His eyes upon
her face
His hand upon her hand
His lips caress her skin…
-Scusa, non volevo svegliarti.
–, la
voce di Robert era pari ad un sussurro e il suo viso nella penombra
sembrava
essere costituito da fragile porcellana, anche a causa della varia
quantità di
trucco con i quale era stato cosparso.
Kristen allungò una mano posandola sul suo viso,
accarezzandolo dolcemente, con
lo sguardo perso in quegli occhi resi ambrati da semplici e minuscole
lenti. Si
spinse accanto a lui, poggiandosi col viso sul suo petto. Lui a strinse
a se,
cullandola appena. David sperò che almeno questa volta non
si bloccasse.
Kristen prese a baciare il suo collo, fino a giungere alle labbra del
ragazzo.
David, il regista strinse la mano della sua assistente, sperando nel
meglio.
Quella scena gli stava dando grossi problemi e nessuno riusciva a
spiegarsi il
perché.
-Ero preparato ad una collera che avrebbe
fatto invidia ai grizzly, ed è questo ciò che
ottengo? Ti dovrei far infuriare
più spesso. –, la voce di Robert di
diffusa nella stanza immersa nel
silenzio.
-Dammi un minuto per elaborarla. -
Ti prego, ti prego, ti prego, pensò
il regista. Attenti guardavano
tutti
quei due corpi stesi sulle lenzuola leggere. Girare Eclipse stava
diventando
molto problematico, più di quanto i suoi colleghi, prima di
lui, avessero
fatto.
David si passò una mano fra i capelli, frustrato.
-Tutto il tempo che vuoi. -
Lui le accarezzò piano i capelli, guardandola negli occhi,
mentre i loro nasi
si sfioravano.
-Forse domani mattina. -
-Come preferisci. –
potevamo udire il
respiro di lei farsi sempre più irregolare, come da copione.
Era inutile,
quando si concentravano riuscivano a rendere tutto così
dannatamente…
realistico, ed era ciò che il regista amava di
più. Sensazioni, emozioni,
espressioni tanto convincenti da apparire reali.
Talento il loro? Senza dubbio, ma per Austin, forse, qualcosa di
più.
-Bentornato. Sono felice di vederti.
– . Robert prese a baciare il viso di Kristen, concentrandosi
sulla sua mascella.
-Questa è una gran cosa.
–, mormorò
con voce calda e roca.
Ed ecco che il cuore di David accelerò i battiti, ricolmo
d’ansia. Era lì, in
quella scena, nei movimenti che i due ragazzi avrebbero fatto nel giro
di pochi
istanti, che tutto andava in fumo.
Perdevano la concentrazione, sbagliando del tutto la scena, inventando
battute,
sbagliandole mentre i fissavano l’uno gli occhi
dell’altro, o mentre le loro
mani cercavano quelle dell’altro, il viso
dell’altro. Era lì che Kristen
Stewart si dimenticava di essere Bella Swan, e Robert Pattinson si
dimenticava
di essere Edward Cullen.
Era
una delle poche scene in cui il regista era stato tremendamente fedele
al libro.
Tutto doveva coincidere, tutto doveva essere perfetto, e David
sperò ancora
un’altra volta che i suoi sforzi di rendere il film molto
meglio delle
aspettative dei fan, servissero a qualcosa.
Fu lì, che Austin capì.
La mano di Robert piano di mosse sul braccio di Kristen, carezzandolo
con
estrema dolcezza, come fosse la cosa più preziosa al mondo.
Nel contempo le
baciava il collo, e lei inerme sul letto, chiuse gli occhi, schiudendo
appena
le labbra.
Forza, forza.
David aveva il fiato sospeso, come il resto delle persone in quella
stanza.
Austin
rivolse un’occhiata fugace a David e sorrise.
Lui
l’aveva capito, l’aveva capito sin
dall’inizio. Ritornando a guardare i due
ragazzi ripensò ai sorrisi, alle occhiate fugaci, ad occhi
che si illuminavano
quando incontravano quelli dell’altro. A leggeri tocchi
casuali, che però
nascondevano molto di più. Lui lo sapeva, o forse solo ci
sperava.
Vedeva in quegli giovani sguardi sentimenti che non aveva mai visto in
nessuno.
Qualcosa che ti logorava dentro, ti scuoteva, lasciandoti inerme
davanti al
pensiero dell’amore. Perché, sì, Austin
era convinto che quello fosse amore e
solo chi non credeva ad un sentimento così forte e puro, non
poteva non captare
i languidi sguardi, sorrisi e parole celate.
