Nutrirsi di stelle
Volteggia
in aria, la piccola Sharon senza passato.
Si muove
con una grazia di fata, e si abbassa un poco allargando le braccia, un
mezzo
sorriso sulle labbra di rose, i capelli rossi che le ricadono sul volto
di
porcellana.
I suoi
piccoli piedini fanno passi leggiadri verso il pubblico, e lei danza,
danza,
danza.
Cos’altro
potrebbe fare per sopravvivere?
La notte
le sfiora la pelle, come una calda carezza d’amore, e la fa
sua donandole gli
astri più belli.
Le
sussurra all’altezza dell’orecchio, le solletica il
collo, ride con lei mentre
avanza verso la sua destra con un salto aggraziato.
È
l’amante perfetto.
E Sharon
si sente viva come non lo è mai stata prima.
-
Mi
ami? – chiede
alla mezzanotte che passa. Alla tenebre che l’avvolgono in un
abbraccio di
oscura passione. Al firmamento che fa da spettatore incantato. Pensieri
di
vetro.
Non
ottiene risposta, ma non le importa.
Scrolla
le spalle in un altro gesto di danza e fa una capriola in aria, come
una ninfa
che si diverte a giocare nell’aria.
Ride
quando un uomo della gente che la osserva le lancia una rosa rossa, e
incontra
il suo sguardo per una frazione di secondo. Per poco non si ferma;
quegli occhi
sono così scuri da potersi perdere al loro interno.
Annaspa,
in cerca di un ossigeno immaginario, e tenta di distogliere la sua
attenzione
che, pian piano, ritrae il volto di quel giovane anche nella sua mente,
rendendolo più tangibile di quanto sia possibile nella
realtà.
Scuote la
testa, mentre come un’automa continua a muoversi a ritmo con
la musica che le
riecheggia nelle orecchie. Non sa cosa fare, se non osservare
quell’uomo bellissimo.
E ballare per lui.
Ha lineamenti
delicati, ma forti, labbra carnose che
gridano di essere baciate, una mascella morbida dalle forme mascoline,
capelli
color del grano.
Per
un
attimo Sharon immagina di essere abbracciata da quelle braccia in grado
di
spaccare il legno con un solo colpo d’ascia, e sorride,
crogiolandosi nel
piacere dell’illusione.
Come in
un sogno, le labbra di lui si poggiano sulle sue in un bacio che sa di
fuoco,
di cioccolato ed di erba selvatica. Le sfiora un braccio, la trattiene
per un
polso, e scende verso il collo, dove ha trovato il nastro rosso
scarlatto che
lo cinge.
Lo
scioglie velocemente e prende a baciarle la sua pelle scoperta.
È una
sensazione così bella che non vorrebbe risvegliarsi mai,
morirebbe sull’istante
per quelle carezze che non ha mai provato.
Ma lei è
soltanto Sharon, la danzatrice maledetta.
Cos’altro
potrebbe desiderare se non la danza?
Non ci
vuole pensare, e finalmente distoglie lo sguardo da
quell’uomo di vento.
Balla
ancora per gli ultimi istanti, in un valzer solitario,
finché le luci non si
spengono e lei osserva la sua vita lasciarle il corpo. Secondo dopo
secondo.
Si
accascia a terra quando il sipario comincia a calare e, per
un’ultima volta,
rivede quegli occhi d’onice che l’hanno ammaliata
per una notte.
Abbozza
un sorriso e china il capo, le braccia lasciate andare lungo i fianchi.
Fili
di seta, corde impotenti.
Non
sa
neppure il nome di quell’uomo.
- Oh oh, gente, vi è piaciuto il nostro spettacolo di burattini? Questa sera è stata la nostra Sharon a danzare per voi, guidata dalla magnifica Ella dietro alle quinte. Una maestra di queste bamboline di legno, non trovate? Se rimarrete con noi, avrete la possibilità di ammirare altri bellissimi esemplari: sembrano veri, eh? Ma non lasciatevi ingannare, la loro vita è davvero appesa ai fili di questo teatro. -