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Autore: MrEvilside    09/10/2009    5 recensioni
Perché Grell Sutcliffe era innamorato del rosso e delle sue incantevoli tonalità.
Amava il rosso scarlatto del sangue.
Il rosso demoniaco degli occhi del suo Sebastian.
E, quella notte, s'invaghì del rosso delle labbra di Undertaker.
[Undertaker x Grell]
Genere: Commedia, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Grell Sutcliff, Undertaker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Se desiderate il mio aiuto, in cambio vorrei il vostro per una certa faccenda.-
-Cosa dovrei fare?-
-Oh, nulla di particolare. Vi chiedo soltanto di prestarmi Sebastian per un po’.-

Di Finzioni e Baci Scarlatti

Insolitamente pregno di vezzo era il modo di fare dello Shinigami dai capelli di rubino mentre avanzava in direzione dell’edificio che l’insegna permetteva di identificare come la dimora di Undertaker.
Una mano spostò una ciocca dalla fronte e la gemella scendeva lungo il fianco, stretta attorno ad un foglio oramai spiegazzato dalle innumerevoli letture.
- Ti aspetto domattina all’abitazione del becchino.
Non fare tardi.
Sebastian Michaelis. -
Le dita avvolsero il pugno, chiuso sul conciso biglietto vergato con la scrittura deliziosamente semplice del demone, e lo sollevarono all’altezza del volto, dove si era palesata un’espressione sognante.
Ah, Sebas-chan, finalmente hai deciso di dichiararmi il tuo amore.
La stanza immersa nella consueta penombra che gli si presentò innanzi non era cambiata dall’ultima volta in cui vi aveva messo piede, non fosse stato per la candela e le due tazze, dalle quali si levava il delicato profumo del the che soltanto il maggiordomo dei Phantomhive sapeva preparare, presenti sull’unico tavolo – sgombro degli oggetti che l’eccentrico becchino solitamente vi sistemava alla rinfusa –, al quale erano state avvicinate un paio di bare in sostituzione delle sedie.
Grell sorrise nel giungere a poca distanza dal ripiano di legno, allungò una mano e sfiorò il manico d’una delle tazze, inebriato dalla fragranza che il suo contenuto emanava – e che, in quel luogo, sembrava essere l’unico segno della presenza di Sebastian.
Non immaginavo che fossi tanto timido, mio caro. Adoro quel tipo d’uomini.
Sedette sul coperchio d’uno dei feretri e portò la tazza alla bocca, socchiudendo le palpebre mentre godeva del caldo liquido che gli si riversava in gola.
Immaginava che quel paradisiaco sapore fosse merito della magia della quale le eleganti mani del demone erano capaci, e si eccitava senza pudore alcuno al pensiero di quegli stessi palmi dalla carnagione color della neve sulla propria pelle – un contatto che sperava di non dover attendere ancora a lungo.
-Oh, benvenuto-.
Strappato alle sue fantasie, il semi Dio levò lo sguardo scintillante di gioia in direzione della voce.
-Sebas-chan, ti stavo aspetta…!-.
Le parole morirono sulle sue labbra nel riconoscere la figura in piedi alle sue spalle, ed il sorriso in procinto di sbocciare appassì in una smorfia delusa. -Tu.- mormorò, frustrato. Poi, elevando il timbro della voce ad un livello ben più acuto, riprese: -Tu! Non dovresti essere qui! Assolutamente no!-.
-Uh?-. Il becchino si portò l’indice alla bocca, sinceramente perplesso. -Perché no? Io vivo qui-.
Grell gli si avvicinò con fare minaccioso e gli puntò un dito contro il petto, portando l’altra mano sul fianco. -Hai intenzione di rovinare il mio appuntamento romantico con Sebastian, forse? Devi andartene! Non permetterò che tu interferisca con il nostro splendido sogno d’amore!-.
-Sebastian?-. Un lieve, enigmatico sorriso si dipinse sul volto di Undertaker. -Ah, dev’essere stato quel biglietto. Vuoi vederlo? Immagino possa piacerti, tutto quel sangue-.
Le mani del mietitore si strinsero sui lembi della veste del superiore e la sua espressione divenne estasiata quando esclamò, sollevandosi sulle punte dei piedi per accostare il capo al suo: -Sebas-chan ha ucciso qualcuno? Non posso resistergli quando è così brutale! Ti prego, ti prego, dimmi dov’è!-. Agitò i fianchi, scodinzolando al pari d’un cagnolino, e lo cinse in un abbraccio affettuoso. -Me lo dirai, vero? Grazie, gra…!-.
-Temo che tu non abbia ben capito.- l’interruppe in tono placido lo Shinigami Leggendario. -Quel che intendo dire è che io l’ho ucciso-.
L’aria parve congelarsi per un lungo momento attorno a quelle parole; il giovane Dio della Morte scrutò esterrefatto l’anziano collega, la bocca socchiusa, gli occhi verdi sbarrati e il corpo ancora abbarbicato al suo, incapace d’una sola reazione.
Nel momento in cui il tempo riprese il suo lento scorrere, chiuse le dita a pugno e lo allontanò da sé.
-L’hai ucciso!- ripeté, inviperito. -Questo non è giusto, farlo non era tuo diritto!-. Incrociò le braccia al petto, tormentandosi un labbro con i denti acuminati. -Avrei dovuto essere io il suo assassino, io il primo a vedere il suo sangue…-. Emise un rumoroso sbuffo di palese fastidio. -E dire che non ho potuto avere nemmeno un bacio-.
Undertaker sollevò la mano per posarla gentilmente sul viso di Grell e serrò le dita della gemella sul suo polso; chinandosi su di lui, sorrise nuovamente. -A questo potrei porre rimedio.- commentò con fare di misterioso divertimento. -Potrei interpretare il tuo Sebastian per qualche tempo. Farò il possibile per calarmi nel personaggio-. Ed appoggiò la bocca sulla sua, lasciando scivolare il palmo dalla guancia alla sua schiena.
La lingua si mosse a leccare insistentemente le labbra chiuse del semi Dio, desiderosa d’arrivare alla compagna, d’intrecciarsi a lei e di poter cominciare quella danza dapprima dolce che sarebbe giunta ad essere quasi violenta nella sua sensualità.
Ed il giovane mietitore infine glielo permise, aggrappandosi alle vesti del superiore per sostenere quel bacio ogni istante più profondo.
-È stata tutta una recita, non è così?- sibilò contro la sua bocca, ritraendosi di pochi millimetri. -Il biglietto, l’appuntamento, il the… Avevi architettato ogni cosa. Approfittatore-.
Il becchino accennò una risatina. -Non trovi divertente che a dirmelo sia tu, che una volta soddisfatti i tuoi desideri lo avresti massacrato senza pietà?- replicò, serafico.
Grell arricciò le labbra in un broncio offeso. -Dunque sarei io l’approfittatore?- ribatté mentre la smorfia mutava in un sorriso gravido di malizia, al di là della quale si celava l’innocenza della sua giovane età – quanto avrebbe potuto avere? Tre, quattrocento anni?
Era appena un ragazzino, in confronto al Dio della Morte Leggendario, eppure era stato capace d’attirare il suo interesse come nessun’altra creatura era mai riuscita a fare – e, forse, principalmente a causa di quella seducente ingenuità.
-Dovrai pagare per questo tuo sospetto nei confronti d’un’innocente fanciulla.- proseguì il giovane semi Dio, socchiudendo gli occhi in un gesto provocante – almeno secondo il suo personale parere; a detta di Sebastian, ad esempio, era un comportamento disgustoso. -A causa di quest’insolenza, dovrai essere il mio Sebas-chan per l’intera notte-.
Poi, cingendogli il collo con le braccia, diede inizio ad una nuova commedia di sensuale passione, che sarebbe stata recitata nella penombra offerta da una debole candela utilizzando un copione di gemiti e sospiri.
Tuttavia, all’apice del piacere, non fu il nome del servitore dei Phantomhive che il mietitore invocò con la voce pregna d’osceno godimento. -U-Undertaker… Aah, sì!-.
E di nuovo, quando si accasciò esausto contro la parete, che premette fredda contro il suo corpo sudato, non fu il nome del maggiordomo ad abbandonare, spezzato dagli ansiti, la sua gola. -U… Underta…-.
-Shh-. Sorrise, il becchino, d’un sorriso sibillino, levando l’indice per interromperlo. -Questa notte sono Sebastian. Sarà la nostra piccola recita…-.
Un ennesimo bacio, che stroncò sul nascere ogni possibile risposta.
Il giovane Shinigami si aggrappò alle sue spalle, cercando un contatto più intimo con quella bocca dal rosso sapore di finzione.
Perché Grell Sutcliffe era innamorato del rosso e delle sue incantevoli tonalità.
Amava il rosso scarlatto del sangue.
Il rosso demoniaco degli occhi del suo Sebastian.
E, quella notte, s’invaghì del rosso delle labbra di Undertaker.

