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Autore: crystalemi    22/10/2009    3 recensioni
« Esprimete un desiderio, cuccioli d’uomo, o lasciate questo luogo. Inachis Io è al vostro ordine. »
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Lenalee Lee, Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Allen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa fic si è classificata prima al contest « Monster + AU » indetto da Edward.



Madame Butterfly



“ There is always some madness in love.
But there is also always some reason in madness. ”






Plic.
« Ah! Mi si è bagnato il naso! Starà per piovere? » Chiede un bimbo dagli accesi capelli rossi ad altri tre suoi coetanei.
« O forse un piccione ti ha fatto la pipì addosso! » L’apatica risposta dell’unica femmina del gruppo, che scatena le ire del rosso, strappandole un lieve sorriso.
Plic.
« Ah! Un’altra goccia! » Afferma quello dai capelli castani, il più piccolo, mentre gli altri lo guardano e alzano il volto al cielo.
« Pioverà sul serio. » Dice il rosso, tirando su col naso. Quello che fin’ora è rimasto in silenzio emette un suono seccato e si avvia sotto la tettoia dell’orfanotrofio.
« Yuu, potresti essere più loquace! » si lamenta quel bambino dagli occhi verde intenso, brillanti e vispi. Ha un visino rotondo e da monello, con sempre un sorriso o un’espressione buffa dipinta su.
Lavi, lo sanno tutti, non sa stare serio.
« Non chiamarmi così. E’ Kanda. » borbotta senza la solita rabbia il moro dai tratti asiatici.
« Su, non ricominciate! » li riprende la piccola, senza mostrare troppo la noia e Allen la segue, tenendosi alla sua gonna. Lenalee, con i suoi timori da grande gli fa sempre un po’ paura, ma lo sa che è brava e tiene molto agli amici.
« Ah, ho imparato una nuova parolaccia! L’ho sentita dire dalla segretaria a Cross! » Esulta Lavi sedendosi per terra, un sorriso furbo stampato in volto. Accanto a lui si siede Lenalee, e Kanda si appoggia alla ringhiera in legno della tettoia. Allen si accuccia dall’altro lato di Lavi, che lo abbraccia stretto-stretto. Ha detto “Cross” e Allen odia sentire quel nome. Così, il rosso si fa sempre perdonare in qualche modo.
« Non ce la dici, Lavi? » chiede Lenalee senza mostrare alcuna emozione, ma tutti e quattro sanno quanto in realtà sia seccata, quanto non sopporti che si ricordi ad Allen le sue torture giornaliere, che Lavi impari e ripeta certe oscenità.
« Allen, tappati le orecchie! » Mugola Lavi, strusciando la testa fra i capelli castani e il bimbo di sette anni comincia a strepitare, che anche lui può sentirle, quelle cose, che non è più piccolo.
Passano dieci minuti così, lui e Lavi, a litigare scherzosamente. Lo fanno sempre, e nessuno li interrompe.
Quando altri bambini cominciano a rientrare a causa della pioggia, Lavi abbraccia per le spalle Allen e Lenalee, parlando fitto-fitto, e Kanda li osserva, annoiato, mentre si chiede quando suonerà la campana per la cena. Poi Lavi si schiarisce la gola e sussurra un debole « Allora ve la dico, ma è un segreto! » abbastanza forte per essere udito anche da Kanda.
« Frocio. » sussurra, fiero di sé e da un bacio leggero sulla guancia pallida di Allen, che si pulisce distrattamente con la manica della camicia consunta che indossa, prima di ricordarsi di quanto odi il suo braccio anormale.
« E che vuol dire? » Chiede poi, facendo finta di nulla, esplicando i pensieri di tutti gli altri. Kanda sbuffa, guardando male un bambinetto che li osserva da lontano e che subito distoglie lo sguardo, spaventato.
Kanda non ha mai potuto vantare una bella fama nell’orfanotrofio, è sempre stato quello cattivo, quello che picchia i bambini che non gli piacciono.
« Significa un uomo che fa sesso con un uomo! » Esclama Lavi ridacchiando, per nulla turbato.
Lenalee e Kanda arricciano il naso, vagamente schifati. Allen si appoggia alla spalla del rosso, sbuffando, dato che lui non può sapere cos’è quella cosa, il sesso. E’ troppo piccolo, dice Lavi, ma Lenalee – che ha nove anni – non lo è. Lui sa che è perché non si fidano ancora di lui, che è lì da solo tre mesi.
« Magari stasera diciamo ad Allen cos’è il sesso? » Propone Lavi, sempre sorridente e Lenalee annuisce, Kanda fa il solito verso stizzito che da tanto sui nervi al castano.
« Perfetto. Ora entriamo? » Propone Lavi quando comincia a vedere i più grandi entrare per andare a cena. Si alza e trascina con sé Allen, tenendolo per mano, mentre con la coda dell’occhio vede Lenalee seguirli e Kanda sbuffare irritato.
Imboscano Allen fra di loro, passando davanti al controllore – Johnny Gill, un tipo basso con due occhiali enormi e i capelli riccioluti – che fa finta di non aver visto e li saluta con un sorriso.
Lavi sa che Allen dovrebbe seguire una dieta speciale, ma gli fa così pena, tanto piccolo e magro. E’ davvero dolce Allen, pensa Lavi mentre lo tira per la mano. Non sembra nemmeno avere sette anni.
« Lavi! » lo chiama una ragazzina dal tavolo dei “grandi”. Lenalee le lancia un’occhiataccia che quella non coglie, al contrario di Kanda, che sbuffa mentre Lavi si alza lasciando lì Allen per andare a salutare lei.
Il rosso è famoso lì, per essere davvero gioviale e allegro. Allen, dal poco che ha visto, non è così sicuro che Lavi sia così felice come tutti pensano.
« Allen, mangia in fretta. » Gli sussurra Lenalee, continuando a rigirare la strana sostanza dentro al suo piatto. L’interpellato annuisce e comincia a mangiare, tenendo d’occhio il rosso.

