Nato
sbagliato
Joe
Jonas è stato soggetto ad atti di bullismo per anni.
Ora
Joe Jonas è un cantante di fama mondiale.
Cosa
potrebbe succedere se rincontrasse per puro caso uno dei suoi vecchi
oppressori?
Lui
adorava fare la spesa.
Dopo
mesi e mesi al centro dell’attenzione, lasciare da parte le lenti a
contatto ed
il microfono per gli occhiali ed un carrello dalle ruote strabiche era
quasi
una vittoria.
Certo,
c’era sempre qualche fotografo dietro l’angolo pronto a dire al mondo
come
anche le star siano persone normali.
O
qualche fan armata di macchinetta fotografica, carta e penna, e qualche
decina
di domande da farti.
Ma
era comunque bello tornare normale, anche se per poco tempo.
Quel
giorno Joe aveva una voglia matta di Nutella, anche se certamente non
era nella
lista scrupolosamente compilata da Denise.
“Oh, senti eh!!! Nicky è abbastanza grande
per non fare lagne, Frankie ne sarà felice e Kevin alla fine mi darà
ragione.
Poi se compro il barattolo piccolo, magari riesco a mangiarla tutta
prima che
se ne accorgano!” pensò deciso.
Si
avviò verso il reparto dolci, guardandosi intorno; erano talmente tanti
anni
che non si comprava più cioccolata in casa Jonas...non era neanche
sicuro di
ricordare in che scaffale fosse.
Purtroppo
il destino decise di vendere tutta la Nutella prima dell’arrivo del
cantante,
cosicché, invece dell’ambito barattolo dal coperchio bianco, Joe nel
reparto
trovò un commesso dall’aria annoiata che sistemava una nuova fornitura
di
calorie sottovetro.
Il
commesso doveva avere qualche anno più di Joe, portava i capelli
dall’aria sporca
abbastanza lunghi, stretti in un codino. Indossava pantaloni e scarpe
nere, un
gilet rosso con appuntato il cartellino nominativo, e sulla schiena il
logo del
supermercato.
Dalla
manica arrotolata della camicia celeste chiaro spuntava un tribale
tatuato.
La
vista di quel tatuaggio scosse qualcosa in fondo alla memoria di Joe.
Molto in
fondo. Troppo in fondo per essere risvegliato da un po’ di semplice
inchiostro
addosso ad un commesso.
-‘Giorno...scusi, dovrei prendere un
barattolo...- disse Joe all’uomo, che non
dava segno di averlo visto e continuava a sfaccendare davanti
all’espositore,
impedendo al ragazzo di prendere il suo oggetto del desiderio.
Sentendo
la voce del cantante, l’altro si girò, valutò per un paio di istanti
chi aveva
di fronte poi chiese sorpreso
-Ma...tu sei Joseph Adam Jonas?!?-
Joe
rimase un attimo interdetto.
Quell’uomo,
quel “Davide, qui per aiutarti!”,
come
recitava la targhetta sul suo petto, non aveva nè l’età, nè tantomeno
l’aspetto
di un fan tipo dei JB.
Tanto
per cominciare era del sesso sbagliato.
-Ehm...già.- annuì Joe.
No,
non poteva essere un fan. Ma allora perchè lo conosceva? Non poteva
neanche
averlo visto di sfuggita in televisione...cavolo, conosceva il suo nome
completo!
Doveva esserci un qualcosa.
E
poi...perchè quegli occhi neri gli erano così familiari? Perchè quel
naso
schiacciato da pugile reclamava la sua attenzione? Perchè quel
tatuaggio...
tatuaggio... tatuaggio... Tatuaggio!!!!
-Rocky Balboa???- chiese esterrefatto
Joe.
Nonono!!!!
Non poteva essere Davide “Rocky Balboa” Barchtti!!!
