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Autore: Rikori    05/11/2009    2 recensioni
Le urla di suo fratello e i richiami di Winry e Huges gli parvero arrivare da molto, molto distante. La presa dell’Alchimista d’Acciaio sulla mano della sua amica divenne più debole, fino a che il braccio non cadde inerte; il sangue colava dal fianco al braccio, e dal braccio alla mano e alle dita prima di gocciolare a terra. Il ticchettio irregolare delle gocce che cadevano sembrava quasi avere un potere soporifero; Ed si lasciò andare ad esso, sentendo le urla disperate degli altri affievolirsi e poi spegnersi, prima di cadere definitivamente nel vuoto.
La mia prima "What if?". La prima parte è quello che succede nell'anime.. Ho semplicemente sviluppato gli avvenimenti in maniera diversa. Enjoy! :3
Genere: Triste, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Altro personaggio, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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world will keep existing
Edward Elric aprì gli occhi. Dove si trovava? Era tutto così confuso.. Tutto quello che ricordava era un dolore lancinante alla nuca.
Devo aver perso i sensi… Si disse, sbattendo più volte le palpebre per mettere a fuoco lo spazio intorno a lui. Si trovava nello stesso edificio; eppure c’era qualcosa di così sottilmente sbagliato..
Ma certo, era legato! Legato ad una sedia!
Alzò lo sguardo spaventato quando realizzò che davanti a lui c’era la stessa donna che l’aveva tramortito.
E stava affilando una mannaia dall’aspetto alquanto pericoloso.
“Ben svegliato, caro.” Proferì la donna con un ghigno.
“Maledetta!” le ringhiò contro Ed, facendo un altro sforzo per liberarsi dalle catene che lo tenevano imprigionato. Gli sfuggì un gemito a metà tra il sorpreso e lo spaventato quando, voltando lo sguardo sul suo braccio destro, vide che il suo automail gli era stato portato via.
“So che sai fare una trasmutazione senza cerchio alchemico,” continuò la donna che aveva assunto una voce maschile, “così ho preso le mie…”
Afferrò il braccio meccanico dal tavolino davanti a lei, sollevandolo in modo che il ragazzo lo potesse vedere, “… Precauzioni.”
Tutto ciò che Ed riuscì a fare fu continuare a fissare sgomento la sua aguzzina che aveva preso a ridacchiare.
“Credo sia il momento di passare alle presentazioni..” sghignazzò, togliendosi la parrucca. Era un uomo. “Sono il proprietario di questo negozio, e mi chiamo Barry.”
L’alchimista boccheggiò, stupito. “Sei un uomo!”
“Come premio per essere riuscito ad arrivare fin qui, ti farò vedere una bella cosa.” Continuò questo con voce fredda e distaccata.
Fece qualche passo avanti e poggiò una mano sulla carne appesa, spingendola in avanti; a quanto pare doveva esserci qualcosa che le faceva scorrere, perché, con occhi terrorizzati, Edward vide Winry apparire dietro la massa di carni. Aveva i polsi legati con una catena fissata ad uno dei ganci usati per appendere la carne, e un pezzo di scotch sulla bocca. La ragazza, spaventata, aveva gli occhi spalancati e guardava con orrore l’uomo che le aveva posato una mano sulla spalla.
“Oh no, Winry..!” ansimò il ragazzo, osservando il tutto e sentendosi terribilmente impotente.
“Adesso ti mostro come si affetta una ragazzina con arte ed eleganza..” proferì il macellaio con la sua voce fredda.
Winry sbarrò gli occhi e iniziò a tremare. Incurante di lei, l’uomo continuò, “ti consiglio di tenere gli occhi bene aperti, Alchimista di Stato.”
“Smettila! Perché le vuoi fare del male?!” esclamò Ed, tirando ancora le catene che lo legavano.
“Perché?” ripeté Barry. Sembrava quasi stupito dalla domanda. “Beh, non saprei.. Forse.. Perché è divertente...”
Lanciò uno sguardo a Winry, la quale si stava disperatamente dibattendo nel tentativo di liberare le catene dal gancio.
La ragazza si fermò di botto, fissando terrorizzata l’uomo che si voltò come se niente fosse e si avvicinò al tavolino. “La prima donna che ho ucciso è stata la mia mogliettina,” cominciò.
“Stavamo litigando per una sciocchezza.. E l’ho fatto così, d’impulso.” Continuò impugnando la mannaia posata sul tavolo.
Edward tremò orripilato, mentre Winry non faceva altro se non dibattersi e gemere.
“E’ stata la mia prima volta..” stava continuando l’uomo.
Quando al ragazzo venne un’idea.
Mentre l’assassino era concentrato sul suo monologo, tentò di afferrare la vite che aveva in tasca.
“.. L’ho tagliata così bene che mi è subito venuta voglia di farlo di nuovo… Tutti devono vedere di cosa sono capace.”
