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Autore: Laban    14/10/2009    5 recensioni
Ho preferito modificarla e farne un'unica fanfic... questa storia parla del primo incontro fa John Lennon e Yoko Ono
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yoko aveva trentasei anni. Originaria di una ricca famiglia giapponese, era sopravvissuta al bombardamento di Tokio nella seconda guerra mondiale e in seguito si era trasferita a New York. Era diventata un’artista concettuale e adorava vivere alla bohemienne  e circondarsi di artisti. I suoi genitori non sopportavano il suo comportamento, poiché ancora legati all’onore familiare tipico della cultura giapponese. Si era già sposata due volte e con il suo secondo marito Anthony aveva avuto una figlia che adorava: Kyoko.  Era il 1966 ed era andata a Londra per inaugurare una mostra tutta sua all’Indica Gallery. La sua arte era considerata strana dalla maggior parte delle persone ma a lei non importava niente del giudizio degli altri. L’unica cosa che desiderava era avere un finanziamento per le sue opere. Era vestita semplicemente con dei jeans e una maglietta nera, con i capelli neri e crespi che le scendevano lungo la schiena. Camminava per la mostra osservando a uno a uno i visitatori, cercando qualcuno veramente interessato, quando intravide un uomo che le ricordava qualcuno. Si avvicinò e notò che si trattava di John Lennon. Pensò che era una buona cosa che uno del calibro di John Lennon fosse alla sua mostra, le avrebbe potuto fare pubblicità. Lei non ara una fan accanita dei Beatles, ma naturalmente come poteva non conoscerli? Sinceramente era rimasta più attratta da Paul McCartney che da Lennon, ma solo perche era esteticamente più carino, in realtà non seguendo le loro vicende non conosceva neanche minimamente il carattere dei Fab Four.  Vide che Lennon si era avvicinato a una sua opera che per mezzo di alcuni specchi faceva leggere la parola “yes”. Poi camminando lentamente si era accostato alla sua opera della mela. In quest’opera c’era una mela con una targhetta con scritto mela. Lennon vedendola sorrise.

<< Scusi, mi sa dire quanto costa? >> chiese a una guida che passava di lì. Yoko si avvicinò.

<< Costa duecento sterline…  >> disse avanzando con le mani dietro la schiena. John continuò a guardare la mela.

<< Sono tutti pazzi qui! >> disse girandosi verso Yoko. << E tu chi saresti? >>

<< Sono la pazza che ha fatto queste cose… >> disse sprezzante.

<< Ah… no… dicevo che sono molto… >> si fermò non sapendo che dire.

<< Molto? >> incalzò la donna guardandolo con odio.

<< Molto …originali! >> era la prima cosa che gli era venuta per non offendere quella donna. Yoko abbozzò un sorriso mentre John tirava un sospiro di sollievo per essere riuscito a salvarsi la faccia. Poi si allontanò verso altri visitatori.

A John quella donna sul momento gli era sembrata assolutamente schizzata, anche se doveva ammettere che ammirava l’ironia di quelle “opere” che secondo lui non erano nemmeno tali. Gli era sembrata fredda e forte, quasi senza cuore, certo, non poteva giudicare una persona per quelle poche parole che si erano detti ma la sua idea era comunque quella. Si aggirò al museo in cerca di quella donna e la vide accanto a un muro. Le si avvicinò e le sorrise senza essere ricambiato.

<< Che cosa rappresenta questo? >> chiese indicando la parete.

<< Si devono attaccare dei chiodi… >> disse guardando avanti a sé.

<< Ah.. >> John non aveva capito lo scopo per cui doveva attaccare un chiodo alla parete di un museo ma lo voleva fare lo stesso, tanto aveva tempo da perdere.

<< Okay, allora posso? >> vide che la donna lo guardava senza espressione

<< Attaccare il chiodo dico… >> precisò, ma lo sguardo della donna non cambiò.

<< No… >> disse guardandosi le unghie della mano destra.

<< E perché? >> chiese John infastidito dalla risposta.

<< Non vede che ancora nessuno ha attaccato alcun chiodo? Questa cosa inizia domani! >>

<< Ma io domani non ci sono! >> ora era diventato un fatto di principio, voleva attaccare quel chiodo!

<< Fatti suoi! >> disse con disprezzo.

<< Io sono John Lennon, puoi fare un’eccezione? >> chiese supplichevole.

<< Senti tu, non me ne può fregar di meno se sei Pinco Pallino o cos’altro se dico che oggi non puoi attaccare il chiodo è così, e non si discute, tra l’altro non hai comprato neanche niente e per me te ne puoi andare okay? >>  a Yoko dava fastidio quando la gente insisteva e quel Lennon in particolare le dava sui nervi. John biascicò un ok e si allontanò. Ma poi pensò. Perché mi devo fare mettere i piedi in testa da questa stupida giapponesina? Io vado dal direttore e gliela faccio vedere io a questa stronza! Così si diresse dal direttore e gli spiegò la faccenda del chiodo, che voleva attaccarlo e che quella strega non voleva.

<< Cazzo dopotutto ho solo bisogno di un martello e di un chiodo! >>  sentenziò.

<< Mi scusi signor Lennon è che Yoko Ono è un po’ troppo dura ma sono sicuro che le farà attaccare quel chiodo. >> il direttore continuò a scusarsi tutto il tragitto fino a quando videro Yoko che cercava di vendere la mela.

<< Lei rimanga un momento qui, signor Lennon >> disse il direttore della mostra rivolto a John.  Si diresse verso la donna e le fece cenno di seguirla. Lei vide John e capì che era stata chiamata per colpa sua. Lo guardò con un odio profondo e poi seguì il direttore nel suo ufficio.

<< Allora Ono, perché non vuoi essere così gentile da assecondare le esigenze del signor Lennon? >>

<< Quello che vuole fare lui inizia domani… >> cercò di giustificarsi alterata.

<< Dai Ono, la tua mostra sta avendo successo, non vorrai buttare tutto in fumo per una piccola cosa come questa? Su accompagna il signor Lennon ad attaccare questo bel chiodino… >> Yoko s’infastidì perché la stava trattando come una bambina. Guardò nuovamente John con odio e prese il martello e il chiodo che le porgeva il direttore. Si incamminò spedita e si fermò davanti al muro dove si doveva attaccare quel chiodo.

<< Senti, io il chiodo te lo faccio attaccare, ma tu mi devi dare cinque scellini, me lo devi! >> disse minacciosa. John la guardò. Questa fa paura, non voglio avercela come nemica! Pensò.

<< Ok, ti darò cinque scellini immaginari se tu mi lasci appendere un chiodo immaginario >> disse sorridendo. Il volto di Yoko si addolcì e non riuscì a trattenere un sorriso. Annuì e John prese il martello facendo finta di dover infilare un chiodo.

<< Uh, che fatica, è duro questo muro! >> disse facendo finta di asciugarsi del sudore dalla fronte. Intanto si era formata una piccola folla attorno a loro, sia perché avevano notato che c’era John Lennon, sia perché volevano tutti infilare un chiodo immaginario al prezzo di cinque scellini immaginari.

 

 

 

  
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