Lei..Semplicemente un’oscurità abbagliante con un’abilità con la spada davvero fuori dalla norma…Specialmente per una ragazza che aveva qualcosa di strano per essere una semplice ragazza di Edo..capelli di un nero tenebra con una sfumatura blu elettrico,tagliati in una corta zazzera , un corpo asciutto, elastico, muscoli guizzanti e riflessi felini…e apparte quella pecca del fisico ancora un po’ troppo acerbo… semplicemente perfetta…Peccato che il nostro Gin vi si ritrovo’ assieme in un contesto in cui il soffermarsi a scrutare quelle poche cose di lei gli era gia’ costato tre profonde ferite…una nemica. Cosa alquanto insolita in quel periodo, poiche’ anche l’eterno guerreggiare con Hijikata si era placato ed anzi..la loro pseudo-amicizia iniziava a rafforzarsi, anche se di tanto in tanto se le davano di santa ragione ma ormai non era piu’ niente di veramente serio.
E lei?? Come era saltata fuori??
Ricordava di averla gia’ vista ….MASSI’!!ora gli era tornato in mente.. Proprio lui e Toushi l’avevano trovata incosciente e alquanto malconcia mentre stavano tornando all’agenzia a Kabukicho una sera come tante.. l’avevano portata all’ospedale e tutto sembrava finito li’ …e invece..eccola li’ davanti a lui. Ecco perché si era buttato nella ressa..per aiutarla, visto il loro precedente incontro. Ma lei aveva sterminato tutti gli avversari in un modo strabiliante,senza l’utilizzo del Kendo -di questo era pressoché sicuro- ed era uscita dai vari scontri, vincitrice, anche se non del tutto illesa. Dopodichè si era voltata verso di lui con un’ira che l’aveva stravolto e lo aveva ATTACCATO.
Due demoni, uno bianco e uno nero , come yin e yang, ora si stavano affrontando in una via di Edo, secondaria e deserta, per mera fortuna,e nessuno dei due pareva voler cedere. Lei era forte, Gin doveva ammetterlo, ma riusciva a resisterle e a controbattere anche se, lo ammetteva a se stesso, fino a qualche minuto prima non aveva assolutamente preso davvero sul serio quello scontro, convinto che non sarebbe durato molto..Ma quella ragazzina aveva qualcosa di strano.. una forza inconcepibile per quel corpicino e soprattutto un orgoglio INATTACCABILE…l’aveva attaccato soprattutto per quello ed era stata anche cosi’ sfacciata nello spiattellargli in faccia che lei “non aveva bisogno di NESSUN aiuto per sistemare le “sue faccende”e quando lui divertito le aveva risposto con un “invece a me sembrava il contrario”,non perché ci credesse veramente, ma piu’ che altro perche’ quella ragazza l’aveva attratto sul serio.. lo aveva attaccato ..e c’era mancato davvero poco che non lo avesse ammazzato…
Lei o la tua incoscienza, Gin?!
Torno’ a pensare allo scontro.. stavolta, dopo il terzo fendente di lei andato a segno si decise a fare sul serio,se no probabilmente questa era davvero la volta che ci rimetteva le penne.
Comincio’ quindi a stuzzicarla, deciso a farle perdere il controllo e il sangue freddo,e ci riusci’. Lei lo attacco’ con un affondo da manuale proprio dove Gin voleva e dove, di proposito, aveva lasciato un buco evidente nella propria guardia in modo che lei ci si buttasse a capofitto..Dunque il tranello era riuscito,e avendo previsto tutto, fece dapprima finta di essere pronto a parare il colpo con un accenno di ingannevole sorpresa,poi si sposto’ all’ultimo istante, colpendola con un fendente trasversale, che lascio’ alla ragazza un ampio ma non profondissimo squarcio diagonale che partendo dalla spalla sinistra le arrivava fino alla parte destra del girovita… oltre che uno squarcio nella lunga maglia che lasciava,lasciva, intravedere parte della sua pelle diafana, alquanto gradita agli occhi di Gin, che malgrado la situazione non si era saputo trattenere dal pensare,nonostante la situazione non proprio favorevole,quanto la sua avversaria fosse intrigante…Per questo, anche quell’ultimo colpo non era stato particolarmente pesante.. Voleva si’, finire quel combattimento insensato, ma di certo non voleva ammazzarla!!
