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Autore: yeahsomerhalder    09/10/2009    1 recensioni
"Papà! Papà! Svegliati! Non è il momento di dormire! Si sta facendo buio e diluvia. Voglio tornare a casa. Papà svegliati!" una bambina di poco più di cinque anni dagli occhi scuri e dei lunghi capelli dello stesso colore raccolti in due trecce cercava di svegliare suo padre scuotendolo dalle spalle. Il padre non diede nessuna risposta alla piccola, la quale si accoccolò a lui addormentandosi. Erano in punta a una collina. Era tutto scuro, c’era la luna che rispendeva nel cielo e che illuminava la scena di quella bambina e del suo papà.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Papà! Papà! Svegliati! Non è il momento di dormire! Si sta facendo buio e diluvia. Voglio tornare a casa. Papà svegliati!"una bambina di poco più di cinque anni dagli occhi scuri e dei lunghi capelli dello stesso colore raccolti in due trecce cercava di svegliare suo padre scuotendolo dalle spalle. Il padre non diede nessuna risposta alla piccola, la quale si accoccolò a lui addormentandosi. Erano in punta a una collina. Era tutto scuro, c’era la luna che rispendeva nel cielo e che illuminava la scena di quella bambina e del suo papà.
Ecco il sogno che facevo tutte le notti da ormai quasi dieci anni.
Ci aveva quasi fatto l’abitudine.
Ogni volta che mi sistemavo sotto il piumone del mio letto ero consapevole del fatto che ancora una volta avrei dovuto ricordare la scena più brutta di tutta la mia vita.
Però ogni volta mi svegliavo nel bel mezzo della notte, sudata e ansimante.
Andava avanti così da tanto, troppo per i miei gusti.
Non ce la facevo più.
Dovevo dare una svolta alla mia vita ma non sapevo proprio come.
Dopo la morte di mia madre durante il mio parto papà decise di andare via da New York e trasferirci in Texas dai nonni.
Lui non sapeva proprio dove mettere mano con una bambina appena nata.
I nonni e papà non mi facevano mancare niente.
Riuscivano a colmare il vuoto di non avere una madre perfettamente e la nonna per me era come una mamma.
Potevo dirle tutto quello che mi passava per la testa, anche se ero soltanto una bambina all’ora.
Vivevamo in una fattoria e a poche centinaia da noi c’era un’altra famiglia che aveva un figlio di due anni più grande di me.
Da quando iniziai a camminare m’innamorai di quel bambino. Era veramente stupendo.
E ogni giorno supplicavo papà di andare a fare un giro a cavallo e in un modo o nell’altro riuscivo sempre a vedere quel giovincello che tanto amavo.
Era mercoledì, il tempo non era splendido, c’erano un po’ di nuvole ma niente di che ed io e papà andammo a fare la nostra solita passeggiata verso le quattro del pomeriggio.
Di solito eravamo a casa in tempo per il tramonto.
Iniziò a piovere a dirotto.
I cavalli si agitarono e papà afferrò le briglie del mio.
I miei occhi erano offuscati e li chiusi.
Non so poi cosa successe esattamente.
So solo che quando riaprii gli occhi papà era a terra con del sangue che gli ricopriva tutto il torace.
Non avevo capito che cosa fosse successo.
Ero piccola.
Forse troppo per non avere più nessuno dei due genitori.
Mio padre era molto giovane, aveva non più di ventotto anni.
Era una persona dall’animo di un angelo e non meritava di morire.
Non meritava tutto questo.
Io ancora non posso credere a tutto questo.
Adesso vivo a L.A. con i miei zii.
La morte di mamma fu molto meno traumatica da un certo punto di vista.
Non l’ho mai alla fine non l’ho conosciuta mai. Inoltre prima avevo la nonna e adesso la zia. E entrambe riuscivano sempre a farmi da mamma al migliore dei modi.
Invece di mio padre ancora, dopo tanto tempo, non mi riuscivo a capacitare del fatto che lui non ci fosse più.
Ancora non me ne rendevo conto.
Cercavo di convincermi che era solo un brutto incubo ricorrente.
Ma purtroppo non era così.
Purtroppo era la dura e cruda verità.
E l’avrei dovuta accettare.
Ma proprio non riuscivo a farlo.
Dentro di me c’era il buio.
Non parlavo con nessuno dall’ora.
Non provavo nessun tipo di sentimento.
Il mio cuore era chiuso in una scatola di cemento.
Passavo le giornate serrata in camera a fissare il soffitto.
Spesso non andavo a scuola e l’unica cosa in cui trovavo un po’ di conforto era di buttare giù qualche accordo con la mia vecchia chitarra completamente scordata.
Non avevo voglia di accordarla e perciò suonavo melodie di cui non si capiva nulla.
Ormai non versavo nemmeno più una lacrima da anni.
Nelle mie labbra non spuntava più un sorriso da quel giorno.
Erano le tre di notte adesso.
Basta.
Non potevo più vivere così.
Mi infilai un paio di jeans, una felpa e delle converse.
Presi la mia chitarra e scesi le scale facendo attenzione a non svegliare nessuno.
Sul tavolo lasciai un post-it con: Siete stati molto importanti per me. Grazie di tutto. Vi voglio bene.
Aprii la porta chiudendola poi alle mie spalle con molta cura.
Iniziai a camminare suonando la melodia di una canzone che avevo scritto con mio padre quando ero piccola, si chiamava Butterfly Fly Away.
Arrivai alla spiaggia e salì sopra un muro di circa quattro metri che dall’altro lato dava sul mare.
Mi misi in piedi su questo muro sottile continuando a suonare e camminando avanti e indietro.
Non avevo paura di cadere.
Stavo bene lì su.
Delle lacrime mi attraversarono il volto dopo anni e un sorriso mi apparve in viso.
Capii che mio padre e mia madre mi stavano aspettando.
Posai la chitarra sul muretto.
"Papà, mamma, mi siete mancati, ma adesso sto arrivando e saremo quella famiglia che non abbiamo mai potuto essere." queste furono le mie prime parole dopo tanto, troppo tempo ma anche le mie ultime parole.
Chiusi gli occhi e mi lasciai cadere giù come una farfalla…
Il mio più grande sogno era sempre stato quello di poter volare e mio padre, Joseph, mi aveva promesso che prima o poi avrebbe fatto sì che non fosse più solo un sogno ma una realtà…

You tuck me in, turn out the light

Left me safe and sound at night

Little girls depend on things like that.

Brushed my teeth and combed my hair

Had to drive me everywhere

You were always there when I looked back.
You had to do it all alone

Make a living, make a home

Must have been as hard as it could be.

And when I couldn’t sleep at night

Scared things wouldn’t turn out right
You would hold my hand and sing to me.
Caterpillar in the tree

How you wonder who you’ll be

Can’t go far but you can always dream

Wish you may and wish you might

Don’t you worry, hold on tight

I promise you there will come a day

Butterfly fly away

Butterfly fly away

Got your wings, now you can’t stay

Take those dreams and make them all come true.
Butterfly fly away

You’ve been waiting for this day

All along and know just what to do.
Butterfly, Butterfly, Butterfly

Butterfly fly away.
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Angolo autrice!

Salve a tutti!
L'altra sera mentre ascoltavo una canzone (Butterfly fly away) mi è venuta l'ispirazione di scrivere questa one shot.
Ho deciso di postarla per sapere che ve ne pare.
Spero che vi sia piaciuta e di ricevere le vostre opinioni.

Kiss Coki
  
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