-Hey tesoro, vieni a fare colazione?
La voce di Megan la riportò sulla terra. -Arrivo, arrivo.- rispose distrattamente senza muoversi.
-Guarda che si fredda...- insistette Megan.
-E va bene mamma vengo!!- disse Meredith sorridendo a quell'adorabile rompiscatole che era la sua coinquilina, nonché migliore amica. Anzi praticamente una sorella. Meredith aveva ventuno anni compiuti da poco, ma se glielo chiedevano rispondeva che ne aveva ventidue, perché odiava sembrare una ragazzina. Eppure lo era, ma di quelle più in gamba che si possano immaginare, un piccolo prodigio in realtà, visto che alla sua età era già laureata in psicologia criminale, aveva un' ottima conoscenza delle leggi e del sistema giudiziario, ed era una bomba coi numeri: per lei la matematica era naturale come respirare. A prima vista non sembrava una tipa tanto intelligente: lunghi capelli biondi, alta centosettantacinque centimetri circa, occhi azzurri che erano come scolpiti nel ghiaccio, due gambe che non finivano mai, il seno piccolo, ma sodo e ben fatto. Sembrava uscita da una sfilata per come appariva, ma non per il suo modo di vestire: cercava sempre di non dare nell' occhio, jeans e magliette poco vistose erano il suo abbigliamento abituale, perché era consapevole del suo aspetto e non voleva apparire bella: preferiva che le dicessero che era in gamba. Anche così però, si faticava a non notarla, forse perché emanava quella certa aura di femminilità che solo le donne dell' est hanno, e che affascina anche senza essere appariscente. E in effetti un po' donna dell' est lo era: il padre era americano, ma sua mamma era russa, e lei sembrava la sua fotocopia.
Scese in cucina saltellando a piedi scalzi, lo faceva sempre, era una cosa che ad Oliver dava sui nervi, infatti la rimproverò subito brandendo il coltello con cui stava tagliando il pane per tostarlo. -La pianti di fare la cavalletta salterina, piccola pazza che non sei altro?-
-Perché sennò che fai, mi affetti e mi infili nel tostapane?- rispose Meredith con un sorrisetto canzonatore e accattivante allo stesso tempo, rubandogli una fetta di pane. Se c'era una cosa che Oliver non riusciva a fare era rimanere arrabbiato con Meredith, non sapeva proprio resisterle, infatti scoppiò a ridere scuotendo la testa come a dire “con te non c'è niente da fare”. Oliver era l'altro coinquilino di Meredith e Megan, un ragazzo alto dai lunghi capelli neri e il naso un po' pronunciato, non particolarmente bello ma tremendamente simpatico, un vero e proprio clown a volte.
-Su su bambini non litigate e facciamo colazione.- disse Megan ridendo. Anche Megan era una giovane donna, un po' più bassa di Meredith, con lunghi capelli castani e un sorriso che abbagliava, occhi scuri da cerbiatta e un piccolo neo sul mento. Lei, Oliver e Meredith avevano tutti più o meno la stessa età, ed erano praticamente cresciuti insieme, come tre fratelli. Si erano decisi ad affittare un appartamento da dividere quando Meredith aveva finito gli studi, perché altrimenti avrebbero dovuto separarsi, dato che Oliver e Megan studiavano ancora legge all'università.
-Io scappo è tardi…- fece Meredith all' improvviso infilandosi in bocca un'altra fetta di pane tostato mentre tentava di mettere la giacca
-Di già?- disse Megan mentre la aiutava.
-Sì sì devo proprio andare, quando torno vi racconto tutto…- dette un bacio sulla guancia a Megan e una pacca sulla testa a Oliver e uscì di casa.