PIOGGIA
Corre.
Corre
veloce sotto la pioggia che inesorabile
picchietta ovunque, creando disagi e rallentamenti.
Lei
non può certo aspettare che il tempo si
decida ad essere clemente con gli abitanti della grande metropoli.
L’unica
cosa che veramente le importa è
riuscire ad arrivare in tempo, provare a rimediare all’errore
che solo ora
capisce quanto sia stato stupido ed egoistico. Finalmente lei lo ha
compreso, ora
sa quello che deve fare e non saranno certo due gocce di pioggia a
impedirle il
compito.
Non
ha nemmeno preso l’ombrello per evitare
almeno un poco quell’acquazzone che da ore imperversa sulla
città; l’unica cosa
che realmente le interessa è … correre.
Correre
da lui.
Lui
… la sua unica ragione di vita in quel
momento.
La
pioggia continua a bagnarla da capo a
piedi. Ora è completamente zuppa, ogni più
piccola parte del suo corpo è
intrisa da quell’acqua così preziosa ma anche
così fastidiosa.
Si
porta una mano alla fronte per poter
scansare alcuni ciuffi di capelli che impenitenti continuano ad
attaccarsi ai
suoi occhi scuri.
Adora
i suoi splendidi capelli corvini, ma in
quel momento li taglierebbe volentieri, per poter vedere meglio la
strada che
sta percorrendo.
Sa
perfettamente che il problema non sono i
capelli in sé; se la sta solo prendendo con qualcosa che non
sia se stessa,
cerca inutilmente di dare la colpa ad un qualcuno diverso da lei.
Ecco
il motivo che quel momento le fa odiare
i suoi capelli.
Quegli
stessi capelli che lui adora come
nient’altro al mondo, quelle stesse ciocche con cui lui
giocava non appena ne aveva
il tempo. Lui che le ha dichiarato il suo amore e che lei prontamente
ha rifiutato
…
Ora
nemmeno comprende il perché.
Forse
è stata semplicemente paura. Forse
egoismo. Forse, la sola idea di poter condividere qualcosa di
così grande con
qualcun altro, l’ha spaventata e questo l’ha
portata a rifiutare quella persona
che le è stata sempre accanto.
Lui
che con pazienza l’ha sempre aiutata.
Lui
che ha pensato di odiare ma che solo ora
ha compreso di amare più di qualsiasi altra cosa al mondo.
La
lontananza da lui è servita in qualche
modo a farle comprendere ciò che nel suo cuore era
già chiaro, da anni oramai.
Lei
continua a correre sotto lo scrosciare
indomito della pioggia. Sa di essere vicina alla meta, sa che tra pochi
istanti
vedrà nuovamente il suo viso e questa volta finalmente
riuscirà a guardarlo
negli occhi e dirgli tutto.
L’uniforme
scolastica è oramai attaccata al
suo corpo e in qualche modo impedisce i suoi movimenti, rallenta
lievemente la corsa.
Perfino
questo la fa infuriare.
Ogni
cosa che possa allontanarla per altri
istanti dalla persona che ora sa di amare, la rende rabbiosa.
Ha
aspettato anche troppo per rendersi conto
di quello che prova, ha atteso giorni, settimane, mesi,
finché il senso di
oppressione e malumore che lentamente si è formato nel suo
cuore ha preso un
nome, un’identità: solitudine.
Sì,
la solitudine per non averlo avuto accanto
ogni momento della giornata. Solo allora ha compreso anche il resto dei
suoi
sentimenti.
È
stata una vera stupida.
Ora
però può rimediare, deve rimediare, e
porre ammenda a tutti i suoi errori. Sa che ne è in grado e
ha intenzione di
farlo.
Finalmente
si ferma: è arrivata.
La
pioggia continua incessante a imperversare
sulla città, le gocce continuano a bagnarle il corpo ma a
lei non importa. Non
ora.
I
capelli umidi sono attaccati al suo viso,
quasi a volerlo contornare per poter meglio mettere in risalto i suoi
grandi
occhi, il petto si alza e si abbassa al ritmo del suo respiro
affannato. La
corsa è riuscita in qualche modo a sfinirla.
Adesso
però nella sua mente c’è solo un
pensiero: raggiungere il suo obiettivo.
Con
gli occhi setaccia la strada nella
speranza di vederlo arrivare, conosce i suoi orari di lavoro e sa bene
che di
lì a poco sarebbe rincasato.
Le
sue previsioni come sempre sono azzeccate:
ecco, lo vede arrivare da lontano. Lo riconosce immediatamente: quella
sua
camminata, quel suo modo di atteggiarsi … solo lui
è in grado di essere così.
