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Autore: HonoSamurai    07/10/2009    2 recensioni
- Su, Kiku, aprì gli occhi - Gli sussurrò scuotendolo appena, inginocchiandosi tra le macerie per tenerlo meglio sulle gambe. Nihon non diede alcun segno di vita. Yao tentò nuovamente di svegliarlo scuotendolo più forte: - KIKU APRI GLI OCCHI!-
Genere: Romantico, Triste, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: China (Yao Wang), Giappone (Kiku Honda)
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forse non sarei come sono adesso

Forse non sarei come sono adesso
forse non avrei questa forza addosso
forse non saprei neanche fare un passo
forse crollerei scivolando in basso
invece tu sei qui e mi hai dato tutto questo
e invece tu sei qui mi hai rimesso al proprio posto
i più piccoli pezzi della mia esistenza componendoli
dando loro una coerenza

Kiku prese una cartuccia, una delle ultime, dalla cintura che gli stringeva la vita ed in parte celata dalla giacca bianca dell’uniforme che indossava, caricò il fucile che teneva appoggiato ad una spalla e sospirò, anche Germania era caduto, ora era rimasto solo..

America continuava ad inseguirlo e di giorno in giorno guadagnava terreno, ma lui non poteva arrendersi.

Questo mai!

Cina gli aveva insegnato che non ci si doveva mai arrendere e lui doveva rispettare tale insegnamento.

Doveva rendere onore a sé stesso.

Doveva rendere onore all’Asia.

Doveva rendere onore a suo fratello.

Avevano litigato, questo si, ma rimaneva sempre suo fratello e lui, nel suo cuore, gli voleva un gran bene.

Sapeva che Wang non lo voleva lasciare andare perché lo riteneva ancora un bambino, ma lui voleva dimostrargli che era forte e che poteva anche cavarsela da solo se voleva, di sicuro non era sua intenzione smettere di volergli bene, il suo cambio di casa non stava a significare che aveva cambiato cuore, anzi la lontananza dalla sua famiglia, da suo oni-san l’aveva spinto a comprendere quanto fosse importante per lui..gli mancava.

Gli mancava in un modo incredibile.

Il suo oni-san gli aveva insegnato tutto ciò che sapeva…

Gli aveva fatto vedere come scrivere,

gli aveva spiegato come parlare,

l’aveva istruito sugli stili di combattimento,

gli aveva spiegato come funzionava il mondo,

l’aveva portato a crearsi una sua personalità ed un suo modo di essere,

gli aveva insegnato a credere in sé stesso ed a non cedere mai.

Kiku uscì dal suo nascondiglio sparando contro un soldato americano che si era avvicinato troppo, uno alla volta li avrebbe presi tutti, non importava quando ci avrebbe impiegato lui aveva tutto il tempo che voleva.

L’oni-san gli aveva sempre detto che occorreva avere pazienza, che il nemico avrebbe sempre fatto un errore che l’avrebbe portato ad essere battuto.

L’oni-san non gli aveva MAI mentito e per questo credeva nelle sue parole.

Avrebbe aspettato.


come è bello il mondo insieme a te
mi sembra impossibile che tutto ciò che vedo c'è
da sempre solo che io non sapevo come fare
per guardare ciò che tu mi fai vedere
come è grande il mondo insieme a te
è come rinascere e vedere finalmente che
rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose
se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me

Improvvisamente al suo suono giunse un rumore simile ad un fischio.

Una bomba?

Si..ormai ne riconosceva il suono.

Doveva individuarla e, se vicina, spostarsi dalla sua traiettoria.

Volse nere iridi al cielo e la vide, sentì una scossa di terrore salirgli lungo la schiena per poi invadere tutto il corpo.

Aveva capito benissimo.

Non si sarebbe salvato neanche correndo con tutta la forza che aveva in corpo.

Era la fine.

L’oni-san diceva sempre che quando ti accorgevi che il tuo momento era arrivato non dovevi cercare a tutti i costi di evitarlo, se ciò era impossibile, ma dovevi affrontare dignitosamente anche la morte.

