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Autore: Yukinon    12/06/2005    1 recensioni
Akiko forse non è davvero solo una ragazzina di 17 anni...forse la sua storia ha origine nel passato...e Kei la riporterà in un luogo lontano...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Era l’inizio di marzo, il sole si specchiava in tutto il suo splendore nell’acqua cristallina del mare, un mare ancora freddo ma che faceva presagire che l’inverno, quel lungo e difficile inverno, era finito e che l’estate era ormai vicina.
Il fruscio del vento che spirava tra i ciliegi in fiore, il profumo del mare e il rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia accompagnavano dolcemente Akiko Yamamoto verso la sua scuola, un imponente edificio color rasa pallido che si ergeva sulla collinetta che sovrastava, assieme a quella dove era situato il tempio scintoista, tutto il paese.
Akiko era una ragazza di 17 anni e frequentava il secondo anno al liceo Hokuei; era una ragazza piena di vita ed amava molto la sua famiglia che era composta da suo padre Norio Yamamoto e da suo fratello Hideaki; sua madre era morta quando lei aveva appena quattro anni; della donna non ricorda nulla, se non grazie alle poche fotografie che possiede di lei.
A scuola è la migliore studentessa del suo corso ed è per questo che, qualche volta deve subire le offese e le critiche dei suoi compagni, che credono che la sua bravura derivi dal fatto che suo padre è un regista molto famoso.
La ragazza non sapeva, però, che la sua vita era destinata a cambiare. Quel giorno di fine marzo avrebbe mutato la sua esistenza per sempre.
“Buongiorno Akiko! Lo sai c’è una novità!” disse una delle sue amiche.
“Davvero e di che cosa si tratta?” Chiese impaziente Akiko.
“Pare che per il nuovo anno scolastico avremo un nuovo compagno… Uno che viene da Tokio !” rispose prontamente Natsumi.
“Non ci posso credere! Sul serio? Ma è fantastico!! Finalmente succede qualcosa anche in questo paesino di pescatori dimenticato da tutti!!” esclamò euforica Akiko.
“Silenzio ragazzi, allora, devo presentarvi un nuovo studente… Vieni entra pure… Bene, lui è Kei Shimazu, viene da Tokio e si è trasferito nel nostro paese da due giorni.” Disse il professor Kuwashima.
“Piacere di fare la vostra conoscenza spero che diventeremo amici!!” disse il nuovo arrivato.
Quel ragazzo aveva colpito profondamente Akiko ma non tanto per la sua bellezza quanto per il suo sguardo profondo e triste come se chiedesse aiuto e nessuno lo ascoltasse, come se avesse una voce che urlava dentro di sé ma che nessuno poteva udire.
“Akiko, Akiko, Akiko ma mi senti o sei diventata sorda?!” Chiese Ryoko alla sua vicina di banco.
“Si scusami ero distratta stavo…”
“Stavi osservano il nostro nuovo, bel compagno eh, dì la verità…” disse Ryoko con voce maliziosa.
“Ma no cosa stai dicendo!! Stavo pensando che questo pomeriggio abbiamo gli esami di fine trimestre e dobbiamo prepararci molto bene, sai sono difficilissimi!”affermò prontamente Akiko.
“Sarà, ma secondo me tu non me la racconti giusta!” disse scettica la ragazza.
Dopo la pausa pranzo gli studenti si recarono tutti nelle proprie classi per sostenere gli esami e dopo averli terminati si diressero a casa perché quel pomeriggio i club extrascolastici erano stati sospesi causa “esami in corso”.
Akiko aveva deciso di fare una passeggiata fino al tempio, dove la settimana seguente si sarebbe tenuta la festa di primavera, celebrata per ammirare i ciliegi in fiore; con sua grande sorpresa, una volta giunta al tempio, vide che anche Kei aveva raggiunto il tempio dopo aver terminato gli esami.
“Ciao Kei! È questo il tuo nome vero?” chiese Akiko al ragazzo che, invece, sembrava non averla notata.
“Si, non ti sbagli!” disse un po’ seccato il ragazzo.
-Mamma mia che tipetto freddo come il ghiaccio!!- penso subito la ragazza.
“Scusami se sono sgarbato, ma ti dispiace andartene voglio restare un po’ da solo e tu, adesso, mi dai fastidio” affermò con risolutezza Kei.
