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Autore: Rinalamisteriosa    11/10/2009    5 recensioni
[Liberamente ispirata a “Baby Merlin”, col permesso dell'autrice e a lei dedicata | REVISIONATA e purtroppo INCOMPIUTA]
Un corpicino minuto, dai capelli scuri e dagli occhioni azzurri e lucidi le si era avvicinato, tendendo le braccia e sperando che lei lo prendesse in braccio.
Morgana, con espressione dolce e materna, si alzò e lo sollevò da terra, abbracciandolo e cullandolo, mentre il piccolo Merlin le piangeva sul petto.
“Che cosa c'è, piccolino? Che cos'hai?” domandò piano, per non turbarlo ulteriormente.
Lui non le rispose. Si limitò a indicarle la porta, con il musetto imbronciato e le guance bagnate dalle lacrime.
“Non dirmi che Arthur ti ha trattato male...” ipotizzò, continuando a cullarlo.
Un cenno con la testolina le confermò che aveva pienamente ragione.
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
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Parte 6

 

 

 

Una mandria di cavalli imbizzarriti, sfuggiti al controllo dei contadini, liberi di dedicarsi a una corsa folle ed estrema fra i campi estesi.

Un bambino piccolo e indifeso, dalla zazzera corvina, inginocchiato a cogliere fiorellini bianchi, così felice e spensierato da non accorgersi dell'imminente pericolo dietro di lui...

 

 

Con un verso strozzato dal terrore, la bella Morgana si svegliò di soprassalto, l'espressione impaurita e confusa contornata da minuscole gocce di freddo sudore.

Si portò a sedere, appoggiando una mano all'altezza del cuore mentre cercava di regolarizzare il proprio respiro reso irregolare e ansimante dall'incubo.

 

 

Ma ne era sicura? Si trattava davvero di un incubo?

 

 

Negli ultimi tempi, le sue visioni oniriche si erano spesso realizzate, quindi c'erano delle buone probabilità che Merlin rischiasse seriamente di venire travolto da quelle bestie impazzite e indomabili così numerose.

 

 

Una premonizione?

 

 

No, non doveva pensarci!

Basta!

Perché, anche se fosse vero, lei avrebbe impedito che il bambino rimanesse da solo un momento, anche a costo di controllarlo personalmente, di portarselo sempre appresso.

Si stese di nuovo e chiuse gli occhi.

Quando sopraggiunse la mattina e fu costretta a riaprirli per l’abbagliante luce del sole, che prepotente penetrava dalle finestre e le arrivava fino al viso, trovò Gwen accanto al letto con un cesto di vimini in mano.

“Ha dormito bene, mia signora?” esordì, con un lieve sorriso.

“Sì. Benissimo”, mentì. “Vorrei andare dal bambino”, aggiunse poi, con fermezza.

“D’accordo! La aiuto a prepararsi, ma prima pensi a fare colazione… questo me l’ha dato la cuoca”, rispose gentile, porgendole l’oggetto imbandito di biscotti ancora caldi e dal profumo invitante a risalire fino alle narici.

Morgana sbuffò e prese un biscotto, solo uno, per assaggiarlo e poi aggiungere deliziata: “Penso che al piccolo Merlin piaceranno. Sarà affamato, poverino”.

Gwen sospirò teatralmente, intuendo che nulla avrebbe cancellato dalla mente della figliastra del re quel nuovo senso materno che si era impadronito improvvisamente di lei.

“Allora che aspettiamo a portarglieli?”

Grata, Morgana accennò un sorriso.

 

 

 

***

 

 

 

“Ma-mamma...”

Così aveva mugugnato nel sonno, con il capo ancora adagiato sulle braccia incrociate.

“Mamma... mamma!” quasi strillò.

“Ehi, Merlino, che cos’hai?” lo richiamò qualcuno, nella stanza. “Era solo un sogno, la tua mamma non è qui, ma per quanto ne so sta benone”.

Il vecchio Gaius gli fece sapere questo, quando lo intravide sobbalzare sullo sgabello e guardarsi freneticamente intorno.

“Quindi la mia mamma non c'è”.

Non era una domanda, bensì una frase di auto-convincimento, pronunciata da una voce sottile e malinconica.

“Già…” confermò l'altro con sottile dispiacere, mentre ordinava le ampolle a seconda del contenuto: è vero che erano state dimezzate a causa dei giochi notturni del maghetto, ma almeno adesso il salvabile era al sicuro. Aveva quasi finito.

“Ho fame!” esclamò all'improvviso il bambino, balzando in piedi per raggiungerlo, deciso a ottenere qualcosa.

