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Autore: Laban    25/10/2009    6 recensioni
I beatles nel 1964 incontrano una ragazza con cui faranno amicizia, che diventerà qualcosa di più per qualcuno di loro...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una grande confusione di macchine. Il traffico era bloccato da alcune ragazze ammassate in mezzo alla strada. All’improvviso dietro di loro sgattaiolarono due ragazzi tutti coperti. Una ragazzina coi capelli rossi si girò verso di loro e urlò:

<< I Beatles, sono i Beatles!! >> tutte le altre ragazze si girarono e iniziarono a rincorrerli.

<< Cazzo ci hanno scoperti! >> era un ragazzo alto e bruno.

<< Te l’ho detto John che non poteva durare sto travestimento! >> ribatté una bel ragazzo con gli occhi verde bosco e lo stesso taglio di capelli del primo.

<< George! Ringo!>>  gridò John. Corsero più velocemente e raggiunsero altri due ragazzi, uno più bassino, con una naso grande e un taglio a caschetto e l’altro alto quanto John e con lo stesso taglio di capelli.

<< Ma sono completamente andate queste? Mi stanno facendo correre da qualche kilometro! >> disse accigliato quello che si chiamava George.

<< Già, però sono bone, vero Paul? >> John si rivolse all’amico dagli occhi color verde bosco.

<< Non mi metterei mai con una di queste, troppo scatenate! >>

I ragazzi deviarono in una viuzza depistando le inseguitrici.

<<  Se non arriviamo in tempo Brian ci ammazza come minimo! >> George era preoccupato.

<<  Tu lascia parlare me con lui  >> John velocizzò, seguito da tutti gli altri.

Arrivarono alla stazione del treno stremati dalla corsa, Epstein li guardò irritati e gli mostrò l’orologio.

<<  Scusaci… >> si giustificò Paul <<  E che c’erano delle fan impazzite, non è colpa nostra…  >> disse ancora ansimando.

<<  Vabbè entrate  >> disse alzando gli occhi al cielo mentre John lo guardava con sfacciataggine. <<  Che vuoi Lennon?  >> disse innervosito, ma lui fece spallucce e salì sul treno seguito da George e Ringo.

Paul faceva strada e si stava dirigendo verso la cabina prenotata da Brian dove sarebbero dovuti stare.

<< Speriamo che ci siano ragazze! >> esclamò George a un certo punto.

<< Carine >> precisò Paul << Eccoci siamo arrivati! >> disse indicando il numero impresso sopra la cabina riservata a loro.

<< Ci tocca il numero diciassette? >> Ringo era seriamente preoccupato.

<< Non sarai superstizioso caro Ringo? >> John lo guardò di traverso, ma Ringo non facendoci caso notò che nella loro cabina c’era già un signore.

<< Guardate! >> John e George si avvicinarono alla porta della cabina schiacciando la faccia contro il vetro. L’uomo da dentro che stava leggendo tranquillamente il giornale alzò gli occhi un momento prendendosi quasi un infarto vedendo quei volti informi appiccicati al vetro della porta della sua cabina. Si alzò di scattò e furente aprì la porta facendo cadere a faccia a terra John e George.

<< Ahia, vedi che modi! >> borbottò George torturandosi il naso che gli faceva male avendolo sbattuto sul pavimento.

<<  Che volete?  >> chiese brusco l’uomo.

<< Questa cabina l’avevamo prenotata noi, ci dispiace! >> intervenne Brian per niente dispiaciuto. A quel puntò l’uomo divenne rosso di rabbia e fece una sfuriata su come lui aveva combattuto la guerra per tutti e che quello era il ringraziamento e che non gli interessava se quelli erano i bitols o qualcos’altro perché lui restava lì. Ringo era rimasto pietrificato e dava assolutamente ragione a quel simpatico signore che aveva combattuto la guerra per loro.

<< Ma sei cretino? >> aveva chiesto George schifato, poi si era acceso una sigaretta e se n’era andato perché diceva che gli faceva male la testa. << Chiamatemi quando si  è spento! >> aveva detto.

John guardava il signore con un sorriso da ebete e imitava le sue mosse con l’intento di farlo arrabbiare, invece Paul aveva perso la pazienza quasi subito, si voleva sedere perché quelle scarpe gli stringevano troppo e aveva programmato di levarsele non appena arrivato. E invece? Invece gli era capitato uno che si era svegliato con la luna storta e che non gli voleva far levare quelle maledette scarpe perché doveva rompere le scatole con la guerra. Ma che cazzo me ne frega se questo è un generale o se era qualche altra cosa!  Pensò con rabbia.

<< Senti Brian >> disse a un certo punto << Facciamo che dividiamo la cabina con questo gentilissimo signore >> disse sottolineando con la voce gentilissimo. Brian la trovò una buona idea e fece portare i bagagli dei ragazzi nella cabina.

 

 

  
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