“Certo che hai una bella faccia tosta a dirmi certe cose!! Ma chi ti credi di essere? Il tempio non è tuo è di tutti, perciò, se io voglio restare qui a godermi il panorama tu non puoi costringermi ad andare via!” esclamò furibonda Akiko.
La ragazza si diresse verso l’entrata del tempio, mentre Kei la squadrava dalla testa ai piedi con uno sguardo a metà tra una persona sofferente e arrabbiata.
Appena entrata Akiko si diresse dal monaco giuda Kensaku per offrirgli il suo aiuto nei preparativi della festa.
“Sei molto gentile, Akiko, ma non è necessario, ormai è quasi tutto pronto. Ti ringrazio lo stesso per la tua gentilezza, se dovessi avere bisogno ti chiamo io.”disse l’anziano monaco.
“Com’è più comodo per lei monaco guida. Io sono a sua completa disposizione!”replicò la ragazza.
“Ora vai, cara, si sta facendo tardi!”disse Kensaku.
“Oh, è vero, il tempo è volato velocemente, non mi sono resa conto che si è fatto così tardi!”rispose sorpresa Akiko.
La ragazza uscì dal tempio correndo e noto che sulla scalinata la stava aspettando Kei. Il ragazzo aveva il viso dolce e triste al contempo e non più arrabbiato e malinconico come qualche ora prima. La ragazza lo raggiunse correndo e passò oltre, perché non aveva voglia di ascoltare le sue banali scuse ma il ragazzo la fermò per un braccio, rischiando di farla cadere.
“Sei impazzito per caso hai intenzione di uccidermi?”chiese Akiko al ragazzo.
“Perdonami se prima ti ho risposto male, ma non avevo voglia di vedere ed ascoltare nessuno. Da qui si gode di un panorama fantastico che mi aiuta a riflettere quando ho qualche problema.”disse Kei.
“Ma come fai a dirlo se ti sei trasferito qui, solo da due giorni?”domandò la ragazza.
“Lo so che ti può sembrare strano ma io mi sono subito innamorato di questo posto appena lo visto dal finestrino dell’auto di mio padre due giorni fa quando sono arrivato qui.”rispose il giovane.
“Capisco… Bene ora ti lascio ai tuoi pensieri, io devo andare a casa!” affermò con risolutezza Akiko mentre si stava allontanando.
“No aspetta… Voglio farmi perdonare… Aspetta…”gridò Kei ma, ormai, Akiko non lo sentiva più perché era corsa giù dalla lunga scalinata che portava al tempio e si era diretta verso casa non sentendo, o facendo finta di non sentire, che il ragazzo le stava chiedendo di fermarsi ancora.
Il mattino seguente, come tutti i giorni, Akiko si diresse verso la sua scuola e a metà strada incontrò la sua mica Nurae.
“Ciao Akiko! Sai sono un po’ agitata oggi metteranno già in bacheca i risultati degli esami e non penso che mi siano andati tanto bene. Io mi ero preparata benissimo sull’argomento di biologia che abbiamo concluso due settimane fa e invece le domande erano tutte su chimica!”affermò sconsolata Nurae.
“Io ti avevo avvisato che c’era un’altissima probabilità che le domande fossero fatte sull’argomento di chimica e non su quello di biologia ma tu non mi ascolti mai!!”replicò Akiko.
“Lo so ma…”non finì la frase perché si accorse che erano arrivate proprio davanti alla bacheca della scuola che nel periodo degli esami era posta fuori dall’entrata principale della scuola.
“Hai visto Akiko il nuovo ragazzo ha conseguito il tuo stesso punteggio, siete primi a pari merito. Non è meraviglioso?”disse euforica Ryoko.
“Si hai ragione è fantastico…”replicò la ragazza.
“Sareste una coppia magnifica voi due..”insinuò Natsumi.
“Per favore non dire assurdità! Io quello non lo sopporto!”affermò con risolutezza Akiko.
La settimana passò velocemente ed era, ormai, giunto il tanto atteso giorno della festa di primavera; Akiko era seriamente intenzionata a non andarci perché si sarebbe annoiata; non c’era nessuno che la potesse accompagnare perché tutte le sue amiche sarebbero andate con i loro fidanzati, mentre lei era sola.
All’improvviso suono il campanello di casa e la ragazza si affrettò ad andare a vedere chi era venuto a fare visita alla famiglia; aprì la porta e con suo grande stupore vide Kei sulla soglia di casa.