Con le ferite che lei aveva subito in precedenza non era in condizioni di battersi alla pari con lui, già dapprima dell’ inizio del loro scontro e quell’ultimo fendente l’aveva sicuramente domata…”
Il flusso dei suoi pensieri venne bruscamente interrotto proprio da lei…era incredibile.. Si stava rimettendo in piedi!? Ma che forza aveva?Cos’era che ancora la sorreggeva per combattere?
E le sue preghiere vennero esaudite, perché la ragazza crollò di nuovo a terra in quello stesso istante, ansimante e senza piu’ un briciolo di forza e, come per annunciare la fine del combattimento, svenne.
Gin lo scoprì appena le si avvicinò
…E adesso??Che doveva fare? Riportarla in ospedale? Lasciarla lì??
Quell’idea fu cacciata via all’istante dalla sua mente.. se c’era una cosa che non avrebbe mai fatto era quella..una cosa era certa..NON L’AVREBBE MAI LASCIATA LI’… c’era qualcosa che gli diceva di non farlo, in lei o nel suo modo di combattere..un’idea improvvisa gli baleno’ nella mente..
Portarla a casa…Lontano da lì.. ma si ..l’avrebbe portata in agenzia e lì lui, Shin, Kagura con una mano da parte di Hijikata e magari anche del vecchio Zura l’avrebbero curata e così lui avrebbe avuto il tempo per capire il perché di quella sensazione che lo legava a lei..
E cosi’ dapprima prese la spada..Constato’ con piacere che aveva avuto ragione e la sua ipotesi era esatta…Quella ragazza non era stata educata alla via della spada giapponese.. infatti a ulteriore riprova di questo quella che aveva in mano non era una katana, ma sembrava piuttosto una sciabola, molto piu’ sottile e con una curvatura meno accentuata.. Le decorazioni erano raffinate, ma tutt’altro che in tema orientale. Apparivano infatti come un complicato intreccio di semicerchi che sembravano formare alcuni tralci di piante rampicanti stilizzate che si scontravano e si intrecciavano dalla punta fino all’elsa attraversando tutta la lama della spada. La ripose delicatamente dentro al fodero, slacciato dalla cintola della ragazza pochi attimi prima e posto accanto al suo boken e alla katana di Hijikata ,che per fortuna gliel’aveva lasciata in prestito sapendolo capace di ogni cosa impensabile pensandolo in una situazione degenere..
Ci aveva azzeccato come al solito
. Dopodichè sollevò con infinita delicatezza quella che in quel momento sarebbe parsa a chiunque una docile ragazzina priva di difese..e che al contrario, era un nero demone in un corpo d’angelo.
Si diresse quindi verso casa, utilizzando le scorciatoie che sapeva essere meno trafficate a quell’ora..
E la fortuna lo aiutò,
”probabilmente si è tolta la benda per questa questione ed allora vuol dire che dev’essere una cosa seria”
si disse Gin,appena arrivato a casa, con un misto di curiosità e ironia..
Intanto decise che la situazione della ragazza si, non era gravissima, ma nemmeno poi tanto da prendere così alla leggera,doveva almeno provare a medicarla in quell’ultima ferita che era stata poi anche la causa dell’agognata fine del loro scontro…Si diresse veloce in bagno, prese tutto ciò che gli occorreva, e in più una bacinella d’acqua fredda e un panno pulito.
Tornato in sala, sistemò tutto accanto al divano dove aveva appoggiato la ragazza, cominciò a pulirle il viso con la pezza e l’acqua fresca e a disinfettarle anche il più piccolo dei graffi..aveva imparato purtroppo sulla sua pelle che anche la più piccola ferita, se non curata, avrebbe potuto dare comunque dei problemi.
Continuò e passò al collo e alla spalla destra senza fermarsi adottando lo stesso trattamento che aveva utilizzato per il viso.
Sistemata anche quella stava per cominciare a dedicarsi alla sinistra quando si arrestò meccanicamente, rendendosi conto solo ora di che cosa avrebbe dovuto fare per disinfettare l’altra spalla..