Unico.
Si
avvicina lentamente alla porta d’ingresso
del suo appartamento e aspetta che lui la raggiunga.
Non
appena le è vicino, parla.
-Yui
finalmente, devo parlarti, ti prego-
E’
la prima volta che prega qualcuno per
poter fare qualcosa, il suo carattere forte ed orgoglioso glielo ha
sempre
impedito.
-Rei,
cosa ci fai qui? Ma sei completamente
bagnata, così ti prenderai un raffreddore!-
E’
sempre il solito, premuroso e gentile
proprio come se lo ricordava. Un sorriso compare per la prima volta,
dopo tante
ore, sul suo viso.
-Lascia
stare Yui, non è il momento. Ho solo
bisogno di parlarti un poco, puoi concedermi il tuo tempo?-
I
suoi occhi si riempiono di lacrime, non ne capisce
bene il motivo ma le sue emozioni in quel momento stanno prendendo il
sopravvento.
Leggere
gocce salate vanno a mischiarsi con
quelle che il temporale porta con sé.
-Rei,
non credo sia il momento, magari ci
possiamo vedere un altro giorno, che ne dici?-
Il
suo fare così imbarazzato e circospetto la
mette un poco a disagio.
-No,
non posso aspettare, tu devi sapere
adesso-
Lei
prende le mani di lui e le stringe tra le
proprie, e punta i suoi occhi contro i suoi: perché sa bene
che di fronte a
quello sguardo lui non sarebbe mai in grado di rifiutare.
Lui
si divincola dalla presa e distoglie lo
sguardo .
C’è
qualcosa che non va nel suo
comportamento, qualcosa deve essere successo.
-Yui,
è successo qualcosa, vero? Ti prego
guardami e dimmi quello che ti sta accadendo-
Lui
di tutta risposta non si muove.
-Yui
tesoro, ti ho fatto aspettare?-
Una
voce femminile arriva alle loro spalle.
Una
giovane donna, bionda e sorridente si
avvicina al giovane e lo bacia su una guancia.
Una
sensazione di vuoto e di smarrimento si
impossessa del cuore di lei.
Sente
quasi mancarle la terra da sotto i
piedi, è come se il suo cuore avesse smesso di battere per
alcuni secondi per
poi riprendere … ma senza più
vitalità.
E’
come se il suo continuo ticchettare sia dettato
dalla legge della natura, che impone a quel muscolo di continuare a
pulsare per
poter far si che quel corpo continui la sua vita, ma oramai per lei non
ha più
senso chiamare la sua esistenza vita: è stata privata della
cosa che più la fa
vivere: l’amore.
-Rei,
posso spiegare … -
Non
vuole nemmeno ascoltare le sue parole.
Non ora. Vuole solo scappare, stare da sola. Vuole solo chiudersi nella
sua
camera e non uscirne mai più.
Corre.
Corre
nuovamente, ma questa volta lontano da
lui, lontano dalla sola ragione che fino a pochi minuti prima
l’ha spinta ad
affrontare un tempo del genere per poterlo raggiungere e rivelargli i
suoi
sentimenti.
La
pioggia inesorabile continua a bagnarla,
ma questa volta … è pesante, la sente imporsi su
di sé.
E’
come se ogni goccia che bagna il suo corpo
pesi un quintale. Ogni colpo che riceve dal picchiettare lento di quel
fenomeno
arriva diretto al suo cuore, che lentamente si scompone
in piccoli pezzi.
Lui
adesso è di un'altra.
Lui
ora sta cercando di rifarsi una nuova
vita.
Lui
… ora non può più essere suo.
Corre.
Corre
nuovamente lontano da tutto e da tutti.
La folla di gente che lentamente sta tornando a casa la infastidisce e
la
evitava più che può.
Corre
a per di fiato, questa volta però
ringrazia la pioggia che lentamente le sta bagnando le guance: non ama
sentire
la debolezza delle lacrime.
Piangere
è da deboli, e lei … lei non lo è.
O
forse lo spera.
Vuole
solo scomparire, scomparire dalla
Terra. Vuole solo poter scivolare via, proprio come quelle gocce
d’acqua che
lentamente stanno percorrendo il suo corpo, fino a scivolare sul
selciato che
sta calpestando frettolosamente.
Improvvisamente
il suo braccio viene bloccato
da una presa forte e possente.
Si
gira di scatto e vede nuovamente il suo
viso, il viso di quel ragazzo che tanto ama e che non può
più essere suo.
