia per averlo privato di tale bontà per anni.
"È davvero buona. Ti ringrazio..." lasciò in sospeso la frase, rendendosi conto di non conoscere ancora il nome del suo compagno di viaggio, che capì la perplessità del ragazzo.
"Mihael. Mi chiamo Mihael Keehl. Ritieniti fortunato, solitamente non cedo a nessuno il mio cioccolato." disse per mettere subito in chiaro che non gli avrebbe offerto un altro quadratino.
"Il mio nome è Mail Jeevas." rispose, cambiando idea sul conto di Mihael. L'aveva giudicato male, non era poi così male in fondo e aveva cominciato a suscitargli un certo interesse, così cercò di prolungare quella conversazione "Dunque neppure tu sei giapponese...".
"No, ma è come se lo fossi. Ci vivo da anni." rispose un po' seccato, non aveva molta voglia di parlare, soprattutto se riguardava se stesso.
Mail si rese conto della nota indispettita nella voce del ragazzo, così decise di porre fine alla conversazione. Non voleva farlo arrabbiare, così si rimise a giocare con la PSP, un po' deluso.
Mihael volse lo sguardo al finestrino, gli piaceva osservare il paesaggio fuori che era del tutto nuovo per lui, abituato alla sua città. Cercava di rilassarsi e pensare a dove sarebbe andato una volta sceso alla stazione di Kyoto, ma venne interrotto dal fastidioso ticchettio dei tasti della consolle portatile di Mail.
Infastidito si voltò per guardarlo male, ma poi il gioco gli mise curiosità. Lui non si era mai interessato ai videogames e osservando l'espressione concentrata e sorridente dell'altro constatò che doveva essere divertente.
Si sporse verso di lui, cercando di guardare lo schermo e chiedendosi cosa dovesse fare il personaggio del gioco.
"È divertente?" chiese con curiosità che non sfuggì all'altro, felice di poter cominciare una nuova conversazione con il suo compagno di viaggio. Lo guardò sorridente e gli porse la consolle -non prima di aver salvato la partita.
"Giudica tu!" esclamò ilare, mentre il biondo cercava di capire che cosa dovesse fare, stando ben attento alle istruizioni che gli stava dando Mail. Non gli sembrava difficile, ma per uno che non era abituato non era semplice memorizzare tutti i tasti.
Cominciò a muovere Zack senza dargli una meta precisa, finchè non dovette affrontare un soldato di Wutai che gli si parò davanti. Ancora non gli aveva spiegato come si combatteva!
"Usa Firaga! No. Devi premere R! No, quello è X! No... stai sbagliando." Mail continuava insistente a dirgli che cosa doveva fare senza che Mihael ci capisse nulla, stava per perdere la pazienza.
"Ma vuoi stare zitto?! Non ci capisco nulla." sbottò all'improvviso, facendo zittire immediatamente l'altro e lanciandogli la consolle. Si era già stancato di quell'assurdo giochino.
Mail a quel punto spense la PSP dato che gli era passata la voglia di giocare e si accese una sigaretta, offeso dal comportamento dell'altro. Gli aveva dato solo dei consigli e lui l'aveva trattato così. Non che dovesse importargli qualcosa, in fondo era una ragazzo che aveva appena conosciuto, però un po' c'era rimasto male ugualmente.
"Uhm, senti scusa. Ok?" Mihael si era reso conto di aver esagerato e si scusò, mettendo da parte l'orgoglio, nonostante gli costasse parecchio farlo. Era sempre stato un suo problema quello di essere troppo orgoglioso e infatti non capiva per quale motivo si era abbassato tanto per quel Mail, non se lo spiegava proprio.
Quando poi l'altro accetto le sue scuse e sentì dentro di sè un certo sollievo, credette di essere impazzito del tutto.
Perchè doveva sentirsi sollevato? Non ci capiva più niente.
"Dov'è che stai andando?" chiese improvvisamente Mail, guadagnandosi gratitudine da parte dell'altro senza saperlo. Meglio parlare con lui piuttosto che farsi paranoie.
"Kyoto. Tu?" domandò a sua volta con un briciolo di interesse -altra cosa per la quale Mihael credette di essere pazzo.
"Anche io scendo lì. Dunque presto sarà la nostra fermata." disse il rossino lievemente dispiaciuto. Nonostante il brutto carattere del ragazzo appena conosciuto, gli dispiaceva separarsi da lui così presto.
Il biondo guardò fuori dal finestrino e vide in lontananza la stazione, così decise di avviarsi alle porte, seguito da Mail. Attesero in silenzio che il treno si fermasse e scesero.
Mail si voltò in direzione del ragazzo, porgendogli la mano sorridente.
"Beh, allora ciao!" sperava con tutto se stesso di poterlo incontrare di nuovo da qualche parte, sentiva che se avessero avuto modo di conoscersi meglio sarebbero andati d'accordo.
"Ciao." rispose Mihael guardandolo negli occhi, poi se ne andò lasciandosi il ragazzo alle spalle. Un piccolo sorriso comparve sul suo volto, pensò che dopotutto non era male quel tipo e aveva la strana sensazione che non se lo sarebbe tolto di torno tanto presto. Era un po' fastidioso, ma sopportabile.
Era sicuro che lo avrebbe incontrato nuovamente, non sapeva quando, ma sarebbe accaduto.
Erano bastate le poche parole che si erano scambiati per far sì che nascesse qualcosa fra loro due: un interesse reciproco. Entrmabi nello stesso momento pensavano che gli sarebbe piaciuto avere avuto più tempo per chiacchierare e scorprire un po' più sull'latro. Ma forse, in futuro ne avrebbero avuta l'occasione.

[Fine.]
   
 
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