Counterpoison
“Allora
ci
siamo...”
“Già, è ora...”
“Sei sicura che sia definitivo?”
“Dovrebbe esserlo, si”
“Perfetto, grazie Shiho”
“Nulla, Shinichi”
Conan
tese la
mano verso ciò che Ai gli porgeva; sul palmo della mano
della bambina, all’interno
di un piccolo contenitore trasparente, si trovavano due capsule: gli
antidoti
alla APTX4869.
Il bambino afferrò con dita tremanti una capsula e la
scrutò, quasi a volerne
carpire ogni segreto, poi fissò Ai negli occhi, leggermente
intimorito, lei gli
sorrise rassicurandolo e annuì.
La bambina racchiuse il contenitore, per assistere l’amico e
gli porse un
bicchiere d’acqua che lui accettò e bevve,
sdraiandosi poi sul letto e
chiudendo gli occhi.
Non passò molto tempo prima che l’antidoto
iniziasse ad agire.
Il corpo del bambino si contorceva, sopportando un dolore
più grande di lui. La
fronte candida, madida di sudore, il viso contratto in una smorfia di
dolore.
Ai, affiancata dal Professor Agasa, gli stringeva una mano, mentre gli
accarezzava i capelli, in un vano tentativo
di dare sollievo al ragazzo, del
quale era segretamente innamorata.
Il Dottore, intanto, gli posava pezze bagnate sulla fronte, per
abbassargli la
temperatura corporea, molto alta.
Un urlo straziante spezzò il silenzio che si era creato,
facendo intendere che
la trasformazione stava per ultimarsi: gli arti si allungarono, il
tronco si
irrobustì, il viso assunse lineamenti più adulti e il respiro si
regolarizzò.
Era finita.
Shinichi aprì gli occhi e girò leggermente la
testa, incontrando lo sguardo
della bambina e le sorrise, quando notò che la sua mano era
stretta alla sua.
La differenza, prima lieve, era ora evidente: la piccola mano di Ai
spariva, se
racchiusa in quella grande e sicura del ragazzo.
Lei arrossì, imbarazzata da quel semplice sguardo ed
abbassò il suo.
“Come stai, Shinichi?” Chiese il Professor Agasa.
“Un po’ stanco, ma bene, grazie ad Ai”
disse, rafforzando la presa sulle loro
mani intrecciate. Lei sorrise.
“Credo sia il tuo turno, Shiho.”
“Già, lo penso anche io”
Confermò lei.
“Solo che...” Continuò titubante.
“Cosa?” le chiese gentile il ragazzo dagli occhi
blu.
“Dopo dove andrò?” proseguì
tremando.
“Oh, Ai, potrai stare qui tranquillamente” lei
disse il Dot. Agasa,
rassicuratosi che fosse preoccupata solo per quello.
“Dice davvero?”
“Ma certo!”
“Oppure puoi venire a stare da me, abito qui di fianco, lo
sai bene” si intromise
il ragazzo.
Al professore non sfuggì lo sguardo che i due si lanciarono.
“Grazie...ma Ran?”
“Nessun problema con lei, capirà” le
fece l’occhiolino “poi tra noi è tutto
finito, anzi, non è mai cominciato...siamo come fratelli e
rimarremo tali.”
La piccola annuì e bevve un po’ d’acqua,
per accompagnare l’antidoto,
rincuorata.
Quando iniziò a sudare, Shinichi la prese tra le braccia con
fare protettivo,
mentre il professore ripeteva le stesse operazioni attuate con lui poco
prima.
La ragazza si dimenò, sopraffatta dal dolore, mentre il
ragazzo la teneva
stretta a sé. Quel piccolo corpo emanava un calore
piacevole, seppur elevato,
per via della febbre.
Poco tempo dopo, riaccadde ciò che era successo a lui. Il
corpo riacquistò le sue
sembianze naturali e, lentamente, lei riprese conoscenza.
Shinichi era rimasto incantato nel vederla, come la prima volta che era
apparsa
nella loro classe.
Avvolta in quel lenzuolo sulle chiare tonalità del rosa, con
il suo esile
corpo, i suoi capelli color del miele e i suoi profondi occhi blu,
somigliava
vagamente ad una Dea in terra.
Portato dall’istinto si abbassò su di lei, ancora
stretta tra le sue braccia, e
dopo averle sussurrato un timido ti amo, la
baciò.
Il professore, inconsapevole e incurante, portò dei vestiti
nei due bagni per
permettere loro di cambiarsi, rompendo, però,
l’idillio venutosi a creare,
facendoli staccare spaventati.
Riacquistato il respiro, e appurato che il Dottore non fosse nei
dintorni si
avviarono mano nella mano fino alle scale, dove dovettero separarsi. Non si accorsero che
l’uomo li fissava sorridendo,
felice.
Qualche
giorno dopo, spiegata ogni cosa a chi ancora non ne era a conoscenza,
Shinichi e Shiho, che si era trasferita a casa del ragazzo, si
ritrovarono a
festeggiare il loro ritorno e la nuova relazione appena sbocciata,
insieme a
Heiji, Kazuha, Ran e Toy*, come una vera a grande famiglia.
Chissà come l’avrebbero presa i Detective Boys...
* Personaggio inventato.
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Una breve ff su una
coppia sulla quale
mai avrei pensato di poter scrivere...spero vi sia piaciuta...
Mi lasciate il segno del vostro passaggio? Sia per commenti positivi che critiche...;)
Vale