Bleeding Life
« Ehi mamma guarda quante margherite che ci sono
qui! » disse la bambina
con le treccine inginocchiata sul prato di quella meravigliosa foresta, dove
quel giorno di primavera la sua mamma l’aveva portata a farci un giro, ma la
mamma non rispose, la bimba alzò la testa per dare spiegazione a quel silenzio
inaspettato. Quello che gli si parò davanti fu un’immagine agghiacciante per i
suoi giovani occhi: la mamma giaceva inerme sull’erba e una pozza rossa
iniziava ad allagarsi sotto di lei. La Katy bambina non riuscì ad urlare ma
lasciò cadere copiose lacrime sul viso.
« Mamma… » esalò.
Dall’alto con un salto, atterrò sul prato una
figura possente e austera pronta a macchiarsi di un altro orrendo crimine. La
giovane Katy senza perdere un attimo di più iniziò a correre più veloce di
quanto le permettevano le sue gambe. Ma era ridicolo poter anche solo pensare
di riuscire a scappare da una creatura veloce come il vento, la sagoma correva
tra gli alberi facendo risuonare la sua risata divertita. La bambina intenta a
capire dove si nascondeva la creatura inciampò in una radice che fuoriusciva
dal terreno sbucciandosi gomiti e
ginocchia, i suoi occhi caddero proprio su una pietra affilata davanti a lei e
la sua mente lavorò veloce pronta a salvarla da quella trappola mortale. La
sagoma atterrò come prima sul prato e si chinò su di lei per poterla osservare
a dovere. Mentre la pietra affondava la sua punta nella carne dello stomaco
dell'assassino, quest'ultimo chiuse la bocca su un lembo del collo della
piccola Katy, consapevole di aver dato inizio ad una nuova vita per la bimba. Il
dolore non fu così lacerante come si aspettava, forse era la vendetta concessale
che era riuscita ad attutire il dolore.
Quando la polizia accertò la morte della madre,
Katy fu affidata a una famiglia dove, per oltre dieci anni, fu costretta a subire le ingiustizie del
grosso fratellastro e dei suoi genitori adottivi, le quali erano persone
tutt’altro che ospitali e benevole. Fu all’età di quindici anni, quando
comprese davvero ciò che era e di quel che il suo corpo aveva bisogno, li
uccise lasciandoli annegare nel loro sangue e anche dall’ultima espressione
dipinta sui loro volti si poteva cogliere il loro disprezzo per una ragazza che
era certamente diversa da tutte le altre. Quell’omicidio fu il primo di una
lunga serie che sembrava non finire mai, certe volte rammentava come era stato
essere una bambina normale, osservando negli anni il suo essere mutare,
rendendola fiera di ciò che ora era diventata. Per un anno continuò a stroncare
vite senza sosta sperimentando i suoi poteri e spingendosi oltre ogni limite.
Presto si rese conto che non poteva continuare in
quel modo, decise quindi di iscriversi a uno degli infiniti college che la
città di Londra offriva, uccidere le nuove matricole sarebbe stato decisamente
più divertente. Passò i primi mesi cercando di ambientarsi, alla continua
ricerca della sua prima vittima, aveva deciso di sfruttare quell’anno lavorando su una persona scelta cercando di
trarne poi più divertimento possibile.
Aveva scelto una ragazza -le era sempre piaciuto
di più il sapore delle ragazze rispetto a quello degli uomini, era decisamente
più appagante- dai capelli lunghi il cui nome era Miley, emanava uno degli
odori più eccitanti mai incontrati nella sua vita da vampiro. Giravano certe
voci, alcune belle altre decisamente strane, su questa ragazza in quel college:
era una delle studentesse più brillanti che la scuola avesse mai conosciuto ma
non gli importava parecchio degli studi, effettivamente nessuno era mai riuscito a comprendere bene
cosa potesse attrarre l’attenzione di quella bellissima ragazza, sembrava che
tutto le desse una certa noia e inoltre la si vedeva spesso sia con donne che
con uomini e non ne aveva alcuna vergogna, ma i suoi erano solo giochi o storie
da una notte o poco più. Era anche questo che in particolar modo attirava
l’attenzione di Katy l’aria di maestosità che creava intorno a se ed era per
questo che per lei aveva in mente un piano speciale.