Lavi sbuffa sentendo Kanda e Allen litigare sull’ennesima stupidaggine della giornata, ma quei due sono proprio incorreggibili, sembra si divertano, a minacciarsi di tagliarsi i capelli a vicenda. Lenalee, accucciata contro le braci della camerata dei ragazzi, fissa assente il rosso che va spegnandosi e fa ricordare a Lavi che sono tre giorni che Komui non la passa a salutare.
« Andiamo? » Chiede lei portando il silenzio e i suoi occhi dritti in quelli del rosso.
« Sì. » Replicano i tre ragazzi, afferrando gli stivali posati ore prima accanto ai lettini. Escono silenziosamente, anche se, tanto, nessuno controlla mai. A nessuno importa qualcosa di loro.
Passano silenziosamente davanti alla camera di Cross, che adora torturare psicologicamente Allen, ma dai versi che si sentono, deve aver fatto la pace con la segretaria.
Il più piccolo si era stretto a Lenalee, che lo trascina ancora, una volta fuori. E’ la prima volta che Allen esce con loro la notte e ne è un po’ imbarazzato, come se stesse irrompendo in un’intimità che non gli appartiene. Solo quando Lavi apre la porta di servizio della vecchia baracca e lo spinge dentro, buttandogli subito addosso e schiacciandolo contro il pavimento in legno muffito e maleodorante, sente il loro affetto.
« Prima di parlare di quella cosa là, mi hanno detto che ci sono i fantasmi qui sotto. » Esorta Lenalee dopo qualche minuto, che Allen ha passato stretto al rosso, che gli da qualche bacio delicato sulle gote e sorride stupidamente come suo solito, e tutti e tre i ragazzi la fissano sbigottiti.
« Woah. » Commenta Lavi, sedendosi a gambe incrociate e fissando Lenalee, che si fissa le scarpette che Komui le ha portato dal suo ultimo viaggio tre giorni prima.
« Me l’ha detto Suman. » Borbotta, imbarazzata.
« Ah. » Replica piatto Lavi, l’entusiasmo già scemato. « Non ci si può fidare, ci ha già presi in giro. » E Kanda e Lenalee sbuffano, fissandolo male. Lavi fa spallucce e torna a mordicchiare il nasino di Allen, che però lo allontana con fermezza.
« E’ un compagno. » Afferma, uno strano luccichio nel fondo delle pupille, e Lavi si arrende all’evidenza che il buon senso non è di famiglia.
« Andiamo a dare un’occhiata, va bene? » Mugola ricevendo come compenso un sorriso di Lenalee, una parvenza di entusiasmo da Kanda e un timido bacio sulla guancia da parte di Allen. E Lavi si chiede di sfuggita quando ha fatto crollare le difese del piccolo, ma è solo un pensiero fugace, che nemmeno riesce a cogliere nettamente.
Si alza e apre la botola sotto al vecchio e distrutto camino, sorridendo davanti alla nuova avventura.
Il primo a calarsi, al contrario di quello che avrebbero potuto pensare, è Allen.

