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Autore: Koori_chan    16/10/2009    4 recensioni
Ame e Koori, migliori amiche, tanto diverse ma accomunate dallo stesso desiderio: una vita più avventurosa.
Cosa succederebbe se l'avventura piombasse addirittura in casa loro, sottoforma di strane persone chiamate Nessuno?
E chi sono i misteriosi ed inquietanti individui che vogliono fare loro del male?
Fra amore, paura, tradimenti e amicizie Koori-chan è [poco] orgogliosa di presentarvi... SDUNDFE, ovvero Sclero di una Notte di Fine Estate!
[Correva, correva più in fretta che poteva.
Era tutta colpa sua e del suo maledetto orgoglio se se n'era andato e se DiZ gli avesse fatto qualcosa...
No, non voleva nemmeno pensarci!
Pregò che la sua migiore amica fosse in una condizione migliore, mentre la stanchezza dei cinque chilometri già si faceva sentire.
- Quell'idiota vestito da donna se la dovrà vedere con me... - masticò rancorosa.
Una volta per tutte. DiZ andava elimnato.
]
Genere: Romantico, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axel, Demyx, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER!!!
Ci tengo a precisare che questa fanfiction NON E' e NON VUOLE ESSERE un plagio di "Sclero di una notte di meza estate" di Fly89. Il fatto che i titoli si assomiglino è del tutto casuale.
Ok, dopo questa precisazione onde evitare spiacevoli equivoci presento questa fanfiction, nata dagli insani discorsi di una notte settembrina fra me e la mia migliore amica.
La fanfiction è prevalentemente ambientata a Genova, mentre i paesi natali delle protagoniste sono di pura invenzione.
Ecco cosa succede a mettere un cellulare in mano a Ame e Koori alle 4 di una notte di inizio Settembre.
Ecco a voi "Sclero di una Notte di Fine Estate", chiamato amorevolmente...
SDUNDFE!!!


CAPITOLO I



1 Aprile 2008, ore 7:02 Stazione Ferroviaria di Pontivaldi

- Il treno 21111 per Genova Brignole arriverà al binario 2 con 10 minuti di ritardo diversamente da quanto già annunciato. Ci scusiamo per il disagio. –
La voce registrata dell’altoparlante venne sovrastata dalle imprecazioni più o meno educate della marea di studenti in attesa del convoglio.
- Ma vaffanculo! –
Ecco, per l’appunto.
La nobile frase era stata pronunciata da una diciottenne che camminava avanti e indietro lungo la banchina. Capelli biondi e occhi grigi che saettavano rapidi verso il grande orologio della stazione.
- Non è possibile. Questi cavolo di tizi dei treni non lavorano mai?! – imprecò ad alta voce guadagnandosi le occhiatacce di qualche impiegato in giacca e cravatta.
Afferrò il cellulare inviperita, digitando rapidamente un messaggio per la sua migliore amica.
La telefonata arrivò quasi subito accompagnata dalle note di Stand by me, ma la versione di Timon e Pumbaa, perché era più carina.
Quella canzone significava molto per lei, le ricordava l’estate della sua prima superiore, quando lei e Ame si erano conosciute in uno stage a Hastings.
- Hola! –
La voce allegra e squillante di Ame le ridiede il buonumore.
Le due chiacchierarono del più e del meno sino all’arrivo del treno, a quel punto la bionda interruppe brutalmente la chiamata e si fiondò verso il vagone di coda.
- Koori-chan! – si sentì chiamare.
Una volta individuata la sua amica si lasciò scivolare esausta sul sedile tutto paciugato.
Koori fissò Ame.
Un paio di dolcissimi occhi nocciola saltuariamente oscurati dalla frangetta castana e i lunghi codini trattenuti da buffi elastici pelosi, almeno sei collane diverse al collo, abbigliamento dalle tendenze emo. Già, era sempre identica a quella ragazzina timida e impacciata di cinque anni prima!
La conversazione della mattina spaziò dal ripasso di Inglese di Koori agli scoop della palestra di scherma che frequentavano. Nessuna delle due toccò l’argomento che più temevano: quel giorno era il Pesce d’Aprile.
Koori aveva organizzato un sacco di scherzi da fare e Ame era certa di rientrare fra le vittime dei suddetti.
- Si, ho già deciso di fare uno scherzo generale alla prof di Francese. – esclamò tutta emozionata.
- Ossia? - chiese perplessa Ame.
- Quando lei entrerà in classe noi ci alzeremo e usciremo in corridoio, ignorandola completamente! Spero solo che le solite secchie non mandino a monte il piano… -
La mora scosse il capo rassegnata.
- Koori, hai diciotto anni e ancora fai queste cretinate? –
- Diciassette, per cortesia. – rifletté un attimo sulle parole dell’amica.
- E poi anche tu hai diciassette anni, eppure continui a chiamarmi Koori e farti chiamare Ame… -
Le due scoppiarono a ridere. Erano diventate amiche grazie alla loro passione comune per i manga e la cultura giapponese in generale, era già da un sacco di tempo che avevano smesso i loro nomi originali per diventare, almeno fra di loro, Koori e Ame.
Il viaggio in treno trascorse allegramente, fino a quando l’ingresso in galleria annunciò l’arrivo alla stazione di Genova Principe.
- Arrivata… -
Koori sollevò lo zaino e si incamminò verso la porta.
- A che ora ci vediamo oggi? – le gridò Ame, sporgendosi dal finestrino.
- Quando vuoi! –
- Alle quattro in piazza a Ponte! Sii puntuale!! –
Ma il treno era già ripartito, e l’ammonimento della mora si era perso nel vento.
Koori sorrise, bilanciando meglio il peso dello zaino sulla schiena; inforcò gli auricolari dell’iPod e impostò la riproduzione casuale, come faceva tutte le mattine.

