Una ragazza nata per combattere.
Un ragazzo misterioso.
Una storia attraverso luoghi selvaggi e vite decise a colpi di spada.
Terra e cielo,fuoco e acqua,odio e amore....forse il fato non decide proprio tutto!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
La fanciulla mi aveva fatto sedere intorno al falò dove un
attimo primo i paesani prendevano parte ai festeggiamenti.
Sotto lo sguardo sbigottito di tutti ella mi serviva da bere e
da mangiare in grande quantità senza proferire parola.
Il mio sguardo rimaneva costantemente fisso su quella ragazza
dal sapor mediorientale.
Avevo subito capito che il fisico non era la sua maggior
qualità.
Era abbastanza alta per la sua età ma all'apparenza estremamente
scarna per riuscire a difendersi.
I capelli corvini poco curati gli ricadevano sul quel viso del
colore della terracotta mentre i suoi occhi neri mi esaminavano attentamente.
Tutti i paesani ritornarono a danzare cantare e suonare il loro
inno alla vita mentre l'incappucciato che un attimo prima si era ritrovato alle
mie spalle era svanito nel nulla.
-Non ti fa male?-mi chiese la ragazzina.
In un primo momento non avevo riconosciuto la sua voce e mi
guardai incuriosita intorno poi, capendone la provenienza, le risposi.
-La mia soglia del dolore è molto più elevata di quanto
pensi..lo riesco a sopportare facilmente,non preoccuparti.-
-Se il taglio fosse stato un pelo più profondo saresti morta-
-A beh, allora non so se ti devo ringraziare..ma d'altronde me
la sono cavata molte volte.
Annunciai con un sorriso di rammarico.
Sì,la mia sfortuna era proprio questa.
Rimanevo sempre tra la vita e la morte.
Ferita sempre più nel corpo e nel cuore avevo perso il motivo
per ritornare a gioire.
-E' ora-proferì la ragazza
La guardai al quanto perplessa dopo questa sua affermazione.
Mi prese per mano e mi riportò velocemente nella capanna in cui
ero stata accolta.
Non capivo quello che mi stava succedendo...ma d'altronde quando
mai capivo quello che mi succedeva?
Ed eccola lì quella ragazza gracile che si fionda sopra di me
per curarmi tutte quelle ferite che mi segnavano la pelle.
Era stato davvero un massacro.
Quando ebbero finito uscirono dalla casupola e mi lasciarono in
quel letto che era diventato un bagno di sangue.
Quell'essere incappucciato era ritornato.
In un primo momento restò lì,impalato come una statua a fissarmi
poi mi venne sempre pià vicino tanto che con un rapido movimento riusci ad afferrare il pugnale vicino a me.
-non ti conviene-gli dissi
-non esserne così certa di uscirne vincente-mi rispose secco lui
dopo un lungo silenzio mi disse-Dobbiamo andarcene-
-Dobbiamo?-
-sì-
-E scusa chi ti dice che io venga con te?-
-Verrai. Ora muoviti se non vuoi vedere questo paese in un lago
di sangue.
Ok! diciamo che mi aveva abbastanza convinto.
Vedere altre morti per mia causa non era certo nel mio programma
giornaliero, così decisi di scappare con lui.
CI dileguammo verso la foresta in sella a un cavallo bianco.
A ogni balzo dello stallone una fitta di dolore dirompeva in
tutto il mio corpo.
Le mie mani si attorcigliavano tra di loro.
Una fitta più forte mi costrinse ad aggrapparmi con vigore a
quel tale che si trova davanti a me sul destriero.
-Se continui ad aggrappati così non rimarrà più niente per le
altre ragazze- disse ridendo.
Mi sentii offesa..ma come diamine si permetteva di schernirmi
così?!
-Guarda l'unico punto su cui vorrei mettere le mani è sul tuo
collo,ma non credo che avrai il tempo di apprezzare quello che avverrà dopo.-
-mmhh..e che cosa avverrà dopo?-mi disse voltando la testa verso
di me guardandomi con un sorriso provocante.
Esterrefatta cercai una risposta degna di quello che aveva osato
lui..ma quel sorriso era sempre lì ,davanti a me cogliendomi infinitamente in
imbarazzo.
Stava vincendo su tutta la linea.
E io odiavo perdere.
Dopo qualche tempo, entrammo in un villaggio fermandoci così in
una locanda.
Si aggiravano lì dentro contadini e soldati mezzi ubriachi che,
come piovre ,si allungavano e appiccicavano alle donne svestite che si trovavano sopra di
loro.
Il ragazzo che si trovava con me mi prese velocemente il polso e
mi trascinò fino al piano superiore dove avevamo affittato una stanza.
Percorsi velocemente tutto il corridoi ma sulle scale un uomo
più bevuto degli altri mi si fiondò addosso.
Tentai di levarlo senza fargli del male ma le sue mani si
allungarono di più verso posti più intimi tanto che allora cercai di sferragli
un pugno sul naso ma fui fermata prima del colpo.
Non voleva attirare l'attenzione.
-Lasciala andare- disse egli all'ubriaco
-No è bella e me la voglio tenere tutta per me-rispose l'altro
-Mi dispiace bello ma ci sono arrivato prima io quindi ora
levati prima che questa signorina non ti spacchi il naso-
Avvertendo la minaccia l'uomo si scostò e noi potemmo progredire
verso la nostra stanza.
Appena entrati lo guardai in faccia,coperta dal cappuccio, egli
gridai-Che diamine vuol dire “ Mi dispiace bello ma ci sono arrivato prima
io”?-
-Beh non mi sembra falso..in effetti ti ho visto prima io di
lui, inoltre se una persona è in quello stato bisogna parlare la sua lingua.
Non trovi?-
-Bah lasciamo star..ahhh- Un colpo di dolore mi perforò la
schiena.
Lo strazio era talmente forte che mi costrinse a inginocchiarmi
davanti al mio salvatore che si fiondò in terra per soccorrermi.
-Non ti affannare.-risposi io-Non voglio altri favori da te.
Non rispose e questo mi portò ancor più disagio.
-è tutto ok- ribadii-è già passato-
-distenditi sul letto io intanto vado a sciacquarmi ..è stata
una lunga notte-
-già-risposi malinconica
Passarono vari minuti da quando dal bagno uscì il mio
soccorritore.
Per qualche secondo rimasi lì al mio posto interdetta.
Non l'avevo riconosciuto senza quella veste che gli ricopriva il
corpo e il viso.
Si trovava lì davanti a me con il petto e il viso scoperto.
Non ero mai stata così in imbarazzata prima di allora.