“Kei? Cosa sei venuto a fare a casa mia?”domandò sbalordita la ragazza.
“Sono venuto a prenderti. Dobbiamo andare alla festa si o no?”replicò il ragazzo.
“Si ma… perché sei venuto qui io non ti ho invitato? Se è uno scherzo sappilo che non sono dell’umore adatto!”disse prontamente Akiko.
“Non è uno scherzo il monaco giuda mi ha detto di venirti a prendere perché ha bisogno di te.”affermò Kei.
“Beh se ha bisogno Kensaku allora aspettami qui che io arrivo subito!”disse la giovane.
Mentre Akiko salì a cambiarsi per uscire Kei venne convocato davanti al suo padrone il mago delle tenebre Kuroi; infatti, dal salone della casa di Akiko si ritrovò nel suo mondo chiamato Akayamajima* un regno dove il terrore era all’ordine del giorno a causa del terribile Kuroi che spargeva morte e disperazione ovunque andasse. Un tempo era stato un luogo tranquillo e sereno protetto da una potente entità che proveniva da un altro mondo: la Terra.
Questa strega era la madre di Akiko e come lei la ragazza aveva il potere di ristabilire l’equilibrio nel regno di Akayamajima; per questo Kuroi la cercava per ucciderla ed eliminare così anche l’ultimo, possibile ostacolo al suo progetto di dominazione del regno. Kei, invece, era il principe del regno; la sua famiglia venne stata sterminata da Kuroi quando era bambino e gli unici sopravvissuti erano stati, solo, lui e suo fratello più piccolo che era costretto da una magia ad avere cinque anni finché Kei non avrebbe ritrovato la figlia della strega.
“Kei, allora, hai trovato la ragazza, sai la mia pazienza ha un limite e potrei anche decidere di uccidere tuo fratello. Lo sai questo, non è così?”Tuonò il terribile uomo.
“Si mio signore lo so. Ma ti posso dire con certezza che ho trovato la ragazza e la sto conducendo da voi.”replicò il giovane.
“Bene sono soddisfatto del tuo operato! In soli dieci anni hai trovato ciò che stavo cercando. Portami la ragazza e sarai ricompensato! Ah ah ah !!!”disse l’orribile uomo.
Terminata la conversazione Kei si ritrovò di nuovo nel salotto di casa Yamamoto pronto per compiere la sua missione anche se in realtà non voleva sacrificare la vita della sua amica in quanto se ne era anche innamorato.
“Eccomi sono pronta!”disse Akiko scendendo dalle scale.
Kei rimase sbalordito dalla bellezza della ragazza; indossava un kimono verde che risaltava il colore dei suoi occhi ricamato con del filo color dell’oro che invece faceva spiccare il colore dei suoi capelli.
“Allora vogliamo andare o vuoi restare qui per l’eternità?”domandò la giovane a Kei.
I due ragazzi giunsero al tempio quando la festa era già cominciata. Akiko chiese a Kei come mai la festa aveva già avuto inizio e il giovane le rispose che le aveva detto una piccola bugia per convincerla a venire con lui alla festa; Akiko gli sorrise e gli disse che non era necessario dire quella menzogna bastava chiederglielo.
Al tempio vi erano un’infinità di bancarelle che vendevano ogni sorta di dolce e di talismano. I due ragazzi si diressero verso quella che vendeva pesciolini rossi ma entrambi fallirono nel tentativo di catturarli con i retini. Verso mezzanotte si recarono sulla spiaggia per ammirare meglio i fuochi d’artificio dai mille colori che si riflettevano, con la luna pallida, sul mare.
Terminati i fuochi Kei si offrì di accompagnare a casa Akiko ma a metà strada vennero risucchiati entrambi da un misterioso vortice che li trasportò nel regno di Akayamajima al cospetto di Kuroi.
“Bentornato Kei e benvenuta a te, strega!”disse con voce roca il terribile uomo.
“Quello chi è Kei? E dove ci troviamo?”domandò la ragazza impaurita al suo amico.
“ Se vuoi ti rispondo io, cara, ti trovi nel mio mondo e io sono Kuroi il signore delle tenebre! La tua povera madre si è messa sul mio cammino e ha fatto una brutta fine e tu la seguirai nell’oltretomba!! Ah ah ah!!!”tuonò il malvagio.
