Spezzato

Inginocchiata per terra, singhiozzava contro la sua spalla, stretta a lui come se da quel contatto fosse dipesa la vita di entrambi. Il giovane capiva come si sentiva, ma sapeva anche che non c’era molto da fare per cambiare il passato.

   «Quel lurido ragazzo-scarafaggio», la sentì imprecare all’improvviso, tra le lacrime. Abituato alla sua fervida fantasia, gli risultò facile intuire che doveva trattarsi di Shinn e non poté non darle ragione sull’associamento fatto, visti i due ciuffi di capelli neri che ricadevano sulla fronte del soldato come se fossero state due antenne.

   Le lisciò più volte la schiena. «Non dare troppo peso a ciò che dice.»

   «E come faccio?», strillò lei. «Anche gli altri erano d’accordo! Da quel deficiente del meccanico alla biondina con la messa in piega!»

   Athrun corrucciò la fronte, e benché si rendesse conto che non era il momento adatto per farlo, non riuscì ad impedirsi di non chiedere: «Quale biondina?»

   Ci volle qualche secondo prima che, cercando di calmarsi, lei rispondesse. «Di chi vuoi che parli? C’era una sola bionda, lì. Non fingere di non averla vista: era anche più bella di me.»

   A quel punto lui fu investito da un dubbio atroce. «Cagalli… credo che quello sia un maschio, sai?»

   La Principessa rimase in silenzio, pensierosa, ancora aggrappata alla sua guardia del corpo come una fedele scimmietta. «Dici?»

   «Non portava la gonna, a differenza delle altre due.»

   «E con questo? Anch’io non la porto», si stizzì ulteriormente. «Tu e Kira siete orbi: basta che una ragazza abbia un seno poco pronunciato, e subito vi convincete che sia un maschio», ribatté poi, con la coda di paglia.

   Preoccupato per i suoi nervi e la propria salute, Athrun evitò di farle sapere che se adesso nessuno più la scambiava per un uomo non era certo dovuto al fatto che negli ultimi due anni avesse guadagnato una taglia di reggipetto, quanto piuttosto a quello che ormai il suo nome ed il suo volto erano conosciuti dappertutto e che sarebbe quindi stato alquanto indelicato porsi dubbi al riguardo. Ad ogni modo, quel battibecco era servito per lo meno a distrarli, tant’è che Cagalli aveva smesso di piangere e questo, per lui, era ciò che più contava. Finse perciò di darle ragione e la persuase a rialzarsi da terra, ripiegando sul letto su cui sarebbero stati decisamente più comodi. Fu lì che la fece stendere, nella speranza che, abbandonandosi al sonno, potesse riprendersi dalla stanchezza e dal trauma.

   Non ripresero a parlare delle accuse ingiuste che Shinn le aveva mosso contro, sarebbe stato inutile e deleterio, perché Cagalli aveva già sofferto abbastanza, esattamente come tutti gli altri. Se solo Athrun avesse potuto, se fosse stato ancora un ufficiale di ZAFT, di sicuro non avrebbe permesso a nessuno di parlarle in quel modo, anzi. Forse era di parte o forse no, ma vedendo la sua Cagalli in quelle condizioni, non riuscì a reprimere la voglia di schiaffeggiare quel ragazzino scontroso e aggressivo. Strinse il pugno, mentre con l’altra mano continuava a passare carezze affettuose fra i capelli chiari della sua protetta, sentendosi, per la prima volta da che era finita la guerra, come spaccato in due.