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Autore: Selhin    09/10/2009    3 recensioni
( INCOMPIUTA non verrà mai continuata )...tra amici ci si può amare, ma anche odiare. Si litiga e può capitare che non ci si veda né ci si parli per anni, ma cosa accade nel frattempo? Cosa si prova quando finalmente ci si rivede? Questo è quello che succede a Matt e Mimi, e quello che accadrà si scoprirà solo in seguito...[MimixMatt]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Yamato Ishida/Matt | Coppie: Mimi/Matt, Sora/Tai, TK/Kari
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Nemici, Amici…e poi

 

On the way to love

 

Capitolo 13

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  - Allora? Posso sapere che ti sta succedendo in questo periodo?-

Sposto lo guardo dal libro di architettura che sto cercando disperatamente di studiare verso il mio amico seduto comodamente sul letto.

  - Cosa intendi?- chiedo senza riuscire a leggergli nello sguardo.

Lui mi osserva per un po’, poi sospira. - Avanti Matt, a me puoi dirlo sai?-

Continuo a non capire a cosa alluda.

  - Ma cosa?-

  - Terrò la bocca chiusa, che razza di amico sarei altrimenti?-

Fosse la prima volta che parla senza ascoltarmi, ma è una vita che fa così. - Te lo prometto!- aggiunge incrociando le dita e portandosi la mano sul cuore.

  - Primo: non mi fido delle tue promesse... secondo: non so se ti sei accorto che non ho la minima idea di cosa tu stia parlando.-

Guardo i suoi occhi nocciola, sembra allibito. - Ma di cosa vuoi che stia parlando, del tuo strano comportamento, ovvio. Se ne sono accorti tutti.-

  - Ma io sono come sempre, cosa farnetichi... -

Torno a sfogliare il libro anche se ormai l’idea di mettermi a studiare mi ha completamente abbandonato, o meglio. Tai l’ha cacciata via dalla porta di casa a suon di calci... psicologici. Quando ci si mette è una vera e propria tortura.

  - Tu sei strano... e sei così da quando sei tornato da quel viaggio quest’estate - ancora non mi hai detto dove sei stato e cosa hai fatto, ma su questo sorvolo per oggi - te l’assicuro. Anche Sora è preoccupata.-

  - Sora dovrebbe imparare a dirmi le cose in faccia invece che venire sempre a piangere da te... - il tono che mi è uscito non mi è piaciuto affatto, però ultimamente sono piuttosto nervoso su questo argomento.

Tai resta spiazzato per qualche istante. - Davvero Matt... - dice alla fine con uno strano tono serio che raramente gli ho sentito. -... che sta succedendo? Non te la sei mai presa per il fatto che Sora si confidasse con me.-

Sospiro. - Hai ragione... mi sento nervoso ultimamente. Sono successe... delle cose, e mi sento confuso.-

Lui sembra capire e annuisce voltandosi verso la finestra. - Queste cose includono anche Mimi?- dice senza guardarmi.

Trasalisco nel sentire quel nome, ma non lo faccio vedere. - Cosa c’entra lei?-

  - Sora mi ha detto della brutta litigata che avete avuto, qualche tempo fa... -

Sospiro ancora. - Vedi perché mi da fastidio questo suo comportamento? Mi sembra di venire aggredito alle spalle, lei si lamenta con te e dopo vieni qui a farmi la predica... -

  - E’ preoccupata... e ha paura.-

Mi volto a guardarlo. - Ha paura? E di cosa?-

  - Di quello che ti sta succedendo da quando è tornata Mimi... -

 

 

  Dlin, dlon.

Accidenti, chi diavolo è adesso?

Guardo l’orologio al polso, sono le cinque del pomeriggio passate. Tai se n’è andato da più di due ore, dopo essersi praticamente auto-invitato a pranzo e aver fatto fuori ogni tipo di avanzo che tenevo con cura nel frigorifero. Adesso dovrò andare a fare la spesa per colpa sua.

Per l’ennesima volta abbandono il libro che dovrei studiare per raggiungere la porta dell’ingresso. Evidentemente qualcuno lassù sta cercando di mandarmi dei segni sul fatto che io non affronti il prossimo esame, visto che nessuno sembra darmi l’opportunità di studiare.

