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Autore: Deha delle Tenebre    14/10/2009    5 recensioni
E' una favola senza né capo né coda, insensata oltre ogni dire, e buttata giù di getto senza neppure pensarci troppo - un'idiozia che nemmeno io comprendo appieno, con uno stile particolare che si acquisisce soltanto a mezzanotte inoltrata, ecco.
Forse la si può definire una brevissima metafora di un aspetto della nostra società, interpretata da dei gatti.
Uhm... buona lettura?
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Moriamo perché fatti di legno

 

Immerso in una polvere di cartapesta, che sprofonda nel c’era una volta,  ecco che davanti al vostro sguardo avanza un gatto. Com’è fatto? Oh, beh, è piccolo, grazioso, nero come il carbone, con uno sguardo affilato di un verde magnetico. Non potrete resistergli nemmeno volendo. Ed è così bello e vanitoso che, ogni volta, fatica a concentrarsi sugli altri. Come un piccolo Narciso che vive e muore, il nostro felino si muove suadente lungo un cornicione, una grazia nei gesti che colpirebbe anche le stelle. Peccato. Questa notte in particolare non regala astri, ma soltanto nebbia. Nebbia argentata, di quella tessuta nell’aria come una piccola malinconica magia di un qualche dio dimenticato. Sì, e c’è una poesia di mezzanotte nel vento. Non la sentite anche voi? No? Questo non cambia le cose, ma continuate ad osservare quel gatto dalle sembianze da dolce predatore. Gli artigli che spuntano un poco alla luce del lampione, il muso morbido e corvino, le orecchie dritte verso il cielo. Ed ora… cercate di ascoltare i suoni di sottofondo.
Miao, miao… miao.
Un lamento straziante raggiunge il vostro udito, e voi non potete ignorarlo. Sarebbe crudele, sarebbe da quel gatto. Infatti, ecco che quest’ultimo evita il compagno ferito dai sassi di bambini spietati, ed avanza menefreghista nel tepore della primavera. Infondo, è lui il re indiscusso, potrà sempre far quello che più gli aggrada. La sua bellezza è segno di potere, il potere è l’emblema di un assolutismo che è reincarnazione nella realtà dei giorni nostri. Superficialità, freddezza, e quel ghigno di chi è sicuro che nessuno oserà toccarlo.
Miao, miao… miao.
Ma anche i potenti finiscono, tutti noi finiamo. Moriamo perché fatti di legno, abbiamo una sola possibilità di riscatto, ma non riusciamo a coglierla nel momento opportuno. Uno scherzo della vita? Può darsi, chissà.
- Aiutami, ti prego! – è la voce del compagno che lo chiama.
Lui finge di non sentirlo, facendo un altro passo.
- Sto morendo, ti prego! -
- Tu muori per regalarmi un minuto di vita in più, dovresti sentirtene onorato. – replicò allora l’altro, scendendo giù da un lato del muretto e scomparendo nel buio.

 Tic, tac, tic, tac.
Si accendono due fari nelle tenebre e un boato sordo riecheggia nel cielo. Un gatto è stato investito, una zampa spezzata, lacrime non piante, sofferenza urlata.
E nessuno gli si avvicinerà per aiutarlo.
Oh, sì, nessuno.

E chiediamo il perché, e chiediamo il perché, e chiediamo il perché.

 Quando la risposta sta in te.

  
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