NOTTE
Notte, era notte fonda ormai, e mi ritrovai a
passeggiare lungo le strade orride di quel povero quartiere.
Un posto malfamato, lo chiamavano tutti, e se
non avessi avuto con me Jerry, probabilmente avrei avuto paura di stare li da
solo.
Era da un po’ che mancavo da casa, mi mancava
la mia Vanessa i miei bambini, ma questa è la mia vita.
Se devo dirvi la verità, il lavoro mi ha
tolto tanto, si lo so, sono un egoista a parlare così, un viziato, uno che non
si è mai guadagnato nulla con il sudore della fronte, del resto che colpa ne ho
se sono stato più fortunato di altri?
Rimane il fatto che, si, mi è stato tolto
tanto, perché non ho più liberta, non posso nemmeno passeggiare tranquillo, e
per cercare location per il mio film, devo essere costretto a vagare la notte,
l’unico momento in cui tutti dormono, tutto tace, ed io posso essere libero di
camminare, senza correre il rischio di incappare in qualche giornalista, o
qualche fan troppo scatenato.
Sono Johnny Depp, una star di Hollywood, ho
tutto e quasi nulla ... mi sento proprio come questa notte.
Buia, ma splendente, sono una luna in un
cielo troppo chiaro per essere scorta.
Sono solo una marionetta al servizio dei
produttori.
Se non avessi la mia famiglia ... vivrei nel
buio... come la notte se non avesse la sua luna ...
La notte sa essere cattiva consigliera a
volte, può celare misteri e può commettere brutalità, ma altrettanto può fare
da scenografia ad ogni sentimento. Quella notte ad esempio, fu scena
dell’inizio di una distruzione.
Si può semplicemente dire di una vita
spezzata, ma questo non renderebbe l’idea di quello che quella povera ragazza
ha subito.
Tutto il mondo le si è
rivoltato contro, ed ogni cosa che faceva, anche la più minima la portava
lentamente all’autodistruzione, logorandola pian piano.
A volte mi maledico. Se solo
fossi passato per quella strada prima, se solamente avessi camminato più
veloce, tutto quello che è
successo ad Emily quella notte non sarebbe successo, mai.
La colpa sarebbe semplice da
far cadere su di me, e io nei miei panni me la sento da quella notte.
Vi starete chiedendo chi è
Emily?
Emily è la creatura più
dolce e fragile, che abbia mai conosciuto, una ragazza stupenda, ha i capelli
color del sole, gli occhi che hanno rubato al cielo un po’ del suo colore.
E lei era li quella notte,
sola, mentre la vita gli insegnava a conoscere quanto fosse crudele il mondo
...
Vittima della sua stessa
carne ... vittima di una notte stellata.
Ero preso a parlare con
Jerry del film, quando la trovai distesa a terra, abbandonata sull’asfalto, nel
centro di un vicolo isolato.
Quasi svenuta, e con gli
abiti tutti strappati, il suo corpo era una mappa di lividi e ecchimosi, sfregiata
nel corpo e nell’anima, per sempre ...
Emily non ha avuto quel che
si suol dire “un infanzia felice” anzi, decisamente
il contrario. La sua famiglia per quanto si può dire che ce l’abbia non è mai
esistita. Sua madre, è morta quando lei era giovane, e vagamente ormai si
ricorda come fosse, Emily ha due fratelli, ma dopo aver preso entrambi la
strada sbagliata, sono tuttora in carcere, l’unica persona che ha avuto sempre
accanto è il padre, ma come tutte le favole, c’era un cattivo, ed era proprio
l’uomo che avrebbe dovuto proteggerla in ogni istante.
Già il padre, il suo stesso
sangue, la sua stessa carne, fu proprio lui il carnefice di quella notte ...
l’uomo nero che la prese e la riempì di botte, per poi abusare di lei
sessualmente, nata dal suo sangue, e dalla sua carne, l’uomo che le ha dato la
vita, gliel’ha tolta nel peggiore dei modi, uccidendo la sua anima, invece del
suo corpo ...
Una piccola e pura ragazza,
umiliata e deturpata della sua purezza, in una notte di luna piena, una luna
splendente per il resto del mondo, tranne che per lei, in quella notte di mezza
estate.
Ricordo ancora chiaramente l’immagine del suo corpo martoriato
davanti ai miei occhi. I lividi violacei che iniziavano a macchiare il suo
corpo pallido, e gli abiti sgualciti e in alcuni punti strappati. I polsi erano
lividi, stretti in continuazione e con un forte circolo nero attorno. Il volto
era rigato dalle lacrime e le gambe in bella mostra. Sul collo aveva dei segni
rossi di morsi e sulla sua pelle chiara si notavano benissimo i segni duri
delle frustate con la cinta. Era un piccolo passerotto ferito, ed io ero più
che intenzionato a farlo volare di nuovo.