Sospiro mentre, afflitto, apro la porta. - Si, chi è?-

  - Ciao tesoro mio!-

Spalanco gli occhi sorpreso, quasi impossibilitato nel rispondere. - Ma-Mamma?-

Lei mi guarda per un secondo poi attraversa la soglia di casa, chiudendosi la porta alle spalle. Agisce come se questa fosse casa sua e non quella di suo figlio.

  - Cosa ci fai qui?- mi ritrovo a chiederle mentre lei raggiunge la cucina e posa un grande sacchetto di plastica sul tavolo.

  - Oh, finalmente. Era così pesante, non ce la facevo più.-

Inizia a togliere dalla busta di plastica varie cose, quasi esclusivamente cibarie, e quando tutto il contenuto è sul tavolo inizia a sistemare le cose nel frigorifero o nella dispensa.

  - Mamma, cosa ci fai qui?- ripeto la domanda mentre mi sento ancora più confuso di prima.

Lei interrompe quello che stava facendo e mi osserva. - Sono venuta a vedere come sta mio figlio, quello che non si fa mai vedere... - intuisco subito il sarcasmo nella sua voce.

  - Scusami... - inizio ma lei m’interrompe subito mettendosi di nuovo a riordinare.

  - Ormai non ti vedo più, prima almeno passavi a casa a salutare tuo fratello ma adesso che vai all’università vicino alla sua scuola sei completamente sparito per me.-

Il tono è arrabbiato, lo sento, mi sta facendo la predica. - Lo so, hai ragione e mi dispiace... ma sono stato occupato, ho avuto molto da studiare... -

  - Come vanno gli esami? Studi? Vai a dormire presto? Mangi qualcosa di decente ogni tanto?-

Mi scappa un sorriso divertito quando mi viene vicino per studiarmi e vedere se va tutto bene oppure, come s’immagina, c’è qualcosa che non va. - Ti vedo sciupato, non è che studi troppo?-

  - Veramente a causa di problemi esterni non riesco più a studiare come dovrei... -

Rido e lei si mette le mani sui fianchi. - E’ Sora che ti distrae, vero? L’ho sempre detto che siete troppo diversi per stare insieme... -

  - Mamma, fermati. Non è Sora il problema, o almeno, non il principale. Ma mangio regolarmente cibi precotti, vado a dormire all’incirca alle due e mi alzo alle sei, passo la giornata a studiare, a far da balia al mio migliore amico che mi svuota il frigorifero mentre mi fa dei discorsi assurdi, litigo con la mia ragazza e... - mi blocco aprendo gli occhi e guardando i suoi completamente sconvolti. -... e c’è un nuovo vicino che fa casino dall’alba al tramonto, e dal tramonto all’alba.- concludo indicando il piano superiore.

  - Ma sto bene, sopravvivo come puoi notare, non sono morto... solo, devo cercarmi un altro lavoro altrimenti posso dire ‘ciao, ciao’ a questa mia bella casetta.-

Osservo mia madre che se ne sta immobile a fissarmi, bloccata mentre mi stava sistemando il collo della camicia.

Ok, forse ho esagerato con il mare d’informazioni sulla mia vita ma... non ero preparato a vederla oggi, se lo fossi stato avrei inventato qualche scusa ma così...

Io non sono bravo a improvvisare delle storie fasulle, mi avrebbe scoperto subito.

Non sono bravo come T.K.

  - Ma Matt, tesoro, perché non mi hai detto niente? Potevo aiutarti... -

  - Non volevo, appunto, né farti preoccupare né che ti sentissi in obbligo di aiutarmi solo perché sei mia madre... me la so cavare da solo.-

Resta in silenzio per un po’. - E come mai devi cercare un nuovo lavoro? Non lavoravi alla sera in un videonoleggio?-

Sospiro, mentre andiamo a sederci in cucina. - Mi hanno mandato via, semplice.-

  - Ma perché? -

  - Hanno assunto uno che potevano pagare meno e farlo lavorare di più... così hanno mandato via me.-

Vedo i suoi occhi spalancarsi. - Che bastardi!-

  - Mamma!- sono scioccato.

  - Quando ci vuole ci vuole, tesoro.- si alza e va a preparare del caffé istantaneo, ovviamente ho solo quello.

Dopo qualche minuto mi porge una tazza colma di caffé bollente che io accetto volentieri. Si siede sulla sedia e, tranquilli, ci godiamo qualche istante di silenzio.

