In un
tempo non molto lontano
C’era una
principessa e il suo regno un po’ strano.
Narcisi
riempivano i borghi
(e
purtroppo non parlo di fiori!)
Lodavan
le loro qualità sminuendo le altrui abilità.
Allor
la principessa, che per il suo regno tanto faceva,
chiedeva
agli amici aiuti per ogni affare.
Sicchè
il regno, deluso e un po’ arrabbiato,
circondato il castello, faceva un gran baccano:
“Insomma, principessa, si dia da fare
Che qui non stiam mica a giocare!”
Il
principe, rammaricato, spingeva la malcapitata in mezzo alla ressa
E lei,
tutta mesta, si prometteva penitenza
Impegnandosi
per la sua gente
(che,
insomma, era un po’ deprimente!)
Dovevate vederla, la principessa, lì in tutta fretta
A sbrigar
faccende ora faticose ora noiose
E andava
sempre più
Modellando
le sue virtù.
Ma il
regno, ahimè, non accettava
Una
principessa che più di loro lavorava
Se no
ditemi voi, di chi sparlavano loro poi?
Questa
volta però il principe l’avvertiva:
“Mary Sue!
Mary Sue! Il regno ti vorrà inerte!”
E lei, in
tutta risposta,
Un altro
affar si appioppava.
Ma il
regno era lì con la sua arroganza:
“Troppa fatica per te sola,
Come fai se per te nessuno lavora?”
Il
principe preoccupato il popolo teneva indaffarato
E mentre
lì la gente s’affannava
La
principessa alle spalle se la rideva
Perché
libera ora era.