Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Hi Fis    12/10/2009    2 recensioni
Questa è la prima fiction che ho il coraggio di pubblicare. Si tratta di una piccola storia ironica sul pensiero libero, avente come protagonista un oratore particolare e il suo pubblico "proverbialmente muto". Essendo Nuovo a questo "gioco" ogni commento è ben accetto.
La storia è stato limata di alcuni difetti presenti precedentemente.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

De Ipse Dixit

L’oratore salì sul palco. Si era preparato con molta cura per quel compito, provando e riprovando,  e non vedeva l’ora di cominciare. Si concesse un momento per abbracciare il suo pubblico con lo sguardo e notò con piacere che era piuttosto numeroso.

Si schiarì la voce e quindi cominciò.

 
***

 
Ipse Dixit
.

Il significante di questi due termini, cui dobbiamo, ahimè, alcune delle peggiori macchie dell’humana specie, può essere tradotto, nella lingua parlata dai barbari popoli dell’Italia (che come ricorderete condivide i territori con il centro dell’Impero Romano che fu), con i termini seguenti: “Lo ha detto lui”.

La locuzione proviene da un testo di un autore conosciuto, purtroppo, e corruttore di più di una giovane mente, come sarà in seguito dimostrato. Questo abbietto figuro, incubo di tutti i pueris dall’età scolare, deve il nome con cui è conosciuto ad un visibile difetto fisico che ne deturpava il naso: un orribile porro, un cecio, una verruca insomma che non si premurava certo di nascondere o di rendere meno visibile .

I miei colleghi non mi giudichino un seguace delle teorie del Lombroso, tuttavia un uomo con un ego smisurato come il nostro soggetto, convinto di essere l’unico dotato del diritto di esprimere pareri sui  costumi dei suoi conterranei, e che non si occupava del proprio sembiante, nonostante l’attività politica che svolgeva, (in cui era richiesta per lo meno la capacità di non disgustare l’interlocutore) era di certo un soggetto quantomeno sospetto. Non desidero però addentrarmi in un’analisi psichica del figuro, qui fuori luogo, la quale richiederebbe competenze per le quali francamente e detto con modestia non ho attitudine. Invito però i miei colleghi a consultare i testi lasciatici da Costui e analizzarne lo stile. Ciò che balzerà sicuramente all’occhio, anche il più inesperto, sarà la perifrasi estremamente complessa e l’utilizzo di termini dotati di più di un significato. In frasi estremamente lunghe come le sue, tutto ciò rende faticosa la traduzione dei testi e la comprensione del significato, da cui l’odio da lui suscitato nei pueris costretti alla traduzione dei suoi testi da solerti e inflessibili educatori o educatrici, allo scopo di imparare il dialetto Romano Imperiale. Egli è anche la causa, forse non il motore primo, poiché sembra che già anche presso i Greci lo studio fosse di tipo sophisma auctorictatis, della prigionia nostra e dei nostri figli in quelle aule poco areate dove eravamo costretti a rinunciare alle belle giornate dei nostri anni migliori in favore di una disciplina certamente magnifica, ma in cui si mescolavano, in un caos indicibile, altissimi maestri, come il mai dimenticato Apuleio, e stoltissimi idioti, come il criminale in questione.

 Sento le voci del dissenso levarsi da alcune file, ma prego il mio gentile pubblico di ascoltare fino in fondo ciò che ho da dire, tutto sarà dimostrato.

I crimini del soggetto non si limitano a questo: egli era anche propugnatore di idee antidemocratiche e liberticide, per cui ogni singolo uomo doveva arrendersi all’autorità superiore: egli uccide il libero arbitrio, proprio così signori, e massacra il pensiero critico. Non lasciatevi ingannare dalle sue apparenti riforme libertarie volte all’agevolazione nella carriera politica: Egli le creò per salire al potere e poi con la sua ingombrante figura impedì ad altri di fare lo stesso. Era assetato di potere: come un Confucio post litteram Egli desiderava che il volgo fosse una massa di beoti ignoranti volta al solo scopo di sostenere con il sudore grave della sua fronte un governo di cui desiderava far parte, e il cui scopo ultimo era quello di mantenere lo status quo. A differenza dell’Orientale esso non ha prodotto però, alcuna poesia degna di nota, unica attenuante del suo predecessore.

Nella sua condotta politica, esso autorizzò la repressione del pensiero libero come pratica consolidata per il controllo e coloro che progettavano un cambiamento si trovavano ad essere additati a traditori della patria: ne è eloquente testimonianza il caso del suo compatriota, L. S. C., di cui, come ricorderete, fu ordinata la condanna a morte senza la provocatio ad populum, stralciando l’autorità democratica di quella repubblica che tanto strenuamente diceva di difendere. Poiché però la giustizia è cieca, ma implacabile, fu giustamente additato per il suo crimine e subì un’equa pena.