You wanna know more, more, more about me
I’m the girl who’s kicking the coke machine
I’m the one that’s honking at you cause I left late again


Diede una rapida occhiata al cellulare accorgendosi con orrore che erano già le otto meno dieci.
- Merda! –
E con questa finezza si precipitò di corsa verso l’autobus. La sua corsa venne però fermata bruscamente da un ostacolo imprevisto.
- Sempre fra i piedi! – sussurrò con astio voltandosi a guardare chi le era letteralmente venuto addosso.
Alto, muscoloso, jeans e canottiera nera attillata, capelli rosso fuoco tenuti all’insù con quintali di gel e un paio di bellissimi occhi verdi.
- Scusami baby, non stavo guardando… - fece lo sconosciuto con un grande sorriso.
- Non importa. – replicò fredda la bionda, scostandosi e salendo sull’autobus.
Odiava la gente come quel tipo, se la tiravano sempre da gran fighi, ma per la maggior parte mancavano completamente di cervello.
Salì sull’autobus mentre le porte si stavano chiudendo.
“Per un pelo” pensò, poi si diede al ripasso mentale della lezione di Filosofia.

1 Aprile 2008, ore 14:22, Stazione Ferroviaria di Genova Birgnole

- Ma non è possibile!!! –
Il treno di Ame era appena stato soppresso e la ragazza stava saltando sul posto con l’intenzione di sfogare la frustrazione. Risultato? Oltre alla fame e alla sete le era venuto anche il fiatone.
- Ma perché tutte a me? Non arriverò mai in tempo per l’appuntamento… - brontolò fra se e se.
Ormai rassegnata all’idea di attendere per più di un’ora, la ragazza si diresse verso l’edicola della stazione, scelse a casaccio un manga dall’espositore e se ne tornò al binari, stravaccandosi su una rigida panchina di marmo.
Aprì il volumetto a casaccio e ciò che vide la rallegrò almeno in parte.
- Yaoi! – esclamò sotto lo sguardo poco rassicurato di una vecchietta.
Erano passati tre quarti d’ora e quel manga Ame lo sapeva praticamente recitare. Koori non rispondeva ai messaggi, probabilmente il cellulare le si era rotto un’altra volta. Odiava quel cellulare, per Natale gliene avrebbe regalato uno nuovo, anche se significava dare fondo a tutti i suoi risparmi.
Sbuffò, un po’ per la noia e un po’ per allontanare dai suoi occhi una ciocca sfuggita agli elastici.
Fu in quel momento che lo vide.
Aveva in mano un’enorme cartina di Genova, spiegazzata e bucata in più punti e si guardava intorno come se non sapesse dove andare.
Chissà chi era, qual era la sua storia…Era a Genova per lavoro? No, era troppo giovane…
Che fosse un turista? Eppure non aveva bagagli con se, se non un’enorme sacca blu a forma di chitarra caricata sulle spalle…
BZZZ!
Il vibracall del cellulare le fece venire un infarto multiplo e dallo spavento lasciò cadere il manga, che compì un’ampia parabola in aria prima di atterrare in mezzo ai binari.
- Porca cipolla! –
La strana imprecazione made-in-Ame attirò l’attenzione dello sconosciuto, mentre lei si alzava controvoglia e si apprestava a raccogliere il fumetto.
Se ci fosse stata Koori avrebbe proteso la mano verso di lei gridando “NOOOO!!!!” in maniera assai teatrale, maledicendo contemporaneamente le dannatissime cuffiette dell’iPod.
Già, perché senza di quelle Ame avrebbe sicuramente udito il “treno in transito al binario 1, allontanarsi dalla linea gialla”.
Purtroppo però, Ame stava sentendo la musica a tutto volume.

