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Autore: VulnerableGirl_____xX    20/10/2009    3 recensioni
Una bugia. Una bugia dovuta alla paura di essere respinti, una paura dovuta ad un'insicurezza interiore. Una bugia, detta a fin di bene... E questa bugia, potrebbe rendere felici le persone che più si amano, ci avete mai pensato?
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if?, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Don't Be Afraid, I'm Here.


SBAM!

La finestra sbatte a causa del vento incessante. Vado a chiuderla, prima che lei si svegli... Non ci tengo affatto, almeno stanotte vorrei dormire. Da quando Hope non c'è più, è tutto più difficile, le mie responsabilità sono aumentate, con la band sto avendo grossi problemi e non riesco a reggere tutto ciò. No, non ci riesco, ma devo. Ormai lei è qui, ci sono dentro e non posso più uscirne, è tutto ciò che mi resta, al momento e non la abbandonerò, mai.

Da un anno a questa parte, posso dire di esser cambiato parecchio, eh sì. Ho imparato cosa significa realmente la parola vita, e tutto grazie a lei e Hope. A quest'ora, se non fosse stato per loro due, sarei ancora quel ragazzino stupido, viziato, abituato ad avere tutto, senza la cognizione del limite... Invece, adesso, posso dire di essere una persona migliore, in grado di badare a sé stesso e che non vive sulle spalle degli altri, una persona responsabile, anche se non del tutto, una persona, finalmente, con dei principi morali...

Entro nella sua stanzetta, per vedere se è tutto apposto, se sta bene o se ha bisogni di qualcosa. Mi siedo accanto a lei, la osservo attentamente, come ormai faccio ogni sera a quest'ora. Ha gli stessi lineamenti della madre, gli stessi occhi. Più la osservo, e più mi viene in mente Hope. Un sorriso nasce spontaneo sul mio viso, successivamente seguito da una lacrima solitaria... Non l'asciugo, no, perché quella lacrima, ha la sua essenza, mi piace sentirla, devo sentirla. È stupenda, solo a guardarla, mi vien la voglia di continuare a vivere, perché so che c'è ancora un motivo valido per continuare. Si è svegliata, ha iniziato a piangere... Sarà stata colpa del temporale, già. La prendo in braccio e le sussurro qualcosa dolcemente.

-Piccola, non aver paura, io sono qui...-

Ricordo ancora tutto, dall'inizio di tutto, fino ad ora...


Ero con i miei amici di sempre e con mio fratello, camminavamo per le stradine di Lipsia, quando per la prima volta la vidi.

Capelli castani, occhi azzurri, abbastanza alta, con un sorriso che avrebbe potuto illuminare un'intera città. Aveva gli occhi completamente circondati da matita nera, alle braccia portava dei bracciali borchiati, era vestita con una maglietta nera semplice e un pantalone nero strettissimo, ai piedi portava delle Converse All Star. Era bellissima. Allora, avevo un carattere molto forte, o almeno così volevo dimostrarmi, avevo la reputazione di Sex Gott, ce l'avrei fatta anche a conquistare lei. A spingermi ad andarle vicino, fu Andreas, il mio migliore amico... Riuscì a convincermi e quindi, andai a presentarmi.

Arrivai accanto a lei, che mi guardava con aria interrogativa.

-Ciao, piacere, io sono Tom.-

Continuava a guardarmi nello stesso modo ma, anche se stentatamente, si presentò comunque.

-Ciao... Io sono Hope, piacere.-

Quel nome mi entrò subito in testa... Hope.

Iniziai ad attaccare bottone, mentre quei bastardi dietro di me, se la ridevano. Era una cantante e suonava la chitarra.

-Sai, anche io suono la chitarra. Sono in una band.-

A quella mia affermazione, mi sorrise entusiasta, infatti, successivamente, mi disse che il suo sogno, era appunto quello di entrare a far parte di una band, nel ruolo di cantante, se non anche di chitarrista. Nei suoi occhi, intravedevo una luce, una speranza. Nonostante quello, però, la vedevo molto fredda, distaccata, come se fosse stata delusa da qualcuno di importante. A me non importava, il mio unico scopo, in quel momento, era portarla nel mio bel lettino, per soddisfare ogni mio piccolo bisogno. Ero particolarmente attratto da quella ragazza, aveva un non so che di eccitante, eh già, avrei voluto farmela molto volentieri. Iniziai a giocherellare con il mio labret, ormai era quasi automatico: ero attratta da una ragazza? Iniziavo a giocarvi. Ciò, quindi, significava che ero davvero eccitato. Mi ero ripromesso di soddisfare i desideri dell'essere che vive nei miei boxer, ce l'avrei fatta a qualunque costo.

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