Kiku accennò un sorriso triste aprendo le braccia, tenendo il capo alto verso il cielo.

America era una persona cattiva.

America era una persona che non gli piaceva.

America era una persona maleducata.

Non si sarebbe mai inchinato a lui.

Sarebbe morto a testa alta proprio come aveva vissuto fino a quel momento.

Gli dispiaceva soltanto di non poter rivedere i suoi amici

Gli dispiaceva perché non avrebbe più giocato con i suoi fratellini.

Gli dispiaceva perché non avrebbe più sentito la voce del suo fratellone.

“Non è un posto un po’ pericoloso dove nascere?”

Vide la bomba cadere poco distante.

Vide una luce fortissima e poi sentì caldo al viso, un fortissimo calore che divenne così insopportabile da farlo gridare, ma non udiva la sua voce, perché la sua voce era coperta dal suono ancora più forte della bomba appena caduta.

Era il 16 Agosto del 1945 ed il sole era sorto da poco.


forse non avrei mai trovato un posto
forse non potrei regalarti un gesto
forse non saprei neanche cosa è giusto
forse non sarei neanche più rimasto
invece tu sei qui sei arrivata per restare
invece tu sei qui non per prendere o lasciare
ma per rendermi ogni giorno un po' migliore
insegnandomi la semplicità di amare

Wang scavava tra le macerie di un tempo che quella era la casa di Kiku: spostava i sassi a mani nude senza curarsi delle ferite che già gli avevano macchiato la pelle di sangue.

Voleva trovare quell’idiota di suo fratello e prenderlo a schiaffi!

Ma come gli era saltato in mente di mettersi contro America?

Aveva usato il cervello quando si era alleato con quel bell’imbusto di Germania e quella cosa strana che prendeva il nome di Italia?

Molto probabilmente no.

Doveva anche ricordarsi di uccidere America per come aveva trattato il suo fratellino: solo lui, ed era da sottolineare lui, poteva picchiare suo fratello o arrecare un qualsiasi danno fisico o psicologico alla sua persona.

Come cavolo gli era venuto in mente a quel minorato mentale di Alfred di buttare una bomba atomica sul Giappone!

Era proprio vero che i fratelli minori non era presenti al momento della distribuzione dei cervelli..

Tolse alcune pietre piuttosto grosse e lo vide: coperto ancora da diverse pietre, sporco di sangue e di terra, bruciato e pallido, ma quel lieve abbassarsi dell’esile petto indicava che era ancora vivo:

- KIKU!-

Gridò disperato Wang tradendo così la sua fama di persona cattiva e piuttosto inflessibile, il fratello minore non gli rispose.

Cina riuscì in un brevissimo tempo a togliere tutte le pietre ed arrivare così a Nihon, ne prese il corpo martoriato tra le braccia riuscendo, soltanto dal colore ormai completamente rosso dell’uniforme solitamente bianca, a constatare i danni sul corpo del fratello: disastrosi.

Gli accarezzò una guancia tentando di svegliarlo:

- Su, Kiku, aprì gli occhi -

Gli sussurrò scuotendolo appena, inginocchiandosi tra le macerie per tenerlo meglio sulle gambe.

Nihon non diede alcun segno di vita.

Yao tentò nuovamente di svegliarlo scuotendolo più forte:

- KIKU APRI GLI OCCHI!-

Urlò sperando di essere così udito dal giapponese, la sua voce si espanse nel mortale silenzio che li circondava perdendosi nell’eco che numerose volte ripetè la medesima frase in uno scandire quasi lugubre.

Alcune lacrime caddero dagli occhi del cinese cadendo sul volto privo ormai di colore di Kiku pulendolo così dal sangue e dalla terra, Wang passò una carezza nei capelli incrostati e sudati del minore in una carezza amorevole:

- Kiku..apri..gli occhi..non sono più arrabbiato con te-

Mormorò chinandosi su di lui, ma posandogli una carezza sulla pelle gelida capì che era troppo tardi.

Kiku era morto.

