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Autore: angel_87    06/06/2005    5 recensioni
Immagini che si susseguono, il film atroce della vita passata, del rimorso e del rimpianto di un eroe caduto che si nasconde dalla morte dietro una maschera nera...
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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< Anakin nooooooooo

 

 

I MUST BE DREAMING

 

 

 

< Anakin nooooooooo!>

La voce di Qui-Gon-Jinn venne totalmente ignorata dal giovane Padwan mentre compiva la sua vendetta contro quelle bestie del deserto, la loro parvenza umana non riuscì ad impietosire l’anima ferita e furibonda di Anakin Skywalker.

Lui il giovane che avrebbe dovuto portare equilibrio nella Forza, ora stava lentamente scivolando in una spirale senza fine. Una notte senza luna si propinava all’orizzonte, la notte senza luna di tutti i Jedi.

 

< Madre non ho avuto tanto potere per salvarti… Ma ora prendo l’impegno a non fallire mai più…>

Il destino della galassia era ormai segnato, tristemente avvolto da una notte scura scendeva il tramonto sulla galassia.

Padme guardava l’uomo che amava più di ogni altra cosa, perdersi, anche se non era una Jedi sentiva quel dolore immenso che lo attanagliava. Si maledisse mentalmente per non essere quell’appoggio che Anakin chiedeva così inconsapevolmente.

“Perdonami Anakin… Per la prima volta nella mia vita… Non ho parole per aiutarti…”

Il giovane Jedi scrutò Padme e come se leggesse nella sua mente la abbracciò, per la prima volta nella sua vita era lui che chiedeva protezione… Protezione da se stesso, protezione dalla sua stessa furia che bruciava dentro la sua anima.

 

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< Non sono il Jedi che dovrei essere….>

Padme lo sapeva. Dentro di se conosceva già la terribile verità. < Sei solo un essere umano Any… Pretendi troppo da te stesso ti prego… Aiutami a crescere nostro figlio…>

Anakin la guardò sbalordito, in un primo momento, poi si accigliò. Come poteva pensare che lui l’avesse lasciata sola… Sola a crescere loro figlio.

< Abbracciami…>

Anakin ripeté lo stesso gesto quasi meccanicamente, ma Padme percepì che era distante. La sua mente correva più veloce delle sue stesse azioni. Era perso in chissà quali congetture.

Poi la stretta divenne più forte, più calda. Lui la guardava negli occhi, ora vedeva la sua luce. Proprio in quel momento tornò a rivivere quell’Anakin che aveva perduto. “Non perduto per sempre… ti prego non perduto per sempre…” Padme pregava. Pregava perché quello spensierato ragazzo tornasse di nuovo.

Ma Anakin orami aveva allentato la sua stretta per dirigersi a salutare suo “padre”, Obi-Wan, che partiva per porre fine a quella guerra disastrosa.

 

< Maestro perdonami sono stato arrogante… Non ho apprezzato abbastanza i tuoi insegnamenti…>

< Sei saggio e forte Anakin… > e con un moto di emozione Obi-Wan posò le braccia sulle spalle di suo “figlio” e aggiunse < Sono molto fiero di te…>

Si sorprese. Non vide Anakin sorridere, lui ad un complimento che sapeva essere vero, sorrideva sempre. Sapeva che non vi credeva fino in fondo. Ormai non credeva più a nulla.

Obi-Wan sentì dentro di se che stava salutando quel figlio e fratello per l’ultima volta, ma riluttante scacciò quel pensiero assurdo e si vergognò anche solo a pensarlo.

 

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< Maestro Anakin… Sono troppi cosa facciamo…>

Alla luce blu della lama, il piccolo indietreggiò impaurito ma nonostante tutto fiducioso. Anakin respirò forte, come poteva farlo?

Fallo…Solo così potrai salvare tua moglie…” Il suo maestro si faceva strada nella sua mente.

Il bambino cominciò a tremare vedendo il suo sguardo vuoto, infinitamente triste, così tremendamente assassino. I suoi capelli biondi, gli ricordarono quando era appena partito da Tatooine. Gli stessi occhi innocenti di quando chiese a Padme se lei fosse un angelo.

Gli stessi occhi smarriti che chiesero ad Obi-Wan quale sarebbe stato il suo destino, ora che i Jedi si rifiutavano di addestrarlo.

Fallo ora Darth Vader… O tua moglie morirà… Non esitare… e’ solo un bambino…”

Anakin era ancora fermo con la spada sollevata.