Non
poteva essere quel bullo che per tutte le Middle School (come le nostre
medie
n.d.Me) lo aveva tormentato, rubandogli i soldi del pranzo e
incastrandolo nei
secchi dei rifiuti!
Erano
Davide e la sua ghenga il motivo per cui dai dodici anni in su Joe aveva
proseguito gli studi da casa con un tutore, loro i motivo per cui
precedentemente aveva abbandonato la scuola pubblica anche Kevin, e
sempre loro
il motivo per cui aveva mollato anche Nick alla fine.
Erano
stati bocciati talmente tante volte da trovarsi in classe con tutti e
tre i
fratelli Jonas, nonostante la differenza d’età.
L’unico
della famiglia ad essere sfuggito al “rito” era Frankie, che ancora li
sfotteva
per questo. Ah, beata innocenza!
-Hey, sei l’unico che mi chiama ancora così.
Ora sono solo Davide. Comunque ti sei mantenuto bene eh?! Porti ancora
gli
occhiali?- sorrise Davide, mostrando
un incisivo scheggiato. Forse partecipava ancora a qualche
rissa
clandestina, come ai vecchi tempi.
-Già...ehm, Rocky Davide come ti
va la
vita?- chiese Joe, ignorando il ricordo delle decine di paia
di occhiali
rotti dallo stesso Davide.
-Oh, la vedi no? Faccio il commesso per
trenta dollari al giorno, ma è la vita. Ho sentito che invece tu hai
fatto
fortuna, eh?- chiese fintamente disinteressato –ricordi
quando cantavi per me?- aggiunse, ridendo da solo al
ricordo di un Joe dodicenne, costretto a cantare canzoni umilianti, per
evitare
di essere messo con la testa nei wc.
-Beh si...è stata comunque un’esperienza,
credo.- annuì Joe apatico.
Osservò meglio uno dei suoi vecchi
aguzzini.
Ormai Joe l’aveva raggiunto in
altezza e
superato in muscolatura.
Davide aveva messo su una bella
pancetta da
birra in quegli ultimi sette anni. La barba era fatta male, e
all’orecchio
sinistro portava un orecchino a forma di diamante, chiaramente di
plastica. Al
polso sinistro, appena sotto al tatuaggio, brillava un “Molex” nuovo,
mentre le
scarpe “Parda” e la cinta “D&D” avevano sicuramente qualche
primavera in più
sulle spalle.
Ma come aveva fatto a temere uno
così??
Certo, quando ti trovi in classe
tre
ragazzi dell’età di tuo fratello, che hanno costretto il suddetto ad
abbandonare gli studi pubblici, tutti e tre più alti di te di almeno
dieci
centimetri e decisamente più cattivi...beh, forseforse un po’ di
soggezione te
la mettono.
-Allora
Joe, com’è la vita sotto i riflettori? Si sta bene eh??-
chiese con
nonchalance Davide.
Voleva fare finta di non avergli
rovinato
la preadolescenza? E finta sia.
-Oh,
è meravigliosa!! Si guadagna tantissimo facendo quasi niente, si
conoscono un
sacco di ragazze disponibili a fare di tutto...e dico proprio
tuttotutto!!! E
naturalmente alcool e bella vita sono all’ordine del giorno!!!-
esclamò
Joe, cercando di apparire credibile.
Vuoi farmi l’amico dopo avermi
mandato a
casa pestato per tre anni? E allora crepa, ma crepa da invidioso!!!
-Davvero??
Beh Joe...magari sai...se avessi bisogno di una guardia del
corpo...beh, io
sono qui! Sai...in memoria dell’amicizia che ci legava!-
propose Davide,
ammiccando
-Dave...posso
chiamarti Dave, vero? Beh, lascia che ti racconti un succosissimo
aneddoto...-
cominciò Joe, vedendo Davide che annuiva convinto.