As the river flows
To the sea
So it goes
Some things are meant to be
(some things are meant to be)


Fu tutto improvviso.
Aveva ancora un piede nel binario e il braccio teso verso il manga quando alzò la testa e vide il treno.
Troppo tardi.
Troppo giovane.
Chiuse gli occhi, trattenne il fiato, come se potesse essere utile.
Sentì lo spostamento d’aria provocato dalla corsa omicida del convoglio, sentì la vita abbandonarle le gambe, sentì un paio di forti braccia cingerle la vita.
Ma soprattutto sentì che non era morta per niente.
Aprì gli occhi, piano, si voltò e di nuovo trattenne il fiato.
Un angelo, ecco cosa.
Un angelo in giacca di pelle e jeans, che di canonico aveva solo i bellissimi occhi azzurri e il biondo dei capelli.

Take my hand
Take my whole life too
Cause I can’t help falling in love with you


Il ragazzo sussurrò qualcosa, o forse lo gridò, la musica le impediva di capire.
Si liberò dalle cuffiette assassine per ascoltare la più bella voce che fosse mai stata udita sulla terra.
- Stai bene? Posso azzardarmi a mollarti o mi cadi per terra? – sorrise.
Ame diventò bordeaux.
- N-no… ce la faccio, grazie… -
Riavutasi dallo spavento si rese conto che era lo stesso ragazzo che stava osservando prima di ricevere l’sms…
Giusto, l’sms… diede una rapida occhiata al telefono.
“Anna Puppo__E’ uscito il nuovo libro di Eragon!”
- Ma vaffanculo! – le era uscito spontaneo.
- Cosa? – il biondino la guardava interdetto.
- Oddio, scusa! Non a te! A te grazie infinite, mi hai salvata! Potrò mai sdebitarmi? – fece tutto d’un fiato.
Lo sconosciuto si grattò la nuca pensoso.
- Si, anche ora se ti va… sapresti mica indicarmi il treno per Pontivaldi? –
Ame si sentì mancare di nuovo.
- Binario 1 tronco. Il treno è lo stesso che prendo io, ti faccio segno quando arriva… -
- Grazie! Comunque io mi chiamo Demyx, tu? –
- Ame! Cioè… la mia amica mi… -
Demyx le scompigliò affettuosamente i capelli.
- Ame va benissimo… Sai, sono nuovo di qui, ti va se facciamo il viaggio insieme, così non mi perdo di nuovo? –
- Di nuovo? – Ame inarcò un sopracciglio, curiosa.
Il biondo arrossì vistosamente.
- Beh, si.. il mio amico mi ha dato appuntamento a Pontivaldi e mi ha detto di prendere l’autobus numero 7, ma io ho preso il 71 e… -
La bruna sorrise, sbollendo l’imbarazzo iniziale.
Se quello era uno scherzo per il Pesce d’Aprile… prego, che la recita continuasse!