Lo scantinato è buio e puzzolente, pieno di muffe, ragni, topi e altri animali a cui Lenalee non vuole proprio dare un nome. Inoltre, ogni passo è un rumore sinistro, a metà fra lo scricchiolio e l’ovattato.
Percorrono qualche metro lì sotto e Lavi accende una candela trovata lì per caso – una su cui Allen è appena inciampato – e canticchia una canzone che li inquieta tutti. E Lavi sembra esserne divertito.
« Taci, Baka Usagi! » Sbotta Kanda all’improvviso, colpendolo sulla testa con qualcosa che ha afferrato lì vicino. E il rosso sta per cantare più energicamente, a voce più alta, quando si accorge di cosa l’ha colpito. E quella consapevolezza ha il potere di zittirlo.
A terra, fra i suoi piedi e quelli di Lenalee, c’è una mano scheletrica.
« Che scherzo di pessimo gusto... » Mormora incerto una volta passato lo shock, non ancora del tutto convinto di quello che dice.
« Vi muovete o no? » Sbraita Kanda e Allen gli risponde a tono, facendolo arrabbiare ed usare un sacco di parole nella sua lingua, come quando era appena arrivato e parlava solo così.
Calmati i due bambini, proseguono accompagnati dalle chiacchiere di Lavi, e le risposte di Allen, fino a quando non arrivano in uno spiazzo semicircolare composto a terra e acqua.
« Chi l’avrebbe mai pensato che sotto la scuola c’è un lago! » Esclama Lavi, poggiando in terra la candela e avvicinandosi all’acqua.
Lavi osserva Allen poggiare un dito sulla superficie, immergere la mano e infine tutto il braccio sinistro, con un lieve sorriso sulle labbra, mentre si sdraiano uno accanto all’altro e percepiscono Lenalee e Kanda fare lo stesso, affascinati da quella scoperta.
Ad un certo punto la stanza sotterranea si illumina di colori come il celeste, il rosso, giallo ocra e bianco, che formano sulle pareti dei pallini, delle strisce e altre decorazioni che lasciano a bocca aperta i bambini.
« E’... meraviglioso. » Esclama Allen con un sorriso enorme, gli altri tre annuiscono con convinzione e Lavi gli prende la mano, facendolo voltare verso di lui.
Arrossisce – senza nemmeno sapere perché – e stringe forte la mano grande e calda del rosso, tornando a fissare quei colori splendidi che colorano i muri e l’acqua.
Dal soffitto, Kanda vede la fonte di quei colori scendere lentamente, e quando finalmente poggia sull’acqua sente Lenalee stringersi a lui. Un presentimento non proprio bello gli stringe la bocca dello stomaco e fa un passo indietro, trascinando anche la bambina con sé.
Il bozzo sgargiante si dischiude all’improvviso, costringendoli a chiudere gli occhi, tanto intensi e luminosi sono quei colori. Una splendida donna, con una proboscide al posto del naso e degli occhi enormi, i capelli di un ocra strano e delle ali da farfalla si rivela incatenata da una fitta ragnatela alle sue spalle.
« Esprimete un desiderio, cuccioli d’uomo, o lasciate questo luogo. Inachis Io è al vostro ordine. » Sussurra con voce roca la donna; Lavi sorride e fa per parlare, ma Allen lo ferma.
« Un desiderio a testa? » Chiede Kanda osservandola sospettoso.
Lei li fissa uno ad uno, come se riuscisse a legger loro nella mente e sorride biecamente.
« Il tuo desiderio può essere realizzato. » A quelle parole Kanda viene obbligato a sedersi in terra, come se una forza più potente lo stesse costringendo in ginocchio. Lenalee è subito inginocchiata accanto a lui, un’espressione mortalmente angosciata, sul volto.
« Allora tocca a me. » Esclama Lavi, sorridendo. Poi continua: « Voglio poter sapere più cose di chiunque altro, e voglio ricordarle tutte! » Si siede a gambe incrociate lì sul posto e avverte come una colonna pesantissima d’aria, posarsi sulle sue spalle.
« Il tuo desiderio verrà esaudito. » Afferma la donna – dentro alla testa di Lenalee, il mostro – e Allen guarda la bambina accanto a Kanda.
« Non chiederò nulla. » Dice lei, sopprimendo l’impulso di chiedere alla cosa di farla tornare a casa, con Komui.
« Ok. » Mormora Allen, guardando con un’immensa tristezza la donna intrappolata prima di continuare con il suo desiderio: « Vorrei che tu fossi libera dalle tue catene. » Sussurra, sorridendole con pacatezza, un sorriso da grande.
« Che stupido bambino. Ma anche il tuo desiderio verrà esaudito, con mio sommo piacere! » Li avverte lei, con una lieve risata, e anche Allen viene schiacciato al suolo dalla stessa forza invisibile.
« Per l’ingordigia, la vita ti verrà scalata. » Inachis Io sorride e Kanda prova un dolore lancinante al petto, mentre, sotto gli occhi di Lenalee, la maglietta si strappa e un segno si forma all’altezza del petto.
Lavi trema, leggermente, conscio che avrebbe dovuto immaginare di dover pagare un prezzo e che, se una domanda così banale come quella di Kanda aveva sortito quell’effetto, non vuole nemmeno immaginare cosa la sua porterà via.
Allen, invece, resta fisso con lo sguardo su Lenalee e Kanda, annaspando nella confusione, soprattutto quando un fiore strano si posa sulle ginocchia della bambina.
Poi, la donna osserva il bambino dai capelli rossi e gli porge un sorriso obliquo.
« La tua bramosia sarà soddisfatta, ma solo a metà. Gli occhi, che sono specchio dell’anima, uno te ne porterò via. L’apatia sarà compagna della tua conoscenza. » Lavi, che a quelle parole crede di dover sentire un dolore insopportabile, scopre un mondo per metà in nero. Lenalee urla alla vista del sangue che il bambino sta piangendo; Allen, al contempo, trattiene un conato di vomito e stringe una mano sulla bocca.
« Tu, che tanto brami nel mondo la felicità e vuoi donarne a dispetto della tua sicurezza, non assaporerai mai la pienezza dell’amore come persona. Ti faccio dono dell’Agape. Un occhio vedrà la miseria, l’altro il modo per curarla. » Allen si china su se stesso, spingendo il palmo delle mani contro l’occhio sinistro, che sanguina copiosamente dopo le parole di Inachis Io.
In una pioggia di polvere e colore, la donna sparisce, lasciandosi dietro una frase che spezza il cuore a Lenalee.
« La tua maledizione, sarà star loro accanto. Impotenza. »



