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Autore: Stray cat Eyes     25/10/2009    1 recensioni
[America/England]
La sabbia è fine, compatta, friabile, gli si appiccica sui palmi e i vestiti; la marea va e viene, carezzandogli i piedini e promettendogli, con voce sommessa, che presto qualcuno giungerà a fargli compagnia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, England/UK/Arthur Kirkland
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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{US/UK & UK/US only}


Eccomi che ci riprovo. XD
Si tratta sempre delle solite dieci drabble (quando mi riescono abbastanza lunghe da poter essere considerate tali XD) scritte nella durata di altrettante canzoni, scelte dal caso.
Ce ne sono alcune che mi convincono meno delle altre, ma la regola non mi consente di modificarle. E poi, seppure potessi, non saprei da dove cominciare. ^^’

Comunque... siete pronti a dell’idiozia saltuariamente angst? XD







[Or Slices of Idiocy]





Untitled - Simple Plan

Aprire gli occhi al mattino non è mai facile.
Soprattutto se corre l’anno millesettecentottantatre e le tue membra hanno vivo il ricordo della pioggia e del fango. Del peso delle armi, pure. E del peso di qualcos’altro.
Aprire gli occhi al mattino, comunque, è un’azione che cela in sé una miriade di insidie.
E se poi sei un inglese a caso, ferito, orgoglioso e disperatamente arrabbiato, allora è anche peggio.
Aprire gli occhi al mattino, sai, può sorprenderti con qualche lacrima di troppo.




Stolen - Dashboard Confessional

L’estate è dolce, in America.
Ha un sapore particolare, la brezza che si slancia nella corsa contro le fila dorate dei campi di grano.
Il sole ha un abbraccio di cui, Arthur si rende conto, non potrebbe fare a meno.
E il mare!, non aveva mai visto un mare così sconfinato ed eterno racchiuso nel semplice spazio di un viso.




Strangers in the night - Frank Sinatra

Arthur lo sente sussultare, ridacchiando, stravaccato sul divano - o meglio, su di lui.
“Che c'è?”
America non lo degna di una risposta, non prima di aver bevuto dal suo bicchiere per una ragione non meglio specificata.
“Stavo pensando, sai...” Spiega.
“Sì, questo farebbe ridere anche me.”
Ed è incredibilmente spiacevole, sentire il whiskey con ghiaccio che gli scivola fra i capelli.




All again for you - We the Kings

Le piccole dita affondano nella rena morbida e umida del bagnasciuga, mentre lui - steso in riva ad un tramonto senza fine - si lascia cadere sulla schiena.
La sabbia è fine, compatta, friabile, gli si appiccica sui palmi e i vestiti; la marea va e viene, carezzandogli i piedini e promettendogli, con voce sommessa, che presto qualcuno giungerà a fargli compagnia.




You and me - Lifehouse

Luglio, quel quattro di luglio, odioso mese così fecondo per le rivoluzioni d’ogni tempo.
Avrebbe volentieri strappato via quella data dal calendario, potendo - l’avrebbe eliminata, distrutta, annientata, senza lasciarne la minima traccia.
Ma poi se ne sarebbe pentito, lo sapeva.
Dopotutto, il giorno del suo compleanno se l’era scelto da sé.
Ed era nato lui; morto qualcun altro.




Heroes and thieves - Vanessa Carlton

Gli eroi non fanno cose sbagliate, no? No.
Nessun Eroe degno di questo nome si sognerebbe di commettere un crimine.
E il furto è un crimine, giusto?
Se è così, quell’idiota - e lui l’ha sempre saputo, dopotutto - non può dirsi davvero un eroe, allora.
Insomma, s’è appena accorto che gli manca qualcosa, nel petto, sulla sinistra.
Nah, un eroe non ruberebbe mai.
Non a lui.




Sora e - Eri Kawai [Strange Dawn’s opening]

Aveva fatto uno strano sogno, quella notte.
Il cielo di quel Nuovo Mondo che ancora non conosceva gli aveva narrato una storia, lunga migliaia e migliaia di ere, che si erano esaurite in un solo attimo.
Il tempo di un battito di ciglia.
Lo scrosciare delle onde al calar dell’ancora.
L’istante in cui aveva alzato gli occhi verso lo splendore disarmante delle nubi contro il sole, e una sorta di piccolo folletto che tentava inutilmente di nascondersi fra i cespugli.
Disarmante.




Chocolate - Snow Patrol

Alfred era sempre stato il suo bambino, il suo piccolo fratellino.
Però un giorno aveva dovuto ricredersi.
Dov’è, il mio bambino?
C’era un uomo, davanti a lui. Un uomo che lo fronteggiava.
Dov’è mio fratello?
Un uomo infelice che lo fronteggiava.
“Voglio la libertà.”
Fu come vedere al rallentatore tutti quegli anni trascorsi insieme - nel bene e nel male - e, quando Arthur riaprì gli occhi all’improvviso, scosso, si sentì prosciugato d’ogni emozione.
Dove ho sbagliato? Dove...?




24 - Jem

Il suo è un conto alla rovescia.
Dieci(mila?) le volte in cui s’è ubriacato per non pensare.
Nove - più una - le volte in cui non c’è riuscito.
Otto i tentativi falliti di rimpiazzarlo.
Sette le ore della notte che trascorre da sveglio.
Sei, cinque, quattro, tre, due come i secondi che non ha più voglia di contare, da quando uno l’ha lasciato ad enumerarli da solo.

L’orologio scocca la mezzanotte, una fetta di mondo festeggia e il suo bicchiere si svuota.
“Buon anno nuovo, little brother.”




Broken - Lifehouse

“Sarebbe ora di alzarsi, eh.”
Lui mugola qualcosa, chiaramente un borbottio di dissenso.
“Non ne ho voglia,” biascica, spalmandoglisi addosso.
“Questo l’ho capito, ma è tardi.”
Alfred si tira le coperte fin sopra la testa, solleticandogli involontariamente il mento con i capelli arruffati.
“Non sono d’accordo.” E Arthur sospira.
“E se... se facessimo colazione fuori?”
“Nel senso che non prepari tu il caffè, i pancakes e tutto il resto?”
Il sorrisone spuntato sulla faccia ancora assonnata di America non è che lo renda davvero fiero di sé. “All’improvviso ho fame, lo sai?”
No, non ne è fiero per niente.





*


Nulla da dire a mia discolpa.
Solo, grazie mille per la lettura! ^^

  
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