1 Aprile 2008, ore 16:10 Autobus H Campolungo-Pontivaldi

Detestava i mezzi pubblici, era ufficiale.
Per una buona volta si era preparata in anticipo, era uscita di casa in tempo per prendere l’autobus e quell’inutile stupido ammasso di ferraglia con le ruote era in ritardo!
Non ce l’avrebbe mai fatta a resistere fino alla patente, tuttavia il fatto che alla sua maggiore età mancassero solo due mesi e dodici giorni, contati con perizia quasi maniacale, la faceva sentire un po’ meglio.
Pregò che Ame non si fosse arrabbiata per l’enorme ritardo, ma già la cosa che non rispondeva al cellulare non era un buon segno…
Scese al capolinea e si diresse di corsa in stazione.
Considerò quanto la stazione di Pontivaldi fosse un buco in confronto a Principe o Brignole. Due miseri binari, uno per i treni diretti a Genova e uno per quelli diretti a Fumacci, il paesino dove abitava Ame.
Due binari. Deserti.
Dove si era cacciata Ame?!
Prese il cellulare, pronta a chiederle siegazioni, ma l’apparecchio inziò improvvisamente a vibrare, smettendo due minuti dopo. Erano arrivati all’incirca una trentina di messaggi, tutti dallo stesso numero.
“Ame__Hanno soppresso il treno” “Ame__Mi annoio” “Ame__Sei morta?”
- Ottimo, questo catorcio si è rotto di nuovo! Vorrà dire che tanto che la aspetto mi berrò una coca… -
E con questa intenzione inserì alcuni spiccioli nella macchinetta delle bibite.
Osservò con sguardo famelico la molla tendersi e la lattina cadere al rallentatore, per incastrarsi a metà discesa.
- Se è uno scherzo non è divertente! – quel Pesce d’Aprile le stava riservando un po’ troppe spiacevoli sorprese per i suoi gusti.
Diede uno scrollone alla macchinetta con la speranza di far cadere la sua coca-cola.
Nulla da fare.
Andò avanti così ancora per un po’, poi, colta da una crisi isterica iniziò a prendere a calci il distributore.
Le due facce di Koori: con un libro fra le mani e seduta su una panchina al parco sarebbe sembrata la ragazza più dolce ed remissiva del mondo, ma quando perdeva la pazienza diventava una vera belva, pronta a sbranare chiunque la contraddicesse.
Già… adesso, nonostante il pullover blu e la minigonna a balze, sembrava tutto meno che femminile e remissiva.
- Serve aiuto, baby? – chiese una voce ironica e un pelo strafottente.
- No! – rispose Koori brusca senza degnare di uno sguardo lo sconosciuto.
Era troppo orgogliosa per accettare l’aiuto di qualcuno.
- Sicura? Non è un problema per me dare una mano a una fanciulla in difficoltà! –
Che cocciuto! E se ci stava provando con lei era partito decisamente con il piede sbagliato!
- Non sono una fanciulla in difficoltà! – ribattè, col chiaro intento di terminare li il discorso.
- Beh, in difficoltà lo sei di sicuro, quindi non sei una fanciulla, è questo che vuoi dirmi? Oddio, non sarai mica un tr… -
- Non hai nessun altro da importunare?! – gli gridò contro infastidita dall’ultimo commento.
Lo guardò in faccia per la prima volta e si sentì avvampare.
- TU! Tu sei quello di stamattina a Principe! –
Il ragazzo dai capelli rossi diede un colpetto laterale alla macchinetta, la coca cadde gentilmente nelle sue mani.
- A voi milady… - ammiccò porgendole la lattina.
Koori la afferrò con aria di superiorità, cercando di ignorare il fatto che un ragazzo decisamente sexy stava tentando di attaccare bottone con lei in tutti i modi e la stava fissando in maniera insistente.
Come d’abitudine allontanò da se la lattina prima di tirare la linguetta.
Scherzo del destino. Destino bastardo, peraltro.
Con tutti i colpi che aveva preso, il liquido schizzò fuori dal contenitore con una violenza inaspettata, infradiciando completamente il rosso.
Svariate furono le reazioni di Koori: si vergognò profondamente, ci godette altamente, sbavò perché quel tizio con la canottiera fradicia era veramente stupendo, degno di una statua greca e si chiese quando sarebbe arrivata Ame.
Il tutto riassunto in un
- Oh, mio dio! –
- Lo so che sono figo, ma non è il caso di chiamarmi addirittura dio, non credi dolcezza? –
SBAM!!!
Il ragazzo si massaggiò la guacia colpita.
- Accidenti, sei tosta! Le altre ragazze sarebbero già cadute ai miei piedi! –
Koori fu lusingata da quell’affermazione, ma si avvide bene dal darlo a vedere, mascherando tutto con un’espressione fredda che ben si addiceva al suo soprannome.
- A quanto pare non sono come le altre ragazze! –
- Oh, ma questo l’ho già capito… - le sussurrò in un orecchio, accelerandole notevolmente i battiti.
- Comunque mi chiamo Axel, A-X-E-L! Got it memorized? - continuò strizzandosi la canottiera come se niente fosse.
- G…Got it… - rispose lei in inglese, ancora leggermente stordita dalla conversazione.
- E tu come ti chiami, Signora dei Ghiacci? –
- Ci sei andato vicino: mi faccio chiamare… -
- KOORI!!! –
La voce di Ame giunse alle sue orecchie come un canto angelico.
Arrossì ancora di più realizzando di non essersi nemmeno accorta dell’arrivo del treno presa com’era da tenere testa ad Axel.
- Koori, il tuo cellulare… -
- Si, lo so, è da buttare… mi sono arrivati tutti adesso. –
Solo in quel momento Koori notò che la sua amica era accompagnata da un ragazzo sui 19 anni, i capelli biondi ingellati in una simpatica cresta e una custodia da chitarra sulle spalle.
Anche Ame accolse con stupore la visione della bionda accanto a un tale figo. Di solito era sempre così timida con i ragazzi, specialmente se belli…
- Così tu sei la tanto decantata Koori, eh? Piacere, io sono Demyx… e vedo che conosci già il mio migliore amico Axel! –
Oddio, doveva essere davvero un Pesce d’Aprile.
- Ehm… si… ho fatto la sua conoscenza giusto adesso! – fece imbarazzata.
Demyx fece notare che il rosso era completamente bagnato, ma la sua spiegazione fu vaga: Ame doveva indagare.
- Axel, Ame e Koori sono così simpatiche, possiamo fare un giretto con loro? – esordì il biondino dopo alcuni minuti spesi a fare conoscenza.
- Certo! Come potrei mai rifiutare una passeggiata con queste due bellissime ragazze? – acconsentì.
Ame ridacchiò divertita, Koori lo guardò in cagnesco.
Vabbè, forse per un pomeriggio solo avrebbe anche potuto accettare di trascorrere il suo tempo con lui. E poi quel Demyx le sembrava simpatico…