“E questo ti sembra un motivo sufficiente per ammazzare una persona?!” esclamò Edward arrabbiato, trafficando con la mano sinistra e torcendo il braccio, cercando di prendere la vite.
La strinse finalmente tra le dita, ma si immobilizzò quando l’uomo si voltò di scatto, i suoi occhi spalancati che lo facevano sembrare un pazzo. “Naturale che lo è.”
Si avvicinò ad Ed, il quale iniziò a dibattersi e a ringhiare un “no” dopo l’altro, “Gli uomini sono capaci di uccidere per molto meno, lo sai? Quando vanno in guerra ammazzare diventa così facile, quasi come uno sport.. Perché, secondo te?” concluse con voce lamentosa, bloccandosi davanti a lui.
“I-Io.. Non lo so,” sussurrò l’alchimista di Stato iniziando a tracciare, molto lentamente, una sagoma sul bordo della catena.
Si bloccò, lanciando un gemito, quando improvvisamente l’assassino gli conficcò la mannaia nella spalla sinistra.
Sangue cadde sul terreno mentre Ed ricambiava lo sguardo dell’uomo, arrabbiato, confuso e frustrato.
“Perché gli uomini desiderano uccidere i propri simili..” sussurrò Barry. “In guerra ho visto alchimisti di Stato come te uccidere con una facilità sorprendente.. uno, due, tre, finito.”
“No.. Non ci credo.” Ringhiò il ragazzino, stringendo le palpebre mentre alcune lacrime gli salivano agli occhi.
“NON E’ VERO!” urlò, concludendo di incidere il cerchio alchemico con la vite e poggiandoci un dito sopra. Le catene che lo tenevano legato esplosero, emanando una luce blu.
“BASTARDO!” ringhiò sorpreso Barry prima di menare un fendente con la sua mannaia.
Edward urlò, lanciandosi via appena in tempo e finendo sul pavimento mentre l’arma dell’assassino frantumava la sedia sul quale si trovava solo un secondo prima.


Con la spalla sanguinante che bruciava tremendamente, l’alchimista si voltò sulla schiena per fronteggiare il suo nemico. Il macellaio stava caricando, lanciandosi all’assalto con la tremenda mannaia. Ed rotolò via, ed alzò immediatamente la gamba sinistra bloccando uno dei colpi grazie all’automail.
Approfittando dell’attimo di disorientamento dell’uomo, che fissava la sua gamba, il ragazzo si alzò in piedi e corse verso il tavolino, afferrando l’automail prima di correre via.
Fece lo slalom tra le varie carni appese, sentendo la risata dell’uomo rimbombargli nelle orecchie.
Si fermò e, prendendo un lungo respiro, riattaccò il braccio.
Il grido che uscì dalla sua bocca lacerò l’aria con la violenza di una lama appuntita. Il dolore della connessione ai nervi era fortissimo e, nonostante Ed fosse preparato, non era riuscito, nella paura, a contenere la sua voce.
Winry urlò, preoccupata dal grido di Edward. Barry le sfrecciò accanto, brandendo la mannaia, per raggiungere l’alchimista e sfruttare il suo momento di debolezza.
Ed ringhiò un “maledizione”, battendo le mani e poggiando la sinistra sulla destra e, così facendo, trasmutando la parte superiore dell’automail in una lunga lama.
Si lanciò contro l’assassino, sferrando un colpo, ma questo lo parò facilmente e lo colpì nuovamente alla spalla sinistra facendogli lanciare l’ennesimo grido.
Edward balzò di lato, tentando un altro colpo, e fallendo ancora quando il macellaio si scansò e menò un fendente diretto alla coscia. L’alchimista si voltò di scatto alzando il ginocchio, parando nuovamente il colpo con la protesi d’acciaio, e battè le mani posandole a terra.
Si sprigionarono lampi blu ed azzurrini mentre il pavimento attorno all’uomo tremava ed esplodeva in fitte schegge di pietra che schizzarono nella sua direzione.
Il macellaio urlò, buttandosi a terra e schivandoli, ma trovandosi alla mercè di Edward che non perse tempo e si abbatté sul braccio che reggeva la mannaia, procurando un profondo taglio che prese a sanguinare.
Ma anziché mollarla, il macellaio strinse più forte l’arma menando un fendente al suo fianco.
Ed sentì il respiro venirgli meno. Sputò sangue, iniziando a barcollare. “Tu..”
Berry sghignazzò, alzandosi in piedi. “Dimmi, alchimista d’acciaio, com’è morire?”
“Tu..!” ripeté Edward compiendo involontariamente qualche passo indietro. Si poggiò una mano sul fianco, sentendo il suo sangue caldo bagnargli le dita. Barcollò ancora, schizzando sangue sul pavimento, e corse via.
