Fanfic su attori > Johnny Depp
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Autore: deppartment    21/10/2009    2 recensioni
Una fanfiction a più capitoli su un ipotetica storia fra Johnny Depp e un personaggio inventato. La storia non è scapo di lucro in alcun modo. Racconta solo la nostra fantasia
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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NOTTE

 

Notte, era notte fonda ormai, e mi ritrovai a passeggiare lungo le strade orride di quel povero quartiere.

Un posto malfamato, lo chiamavano tutti, e se non avessi avuto con me Jerry, probabilmente avrei avuto paura di stare li da solo.

Era da un po’ che mancavo da casa, mi mancava la mia Vanessa i miei bambini, ma questa è la mia vita.

Se devo dirvi la verità, il lavoro mi ha tolto tanto, si lo so, sono un egoista a parlare così, un viziato, uno che non si è mai guadagnato nulla con il sudore della fronte, del resto che colpa ne ho se sono stato più fortunato di altri?

Rimane il fatto che, si, mi è stato tolto tanto, perché non ho più liberta, non posso nemmeno passeggiare tranquillo, e per cercare location per il mio film, devo essere costretto a vagare la notte, l’unico momento in cui tutti dormono, tutto tace, ed io posso essere libero di camminare, senza correre il rischio di incappare in qualche giornalista, o qualche fan troppo scatenato.

Sono Johnny Depp, una star di Hollywood, ho tutto e quasi nulla ... mi sento proprio come questa notte.

Buia, ma splendente, sono una luna in un cielo troppo chiaro per essere scorta.

Sono solo una marionetta al servizio dei produttori.

Se non avessi la mia famiglia ... vivrei nel buio... come la notte se non avesse la sua luna ...

La notte sa essere cattiva consigliera a volte, può celare misteri e può commettere brutalità, ma altrettanto può fare da scenografia ad ogni sentimento. Quella notte ad esempio, fu scena dell’inizio di una distruzione.

Si può semplicemente dire di una vita spezzata, ma questo non renderebbe l’idea di quello che quella povera ragazza ha subito.

Tutto il mondo le si è rivoltato contro, ed ogni cosa che faceva, anche la più minima la portava lentamente all’autodistruzione, logorandola pian piano.

A volte mi maledico. Se solo fossi passato per quella strada prima, se solamente avessi camminato più

veloce, tutto quello che è successo ad Emily quella notte non sarebbe successo, mai.

La colpa sarebbe semplice da far cadere su di me, e io nei miei panni me la sento da quella notte.

Vi starete chiedendo chi è Emily?

Emily è la creatura più dolce e fragile, che abbia mai conosciuto, una ragazza stupenda, ha i capelli color del sole, gli occhi che hanno rubato al cielo un po’ del suo colore.

E lei era li quella notte, sola, mentre la vita gli insegnava a conoscere quanto fosse crudele il mondo ...

Vittima della sua stessa carne ... vittima di una notte stellata.

Ero preso a parlare con Jerry del film, quando la trovai distesa a terra, abbandonata sull’asfalto, nel centro di un vicolo isolato.

Quasi svenuta, e con gli abiti tutti strappati, il suo corpo era una mappa di lividi e ecchimosi, sfregiata nel corpo e nell’anima, per sempre ...

Emily non ha avuto quel che si suol dire “un infanzia felice” anzi, decisamente il contrario. La sua famiglia per quanto si può dire che ce l’abbia non è mai esistita. Sua madre, è morta quando lei era giovane, e vagamente ormai si ricorda come fosse, Emily ha due fratelli, ma dopo aver preso entrambi la strada sbagliata, sono tuttora in carcere, l’unica persona che ha avuto sempre accanto è il padre, ma come tutte le favole, c’era un cattivo, ed era proprio l’uomo che avrebbe dovuto proteggerla in ogni istante.

Già il padre, il suo stesso sangue, la sua stessa carne, fu proprio lui il carnefice di quella notte ... l’uomo nero che la prese e la riempì di botte, per poi abusare di lei sessualmente, nata dal suo sangue, e dalla sua carne, l’uomo che le ha dato la vita, gliel’ha tolta nel peggiore dei modi, uccidendo la sua anima, invece del suo corpo ...

Una piccola e pura ragazza, umiliata e deturpata della sua purezza, in una notte di luna piena, una luna splendente per il resto del mondo, tranne che per lei, in quella notte di mezza estate.

Ricordo ancora chiaramente l’immagine del suo corpo martoriato davanti ai miei occhi. I lividi violacei che iniziavano a macchiare il suo corpo pallido, e gli abiti sgualciti e in alcuni punti strappati. I polsi erano lividi, stretti in continuazione e con un forte circolo nero attorno. Il volto era rigato dalle lacrime e le gambe in bella mostra. Sul collo aveva dei segni rossi di morsi e sulla sua pelle chiara si notavano benissimo i segni duri delle frustate con la cinta. Era un piccolo passerotto ferito, ed io ero più che intenzionato a farlo volare di nuovo.

  
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