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Autore: Lady midnight    15/10/2009    3 recensioni
La città taceva. Taceva in quella notte dove la neve cadeva copiosa e inarrestabile. Sembrava quasi che tutti gli abitanti dormissero beati nei loro caldi letti … tutti … o forse no?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                        Quella Doccia...

La città taceva.
Taceva in quella notte dove la neve cadeva copiosa e inarrestabile.
Sembrava quasi che tutti gli abitanti dormissero beati nei loro caldi letti … tutti … o forse no?

-CHE COSA?!- tuonò una voce, irrompendo prepotentemente in quell’innaturale silenzio
-MA HAI LA MINAMA IDEA DI CHE ORE SIANO?!-  
In un piccolo appartamento qualcuno non dormiva.
Un giovane uomo dai capelli color arancio era furente con una persona dall’altro capo del tavolo della piccola cucina
- Ti ho fatto una domanda- continuò ad insistere lui.
La donna a cui si rivolgeva stava lì immobile, seduta di fronte a lui poggiando il mento sul palmo della mano sinistra annoiata.
Aveva dei lunghissimi capelli neri raccolti in una treccia e un ciuffo sbarazzino le attraversava il volto, accentuando la grandezza dei suoi occhi blu.

- No, non ne ho idea, ma non credo che faccia differenza.- rispose semplicemente lei, cosa che fece solamente aumentare la frustrazione del suo interlocutore.
-SONO LE TRE DI NOTTE E FUORI IMPERVERSA UNA TEMPESTA DI NEVE!QUINDI PER ME C’E’ DIFFERENZ, UN ENORME DIFFERENZA!-  continuò lui sporgendosi sul tavolo fino quasi a raggiungere la ragazza.
-  Se continui ad urlare in quel modo sveglierai i vicini e anche i morti-  la mora continuava a mantenere un'aria noncurante.
- Ammettilo che mi vuoi morto-
A quell’affermazione le labbra della giovane dettero vita ad un malefico sorrisetto che fece salire i brividi lungo la schiena del mal capitato
.-Oh caro, come puoi pensare una cosa del genere?-  continuava a sogghignare maligna.
- Ichigo, ti sto solo chiedendo di andare al supermercato aperto ventiquattro ore a prendermi due cosette
da mangiare-
Ichigo cominciò davvero a perdere la pazienza.
-Due cosette!? Ma se prima sei stata ad elencarmi per almeno mezz’ora le più disparate pietanze. Non le ricordo già più Rukia!- disse con la fronte più corrucciata del solito.
- Ah, se è per quello non devi preoccuparti- Rukia si alzò lentamente e a fatica dalla sedia. La causa era  un pancione tipico di un’avanzata gravidanza.
Si avvicinò al bancone della cucina e da un cassetto estrasse un blocco da disegno e una matita.
Con una foga degna di un guerriero si avvento su uno dei fogli sotto gli occhi di un attonito Ichigo.
Dopo qualche istante Rukia strappo il foglio su cui stava lavorando e porse il suo lavoro al ragazzo.
- Ehi Rukia…- cominciò lui dopo aver dato un solo sguardo 
Lei si volse quel tanto che bastò per notare un’espressione mista di disgusto ed esasperazione.
- Cosa dovrebbero significare questi scarabocc…-  
Prima che la frase potesse essere terminata, l’album fu “accidentalmente” lanciato a tutta forza contro il volto di Ichigo, rischiando di rompergli il setto nasale.
- Ahia, maledetta! Sei impazzita per caso!?-
- Ti lamenti dopo che sono stata così misericordiosa da farti una magnifica lista?! L’unica cosa che dovresti dire è “ oh grazie  Rukia-Sama, non merito tanto” hai capito!?- gridò lei facendosi a pochi centimetri da Ichigo. Si riprese il foglio offesa.
Rukia sedette sulle ginocchia , facendo attenzione a non nuocere alla creatura che portava in grembo.
- Visto che mi sono stancata di aspettare ed ho fame, ho deciso che sarò più che generosa: vedi? Questo è Chappy fragola- disse indicando un non ben definito animaletto disegnato sulla carta.
- Ah, davvero?-  domandò Ichigo scettico, che nel frattempo si era seduto a sua volta sul pavimento con le gambe incrociate.
- Si. Quest’altro invece è Chappy ramen, questo Chappy liquirizia, Chappy gelato al cioccolato…- la lista continuò per almeno altri dieci minuti buoni.
- E questo è quanto- terminò la giovane.
- Bene ora puoi andare- decretò, con un tono che non lasciò spazio ad altri indugi.
Ichigo si alzò lentamente e poco convinto.
- Senti posso sapere quando è che smetterai di avere queste voglie nel bel mezzo della notte?- chiese, sperando in una risposta rincuorante.
- Se ho queste voglie puoi biasimare solo te stesso. Se tu quella volta ci avessi pensato due volte prima di invadere la mia privacy, tutto questo non sarebbe mai successo…-
-Te ne penti?-  
la punzecchiò lui.
-Tu te ne penti?- rispose rukia di rimando.
Preso in contropiede, Ichigo cominciò a grattarsi nervosamente la testa arancione.
- Accidenti! Va bene ho capito. Come sua maestà comanda-
- Felice che tu abbia capito. Ma ricorda di non contraddire mai più una donna incinta,stolto-

Rukia sorrise trionfante, mentre il ragazzo si copriva più che mai nel tentativo di scongiurare una possibile ipotermia causata dal freddo esterno.
-Si Si, lo ricorderò. Allora vado- disse voltandosi
- Fai attenzione- disse lei sarcastica utilizzando la sua falsa voce stridula,mentre lo salutava con la mano.
Ichigo uscì chiudendosi la porta alle spalle accompagnato da un enorme sospiro di rassegnazione.

Rimase per qualche istante con la schiena appoggiata alla porta di casa. 
Ad ogni suo respiro una nuvoletta di fumo usciva dalla sua bocca. 
Rivolse lo sguardo verso il cielo oscuro, che continuava a partorire piccoli e freddi fiocchi di neve, anche se in modo più moderato rispetto ad acluni momenti prima.
Ripensò a quanto quella notte fosse differente da quel momento di mesi prima. 
Ricordava ancora così chiaramente  il calore di quelle goccie sulla pelle, quel calore che unito a quello del corpo di lei era stato paragonabile solo all'inferno eppure, allo stesso tempo, era stato esattamente uguale al paradiso per lui.

Rukia l’aveva chiamata violazione della privacy, ma…
Sorrise malizioso a quel pensiero.

Sorrise mentre diceva a se stesso che nessuno dei due, ne lui ne Rukia, fossero anche vissuti per l’eternità, si sarebbe mai dimenticato di quella doccia.

Quella doccia che aveva cambiato le loro vite.

Quella doccia  durante la quale avevano concepito il loro primo figlio.

Sorrise di nuovo mentre si incamminava per la strada, completamente bianca, della città che era tornata  a tacere.

  
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