Sentì l’uomo rincorrerlo e fece per voltarsi a fronteggiarlo, ma inciampò finendo lungo disteso sul tavolino. La botta lo fece ringhiare, e cercò di rialzarsi puntellandosi sulla lama, ma senza successo; le forze gli stavano venendo meno.
Sto perdendo.. Troppo.. Sangue..
Dietro di lui, sentì i passi lenti e strascicati dell’assassino. Voltò debolmente la testa, sordo alle urla di Winry, e si rialzò tremante appoggiandosi al tavolo con la mano sinistra.
Alzò il braccio destro, ansimante, e lanciò un’occhiata di sfida a Barry, che si limitò a ridacchiare quando, senza alcun preavviso, gli scagliò contro la mannaia.
Ed sentì il freddo metallo penetrargli nella carne. L’aveva colpito sullo stomaco, facendolo cadere di schiena senza un suono. Il contraccolpo della caduta fece volare via l’arma, ma ormai l’alchimista era impossibilitato ad alzarsi.
Iniziò a vedere sempre più sfocato, quando i passi dell’uomo si fermarono accanto alla sua testa.
Girò, molto debolmente, il collo per lanciargli un altro sguardo colmo di paura e sgomento.
Winry urlava il suo nome, chiaramente udibile nonostante il pezzo di scotch, e si agitava senza tregua nel disperato tentativo di liberarsi dalle catene.
Ed voltò ancora la testa verso la sua amica d'infanzia, sentendo i vestiti bagnarsi mentre a poco a poco la piccola macchia di sangue si andava ingrandendo fino a formare una pozza scarlatta attorno al suo busto.
… Che io viva o muoia… Il mondo continuerà ad esistere… Dopotutto… Uno è tutto… E tutto è uno… … Al dovrà vedersela da solo.. Per la pietra.. filosofale.. Mi spiace solo … Di non essere riuscito a ridargli il suo corpo…
La risatina di Barry lo distrasse dai suoi pensieri.
“Beh.. Che cosa.. Aspetti..” boccheggiò l'alchimista, faticando a respirare. “Uccidi.. mi..”. Odiava sentirsi lo sguardo dell'uomo addosso, conscio di essere deriso.
“No, no.” Sghignazzò deliziato l’assassino. “E’ più bello stare qui e guardarti morire. Una morte dolorosa è più divertente.”
Ed non ebbe la forza di ribattere. Osservò il soffitto scuro, notando come la vista gli si stesse appannando. Sentì le forze venirgli meno e a poco a poco, diventato ormai insensibile al dolore, si rassegnò a morire lì ed essere fatto a pezzettini prima di Winry.
Un rumore proveniente dalla porta lo distrasse e, prima che nessuno dei tre potesse rendersi conto di quello che stava succedendo, Barry fu scagliato contro il muro e decine di soldati irruppero nell’edificio.
“FRATELLONE!”
Ed cercò di tenere gli occhi aperti. Una sagoma grigia indistinta occupò tutto il suo campo visivo, e l’alchimista si sentì sollevare da terra.
Gemette molto debolmente, chiudendo completamente gli occhi.
“ED!” La voce di Winry si aggiunse a quella di Alphonse; appena liberata dai soldati accorsi, corse verso l’enorme armatura e si inginocchiò accanto a lui, piangendo a dirotto.
Tutto quello che il ragazzo riuscì a fare fu aprire lentamente le palpebre e, altrettanto lentamente, ricambiare lo sguardo di Winry con un battito di ciglia.
Se fosse stato umano, sicuramente Al si sarebbe disperato. Ma non fece niente, tremando e guardando con espressione indecifrabile il fratello, “No fratellone.. Non puoi morire.. Tu.. Tu non puoi…
Idiota!!” pianse la ragazza, afferrando la mano di Ed. “Non farmi prendere questi spaventi, Ed.. Per fav-“
“Che succede qui?” Hughes si faceva strada a spallate tra i soldati, ma si bloccò alla vista del sangue che colava da Edward e della pozza già formatasi poco distante.
Ed sorrise debolmente, stringendo, per quanto poteva, la mano della ragazza. Poi le forze gli vennero definitivamente meno, e chiuse gli occhi, in pace con sé stesso. Al ce l’avrebbe fatta.
Le urla di suo fratello e i richiami di Winry e Hughes gli parvero arrivare da molto, molto distante.
La presa dell’Alchimista d’Acciaio sulla mano della sua amica divenne più debole, fino a che il braccio non cadde inerte; il sangue colava dalla spalla al braccio, e dal braccio alla mano e alle dita prima di gocciolare a terra.
Il ticchettio irregolare delle gocce che cadevano sembrava quasi avere un potere soporifero; Ed si lasciò andare ad esso, sentendo le urla disperate degli altri affievolirsi e poi spegnersi, prima di cadere definitivamente nel vuoto.
   
 
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