Non lo ammetterò mai ad alta voce ma, mi mancava un po’ mia madre. Mi manca vivere a casa con lei e T.K.

Quando eravamo più piccoli e i miei avevano appena divorziato, era stato deciso che io vivessi con mio padre mentre mio fratello stava con la mamma. Poi, quando ho iniziato le scuole superiori, mio padre ha cambiato lavoro ed era sempre fuori, così io sono stato per un po’ con lei e T.K. Ma alla fine mi ero talmente abituato a starmene da solo, che ho preferito andare via per non pesare su di lei. Avevo diciassette anni quando iniziai a vivere in questo piccolo ma ospitale appartamento.

Mentre sono assorto nei miei pensieri mi rendo conto che mia madre sta parlando e che io non la stavo ascoltando. -... sono contenta di questo.-

La squadro cercando di capire con lo sguardo di cosa stia parlando.

Di cosa può essere contenta?

Non mangio, non dormo, non riesco più a studiare, ho perso il lavoro.

Cosa c’è da essere felici?

  - Ehm, scusa, di cosa stai parlando mamma?-

  - Non mi stavi ascoltando vero?- mi fissa per un istante. - Ah, tutti uguali voi uomini. Superata una certa età vi ritrovate a essere tutti uguali, anche tuo fratello sta diventando così... ma ti perdono solo perché so che hai molti pensieri.-

Sorrido a mo’ di ringraziamento.

  - Dicevo, che tuo fratello mi ha detto che tu e Mimi siete tornati ottimi amici.-

Il suo volto s’illumina solo nel nominare Mimi. E il mio cuore aumenta i battiti.

  - Ah, si... anche se definirci ‘ottimi’ mi sembra un po’ eccessivo... -

Bevo un altro sorso di caffé mentre lei mi scruta negli occhi. - Sono contenta... -

  - So perché sei contenta... - dico alzando un sopracciglio. -... Mimi ti è sempre piaciuta, troppo direi. Sia a te, che a papà che anche a T.K.-

  - E allora, non vedo cosa ci sia di male. Era così simpatica, così carina... la figlia che ho sempre voluto.-

Sospiro. - Lo sai che se ti sentisse Sora ci rimarrebbe molto male?-

  - Oh tesoro... - risponde lei posando la tazza sul tavolo. - Non è certo per cattiveria, lo sai. Si hanno rapporti diversi quanto diverse sono le persone. Non è che Sora non mi piaccia, anzi la trovo carina e intelligente. Ma per quel che mi ricordo ho sempre avuto una simpatia innata per Mimi, e l’ho sempre detto anche a sua madre. - fa una pausa per riprendere fiato. - Quando quell’estate siete diventati amici, trovandomela in casa ogni giorno, non sai che gioia fosse. E non per il fatto che lei stesse a casa nostra... -

La guardo confuso. - E per cosa allora?-

  - Per te.- sorride. - Perché ti vedevo ridere, ti sentivo rimproverarla per la sua mancanza di basi nella matematica ma il tuo tono era sempre dolce nonostante le prediche. Vedevo voi due giocare divertiti assieme a tuo fratello. Forse tu non te lo ricordi perché è passato molto tempo ma, io si. E non ti ho mai più visto così felice come in quel periodo.-

Bevo un sorso perché mi si è seccata la gola. Non lo sapevo.

Non sapevo tutto quello che mia madre in realtà pensava su di lei.

Ero convinto le piacesse, appunto perché era una ragazza e lei aveva sempre voluto una figlia femmina. Non sapevo facesse così per me.

Però ha ragione.

Sento quasi bruciarmi gli occhi al solo ricordo di quel periodo, e se tutto è finito è stato solo per causa mia. Quanto sono stato stupido e immaturo.

  - Quando è successo che avete litigato a causa di tuo fratello, io mi sono sentita impotente perché non sapevo come farti capire che sicuramente lei non c’entrava niente. Era troppo buona e gentile, voleva davvero bene a T.K. come se fosse il suo fratellino, non gli avrebbe mai fatto del male. Ma tu ti eri convinto del contrario e nulla sembrava riuscire a farti cambiare idea.- si alza e va a sciacquare le tazze nel lavandino mentre io me ne resto in silenzio ad ascoltarla. - Come avevo capito da sola, ma che T.K. mi ha detto qualche tempo dopo, eri solo arrabbiato e l’hai usata come valvola di sfogo.-

  - Si, è vero. Ma alla fine l’abbiamo superata, visto?-

Lei mi viene vicino e mi appoggia le mani sulle spalle. - Si, e sono contenta perché ti sta ritornando il sorrido di quei giorni.-

La mia bocca s’incurva in un sorriso divertito, ben consapevole di fare così il suo gioco.