“Cosa significa tutto questo? Cosa sai tu di mia madre?”replicò Akiko sconvolta per le affermazioni di Kuroi.
“Kei mostra alla nostra gradita ospite le sue stanze prima dell’esecuzione.”disse l’uomo, non badando a ciò che gli aveva chiesto la povera fanciulla.
“No, aspetta Kuroi, tu mi avevi promesso che non gli avresti fatto niente!”affermò vigorosamente il giovane.
“Ah si? E quando tre lo avrei promesso? Io non me lo ricordo, sai?”replicò Kuroi sfacciatamente.
“Come Kei… Tu sei d’accordo con lui? Io mi fidavo di te… Perché, dimmi almeno perché mi hai fatto questo…”disse la ragazza, mentre due calde lacrime scendevano dal suo volto, credendo di essere stata tradita da Kei.
“No, ti posso spiegare…”affermò il giovane.
“Sta zitto, io mi sono fidata subito di te mentre tu pensavi solo a come portarmi qui per farmi uccidere dal tuo re, mi hai preso in giro… Ti odio, vattene via e non farti mai più vedere.” urlò Akiko.
Al suono di queste parole Kei sentì un tuffo al cuore perché non voleva che Akiko provasse odio nei suoi confronti ma, soprattutto, perché non voleva che la ragazza pensasse che fosse un vile traditore quando non era così.
“Ma che commuovente scenetta, ora, però, basta! Guardie, portatela nelle prigioni!”disse Kuroi.
La ragazza non oppose resistenza tanto era stata ferita nel cuore dal comportamento di Kei, cosicché le guardie non ebbero problemi a trasportarla fino nella sua cella.
Il dolore che Kei provò nel vedere in quello stato Akiko, fu talmente grande che decise di salvarla anche a costo di sacrificare la sua stessa vita ma, siccome, non voleva rischiare che morisse anche suo fratello, decise che avrebbe liberato prima lui e lo avrebbe fatto scappare dopodiché avrebbe cercato di portare in salvo la sua Akiko.
Quando Kuroi lo congedò, Kei scese nelle prigioni per cercare Tomoyuki e dopo una breve ricerca lo trovò.
“Tomoyuki sei qui, non è vero?”chiese Kei.
“Sì fratello! Ti prego aiutami!”disse, disperato il giovane.
“Non mi sono rimasti molti poteri ma posso cercare di metterti in salvo usando il Dire Brand*, il mio colpo migliore che sono riuscito a mantenere dopo che Kuroi ci ha privato della nostra magia.”affermò il ragazzo.
“E tu, non vieni?”chiese Tomoyuki preoccupato.
“No, devo sbrigare una piccola faccenda. Promettimi che ti addestrerai fino a diventare il miglior guerriero del paese e che, nel caso io dovessi fallire, tu rivendicherai il nostro regno e sconfiggerai Kuroi!”disse Kei deciso più che mai a riportare la pace nel regno.
“Ma fratello…”
“Niente ma,me lo prometti?”chiese il ragazzo al suo povero fratello già in lacrime.
“Si te lo prometto.”disse Tomoyuki.
“Bene! Ed ora Dire Brand vai! Addio fratello non dimenticarti della promessa”urlò Kei prima che suo fratello scomparisse dalla sua vista.
A Kei ora non restava che cercare la sua adorata Akiko, della quale si era innamorato subito. Aveva cercato di reprimere tale sentimento ma, invece, esso cresceva nel suo cuore di giorno in giorno.
Non temeva più il potere di Kuroi e non temeva più di morire; ora suo fratello era libero, gli restava, quindi, solo il compito di salvare la sua amica, incarico che avrebbe portato a termine a qualsiasi costo.
Scese, quindi, nelle viscere del castello perché sapeva che era lì che Kuroi aveva imprigionato Akiko. Infatti, dopo aver cercato in quasi tutte le prigioni giunse di fronte ad una strana porta nel cui centro v’era il simbolo del Tao sotto il quale era stata posta una scritta che recitava:
“Troverai la chiave per eliminare il male nel cuore di chi è puro di spirito. Mentre la dottrina del Tao sarà il tuo scudo,la sapienza sarà la tua spada.”