“Se aspetti due minuti preparo la colazione”, dichiarò, laconico e paziente, l'adulto senza guardarlo: quando però si sentì tirare il pastrano, dovette abbassare lo sguardo calmo per incrociare quello imbronciato di Merlin.

“Io ho fame adesso! Voglio mangiare subito!” insisté testardamente, parendo quasi isterico e petulante come un vero marmocchio.

“Uhm... potrei darti un pezzo di pane, nel frattempo!” decise Gaius, mollando per un attimo le ampolle e dirigendosi verso una vecchia credenza da dove estrasse ciò che aveva menzionato: lo diede in mano al bambino, il quale squadrò il suo nuovo pasto con espressione assorta.

“Per caso qui dentro c'è miele?” domandò ingenuamente, illuminandosi al pensiero di poter gustare nuovamente quel liquido ambrato, denso e dolciastro che si era goduto il giorno prima.

“No”, negò Gaius senza capire quello strano desiderio, “però è buono e ti riempirà momentaneamente lo stomaco: scommetto che è da ieri che mangi pochissimo, oggi rimediamo”.

“Se lo mangio, poi posso avere il miele?” s’informò, sperando in un sì.

“Certamente”.

“Evviva!” esultò il piccolo, per poi dare finalmente un morso e masticare lentamente il suo primo pasto mattutino.

Gaius gli lanciò una veloce occhiata apprensiva e tornò ad ultimare le sue faccende.

Come faceva a dirgli che non ne aveva?

 

 

Nel frattempo, Morgana e Gwen stavano risalendo gli scalini che le avrebbero portate nella residenza del vecchio medico di corte, la prima era oltremodo impaziente e ansiosa di vedere Merlin a causa del terribile incubo notturno.

Sì, si sarebbe calmata del tutto solo sapendolo al sicuro, o con lei o con il fratellastro che, poco prima, avevano incrociato mentre si dirigeva serio e silenzioso verso la sala delle udienze.

 

 

“Buongiorno”, salutò cordialmente Morgana al suo arrivo. Cercò con lo sguardo il bambino e lo trovò seduto per terra, a gambe incrociate.

Sollevata, sorrise. Adesso che lo vedeva e che poteva stare con lui, nulla l'avrebbe spaventata.

“Merlin, non si saluta?” domandò gioviale, andandogli incontro e inchinandosi accanto a lui.

“Bella signora!” la riconobbe.

Merlin si slanciò in tutta la sua minuta ed esile figura e la abbracciò, come se questo gesto gli ricordasse in qualche modo la vicinanza della madre che aveva appena sognato.

Morgana ricambiò l'abbraccio, facendo cenno con la testa a Gwen di avvicinarsi con il cestino di vimini.

“Ti ho portato dei biscotti, li mangiamo insieme?" chiese dolcemente al suo orecchio, prendendone uno con il fazzoletto e mostrandoglielo. “Sono molto buoni”.

“Sì! Ma sono al miele, vero?” sperò.

“Certo! Non tutti, però dovrebbero essercene tre farciti con il miele”, rispose, intervenendo, Gwen. “Aspetta che controllo...”.

E mentre la buona e remissiva Gwen smistava il contenuto della cesta, Morgana avrebbe voluto che si andasse avanti così, con questi momenti di spensierata e fanciullesca felicità...

 

 

...all'infinito.

 

 

Continua...

 

 

 

 

 

AUGURI SORELLINA!!! ^O^

 

Ti avevo assicurato che non mi sarei dimenticata di riprendere in mano questa long in occasione del tuo compleanno.

Ed eccomi qui, sto poco bene ma l'importante è che riesca a reggermi in piedi xD

Mi scuso umilmente con te e con tutti i lettori di Merlin, se volete mi prostro persino ai vostri piedi ç_ç sono imperdonabile, lo so, ma ho avuto altri pensieri e ho dovuto sospenderla ^^''

A questo proposito ringrazio Grinpow, Arwen Woodbane, bacinaru, antote, valerya90, Sloth e Shurei per i commenti allo scorso capitolo e spero che non si siano dimenticati del piccolo Merlin! *_*

Lo so che questo capitolo non è lungo, ma prometto di rifarmi con il prossimo che - vi anticipo - sarà incentrato su Arthur (qui ha fatto solo una mini comparsa xD)

A proposito dell'attore di Arthur: sorellina, siete nati lo stesso giorno, lo sapevi? ^O^

 

Al prossimo aggiornamento, in data da stabilirsi!

 

Un bacione!

Rinalamisteriosa   

 

 

 

  
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