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Autore: samek    26/10/2009    10 recensioni
Post 5.13: Brian va a trovare Justin nel suo nuovo appartamento a New York.
Scritta per la Criticombola di Criticoni.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Queer as Folk (U

Fandom: Queer as Folk (U.S.A.);

Pairing: Brian/Justin;

Rating: Pg13;

Genere: Romantico;

Beta: Narcissa63;

Summary: Post 5.13. Brian va a trovare Justin nel suo nuovo appartamento a New York.

Note: Scritta per la Criticombola di Criticoni. Prompt 82 - chiacchiere in chiaroscuro.

 

 

 

Chiacchiere in Controluce

 

“E’ solo tempo”, aveva detto Brian, cercando di convincere Justin a partire per New York. Da quando, però, si era accorto di come la vita fosse effimera, aveva anche capito che il tempo non lo si deve sprecare. Già una volta si era precipitato nella Grande Mela per recuperare quel ragazzo, affrontando ben sei ore di viaggio in macchina, e l’aveva fatto quando l’altro, per lui, non era altro che una presenza scomoda…quindi perché, adesso che era cosciente di quanto quel giovane biondo fosse importante, non avrebbe dovuto farlo di nuovo?

Tuttavia il tempo sa essere anche tiranno, soprattutto con chi dirige un’agenzia pubblicitaria, e Mr. Kinney non poteva fare certo la spola tra Pittsburgh e New York ogni settimana, senza considerare le visite a Toronto! D’altra parte, però,  aveva scoperto di essere geneticamente incapace di stare più di quindici giorni lontano dall’uomo che sarebbe dovuto divenire suo marito, e così eccolo lì, davanti alla porta di un piccolo monolocale.                                                                                                                                     Justin gli aveva dato una copia della chiave del proprio appartamento non appena vi si era trasferito e Brian la infilò nella toppa, entrando senza annunciarsi. Tuttavia  rimase bloccato, non appena compiuto qualche passo. Era abituato a vedere quella sorta d’ingresso, che Taylor usava come studio, soggiorno, cucina e quant’altro, ingombro di quadri, barattoli di colori, pennelli, stracci ed altro materiale non meglio identificato. Ciò che ancora non aveva visto, invece, erano le pareti del loft – solitamente bianchissime – completamente ricoperte di scritte, fin quasi al soffitto.

Il suo compagno stava lavorando su una nuova tela e, non appena lo vide, gli dedicò un sorriso raggiante: -Ti piace?- domandò –Io le chiamo “chiacchiere in controluce”- aggiunse alzandosi ed andandogli incontro per abbracciarlo.

Brian alzò un sopracciglio nel suo solito modo scettico: -Io li chiamo “scarabocchi sui muri”, esattamente come quelli di Gus- replicò, posando le labbra su quelle dell’amante, che si imbronciarono deliziosamente a quella sua uscita.

-Guarda meglio- lo incitò il biondo, dedicandosi a baciargli il collo ed inspirando avidamente il suo profumo.

Il bruno seguì il suo consiglio e riuscì a distinguere, fra quell’intrico di parole, alcune frasi che gli sembravano molto familiari.

Esattamente alla propria destra, notò: “Allora? Vieni o te ne vai? Oppure vieni e poi te ne vai? Oppure vieni e rimani?”.

Più in alto scorse: “Avevo dimenticato di essere diverso,  finché qualcuno non ha pensato di ricordarmelo”.

Laggiù, di fronte a lui, campeggiava: Perchè Dio ti ha creato a sua immagine. E dato che Dio è Amore e non conosce errori, allora tu sei esattamente come Lui vuole che tu sia, come Lui intendeva che fossi. E questo vale per ogni persona, ogni pianeta, ogni montagna, ogni granello di sabbia, ogni canzone, ogni lacrima. E ogni FRO-CIO! Siamo tutti suoi. Lui ci ama tutti.”

Ed, ironicamente, poco più in basso: “L’arancione è il nuovo blu”.

Sulla parete opposta, nello spazio bianco sopra la porta d’ingresso, c’era scritto: “Devi mettere in preventivo che ti verrà richiesto di lavorare a lungo, per tante ore, alle volte fino a notte fonda.”

Vicino alla finestra, invece, lesse: “Noi siamo froci e se stiamo insieme è perché lo vogliamo, non perché ci sono i lucchetti alla porta. Se sto fuori la notte è perché sto facendo esattamente quello che voglio, sto scopando. E, quando torno a casa, sto facendo ancora quello che voglio…torno a casa da te”.

Ed ancora, poco più in là: “Qualunque cosa accada signori, continuate a ballare”.

Sul soffitto, vergata di traverso, spiccava questa massima: “Quando capisci la realtà delle cose, allora tutto ti appare più chiaro e, improvvisamente, ciò che davvero conta è voler dimostrare alla persona che ami quanto la ami…e che le daresti ogni cosa, faresti ogni cosa, e saresti disposto ad essere ogni cosa, pur di renderla felice.”

Infine, sulla parete dietro cui si trovava la camera da letto, era visibile: “Ho scommesso sull’amore” e sotto quest’ultima frase, evidenziato quasi a caratteri cubitali, faceva mostra di sé: “Voglio sposarti”.

Brian sorrise contro i capelli dorati di Justin: -Sei il solito romantico…- sbuffò tra di essi, nascondendo un sorriso obliquo. Lo strinse a sé possessivamente, come faceva da quando il terrore di perderlo aveva messo radici nel suo cuore…di sicuro gli strascichi di quella funesta notte al Babylon o forse, addirittura, quelli dell’incidente al Ballo di Fine Anno, in cui gli avevano spaccato la testa davanti ai suoi occhi.

-Mi serve un pezzetto di casa, per quando tu non ci sei- rispose l’artista, scostandosi appena per incontrare nuovamente le sue iridi. Uno sguardo che valeva più di mille parole, tra loro era sempre stato così.

-Chiacchiere in controluce…- ponderò Kinney, guardandosi un'altra volta attorno –Bel nome- convenne, prima di catturare nuovamente la bocca del suo Raggio di Sole e trascinarlo con sé verso la camera da letto.

L’uscio si richiuse sull’eco di una risata felice che si spandeva nell’aria, mentre Brian spingeva Justin sul morbido materasso e gli saltava addosso.

 

FINE.

 

*Le frase in corsivo non mi appartengono, sono infatti tratte da quasi tutte le stagioni della serie.

 

 

   
 
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