<DANNAZIONE!> grido’, sbattendo un pugno sul pavimento sopra il quale si era comodamente inginocchiato per medicarla…<MALEDETTO ME! PERCHE’ FACCIO SEMPRE LE COSE SENZA PENSARE ALLE CONSEGUENZE!?oh no! Ora mi tocca spogliarla!!>
Eh già… Perché la ferita piu’grave era proprio l’ultima, che le attraversava diagonalmente le maggior parte del busto..seno compreso, giusto per sottolineare.
Beh… non c’era altro modo .. quindi tanto valeva togliersi”lo sfizio”.ehm cioè, prima lo faceva e prima si risolveva tutta la faccenda..”
…ma perché vado sempre a pigiare su quel tasto?!..
Pensava…e intanto aveva iniziato a tagliare le casacca della ragazza..
<DIO…NON CE LA FACCIO!> e dire che quando era a un soffio dal tagliare quei pochi centimetri di stoffa che dividevano il petto della ragazza dai suoi occhi, si era sentito pervaso da un calore improvviso e insopportabile..e non ce l’aveva fatta …Era corso in bagno e aveva ficcato diretto tutta la testa sotto l’acqua scrosciante del lavabo…e si era calmato.
<fiuh..Pero’ ora devo medicarla a tutti i costi.. se ne vada a farsi fottere il mio cervello pervertito!>ma di quest’ultima affermazione non era molto convinto..Con la testa ancora gocciolante si diresse di nuovo in sala.. riprese in mano le forbici e..taglio’ la stoffa con un’ultima,diretta forbiciata. Poi cercando di non dare ascolto alla parte della sua testa che precedentemente aveva mandato a quel paese, anche se i pensieri e gli impulsi che quest’ultima gli lanciava come una sfida a cui resistere erano molto persuasivi, iniziò. Piu’ con la forza della disperazione che con quella di volonta’, le puli’ la ferita con l’acqua, disinfetto’ e fascio’ come meglio riusciva, tentando di essere delicato nello spostare il corpicino inerme ,ma contemporaneamente il piu’ veloce possibile, per togliersi da quella situazione:poter vedere quel corpo perfetto a un niente da lui e non poterlo toccare se non per quel poco delle medicazioni, mentre restavano sempre separati da un sottile velo di garza.
<FINITO!>penso’ entusiasta quando lego’ la benda e in fretta le allaccio’ quello che restava della casacca con una vecchia cintura di stoffa..ma nonostante avesse finito finalmente quel “doloroso ma piacevole supplizio”che era stato curarla, perché, lo ammetteva.. di cio’ che aveva notato, che anche se accettato solo nel subconscio, era stato alquanto gradito, cerco’ di cancellare l’immagine magnetica di quel corpo inerme subito sotto di lui, di quella pelle diafana bagnata dalle gocce che lui stesso vi lasciava cadere dai suoi capelli d’argento…tutto invano. Naturalmente.
Ormai era quasi notte fonda,ma nessuno accennava a rientrare…”Che strano” penso’ Gin…
E pensare che di solito, ancor piu’ negli ultimi giorni , lui passava sopra a tutto e pensava di essere diventato un pezzo di ghiaccio..Pensava che questa condizione si fosse addirittura rafforzata da quando passava il tempo libero molto spesso in compagnia di Toushi, perché entrambi lo avevano notato l’uno nell’altro..”SEAH.. altro che pezzo di ghiaccio ..Quando le aveva tolto la casacca si era sentito improvvisamente in una sauna.”
Le immagini tornavano prepotenti.. Tutto inutile cercare di non pensarci,per almeno tutto il resto della sera avrebbe avuto il chiodo fisso.. E doveva stare sveglio “ o quasi” per controllare che lei non peggiorasse. Si rassegnò, si sedette appoggiando la schiena alla parete, di fronte al divano dove giaceva la sua avversaria incosciente, e lui, le gambe strette tra le braccia, e il capo lievemente tirato in su, dapprima guardando il soffitto, poi chiudendo gli occhi e cadendo in un sonno leggero, che non mancava pero’ di fargli riaffiorare i ricordi del pomeriggio.
La mattina arrivo’ ancor prima del previsto .. e le sue ferite – a cui aveva prestato meno attenzioni la sera precedente- le reclamarono appena tentò di tirarsi su rapidamente...