Al ragazzo tale frase apparve senza senso, perciò non le diede molta importanza e aprì la porta. La stanza era decorata con sculture marmoree che rappresentavano varie divinità; sulle pareti spiccavano vari dipinti che illustravano scene di vita del mondo di Akayamajima prima che il male si insediasse nel suo cuore. Il letto che era stato posto in mezzo alla camera era d’oro, tempestato di diamanti e di altre pietre preziose mentre le lenzuola erano sicuramente di seta. Su di esso giaceva Akiko priva di sensi, che indossava un abito da cerimonia simile a quello utilizzato per i rituali di sacrificio alla dea Kalì nell’antica India.
“Akiko, Akiko, Akiko mi senti?”chiese il ragazzo cercando di rianimare la sua amica.
“Cosa… Cosa è successo?”chiese la ragazza una volta ridestata.
“Mi spiace, Akiko, di averti ingannato ma non avevo scelta. Kuroi aveva imprigionato mio fratello e io non avevo abbastanza potere per liberarlo, ma venendo nel mondo reale e come se fossi stato investito da una potente carica magica e così sono riuscito a liberarlo.”Spiegò il ragazzo.
“Se davvero è così perché non sei tornato da solo, invece di trasportare qui anche me?”domando la ragazza.
“Perché…”purtroppo non terminò la frase perché nella stanza d’orata entrò Kuroi il cui volto lasciava trasparire la sua rabbia, causata dal il fatto che Kei lo aveva tradito.
“Come immaginavo, Kei!”urlò furibondo l’uomo.
“Se lo sapevate perché mi avete fatto agire?”chiese allora il ragazzo.
“Ho detto che lo immaginavo, ma non lo sapevo, finché tu non hai usato i tuoi poteri per liberare tuo fratello che però verrà ucciso dai miei uomini che sono già sulle sue tracce!”Tuonò orribilmente Kuroi.
“No, tu non puoi ucci…”, Kuroi non gli fece terminare la frase perché lo scaraventò contro la parete sul fondo della sala con un gesto della mano.
“Sta zitto, tu non hai il diritto di parlare, mi hai capito?”berciò rabbioso l’uomo.
“Che cosa gli hai fatto?”disse Akiko che aveva ormai recuperato un po’ di forze.
“Tu ragazzina verrai con me perché è giunto il momento del tuo sacrificio!”disse Kuroi alla ragazza.
“No… tu non la toccherai nemmeno con un dito altrimenti dovrai vedertela con me!”affermò Kei che si era rialzato pronto a fronteggiare Kuroi.
“Ma cosa vuoi fare nelle tue condizioni, eh? Se credi di distruggermi ti sbagli di grosso perché in questa stanza io sono ancora più potente grazie all’influenza del potere delle nostre malvagie divinità!”disse l’uomo ridendo fragorosamente.
Aiutato dai suoi Iwashi* Kuroi lego il ragazzo e lo fece condurre all’altare del sacrificio mentre iniettò ad Akiko un potente sedativo che le fece perdere subito i sensi.
“Mie fedeli Iwashi, l’ora è quasi giunta quando il pianeta Junzumiª e la luna si allineeranno, verrà compiuto il rito sacrificale e il regno di Akayamajima sarà per sempre nelle mani del delle tenebre guidate dal Power Crystal˜. Tu vieni qui bada che lei non si ridesti prima del rito sacrificale mentre attento a lui, non farlo scappare perché altrimenti farai una brutta fine!”disse Kuroi prima di allontanarsi dal tempio del sacrificio per rientrare nel suo palazzo, dove, avrebbe atteso ansioso il momento prescelto per l’esecuzione del rito e dove avrebbe preparato il pugnale che avrebbe trafitto il cuore di Akiko.
Intanto, nel tempio, Kei stava pensando ad un modo per liberarsi e per liberare anche la sua amica; l’iwashi era molto all’erta e non lasciava fare al ragazzo neanche il più piccolo movimento, d’altra parte Kei non poteva usare la magia perché avrebbe dovuto risparmiare le forze per il combattimento contro il malvagio Kuroi. La situazione era disperata e l’ora del sacrificio si stava avvicinando inesorabilmente.
Il ragazzo aveva, ormai, perso ogni speranza quando si ricordò della scritta incisa sulla porta della stanza dove Kuroi gli aveva catturati; pensò che, forse, quella era la chiave per sconfiggere il male ma, a questo punto, sorgeva un nuovo problema: come tradurre la scritta che, apparentemente, era insignificante.