1 Aprile 2008, ore 20:15, Casa di Koori

La ragazza sospirò.
Cavolo, alla fine si era divertita.
- Fai “aaaaaahm!!!” – esclamò Ame con una forchettata di pastasciutta in mano.
- Piantala, dai! – rise Koori, scostando la posata dal suo volto.
- E’ che ti vedo pensierosa… C’è qualcosa che non va? – continuò l’altra con dolcezza.
La bionda sospirò nuovamente.
- Gli ho lasciato il mio numero di cellulare! E nemmeno lo conosco! –
Ame ingoiò il boccone.
- Si chiama Axel, ha 19 anni, è un figo della mamma e oggi pomeriggio con lui ti sei divertita. Ti serve altro? –
Al “ma è grande…” di Koori, l’amica esplose.
- Cavolo Ko-chan! Non hai più 15 anni, cos’è che ti spaventa tanto? E poi mica lo devi sposare! –
Alla sola idea di andare all’altare con un tipo come Axel la giovane inorridì.
- E di Demyx che mi dici? – ammiccò con aria complice.
A quel punto Ame si lanciò in una filippica senza fine su quanto quel ragazzo fosse dolce, bello, tenero, simpatico, bello, gentile… aveva già detto bello?
- E poi mi ha salvato la vita! – e le raccontò l’episodio del treno.
- Caspita, il tuo si che è stato un incontro romantico… -
- Già… e poi ieri sera io e Yoru abbiamo letto una doujinshi dove la sorella di Light e Ryuuk… -
- Non lo voglio sapere!!! – Koori si tappò le orecchie con le mani.
Erano così i loro discorsi, spaziavano da qualcosa di altamente serio all’ultima doujinshi, spesso a tematica yaoi.
E fra uno shock e l’altro le due andarono a dormire.
Erano quasi le tre e ovviamente non avevano ancora chiuso occhio quando il cellulare di Koori vibrò sul comodino.
“Testa-di-Petardo__Hey, piccola, ti va di venire al cinema con me domani?”
Con un balzo Ame raggiunse il letto di Koori e lesse il messaggio.
- Chi è? –
- A…a… Axel… - rispose l’altra fumando per l’imbarazzo.
- Cosa cavolo gli rispondo ora?!? –
Ame rise di gusto, abbracciando l’amica.
- Sei scema, ma tanto tenera! –
Dopo quell’affermazione a metà fra il complimento e l’insulto, la bionda decise di ignorare il messaggio di Axel, almeno inizialmente.
Fu questione di secondi, quando il cellulare vibrò nuovamente.
“Demyx__Ignora Axel, l’idea era di uscire tutti e quattro… io, Ame, te e Ax… ci state?”
La mora le strappò il cellulare di mano e rispose affermativamente, prima che Koori potesse fare qualche cavolata delle sue.
- Ottimo! Perfetto! GENIALE!!! –
Koori si nascose sotto il cuscino mugolando un “ma perché tutte a me?”, ma venne subito dissotterrata.
- Koori, domani alle tre al multisala. E’ la nostra occasione! –
- E se dessero dei compiti per dopodomani? – tentò lei.
- Secchia, dopodomani è Domenica! –
E fra le urla di giubilo di Ame e quelle disperate di Koori l’ora x si stava avvicinando…
  
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