Anche lui è bagnato, zuppo da capo a piedi. Deve averla
seguita correndo anche
lui sotto quel nubifragio.
-Perché
sei corsa via? Non mi hai lasciato il
tempo di spiegare-
Lei
ride amaramente: beh, c’è poco da
spiegare.
-Mi
pareva chiara la scena, ho pensato che
forse era meglio levarsi dai piedi. Non volevo disturbare-
Si
volta nuovamente e tenta di correre via,
ma la presa salda non le lascia alcuna possibilità di fuga.
-Cosa
volevi dirmi? Questa volta voglio
ascoltarti-
-Nulla
di importante- le lacrime continuano a
scorrerle lungo le gote arrossate per la corsa.
-Non
è vero, ho visto il tuo sguardo
preoccupato e apprensivo. So che vogliono dire quegli occhi. Tu non
puoi
mentirmi-
Lei
lo guarda nuovamente nelle iridi, la
stanchezza di poche ore la pervade e non riesce nemmeno più
a mentire.
-Si,
vero, volevo dirti una cosa importante.
Credo, però, che ora non abbia più senso farlo-
Si
divincola nuovamente dalla presa e tenta
la fuga, ma anche questa volta l’impresa fallisce.
-Non
credo, voglio saperlo, Rei. Ho il
diritto di saperlo.-
Un
nuovo sorriso amaro compare sul viso di
lei.
-Vuoi
veramente saperlo?- Fa una pausa,
incrociando gli occhi di lui. Poi prosegue. -Sappi che ero venuta a
dirti che
mi sono sbagliata. Ho commesso un errore grandissimo alcuni mesi fa
quando ti
ho mandato via dalla mia vita. Ero venuta a dirti che io ho compreso
finalmente
che la mia vita senza di te non ha molo senso, che io … io
ti amo-
Finalmente
è riuscita a dirlo, non sa se sia
stato un bene o un male, ma il peso che da ore porta sul cuore si
è come
dissolto all’improvviso, e finalmente riesce a sentirsi
nuovamente se stessa.
Lui
non riesce a rispondere, le parole di lei
lo hanno spiazzato e confuso. Ha atteso per anni quella sua
dichiarazione ed
ora …
Lei
si sente stringere nuovamente il braccio
e, come se una forza più potente la attirasse verso di lui,
si ritrova
incollata al suo torace.
Lui
le prende il viso tra le mani e la bacia.
Gli
occhi di lei si sgranano, ma non riesce
ad opporre resistenza. La felicità che prova in questo
momento non la
baratterebbe per nulla al mondo.
-Ti
amo, Rei-
Poche
parole, eppure capaci di far esplodere
nel cuore una gioia che lei ormai aveva creduto di non poter
più provare.
-Ma
l’altra ragazza? Non è la tua fidanzata?-
Lui
scoppia in una risata cristallina e
sincera.
-Rei,
sei sempre la solita. Subito corri a
conclusioni affrettate. Lei è solo un’amica che mi
ha aiutato nel trasloco, e
poi siamo rimasti in contatto-
-Ma
ti ha chiamato tesoro!-
-Lo
so, ma è un nostro modo per scherzare. Ci
siamo sempre chiamati così, è un modo che solo
noi due capiamo. Lei è
fidanzatissima da anni. -
Lei
è più confusa che mai, non capisce più
niente di quello che sta succedendo.
Ha
solo una certezza nel cuore: lui le ha
detto di amarla. Ed è questo ciò che conta.
L’unica cosa che conta realmente.
Sorride
raggiante e per una volta nella sua
vita lascia che l’istinto la guidi e bacia il suo amore.
La
pioggia incessante continua a bagnare i
due giovani corpi che uniti si stanno scambiando la loro promessa
d’amore.
Nessuno
dei due se ne preoccupa.
E’
come se delle piccole gocce di felicità
toccassero i loro corpi donando loro una nuova e potente linfa vitale.
Eccomi
qui con una nuova e
folle idea partorita in momenti di pieno studio per gli esami.
Finalmente
finiti voglio
festeggiare con voi questo miracoloso evento e pubblico questa piccola
shot.
Sarà
stata la pioggia delle
settimane passate a farmi probabilmente venire l’idea, fatto
sta che questo è
il risultato, spero davvero che vi piaccia e che possiate apprezzarla.
Fatemi
sapere che ne pensate,
grazie in anticipo a tutti coloro che leggeranno e che commenteranno.
Ringrazio
di cuore Luisina per
avermi sopportata e aver corretto con pazienza le mie virgole e punti e
doppi
punti XD XD Grazie!
Bacioni
a tutti e a presto