Suo fratello non c’era più.

Cina accarezzò il viso del fratello per pulirlo dallo sporco, scosse il capo mentre nuove lacrime cadevano dai suoi occhi nel vedere che sul volto ormai sbiancato di Kiku c’era disegnato il solito timido sorriso.


come è bello il mondo insieme a te mi sembra impossibile
che tutto ciò che vedo c'è da sempre solo che
io non sapevo come fare per guardare ciò che tu
mi fai vedere come è grande il mondo insieme a te
è come rinascere e vedere finalmente che
rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose
se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me

 

- Ormai è morto, andiamo Wang..torniamo alla base -

Cina sentì la voce di America alle sue spalle e avvertì una forte ira montargli dentro, chiuse la mano sulla spada di Kiku abbandonata poco distante e di colpo si voltò scagliandosi contro Alfred con tutta l’intenzione di ucciderlo.

Voleva vendicare suo fratello.

Perché era SUO fratello, non di altri!

Forse quegli occidentali non avevano ben compreso che tutti coloro che rientravano nell’Asia erano SUOI e nessuno aveva il diritto di toccarli senza un suo espresso permesso!

Corse verso America senza osservare le sue regole.

Senza pensare che poteva avere una pistola.

Alfred alzò la sua revolver e appena Cina fu a tirò gli sparò un colpo dritto al cuore.

Wang cadde a terra, la spada gli cadde di mano rotolando vicino ai piedi del biondo che lo fissò per qualche istante prima di andarsene senza più voltarsi.

Il cinese sentiva le forze lentamente dissiparsi nel suo corpo senza più tornare, il suo cuore si stava fermando.

Tossì del sangue, mentre con enorme fatica strisciò per quel metro che lo divideva dal fratello.

Lo raggiunse e lo abbracciò stringendolo a sé:

- Sei a casa Kiku, sei a c..-

Chiuse gli occhi e l’ultime parole non vennero mai pronunciate dalle sue labbra ormai serrate dal gelo.

come è grande il mondo insieme a te
è come rinascere e vedere finalmente che
rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose
se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me

 

- Wan-chan, Wan-chan!-

Un ragazzino dai corti capelli neri e vestito con uno yukata blu cercava di stare dietro ad un altro vestito da un abito rosso dal collo cinese e con un paio di pantaloni neri a sbuffo e con i lunghi capelli corvini:

- Kiku, non sto andando veloce! Io li voglio vedere dall’inizio i fuochi d’artificio!-

Lo ammoni il ragazzino vestito di rosso per riprendere a correre verso la collina tirandosi dietro il povero Kiku incapace di stare dietro all’andatura veloce del fratello.

Quando arrivarono sulla collinetta già i primi fuochi d’artificio erano stati esplosi nello scuro cielo stellato estivo,  il ragazzino con lo yukata si sedette a terra in ginocchio abbassando la testa:

- Perdonami, Wan-chan..-

Wang sorrise sedendosi accanto a Kiku, cingendolo a sé per le spalle e stringendolo:

- Non importa, il prossimo anno partiremo prima..-

Nihon con aria colpevole tenne lo sguardo basso, Yao gli scompigliò i capelli con la mano che non era posata sulla sua spalla:

- Davvero, non importa! Ora alza la testa e guarda i fuochi d’artificio!-

Kiku sorrise solare al fratello:

- Hai!-

Una sfera rosa solcò il cielo per poi esplodere in una miriade di piccole lucette che composero un immenso fiore di loto, Kiku si voltò a guardare Wang con occhi allegri e felici:

- Sono..belli!-

Osservò con infantile candore, Cina sorrise:

- Sono belli come te..-

Un rossore quanto mai evidente colorò i chiari zigomi del giapponese ed un colore ancora più accesso li invase quando le labbra del cinese si posarono sulle sue in un casto bacio,  una mano sulla nuca, con gentile tocco,  gli impediva di scappare da quel tocco così dolce da cui non cerco di sfuggire nemmeno quando i fuochi ricominciarono a colorare il cielo.

   
 
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