Verba Volant, sed verba Auditorem lex sunt

Io  ero lì, ad assistere alla tua morte padre. Mi hanno fermato, hanno fatto in modo che io non intervenissi. Ma tu con quel cappio al collo stavi sorridendo, non so perché, ma lo stavi facendo. La voce di quel uomo mi risuona ancora nelle orecchie mentre illustra i nomi e i peccati delle persone sul patibolo. Non lo stavo a sentire, nella mia testa solo un ronzio, mentre mi facevo largo tra la folla. Ti vendicherò padre, lo giuro! A costo di uccidere altri, a costo di derubare agli indegni, a costo di pagare qualcuno per aiutarmi, io lo farò. Sarò la Rovina di chi ti ha ucciso, e di chi ne è stato partecipe,non vedranno più la luce, e il sangue sgorgherà dai loro corpi. Perderanno la vita, e la ,oro anima giacerà all’inferno, fra i peccatori, fra coloro che in vita hanno macchiato la loro anima candida. Saranno tormentati da orribili pene per quello che hanno fatto. E la mia anima non sarà mai in pace fin quando ciò non accadrà. Non ti preoccupare, baderò io a mia madre, e sarò come un angelo custode per mia sorella. Li proteggerò dalla fine indegna che ti è toccata padre. Ancora non so come arriverò ai miei nemici, ma presto lo capirò, in fondo sono un Auditore, ciò che voglio, Ottengo. Per ora mi dirigo alla biblioteca, lì spero di trovare qualcosa che possa aiutarmi. I miei passi rimbombano fra i corridoi, la biblioteca è in un ala strategica della casa, protetta da tutto e da tutti, dalle invasioni esterne e dai pericoli interni. Arrivato dentro la sala, mi guardo intorno, non so da dove iniziare. Vengo stranamente attirato da uno scaffale leggermente più chiaro degli altri, prendo un libro a caso e mi accingo a leggerne il titolo, ma un rumore fievole di meccanismi che girano, blocca la mia lettura. Alzo lo sguardo e vedo lo scaffale ruotare su se stesso e aprirsi rivelando un'altra stanza segreta. Con passo fiero entro nella stanza: dentro c’è il vuoto, il nulla, ed è quasi completamente buia. Sto per andarmene ma noto un baule per terra. Piego le ginocchia e leggo cosa sta scritto sopra il coperchio: ”Giovanni Auditore”. Il nome di mio padre. Decido di aprire il forziere: all’interno  ci sono dei vestiti, li riconosco: sono i vestiti delle persone che da piccolo mi hanno affascinato, scoperti per caso su un libro della biblioteca: sono abiti da assassino. Come in flash nella mia mente il piano inizia a formarsi, ogni singolo dettaglio inizia a nascere. Io Ezio Auditore vendicherò mio padre con queste vesti: da oggi sarò un assassino. Mi infilo le vesti e mi alzo il cappuccio, poi ricordandomi del libro preso precedentemente, lo recupero. Esco dalla stanza segreta e sto per rimettere a posto il tomo, quando un lampo di curiosità mi assale e leggo cosa contiene quel libro: è un registro di nomi, date, e professioni, degli scultori, pittori, artisti e affini che in questi tempi girano a Firenze. Un nome in particolare Ruba la mia attenzione: “Leonardo di Ser Piero da Vinci”

:-Bene inizierò da  lui- e sorridendo posò il volume nello scaffale, pronto a incontrarmi con chi volente o nolente sarà fra i miei complici nell’ opera di vendetta che sto per compiere.