Qualcosa percosse il corpo di Kristen, un brivido lungo la schiena le
fece
venire la pelle d’oca, mentre le mani di Robert si muovevano
sul suo addome,
circondandolo in una dolce stretta. Lei accavallò, quasi,
istintivamente, senza
accorgersene, una gamba sul corpo di lui.
Il respiro accelerato, il petto che si muoveva troppo velocemente per
essere
controllato.
-Non per scatenare prematuramente l’ira, ma ti dispiace
spiegarmi cosa c’è che
non va in questo letto?-, mormorò Robert
conducendo con un movimento fluido
il corpo di Kristen sopra il suo. Lo prese fra la mani, perdendosi nei
suoi
occhi, nascosti dalla semioscurità, -Il
letto secondo me è carino. -
-E’ superfluo. -, rispose
lei in un
soffio.
E poi come da copione, le loro labbra si unirono. Baciarono con
lentezza quelle
dell’altro mentre David si rilassava sulla sedia e Austin
sorrideva
soddisfatto.
-Perfetto. Hanno talento. -, annuii David, voltandosi verso Austin, che
represse un risolino.
-Quanto sei cieco, David. -, mormorò, l’assistente
prima di pose fine alla
scena
Il regista scattò dalla sedia, ignorando le parole
sussurrate di Austin, congratulandosi
con Robert e Kristen che, rossi in viso, di scambiarono
un’occhiata prima di
sorridere al regista.
Austin si avvicinò, dando una pacca sulla spalla di Robert,
-Vedi, ragazzo,
quando ti concentri, ci sai fare. Continuiamo domani, andate a
riposarvi.-
Ma non ero affatto concentrato,
avrebbe
voluto rispondere
l’attore, ma preferì
tacere. Si limitò ad annuire col capo e ad uscire dalla
stanza… senza staccare
gli occhi da quelli di Kristen.
Austin
si avvicinò al regista, mentre entrambi osservavano i due
allontanarsi, ridendo
e scherzando. –Scommettiamo cento dollari che si finiranno
insieme?-
David
si voltò, corrugando la fronte, -Fidanzati, dici?-
Austin annuii.
-Scherzi? Chi, quei due?-, ridacchiò il regista.
-Cento dollari che alla fine della saga finiscono insieme. -, lo
sfidò
incrociando le braccia al petto.
David, lo guardò con aria di sfida, poi sorrise, -Okay,
affare fatto. -
Si strinsero la mano, entrambi sicuri della propria vittoria.
E’
giovedì sera, ed è stanco. Sta lavorando al video
musicale si un emergente
gruppo rock, e qualcosa nella grafica non lo convince.
Cambia canale distrattamente, evitando qualsiasi tipo di canale che
trasmetta
sfilate di moda e notizie gossip.
Sbuffa, passandosi una mano sul viso.
Ha sonno e pensa che fra pochi istanti si alzerà da quel
divano per andare a
letto… anche se sono le nove e mezzo di sera. Questa mattina
si è alzato alle
quattro.
Sbadiglia, si alza e spegne di il televisore, ma mentre si dirige verso
il
corridoio che porta ala sua camera da letto, il campanello squilla con
quel suo
odioso trillo insistente.
David sbuffa e di dirige all’ingresso.
Apre la porta.
-Austin?-, chiede sorpreso.
Il ragazzo sorride e gli mostra una pagina di rivista.
-E’ ufficiale. È stato confermato, David. Mi devi
cento dollari. -
Il regista sgrana gli occhi al ricordo di quella sera dei un anno fa,
quando
non vedeva ciò che per molti era ovvio.
Scuote il capo e si lascia andare ad un momento di ilarità,
nonostante senta le
palpebre pesanti.
-Scommessa persa, Austin. Ti devo cento dollari. –
L’amore
quello vero non passa mai
inosservato.
Salve gente, eccomi qui
con una one, dove c’è molta, molta, fantasia.
L’ho scritta
qualche mese fa, ma non l’ho mai terminata. Un giorno,
parlando
con una stramba ragazza ho pensato: “Perché non
finirla?”, ed eccola qui. Se
non fosse stato per lei, sarebbe rimasta nel dimenticatoio.
La dedico a te,
Chià. Non è nulla, ma…
grazie, grazie di tutto.
A
voi, Panda.