-Devo ringraziarti per aver scritto il biglietto e preparato il the. Oh, ed eri anche un cadavere accettabile, sebbene alla fine non sia servito.-
-Era strettamente necessario squarciarmi l’abito in questo modo orribile?-
-Temo di sì. Dovevi essere convincente.-
-Ad ogni modo, quando verrà a sapere ogni cosa sarà tremendamente arrabbiato.-
-Lo so bene. Ma posso definirmi ugualmente soddisfatto.-
Dopotutto, era stata una recita alquanto divertente.


Vorrei chiarire che a mio parere Grell non è OOC.
La tristezza per la morte del suo Amato c'è, insita nella richiesta ad Undertaker d'interpretare Sebastian per quella notte; e tuttavia al contempo non è presente, poiché Grell stesso desiderava uccidere il maggiordomo con le proprie mani [come - perché no? - potrebbe aver fatto con precedenti amanti, perché vorrei ricordare che lo Shinigami si invaghisce di qualsiasi uomo a suo parere affascinate - e qui, è dunque doveroso citare il Radar dei Begl'Uomini].
Però queste sono semplicemente mie considerazioni.
Per quel che riguarda il loro 'bacio dal rosso sapore di finzione', è un'effusione che vuole unirli, poiché il rosso corrisponde a Grell e la finzione ad Undertaker.
Il fulcro dell'intera FanFiction sono recita e divertimento, caratteristiche da ricollegare allo Shinigami Leggendario, il quale, per citare il Manga, domandava sempre come ricompensa una 'risata di prima classe'.
Detto questo, spero vi siate divertiti a leggere quanto me a stendere il lavoro - soprattutto nel pensare al povero Sebastian, costretto all'immoblità in una stanza mentre nell'altra Undertaker e Grell si davano alla pazza gioia [qui il mio spirito Sebastian x Grell suggerisce gelosia, ma sono altri discorsi].
Grazie per essere giunti sin qui.
... Commentino?
Chu.

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