“ Potrebbe essere mio figlio…”

Tuo figlio non vedrà mai sorgere il sole se tu non acquisterai il potere di salvarla…”

Anakin indugiò su quella figura piccola ed inerme. La sua paura, era la stessa nel suo cuore adulto. La stessa domanda perforava la mente dei due esseri umani “ Che ne sarà di me?”

< Perdonatemi…>

E la spada azzurra calò anche sui piccoli Padwan.

La notte senza luna dei Jedi era iniziata. Il sangue scorreva copioso sulle vie della Forza.

L’imperatore fu fiero di quell’ardito, alquanto poetico, pensiero mentre sentenziava l’inizio dell’ordine 66.

 

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< Bugiarda!!!>

< No Anakin… Ti prego… Ti prego…>

< Lasciala andare subito Anakin…>

Il giovane Sith accasciò il corpo privo di coscienza della moglie. < L’hai messa contro di me!!! >

< Non sono stato io Anakin… Lo sai…>

< Non me la porterai via!!!!>

< La tua rabbia e sete di potere te l’hanno già portata via…>

Obi-Wan scese dalla nave… Il suo cuore colmo di dolore lasciava trapelare sul viso nuovi segni del tempo. Sembrava che Obi-Wan fosse invecchiato di colpo. Il dolore aveva trasfigurato il suo essere. Ma non un dolore furioso come quello Anakin, infinitamente triste e rassegnato di chi ha fallito e ormai non ha altra scelta.

La battaglia infuria e riecheggia nell’aria anche a chilometri di distanza, fendenti precisi si susseguivano. Nessuno riusciva a prevaricare, erano maestro e apprendista. Nessuno dei due si ricordò di questo dettaglio. Le mosse infatti si susseguivano uguali e devastanti nel contempo.

Sino a quando Obi-Wan spiccò un salto sulla roccia lavica e guardava severo il suo ormai ex apprendista.

< Non provarci Anakin… Sono sempre più in alto di te…>

< Tu sottovaluti il mio potere!!>

Ma non fu così. Il suo apprendista cadde fra la lava incandescente terribilmente menomato.

E i suoi occhi iniettati di sangue sfogavano tutto il suo odio. < TI ODIO!!!!>

Mentre Obi-Wan, piangendo, sentenziò quello che per anni non aveva mai detto al suo apprendista, mai aveva mostrato i suoi sentimenti < Anakin… Io ti volevo bene..>

Ma ormai era troppo tardi, il suo ex apprendista, suo fratello, suo figlio si stava consumando nella lava avvolto dalle fiamme più calde dell’inferno.

 

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Darth Vader scacciò quelle immagini di colpo. I suoi sforzi di reprimere i ricordi, di reprimere la sua coscienza erano vani essi riaffioravano sempre più spesso. Da quando aveva appreso la sua verità più intima, la sua coscienza esaltava la sua furia e potenza.

Suo figlio era vivo. Stentava lui stesso a credervi, ma anche quella verità aveva un prezzo. Le immagini che vedeva ogni notte: la promessa fatta a sua madre, il desiderio di salvare Padme dalla morte, l’uccisione dei piccoli Padwan, e Obi-Wan… queste immagini si susseguivano come un grottesco film. Tutti i suoi più grandi errori lo schiacciavano.

Sentiva suo figlio avvicinarsi, la flotta ribelle tentava l’ultimo disperato attacco. Da un certo punto di vista si sentiva inquieto, lo sapeva che forse questa volta la ribellione avrebbe vinto.

Ma suo figlio si stava avvicinando sempre più, lo sentiva era questione di tempo che si avvicinasse a lui.

“ La sua pietà verso di te lo spingerà a cercarti… E tu lo porterai al mio cospetto…” Davvero Luke provi pietà nei miei confronti? Faccio così pietà?

Non poté rispondere a questo pensiero perché il generale e altri soldati ai suoi ordini interruppero il silenzio e tenevano saldamente le braccia di suo figlio, altero e sicuro di se.

Il momento è giunto.

Lo squadrò, era molto più maturo dal suo ultimo incontro, percepiva la sua luce.

< L’aveva previsto l’imperatore…>

< Padre vieni via con me…>

< E’ troppo tardi per me figlio…! Portatelo dall’imperatore…>

< Allora mio padre è morto davvero…>

Darth Vader chiuse gli occhi sicuro che suo figlio non lo potesse vedere oltre la tremenda maschera nera che affliggeva la galassia. Non era più tanto sicuro della potenza del lato oscuro. Non era più sicuro di nulla. Le immagini che lo affliggevano ne erano la prova. I suoi più reconditi ricordi, che credeva seppelliti ormai così come il suo vero io, tornavano dall’inferno.