L’iwashi che montava di guardia non gli permetteva di parlare con Akiko che, tra l’altro, era ancora sotto l’effetto dei sedativi e per ridestarla avrebbe dovuto avvicinarsi, cosa che era assolutamente impossibile.
Improvvisamente, però, il corpo di Akiko iniziò ad emanare una strana luce che distrusse in pochi istanti l'Iwashi che stava di guardia e sciolse le catene che imprigionavano Kei che, una volta libero si diresse verso l’altare dove giaceva la ragazza ancora priva di sensi.
“Akiko ti prego svegliati, dobbiamo andare via di qui!”disse piano il ragazzo per paura di essere sentito da qualche altra guardia che, magari, si trovava fuori dal tempio.
“Cos’è successo? Kei che cosa ci fai qui vattene via! Io non voglio più avere niente a che fare con te!”affermò con risolutezza Akiko appena riprese i sensi.
“Aspetta Akiko, lascia almeno che ti spieghi, prima nella stanza d’oro sono stato interrotto da Kuroi ma adesso posso terminare quello che ti stavo dicendo prima!”replicò il ragazzo.
“No, io non voglio sentire le tue stupide scuse, mi spiace sono stufa di essere presa in giro! Basta, vattene!”disse la ragazza mentre i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime.
“No, ti prego non piangere, ti assicuro che non volevo ingannarti! Ero costretto da Kuroi che teneva imprigionato mio fratello; quando sono venuto nel tuo mondo ho riacquistato i miei poteri ma per non insospettire il mio padrone ho dovuto portare qui anche te!”spiegò il ragazzo.
“Vuol dire che allora mi hai usato?”chiese Akiko.
“Mi spiace di averti ferito, sono davvero mortificato ma…”Akiko lo interruppe perché aveva sentito avvicinarsi qualcuno.
“Presto nascondiamoci qui dietro!”disse la giovane al suo amico.
La persona che stava arrivando era Kuroi che portava con se il pugnale per il sacrificio, scortato da una decina di Iwashi. Quando l’uomo non vide più i suoi prigionieri ordinò subito alle sue guardie di perlustrare la zona da cima a fondo, mentre lui li avrebbe cercato con una delle sue magie. Quando Kuroi uscì dal tempio i due ragazzi vennero fuori dal loro nascondiglio.
“Ora che cosa facciamo non abbiamo molto tempo per trovare un modo per scappare da qui!”disse Akiko.
“Io non voglio scappare devo uccidere Kuroi””replicò Kei.
“Sei matto ti ucciderà! Non abbiamo armi con noi, né tanto meno sappiamo qual è il suo punto debole!”affermò la giovane.
“Ecco cosa voleva dire!”esclamò il ragazzo.
“Come?”chiese Akiko.
Sulla porta della stanza dove ci hanno catturati prima, c’è la chiave per uccidere il male! Dobbiamo formare un tao per terra con l’energia dei nostri cuori che sono puri!”spiegò Kei.
“Ma come puoi sapere se sono puri le nostre anime?”domandò giustamente la ragazza.
“Perché noi abbiamo entrambi un tatuaggio del tao sulla spalla sinistra!” chiarì il giovane.
“Bene mi voglio fidare di te! Ma ricorda che sarà l’ultima volta! Ti aiuterò come posso, io non ho ancora acquistato completamente il mio potere.”affermò la ragazza.
I due giovani si presero le mani e formarono un tao composto a partire dalla loro energia. Kuroi sentì questo grande potere e disse ai suoi soldati di dirigersi con lui verso il tempio. Quando arrivò scaglio uno dopo l’altro gli Iwashi, contro i due giovani ma essi si infrangevano contro la barriera formata dal tao energetico.
Quando rimase solo Kuroi sfoderò la sua arma migliore, un incantesimo di evocazione molto potente che poteva usare in quanto discendeva da una famiglia di Baal*. I due ragazzi non ce l’avrebbero mai fatta a respingere un attacco di tale portata quando all’improvviso all’interno del tao energetico comparvero una spada magica e un cristallo fatato. Akiko prese il cristallo e concentrò tutte le sue energie in questo mentre Kei face la stessa cosa con la spada.
Quando ebbero concentrato tutta la loro energia scagliarono i loro poteri contro Kuroi che contemporaneamente dirigeva contro i ragazzi il suo incantesimo.
“Lightning Arrows!”urlò Akiko.