Probabilmente cercava notizie
fresche da
vendere ad una qualsiasi rivista di gossip –Allora...tu
e i tuoi scagnozzi per anni e anni mi avete tormentato perchè mi
vestivo
elegante, perchè non dicevo parolacce, perchè ho dato il mio primo
bacio a
sedici anni, perchè andavo bene a scuola... e mi rovinavate i vestiti,
mi
facevate cantare canzoncine scurrili da osteria, trovavate ogni giorno
un nuovo
sinonimo di “omosessuale”... – elencò Joe, accorgendosi con
sorpresa che
quei ricordi non gli facevano rabbia, anzi, uniti a quelli dell’ultimo
tour
sapevano...di rivincita
-Ecco,
devi sapere che per tre anni io tutte le mattine puntavo i piedi per
non andare
a scuola, ed il giorno più bello della mia carriera scolastica è stato
quello
del mio primo giorno da privatista. Devi sapere, inoltre, che tutti i
santi
giorni, mi chiedevo “ma chi di noi due è nato sbagliato??” e mi tormentava non sapere la risposta!
Perchè uno di noi due doveva essere
nato sbagliato! Eravamo talmente diversi!! Non potevamo essere giusti entrambi!!!
Perchè
prima mi guardavo e vedevo un povero sfigato occhialuto. Ora mi guardo
e vedo
un cantante a cui escono i soldi dalle orecchie quando starnutisce, e a
cui le
ragazze urlano sposami (per non dire altro) ogni volta che passa per
strada.
Perchè
prima ti guardavo e vedevo un grande, un Boss, uno che sapeva farsi
rispettare,
uno che dalla vita aveva tutto. Forza, gli amici giusti, ragazze,
qualcuno da
sottomettere... Ora ti guardo e vedo un povero commesso sfigato, e
tutto quello
che resta di quel bullo che anni fa mi terrorizzava è un tatuaggio
scolorito,
che si vede lontano un chilometro che è fatto con l’hennè.
Anche
perchè quello che avevi a scuola era uguale...ma grande il doppio.
E
adesso spostati, va, che devo prendere la Nutella.- disse Joe con il
sorriso, spostando malamente l’altro e prendendo un barattolo di
cioccolata
dalle spalle di un allibito Davide.
-Ma...-
provò a protestare debolmente il commesso, mentre Joe si allontanava
verso la
cassa, pregustando già la scorpacciata di Nutella.
Joe
Jonas è stato soggetto ad atti di bullismo per anni.
Ora
Joe Jonas è un cantante di fama mondiale.
Se oggi rincontrasse uno dei suoi
oppressori, gli direbbe in faccia quello che pensa di lui. Perchè
ancora
adesso, quando viene assalito da mille dubbi, si chiede ancora chi
fosse quello
nato sbagliato.
Solo che adesso, della
risposta...non glie
ne può fregar di meno.
Angolo autrice
Hi darlings!! Sisisi, lo so che la
mia long
“Bar” è ancora in corso (per chi
volesse approfittare, ecco il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=408698&i=1),
ma devo essere andata in overdose da Articolo 31 (quante di voi hanno
ricollegato il titolo della shot a quello della canzone? Brave!) e mi è
venuta
in mente questa cavolata...
Per chi non lo sapesse, Joe si è
ritirato
dalle scuole pubbliche a dodici anni e tutti e tre i Jonas, soprattutto
Joe,
sono stati oggetti di atti di bullismo da parte dei loro compagni di
scuola.
Non so se il loro ritiro dalle scuole ed il bullismo siano correlati,
ma ho
sempre creduto che fosse così.
Dedico questa storia a quelle stronze che mi hanno
rovinato
l’infanzia (ma non come Davide con Joe...era solo una tortura
psicologica quella
che subivo io), perchè hanno evitato di farmi diventare come loro, e di
questo
ne sono profondamente grata.
Ringrazio gli Articolo 31 per le loro
canzoni (quanto mi mancano =’( ), Joe
Jonas per
essere nato e Pietro
Ferrero per
aver inventato la Nutella.