< Padme… che devo fare…> ma il vento silenzioso del pianeta boscoso non gli fu di risposta, anzi non fece altro che aumentare il gelo che aveva nel cuore.

 

L’imperatore voleva corrompere Luke con qualsiasi mezzo ed esso tenacemente resisteva. Per certi versi Vader provò orgoglio per il proprio figlio, posava l’attenzione sul suo maestro e poi sul volto teso e preoccupato di Luke.

Poi vide Luke afferrare la spada laser. Aveva ceduto al lato oscuro. Vader meccanicamente accese la sua per proteggere colui che disprezzava ma chiamava maestro. Gli tornò in mente quando per la prima volta chiamò Obi-Wan maestro. Non lo chiamò con tale appellativo perché lo temeva e bramava il suo potere, ma perché si fidava ciecamente di lui e sapeva che l’avrebbe reso grande, un grande Jedi. Scacciò quel ricordo amaro nel cuore, e controllò che nessuno dei presenti si accorse del suo sconforto.

Luke serrò un primo attacco. Era molto migliorato, era un Jedi, ormai non mancava nulla nella sua istruzione. Era orgoglioso di lui.

Ma era troppo coinvolto dagli affetti. Come dargli torto era sempre suo figlio no? Dietro la maschera Vader, anzi Anakin, sorrise maliziosamente.

< Obi-Wan ti ha insegnato bene…>

< Non ti combatterò mai padre…> Padre. Tutte le volte che sentiva quel nome dalla bocca del proprio figlio provava un moto di affetto che l’altro suo io reprimeva cocciutamente.

< I tuoi pensieri ti tradiscono… I tuoi sentimenti per i tuoi amici… Per tua sorella… Così hai una sorella… Gemella… Obi-Wan ha fatto bene a tenermelo nascosto, ora il suo fallimento è completo…. Se non cederai tu al lato oscuro forse lo farà lei…>

Una sorella. Vader da dietro la maschera sorrise di nuovo. Amaramente pensò a quanto Padme sarebbe stata felice di crescere due bambini. Scacciò ancora questo pensiero e si lasciò scivolare di nuovo fra le tenebre e percependo l’ira di suo figlio sorrise spento. Forse ho trovato colui che porrà fine al mio tormento. Era diventato molto più forte e attese che la morte lo falciasse. Ma questo non avvenne. Luke spense la spada laser rinnegando il lato oscuro. Sul volto dell’imperatore un moto d’ira e di insoddisfazione lo colpì. Doveva andare così anche quando lui cedette al lato oscuro. Non avrebbe mai dovuto assecondarlo, si faceva veramente pietà solo ora se ne rese conto. Ora quell’abominio stava uccidendo suo figlio. Sangue del suo stesso sangue, frutto dell’amore per sua moglie. Era ora di compiere il destino. Anakin era tornato. Anakin Skywalker si vendicherà per tutto quello che gli ha portato via.

Tutto era finito, aveva percepito la morte del lato oscuro. Suo figlio lo reggeva fra le braccia, non si era reso ancora conto di stare morendo.

 

Il suo ultimo desiderio si era avverato. Aveva visto suo figlio con i suoi veri occhi, gli occhi di Anakin Skywalker. Cavaliere Jedi.

Suo figlio era orgoglioso di suo padre, lo si leggeva nei suoi occhi, non provava pietà. Solo infinita tristezza.

< Non ti lascio padre… Devo salvarti…>

< L’hai già fatto figlio mio… Ora vai…> era così soddisfatto. Ora sapeva che non stava sognando. Era la realtà ed era felice. Felice così come quando sposò la sua amatissima Padme, e ora aveva reso ai suoi figli la vita che gli aveva strappato.

Era sereno anche se non poteva cancellare tutto ciò che era stato. Mai avrebbe potuto.

Lo sapeva, ma era felice.

 

Dove si trovava? La sala luminosa gli abbagliò gli occhi. Quando portò le mani sul volto per proteggerli dalla luce notò le sue vere mani. Non era più quel grottesco fantoccio.

Passò una mano fra i capelli. Li riconobbe biondi e lunghi sino al collo. Era il suo aspetto prima di rinnegare la sua identità, prima di Darth Vader.

Era un sogno?

Sto forse sognando? Si chiedeva il giovane Jedi.