×××



Allen tossisce e Lavi gli avvolge metà sciarpa al collo.
Arrancano nella neve da mezz’ora, nel tentativo di arrivare al piccolo appartamento in cui vivono con Kanda e Lenalee.
Quando raggiungono il portone, Allen lascia cadere un pesce per i gatti randagi, e si becca un’occhiataccia da Lavi.
« Scusa. » Borbotta stringendo un lembo della sciarpa arancione, e Lavi sospira, chinandosi poi a baciarlo.
« Non è un male, i soldi ci sono. E’ il primo mese che non abbiamo l’acqua alla gola! » Esulta Lavi, tornando sulle sue labbra screpolate, leccandole, quasi a volerle riscaldare.
« Hai un lavoro più decente, ora. » Gli fa notare Allen, scacciandolo con un dito gelido.
« E’ come se le maledizioni non ci toccassero più. » Sussurra pensieroso mentre apre il portone. Il ragazzo con la cicatrice sull’occhio si guarda una ciocca di capelli e getta un’occhiata di sfuggita alla benda di Lavi, prima di rispondere mestamente:
« Sarebbe bello. Vorrei vedervi felici. » Al mormorio sommesso, Lavi si blocca.
« Un po’ lo siamo. Non parliamone più. » Allen annuisce ed entrano, sono ancora allacciati con la sciarpa quando alla porta li aspetta un irritato Kanda.
Dalla cucina, un profumo davvero invitante convince Allen a liberarsi dell’accessorio ingombrante e ad andare a controllare la cena.
Lavi, dal salotto, mentre si sveste e subisce gli sbuffi di Kanda, pensa che forse, un po’ confuso lo è.
Forse, i loro destini non sono scritti, e che, forse, un modo per vivere felici lo troveranno.
Comunque vada, sempre assieme.



Note finali: L’ho scritta in due ore e fa schifo. Prima o poi la scriverò decentemente. Credo.
Non ve lo dico nemmeno di commentare. Non lo fareste e io consumerei i miei amati polpastrelli sulla qwerty per nulla. ù_ù

   
 
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