<maledetto me..> Sussurrò.. poi si diresse in cucina.. latte alla fragola come d’abitudine, ando’ in bagno per una doccia veloce, prima di cambiarsi le fasciature, notando già qualche lieve miglioramento, merito dell’impiastro che Zura aveva lasciato lì, chissà quando..Ora che l’aveva testato e aveva visto che funzionava poteva metterlo anche alla ragazza..Andò nell’altra stanza, si sporse oltre la linea dello schienale del divano, notando con sollievo che almeno, per ora , lei era ancora incosciente e lui poteva ricambiarle le bende.. un brivido lo scosse.. e sapeva fin troppo bene che non era di freddo.
Ripetè le operazioni della sera e si ribloccò nell’accingersi a sfare e rifare nuovamente la benda attorno al torace..<ecco che ci risiamo...dannazione..>
Si alzò, andò in bagno e riinfilò la testa sotto l’acqua gelida, che scese a percorrergli una parte della schiena,facendogli piacere.
< ok riproviamo.. è pur sempre la seconda volta che lo faccio , dovrebbe quanto meno risultare un po’ meno difficile ..>Ma sapeva già che non sarebbe stato cosi’. Quello era solo un blando auto convincimento. Slacciò la cintola di stoffa, scostò la casacca, sfasciò,disinfettò, in piu’ applicò l’impiastro fatto da Zura.. il che fu la parte piu’ difficile.. Sotto quella lieve patina di pomata semi trasparente c’era la pelle che aveva sognato per gran parte della notte.. e come lui stesso notava, il suo corpo, e il suo spirito con esso , fremevano di piacere per quel contatto tanto bramato. Si costrinse a non pensarci piu’ di tanto, cerco’ di fare il piu’ delicatamente possibile -per lei – e il piu’ velocemente –per lui- per staccarsi a quel contatto che lo stava facendo impazzire...letteralmente.
Se gli avessero raccontato di un cosa del genere di sicuro sarebbe scoppiato a ridere e non ci avrebbe creduto nemmeno se pagato ..e invece, caso vuole, stava accadendo proprio a lui. Mentre quel pensiero vagava per la sua testa lui aveva finito di ribendarla. Stava nuovamente per chiuderle la casacca, quando ebbe l’impulso irrefrenabile di toccare quella pelle, di assaggiare quello che lo aveva tormentato tutta la notte..E ormai lo ammetteva, per niente spiacevole.
Così le aprì appena la maglia , e con l’indice della mano sfioro’ dapprima la garza, poi tutto il suo contorno...La sensazione?!
Come toccare il fuoco..
e poi vi posò le labbra, appena sotto la fine del costato, desideroso di sentire il sapore di quella pelle, morbida e dal sapore indescrivibile e dolce, poi vi passò la lingua e piano piano si spostò lasciando la sua scia umida e per lui cosi’ appagante.. poi quasi all’improvviso si fermò, sopra un angolo di pelle che appena sovrastava l’ombelico, vi lascio’ un segno rosso non molto marcato che poi accentuò con un piccolo morso.. da una parte voleva continuare, sperare che quell’attimo di follia che lo aveva pervaso non finisse mai , ma la ragione riaffioro’ in un unico istante e lui si staccò tutto d’un colpo, ma non bruscamente come la sua parte ragionevole gli aveva detto di fare, ma solo per prendere coscienza di CIO’ che aveva fatto.. la cosa non lo turbò, se non impercettibilmente... andò a rinfilarsi sotto la doccia, ghiacciata, che fece raffreddare il suo sangue, che sentiva ribollire all’interno del suo corpo.
Tuttavia non potè fare a meno, guardandosi allo specchio, di leccarsi le labbra. L’avrebbe rifatto..
Lo voleva con quasi tutto se stesso..e poche erano state le cose che l’avevano cosi’ scosso dentro, fin nel profondo. E quello gli piaceva fino a portarlo al limite della ragione, sull’orlo di quel precipizio chiamatosi PAZZIA. Stavolta si era fermato in tempo... Pensò pero’ quasi nello stesso istante che non poteva.. non finche’ non avesse appianato le possibili divergenze e ostacoli e scoperto piu’ a fondo quella ragazza sconosciuta che lo aveva così inconsapevolmente legato a lei, in una maniera che sembrava oramai insopportabilmente vitale.