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Autore: ElderClaud    06/11/2009    3 recensioni
“Che cosa vuoi esattamente... Szayel Aporro?”
“Che cosa voglio? Di voi, tutto”

Ora che la guerra è finita, ai superstiti tocca riportare ordine in un mondo distrutto e sopravvivere al futuro.
Ma quello che gli arrancar sanno fare meglio, è saper giocare d'astuzia
[Szayel-Neliel]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arrancar, Espada, Neliel Tu Oderschvank, Szayel Aporro Grantz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ennesima oneshot, ma questa volta senza ambientazione AU.
Un what if ambientato dopo la guerra nell'Hueco Mundo. E l'idea di base mi è nata riflettendo su tuta la storia.
Cioè, Tite Kubo, quando ci mostra un “cattivo” che muore lo fa chiaro e tondo (vedi Zommari, vedi Aaroniero, vedi Ulquiorra e vedi pure Barragan), ma nei casi di Starrk, Harribel, Nnoitra, Grimmjow e Szayel, non si sono visti dissolversi in un cumulo di cenere. Li ha mostrati sconfitti, ma non in cenere. E tutti noi sappiamo quanto vale una ferita letale in Bleach. Praticamente “un graffio”.
Perchè persino Hinamori che era stata trafitta al cuore da Aizen in persona, è sopravvissuta.
La mia magari è una speranza vana, ma non si può mai dire.
Comunque sia esiste il mondo immaginario di noi fan, e questo è il risultato!
Aggiungeteci anche l'ispirazione arrivatami da una fan art SzayelNeliel, ecco a voi un what if con annesso crack pairing!
Buona lettura!


.: Desire :.



Quando le ferite sono profonde, solo il tempo potrà sanarle.

E quando neppure quello è sufficiente, bisogna provvedere a rimboccarsi le maniche da soli.

Era quello che aveva fatto lui, in compagnia dei suoi fratelli sopravvissuti.
Szayel Aporro Grantz, al tempo che fu Octava Espada, ora aveva i suoi grattacapi da sistemare come supervisore della ricostruzione di Las Noches.
Era passato ormai un anno da quella tediosa guerra che aveva coinvolto gli arroganti Shinigami, con gli Arrancar dell'Hueco Mundo.
Fu una guerra sanguinaria e inutile per loro, e anche se molti dettagli erano stati volutamente dimenticati – vedi la faccenda di Aizen sama, ovunque egli fosse – ora si pensava a guardare avanti.
Imboccarsi le maniche appunto, perché le ferite erano profonde e il tempo era loro nemico.

E per guardare avanti, si doveva ricostruire l'antico ordine degli Espada.

Non fu facile certo, ma alla fine si riuscì anche in quell'impresa. E di questo ne era assai compiaciuto dato la carica che ora ricopriva.
Durante le votazioni per il capo supremo, uscirono fuori parecchie sorprese.
In molti avevano puntato su Coyote Starrk, essendo lui il Primera Espada – e quindi teoricamente il più forte di tutti – agli occhi di tutti pareva essere quello più valido.
Ma lui disinteressato com'era e senza un briciolo di ambizione alcuna, declinò l'offerta proponendo un altro nome. Ossia quello di Tia Harribel.
Che grazie alla votazione di Starrk, raggiunse pari merito con Neliel Tu Oderschvank. L'Espada rediviva che era risorta dalle proprie ceneri.
Bisognava ammetterlo, Neliel si era dimostrata un'ottima stratega e ottima combattente durante quell'oscuro periodo, idem la collega Harribel.
Un'altra femmina che aveva mantenuto il sangue freddo costante a differenza dei colleghi maschi.
E dato che di rifare il ballottaggio non ce n'era voglia alcuna, tutti furono concordi che fossero le due donne a prendere in mano il potere.
Un po' perché c'erano troppe gatte da pelare, e un po' perché i problemi a cui pensare erano ben altri, tutti furono stranamente d'accordo.
Non era un buon periodo per ambire ad una posizione come quella di regnante, vi erano grandi disordini per tutto il regno e il rischio di anarchia era grande. Ognuno quindi, pensava ai cavoli propri.
Lui compreso.
Era sopravvissuto per miracolo ad una guerra che aveva fortemente limitato i suoi studi. Il suo laboratorio era stato saccheggiato e distrutto. Molti suoi esperimenti andati perduti.
Fu solo fortuna se riuscì a recuperare gli appunti dei suoi lavori e progetti.
Ma nessuno in quel post guerra, venne messo da parte, nemmeno lui.
Quelle due femmine avevano un ascendente verso il proprio popolo non indifferente, e forse non era tutto dovuto all'ingente massa di carne che possedevano nel petto.
Le due regine infatti, una volta salite con grande sorpresa al trono di Las Noches, si adoperarono appunto a ricreare l'antico ordine degli Espada prima di qualunque altra cosa.
Perché un Espada, è il punto di riferimenti di qualunque Arrancar, Adjucas e Gillian che vivesse in quel mondo vuoto. E se veniva ripristinato l'ordine il prima possibile, molti dei disordini presenti si sarebbero quietati. Poiché non esiste un regno che non si basi anche sulla paura più sottile.

