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Autore: pazzafuriosa92    16/10/2009    1 recensioni
So di risultare un po' patetica, ma è la verità... sto però crecando di uscirne!!!la prossima storia sarà molto meno nostalgica!!
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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iL VOLO DI UN GABBIANO COME TANTI Carpe diem. Quelle erano le due sole parole che vagavano nella sua mente; vi rimbalzavano come due palline da ping pong e i giocatori erano gli unici due neuroni che le erano rimasti. Non si trovava in una clinica di igiene mentale, ma nel suo bagno: era appena uscita dalla vasca da bagno, ma stava seriamente pensando di calarsi di nuovo nell'acqua calda, alla ricerca di un po' di conforto, alla ricerca di un modo per dimenticarlo. Dimenticare chi?
Non sapeva neanche lei come definirlo: l'amore della sua vita?  l'essere che dava senso alla sua vita? l'unico essere umano della terra che lei potesse mai amare?
Di certo la sua non era una cotta passeggera; da un anno si era invaghita dell'amico e non riusciva a toglierselo dalla testa. Eppure ci aveva già provato più volte, ma l'unica soluzione sarebbe stata tirarsi una zappa in testa e sperare in un'amnesia. Ma visto che le era stato impedito fino a quel momento, aveva deciso di strappare il dente del giudizio, di estirpare il "male" dalla radice, di prendere il toro per le corna. Insomma, aveva intenzione di cogliere "l'attimo fuggente" e dichiararsi.
Aveva già pensato a tutte le sue possibili reazioni: lui sarebbe scoppiato a ridere e lei a piangere, lui si sarebbe arrabbiato e avrebbero cominciato a litigare, lui l'avrebbe ignorata e lei sarebbe caduta nella più profonda depressione, ma la sua ipotesi preferita era che lui le avrebbe confessato di ricambiarla.
Pensando a tutto ciò, asciugandosi di fronte allo specchio e ungendosi di crema idratante, aveva già preso altre importantissime ed essenziali decisioni: il colore del suo abito da sposa, il modello del loro letto matrimoniale, il nome dei loro figli e la meta delle vacanze dei successivi ventanni.
Ma ora si passava alla fase più difficile: la scelta dei vestiti. In realtà non aveva ancora capito se lui desse molta importanza all'aspetto fisico, ma non poteva trascurare questi dettagli. Intanto, mentre si guardava allo specchio da tutte le angolazioni possibili, decideva il colore dell'ombretto e si pettinava, guardando disperata quella sua massa informe di capelli che tanto la faceva assomigliare ad un barboncino, iniziò la sua preparazione psicologica. Incominciò ad evidenziare le proprie qualità, fisiche e non, e finì crogiolandosi nella consapevolezza che, se avesse fallito nel suo tentativo, avrebbe certamente trovato un convento, possibilmente di clausura, che l'avrebbe accolta a braccia aperte.
Fissò la sua immagine, si sorrise, consapevole che la sua scelta era la migliore, che non se ne sarebbe pentita, che si sarebbe liberata di un'ossessione, sarebbe tornata ad essere libera e felice, a volare come un gabbiano sul mare.
Uscì di casa, prese il pullman, camminò fino a scuola, entrò nell'aula, faticò a concentrarsi sulle lezioni, prese appunti come un automa e al suono della campanella dell'intervallo si precipitò fuori nel corridoio pregando di inocntrarlo, prendendo in mano tutto il coraggio che era riuscita a racimolare in quei dodici mesi, coraggio che non sarebbe mai più riuscita a trovare. Non riusciva a vederlo e chiese di lui ad una sua compagna. Il gabbiano andò a sbattere contro una nave da crociera. Quel giorno lui era malato.
  
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