  - Però devi portarmela a casa, almeno una volta.-

  - Cosa?-

  - Come cosa?- dice guardandomi. - Mimi, ovvio... sono curiosa di vedere com’è diventata. Scommetto che è una ragazza bellissima adesso.-

Alzo le spalle. - Se la cava... -

  - Bè certo, lo dico a te che ti piacciono le donne mascoline come Sora... eppure una volta ero convintissima che tu avessi una cotta per Mimi.-

Mi scappa una risata. - Io cosa? Ma smettila mamma, e non andare in giro a dire queste stupidaggini, ti prego.-

  - Bè, T.K. sicuramente una cottarella l’aveva e quindi mi piaceva fantasticare che un giorno avreste litigato per lei.-

Mi alzo dalla sedia e la guardo negli occhi. - Mamma, tu guardi troppe telenovele... te l’ho sempre detto che fanno male.-

  - Uffa, che ci posso fare se ho sempre visto bene quella ragazza con uno dei miei figli?-

  - L’hai sempre vista bene solo perché hai sempre voluto che ti chiamasse mamma... -

Lei ribatte offesa. - Non è vero, non è solo per questo!-

Mentre ce ne stiamo in silenzio sentiamo partire una leggera musica.

  - E questa?- mi chiede guardandomi con aria interrogativa.

Faccio spallucce. - E’ il vicino.-

  - Ma è il suono di un pianoforte... -

Mi avvicino al frigo mentre controllo cosa mi ha portato. Latte, uova, della roba imprecisata che deve aver cucinato lei. Mia madre non è mai stata brava in cucina, ho sempre fatto quasi tutto io.

  - Certo, fosse solo il suono del pianoforte... ma a volte c’è anche la musica alta, oppure delle urla inconsulte... te l’ho detto che ho un vicino che fa sempre casino.-

Mia madre guarda in alto come se potesse vedere ilvicino’ in questione. - E non puoi andare a dirgli di fare meno rumore?-

  - Oh, ma l’ho fatto... ci vado tutti i giorni, ma non ci si può far niente quando il tuo vicino va in una università di ballo, canto e recitazione. Insomma, le arti dello spettacolo.-

Si volta e mi guarda confusa mentre io chiudo il frigo.

  - E’ Mimi, mamma. Abita qua sopra da una settimana.-

 

 

Continua...

 

 

 

 

 

**********************

Ok, ok... sono in un tremendo ritardo lo so!

Non starò qui a giustificarmi inutilmente... spero che il cap, seppur di transito, vi sia piaciuto almeno un po’. Mi piace molto la mamma di Matt, volevo dare un’idea molto familiare che lui e Mimi condividevano anni prima.

 

Passo ai ringraziamenti più che dovuti a tutti coloro che recensiscono questa fic.

 

chandelora : su su, non fare così... non è una tragedia e, diciamo che la situazione si risolverà... prima o poi! Bacio

 

loveCHIPMUNK : ah davvero? xD che coincidenza... evidentemente è un nome comune per fare personaggi “scomodi”... eppure a me Leo piace come personaggio, e anche tanto. baci

 

Kairi_92 : anche tu... su su, la cosa si risolverà... non è una tragedia. Vedrai che questa cosa farà svegliare al più presto un certo tipo biondo in questione, non preoccuparti ^^ kiss

 

Sarugaki92 : e come gliela fai cambiare idea alla ragazza? Mi spiace ma lei ubbidisce solo a quel che io le dico di fare u.u ( come scusa? Nd Mimi ) kiss kiss

 

 

Bene, aspetto le vostre opinioni sulla mamma di Matt ( l’ho già detto che mi piace? ) già dal prossimo cap succederà qualcosa, così la smetto di mettervi capitoli di transito ^^’

 

Baci,

Selhin

 

 

 

 

 

   
 
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