La sua terribile dottrina però non scomparve con lui, ma come un sottil veleno sopravvisse mascherandosi.

Così come il nazismo sopravisse alla caduta del regime così, prima di questo, lui fece.

Pensano i signori che esageri? Vorrei ricordare che proprio gli ufficiali nazisti processati a Norimberga si difesero dicendo “Mi ordinarono di farlo …”.

Ebbene signori non è forse lo stesso che il famigerato Ipse Dixit? La frase non è forse la stessa testimonianza di arresa di fronte ad un potere superiore? La stessa morte del pensiero critico? Per colpa di quel suo Ipse Dixit, sono state giustificate le macchie della nostra storia, come la repressione del pensiero scientifico e critico sotto la chiesa Romana e Cristiana, allora in contraria tendenza rispetto all’Ipse Dxit degli anonimi che immaginarono l’ordine universale descritto nel testo fondamentale della loro dottrina (cfr. La morte di Galileo), o le peggiori stragi (cfr. Epurazione, Etnocidio et Al.) volte a distruggere coloro che non si attenevano all’Ipse Dixit.

Anzi peggio ancora: quel binomio malefico ha ridotto tutto il sapere in classi meritoriali che ha come conseguenza l’orribile sistema pedagogico di cui oggi dobbiamo soffrire; in cui non viene insegnato ciò che è interessante, ma ciò che è considerato dal club al comando importante; di più: chi si adegua al sistema è premiato ricevendone favori e potere (Cfr. Leccaculo e Politica) venendo riconosciuto un membro dell’elite.

Su questo abominante sistema sono state formate intere generazioni di professionisti, i quali a loro volta insegnano questo metodo ai loro studenti in un uroborico ciclo. Farò dunque un esempio: nelle classi dell’Italia del passato i mancini erano costretti a scrivere con la destra. Direte voi che è un’insensatezza del passato signori, e invece no: lo studente che oggi impara non già il ciclo dell’ossigeno, ma la struttura della ferro proteina dell’eme è un’anomalia e deve essere corretta da inflessibili educatori e non premiata per aver cercato di distinguersi dalla massa. Credono forse che imparare la struttura molecolare di un anello porfirinico sia più facile che imparare il ciclo dell’ossigeno? Provateci, provateci  e sappiatemi dire.

Così all’uomo sono sottratti i mezzi per esprimersi, poiché l’unico accettato è quello codificato dai potenti come habitus e quindi la fantasia e la curiosità sono scoraggiate perché i portatori di codeste qualità sono potenziali sovversivi (cfr. Sgarbi e le moderne tecniche espressive). Per fortuna fantasia e curiosità sono più forti della repressione, e le intuizioni, figlie di codeste prolifiche madri, riescono quasi sempre ad affermarsi, ma quanta fatica signori: quale muro da scalare per riuscire a essere riconosciuti come meritevoli!

E la causa di tutto questo é dunque questo criminale, signori e signore, che ha trasformato i nostri educatori in archivi del sapere invece che insegnanti. Essi dal loro catalogo mnemonico pescano il documento da elargirci come macchine fredde e insensibili (e chiunque abbia frequentato un liceo potrà confermarlo: per una lezione l’educatore infila una cassetta già preparata nella mente e ripete parole che ha già detto l’anno prima uguali e precise, trasformandosi de facto in un robot).

Per cui cari signori, la prossima volta che un mentore, con espressione fredda e crudele, frustra la vostra preparazione con un voto negativo, non pensiate che la causa risieda in una sua connaturata natura, mi si perdoni il termine triviale, di bastardo, bensì elevate un pensiero all’Ipse Dixit che lo ha formato. Non vi consegnate a questo sistema crudele signori e signore, non arrendetevi, ma fate vostro il messaggio di persone come Erasmo da Rotterdam. Insegnate ai popoli a vedere attraverso le fredde mura che vi sono state costruite attorno, cercate l’eclettismo e la distinzione.

 

***

 
L’oratore tacque, tutto quel parlare gli aveva asciugato la gola e gocce di sudore ne imperlavano la fronte. Scese dallo sgabello, il suo palco, osservando il suo uditorio.

Pescò quindi un sacchetto e gettò un po’ di cibo al suo “pubblico”, proverbialmente muto, che indifferente alla sua orazione, si gettò invece con molto più interesse verso le briciole di pane. L’oratore guardò ancora un po’ i pesci della fontana, poi, buttato il sacchetto e spazzolandosi le mani, prese lo sgabello e uscì dal parco.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Hi Fis