Pepe e Gelato
Lei dormiva, ignara, sulla ninfea bianca di
neve.
Lui abitava in cima alla collina, immerso nel
mondo.
Gli piacevano il pepe ed il gelato di cui lei
parlava nel sonno.
Non si incontrarono per caso: fu lei a voler che la
seguisse.
Ci riuscì, ma su un altro sentiero, quello
sbagliato, irto di spilli spuntati e rose rosse spinose.
Lui disse: “Mi ucciderai se continui a fischiare
increspando l’acqua del lago”
Cominciarono le lotte. Terremoti devastarono il
petto ad entrambi.
Gli spilli punsero le tempie, le spine scalfirono i
polpastrelli.
Lei piangeva rabbia sui calzini laceri dallo sforzo
di correre sul vetro.
Lui picchiava il muro, incapace di ribaltare il
mondo.
Poi il Tempo cucì i buchi dei calzini e, cambiando
rotazione, impedì alle nocche di sbucciarsi.
Lei guardò nel buco della serratura e vide lui in
piedi di fronte al letto mentre piegava un pezzo di carta
gialla.
Arrivò un nuovo inverno al lago e sulla
collina.
Lei sorrise al ghiaccio della grotta
attraversandola sotto la pioggia.
Lui era lì accanto al fuoco rosso, indeciso se
bruciare la carta gialla.
Lei corse nelle pozzanghere grigie, spruzzando
acqua sporca sulle pareti di cartongesso.
Saltò e lo raggiunse. E, fondendo le mani nel
fuoco, afferrarono la carta prima che si sbriciolasse.
Tigerlily’s corner
Boh. L’ho scritta tre mesi orsono, ma ancora mi chiedo
come.
Scusate la poca chiarezza: l’autunno mi conduce spesso nell’oblio
malinconico.
Tigerlily.