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Autore: Fujiko Chan    10/10/2009    11 recensioni
Ok, siate clementi. Molto clementi.
La mia prima fanfiction sui Green Day.
Recensite.
E sopratutto, abbiate pietà
Lo guardavi, non c’era niente di male in questo.
Come lui tante volte credeva, e poi scuotendo la testa
mandava a ‘fanculo Dio - Santi inclusi.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dad2. Ebbene sì.
Quando arriva l’ispirazione c’è poco da fare.
E un cucchiaino, la Nutella e “Bullet in a Bible” sono una combinazione letale.
È la prima storia che scrivo sui Green Day perciò siate clementi!
Se vi piace, se non è male, se vi fa abbondantemente schifo commentate!
Il commento è la gioia di ogni scrittore!
Ringrazio:
La mia amatissima conmoglie Yuriko-chan per non avermi ANCORA ucciso dato che la tartasso ogni singolo giorno con i Green Day
Poi ovviamente ringrazio Cochina per essere anche lei una fan sfegatata di questo gruppo semplicemente mitico
e anche voi sventurati che leggerete questa flash.
Ah, e ringrazio la cara Midori-chan a cui non interessa assolutamente niente di questo e non leggerà mai questa dedica.
Baci a tutti ^^ Fujiko-chan



Dad.


Lo guardavi, non c’era niente di male in questo.
Come lui tante volte credeva, e poi scuotendo la testa mandava a ‘fanculo Dio - Santi inclusi.
Eri lì, cioè, teoricamente non lo era, ma poco importa.
Lo guardi mentre canta, salta sul palco con movimenti sconnessi, mozzica qualche parola rivolta al pubblico inglese, che dal canto suo urla e strepita cercando di farsi notare.
Aveva fatto velate allusioni durante tutto il concerto.
Ok, era una rockstar.
Ok, era un personaggio.
E in primo luogo era un ragazzino, uno sconsiderato ragazzino ancora come se lo ricordava, forse un pò meno ingenuo.
Ma c’è una cosa che non riesci a digerire- che ti si blocca alla bocca dello stomaco- quando davvero supera un limite.
Sempre che ci sia un limite in un concerto rock davanti a 130.000 persone.
Quando si mette la mano nei pantaloni, ecco il limite. Superato. Da qualche migliaio di chilometri.
Quando fa quei versi a dir poco osceni davanti a tutto il pubblico, alle centinaia di migliaia di persone che compreranno il film-concert dei Green Day è davvero troppo.
Storci la bocca.
Ti dici che quando tornerà a casa gli farai una ramanzina niente male.
Però, alla fine di ogni concerto-di ogni fottutissimo concerto direbbe lui- canta quella canzone.
Il pubblico tace.
Ed è un’emozione che senti anche tu- che per antonomasia non dovresti essere in grado di sentire.
L’intonazione è sempre giusta.
Ci mette sempre una particolare cura in quella canzone- la tua canzone- che è sempre in grado di sorprenderti.
È sempre la stessa canzone –cazzo, aggiungerebbe lui- ma è sempre diversa.
E quando le sue note si diffondono nell’aria non riesci a far altro che perdonarlo.
Wake Me Up When September Ends.
Perchè è la sua preferita.
Perchè è il tuo preferito.
Perchè l’avevi sempre saputo.
Perchè lo guardi dall’alto. Ogni singolo giorno.
Perchè Billie Joe Armstrong è un pervertito, un’alternativo, un esagerato, uno sregolato, ma è sempre tuo figlio, cazzo.

  
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