Ma il silenzio regnava nella sala. Ritratti appesi ad essa lo osservano alteri e sinceri. Anakin si sentì pervadere da un senso di inquietudine, loro l’avrebbero giudicato. Ma il loro giudizio non contava per lui. Anche se lo avrebbero perdonato, lui stesso non ci sarebbe mai riuscito. Quelle immagini avrebbero continuato a susseguirsi… Lo avrebbero torturato per sempre, ma alla fine Anakin sapeva che era giusto.

Si sedette su una poltrona e attese. Un ciondolo spuntò dall’alto. Lo osservò stupito. Cercò di afferrarlo, ma esso scomparve. Si voltò ma non vide nessuno.

Scosse la testa, e si sedette di nuovo attendendo pazientemente. Ed ecco ricomparire il ciondolo. Anakin si voltò usando i suoi riflessi Jedi e la vide. Splendida così come l’aveva lasciata. Maestosa, avvolta dalla luce e da un abbagliante sorriso.

< Padme…> poi l’immagine di Mustafar gli impedì di abbracciarla. Le sue guance si colorarono di vergogna. L’ultima cosa che le disse prima di ucciderla era stata un insulto.Si perché anche se non era riuscito ad ucciderla fisicamente, le aveva spezzato il cuore. Le aveva rovinato la vita.

Girò lo sguardo. < Any… Sono fiera di te…>

Anakin sgranò gli occhi e la vide avvicinarsi sempre più. < Hai salvato i nostri figli, hai donato un nuovo ordine Jedi alla galassia….>

< Perdonami….>

< Non ti ho mai odiato Anakin, sapevo che non eri malvagio… Consumato da Darth Vader hai avuto il coraggio di amare, dopo tanto odio…>

< Io non riuscirò mai a perdonarmelo…>

< Lo so… Ma forse una persona potrà toglierti un altro peso alla tua coscienza…>

 

Si avviarono lenti, attraverso un lussureggiante prato adornato da piante che offrivano un ombra gradevole alla luce calda. Molte altre persone e creature vagavano felici nel paesaggio.

Anakin osservava stupito il tutto e provava un senso di disagio. Lui non meritava questo.

Sua moglie capì quello che gli passava per la mente e intrecciò la mano a quella del marito.

< Lo sapevo che saresti tornato…>

Anakin sorrise forzatamente. Avrebbe voluto dirle tante cose ma non ne aveva la forza. C’era una cosa che però doveva dirle assolutamente. < Ti amo…>

< Ti amo Any…> lui sorrise. Anche se aveva il disprezzo di tutta la galassia non gli importava, aveva l’amore della sua famiglia. Lui sapeva che aveva l’amore di sua moglie e ora anche dei suoi figli.

Famiglia? Mancava qualcuno all’appello. Obi-Wan…

Lo vide seduto su una roccia abbandonato in una profonda meditazione. Deglutì. Padme lo abbracciò…< Coraggio vai…>

< Ma io…>

< Anakin Skywalker non avrai forse paura di me vero?>

< Maestro…>

Obi-Wan sorrise a quella parole e raggiunse la coppia < Ben tornato… Fratello mio… Figlio mio…> lo abbracciò. Anakin si stupì e ripresosi dallo sconcerto ricambiò il gesto più che calorosamente.

< Sto forse sognando??>

< No Anakin è tutto vero… Hai portato l’equilibrio nella Forza… Sei tornato amico mio…>

< Già…> mesto Anakin si lasciò ad un amaro sospiro. Obi-Wan alzò un sopracciglio e posò una mano sulla spalla robusta del suo apprendista.

< Il tempo sistema le cose, basta rendersi conto che sia così vedrai imparerai ad amare il tempo…> e mostrando la via continuò < Vieni, andiamo a mostrare a tuo figlio quanto somiglia a suo padre…>

Anakin si trattene. No, non era un sogno.

Era ora di mostrare a suo figlio chi era realmente Anakin Skywalker, un Cavaliere Jedi.

 

 

Che dire… Un po’ confusa… Me ne rendo conto, non è lineare o scorrevole… Però mi piace… Forse perché dopo la visione del bellissimo ma tristissimo The Revenge of the Sith avevo bisogno di riassaporare di nuovo la vecchia trilogia, di vedere Anakin che dopo tutto riesce a salvare suo figlio… E non lasciarmi l’immagine tremenda del mio personaggio preferito che ha avuto il coraggio di uccidere quel piccolo Padwan… Consideratelo uno sfogo ecco.

Ringrazio tutti e tutte coloro che hanno commentato i miei precedenti lavori, vi ringrazio spero sempre di migliorare.

 

Angel_87

 

 

 

 

 

 

 

  
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