“Celestial Steak!”gridò Kei.
“Mi spiace ragazzi! Ogni vostro tentativo è inutile contro la mia magia!”affermò risoluto Kuroi.
“No, tu non vincerai perché il male è destinato a soccombere contro la luce e l’amore!”esclamò Akiko.
“Amore non so nemmeno cosa vuol dire amare!”replicò Kuroi.
“Ed è per questo motivo soccomberai, perché chi non sa amare porta solo dolore sulla terra e ciò io non lo permetterò!”affermò Kei.
I due ragazzi diedero più energia che poterono alle loro armi finché Kuroi non venne risucchiato nel raggio di luce prodotto dalla combinazione dei poteri dei due giovani.
“Abbiamo vinto!”esclamò euforico Kei.
“Si… Ma cosa mi sta succedendo sto svanendo! Aiutami Kei ti prego devo parlarti prima di andare via!”disse Akiko che, evidentemente, stava ritornando nel suo mondo.
“Anch’io devo dirti una cosa importante! Akiko io… Ti amo!”purtroppo Kei terminò la frase quando la ragazza era già sparita nel nulla.
Akiko era ritornata nel suo mondo. Si trovava nel giardino antistante il tempio con ancora tra le mani il cristallo che aveva utilizzato per sconfiggere Kuroi.
“Kei, Kei dove sei?”iniziò a gridare la ragazza non rassegnandosi davanti al fatto che lui era rimasto a Akayamajima e che non si sarebbero mai più rivisti.
“Mi spiace Akiko!”disse all’improvviso una voce alle sue spalle; la ragazza si volse e vide il vecchio Kensaku.
“Io sapevo chi era quel ragazzo ma non credevo che tu te ne saresti innamorata, altrimenti ti avrei avvisato e ti avrei protetto. Perdonami!”disse mortificato il bonzo.
“Non importa,”disse la giovane sorridendo, anche se gli occhi le si erano riempiti di lacrime, “avrei dovuto farcela da sola, avrei dovuto saperlo che era un amore impossibile ma non ci credevo. Mi ripetevo che avremmo trovato un compromesso fra i nostri mondi e che alla fine saremmo stati felici, ma non era così! Ora sarà meglio che torni a casa e faccia finta che non sia successo nulla! Arrivederci monaco guida!”disse Akiko.
“Akiko, aspetta…”la chiamò il bonzo ma ormai era già corsa giù dalle scale.
La giovane continuò a correre e correre finché non arrivò nel parco dove si sedette su una panchina per riflettere.
“Che cosa ne sarà di me? Kei ti prego torna!”disse scoppiando in lacrime.
“Cosa c’è signorina, qualcosa non va?”
-Questa voce…-disse tra sé e sé Akiko-No, non può essere lui.-
La ragazza si voltò timorosa e davanti a sé vide lui; sì, Kei era tornato.
“Kei… Sei tornato da me!”disse la ragazza gettandosi al collo del giovane che a sua volta disse “Sì e da ora in poi non ci dividerà più nessuno!”.
“Ma come hai fatto? E il regno?”chiese la ragazza.
“Al posto mio diventerà re mio fratello che, sono sicuro, sarà un buon sovrano.”rispose Kei.
“E così noi vivremo felici e contenti?”domandò Akiko.
“Proprio così per sempre felici e contenti!”rispose Kei, dopodiché si chinò su di lei e la baciò dolcemente.
“Andiamo a casa Kei!”disse Akiko.
“Si!”rispose il giovane.
DIECI ANNI PIU'TARDI…
“Kei dove ti sei cacciato? C’è il piccolo che sta piangendo!”urlò Akiko.
“Si scusa cara, ma se non lasciavo il piccolo un attimo, non avrei potuto concludere quell’affare importante in Borsa. Vieni qua tesoro mio!”disse Kei.
“Sai Kei, stavo pensando che esattamente dieci anni fa siamo tornati nel mondo reale da Akayamajima… Però, ne sono successe di cose!”affermò la giovane.
“Già, ci siamo laureati, poi ci siamo sposati e adesso abbiamo anche una bella bambina! Chi sa se un giorno anche lei vivrà un’avventura strabiliante come la nostra, nel magico regno di Akayamajima…”affermò Kei.
“Già chissà…Nessuno può dirlo, solo il destino conosce quale sarà il suo futuro!”








  
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