***
Il cielo era illuminato dalla luna, parzialmente
oscurata dalle nuvole grigie che dominavano la notte, mentre scesero dal taxi
Miley la prese per mano trascinandola verso la porta con fretta, le prese le
labbra fra le proprie dicendogli : « Ehi questa volta sarò cattiva…
»
« Più dell’ultima volta? » pronunciò Katy con
voce tenebrosa, mentre faceva scattare la serratura.
« Ooh vedrai…» proferì
Miley mordendogli energicamente le labbra entrando in casa, Katy pensò alla
bizzarra situazione in cui si trovava ancora una volta…
Nel corridoio cupo e stretto, dove si trovavano,
Katy le mise le mani sulla vita per poi sbatterla violentemente contro l’enorme
specchio, attaccato al muro, tanto da creare pesanti crepe su di esso che gli
restituì alcuna immagine. Miley emise un forte gemito, partitogli dalla gola, a
causa del forte colpo che stranamente invece che allarmarla la fece infiammare
ancor di più.
Le maglie di entrambe finirono per ricoprire il
polveroso pavimento di legno, le mani di Katy, invece, finirono sulle cosce
dell’altra per sollevarla di peso e farla appoggiare su un mobile, mentre le
catturava le labbra sentiva il respiro di Miley, che si faceva sempre più
affannoso, scaldargli il viso. Katy si avvicinò con la bocca al collo della
riccia sfiorò con i denti la pelle ambrata, che emetteva un profumo sublime e
il suo naturale istinto si fece sentire più ardentemente dal fondo del palato.
Doveva resistere ancora per poco. Le prese in bocca un lembo di pelle tirando,
Miley, che era infuocata poiché le mani e la bocca di Katy le stavano
provocando quell’effetto innaturale, inarcandosi tirò la mora verso sé per trarne
maggiore piacere. Ogni briciola dell’autocontrollo di Katy stava per
frantumarsi ma se si sarebbe arresa adesso il suo lavoro sarebbe stato vano,
voleva vederla all’apice del piacere, voleva sentirle gridare il suo nome come
conferma dell’ottimo operato di quella sera a quel punto sarebbe stato un
godimento infilare i denti nella sua carne. Le infilò le mani nei capelli,
tanto da portargli la testa leggermente chinata all’ indietro, poggiata contro
il muro, con la lingua percorse la via dallo sterno al mento della riccia che
si aggrappò agli spigoli laterali di quel malconcio mobile tanto fu eccitante
quel gesto. Fu proprio in quell’istante che tra i gemiti uscì il nome di Katy
dalle calde labbra di Miley.
Sorridendo nella penombra Katy sapeva che era arrivato
il momento di concludere i giochi, le prese il viso tra le mani e poggiò le sue
labbra su quelle dell’altra come se fosse un marchio impresso su di lei che
nessuno poteva togliere, la guardò negli occhi colmi d’eccitazione e le donò un
sorriso perverso. Scese lentamente fino al collo, respirando intensamente il
suo profumo, le portò una mano sul viso aprendo la bocca per poi chiuderla
decisamente sulla tenera carne della ragazza. Il sangue scarlatto, che
contrastava sulla pelle ambrata, prese a scendere ininterrottamente deliziando
il palato del vampiro che non aveva mai incontrato sangue così dolce e
appagante, quella era stata ,senza dubbio, la caccia più eccitante mai fatta in
vita sua. Miley sgranò gli occhi urlando, sentendo un dolore lacerante che
proveniva dalla base del collo, mai come allora si convinse che la ragazza che
le stava procurando quella sofferenza fosse differente dal resto del mondo.
Katy non riusciva a staccarsi dall’ormai inerte
corpo di Miley poiché il suo sapore era stato così stimolante che le aveva
provocato l’effetto di un tossicodipendente con la sua droga preferita.
Finalmente dopo minuti si alzò e guardò quegli occhi adesso spenti e vuoti, che
poco prima erano pieni di fuoco.
***
Ripercorrendo quel vialetto che prima le aveva
viste insieme Katy rammentò quegli ultimi tre mesi, che aveva trascorso a
studiare bene la sua vittima. Doveva ammettere che, diamine, quella ragazza ci aveva
saputo fare: ogni notte iniziava in modo ordinario e banale come, ad esempio
una cena, per poi concludersi tra le lenzuola, inevitabilmente. Ma per lei nessun
rimpianto, anche se non sarebbe riuscita
a trovarne un’altra dal sangue così appagante e dalle curve così sensuali, ne
era certa.
Note: mi dispiace che non sia venuta fuori come volevo. Avviso che non è stata betata.