Come Primera Espada, non ci furono drastici cambiamenti.
Coyote Starrk rimase al suo posto, anche se le due donne lo avrebbero voluto al proprio fianco. Dato che era uno dei guerrieri e stratega migliori del regno, con un'auto disciplina invidiabile.
Ma già a lui “pesava” il primo posto, e di conseguenza rimase dov'era per non sentire troppe polemiche dagli altri colleghi.
Senza dubbio era il più adatto a ricoprire il primo posto, dato che tutti gli altri Arrancar, avevano difetti nella personalità non indifferenti.

Se così vogliamo chiamarli.

Grimmjow Jaegerjaquez era ora il Segundo Espada.
Aporro ricordava con una certa irritazione quando gli venne nominata la carica, il suo atteggiamento era stato oltremodo infantile e ridicolo. Ridendo borioso e gridando come un re barbaro.
Se non fosse stato per la sua forza cresciuta a dismisura durante la grande guerra, sicuramente non sarebbe stato considerato.
E sarebbe rimasto confinato al sesto posto, a fare da balia ai poppanti.
Il terzo posto fu invece una autentica sorpresa. Sia per l'eletto, che per le due donne che si erano trovate a decidere il suo nome.

Nnoitra Jilga... Cazzo.
E il suo solo sguardo stupito, era da ricordare negli annali del castello. Un qualcosa di assolutamente spassoso, che neppure il diretto interessato credeva.
Proprio lui che, anche giocando sporco, aveva in tutti i modi cercato di ottenere il terzo posto senza successo, ora si trovava in quella posizione grazie alle due donne che gli avevano “rovinato” l'esistenza.
Si era per giunta guadagnato quel posto con totale onestà, il che lo lasciò parecchio interdetto.
Si era dimostrato un guerriero degno di nota, aveva combattuto con tutto se stesso dando non pochi problemi all'invasore. Era sopravvissuto, nonostante tutti i suoi sforzi per morire in battaglia, era ancora vivo.
E questo non poteva che essere un “segno” di redenzione. Se così vogliamo chiamarla.
Il terzo posto quindi. Anche se dopo averlo ottenuto, pareva aver perso gran parte della propria spavalderia. Come a dire... Quando ottieni il tuo obbiettivo, poi perdi interesse in esso.

Poi finalmente toccava a lui. A Szayel in persona.
Ex Octava Espada, ora riclassificato al posto di Cuarto.
Una autentica soddisfazione doveva ammetterlo, le signore avevano avuto buon gusto a sceglierlo.
Decisamente dieci volte meglio che essere il numero otto, e quando gli fu conferito il titolo, ringraziò le due sovrane con un perfetto inchino.
Iniziavano a stargli simpatiche quelle femmine... Chissà perché!

Del resto della lista degli Espada quasi non gli interessava.
Forse l'unica cazzata commessa da quelle donne, fu di ridare i vecchi posti ai Privaròn Espada sottratti da Aizen in persona. Per essere rimpiazzati con soggetti più forti.
Individui poi morti come l'estinto Ulquiorra. Pace all'anima sua, ora il posto era di Aporro.
Era seccante vedere quella rediviva di Cirucci riprendersi il quinto posto. Lo stesso si valga per Dordonii e Masquarade in seguito. Era meglio se rimanevano a fare le cavie nei suoi laboratori, invece che fare gli arroganti nella sala dei grandi dieci.
Patetici e inutili per lui, ma era anche vero che i buchi bisognava ricoprirli. E quindi si sorvolava anche su questo particolare.

Tuttavia ora, dopo la sistemazione di questo intoppo burocratico, era la volta di ricostruire il palazzo regale per dare il buon esempio a tutto il popolo.
Un qualcosa di a dir poco sublime vedere gli Arrancar spaccarsi la schiena.
Sollevare grosse pietre, prendere grandi pilastri, e poi usare su di loro la malta fornita dalla stessa sabbia del deserto. E amalgamare il tutto per creare una nuova sala o un nuovo corridoio.
A lui toccava la supervisione di tutto quel lavoro.
Scegliere con cura il materiale di costruzione, magari più solido e robusto, e vedere che gli operai non sgarrassero.
Dall'alto della sala controllo, oltre le grandi vetrate, lui li osservava. Come tante formiche, grandi e piccole dato che c'erano creature di diverso taglio, si accingevano al lavoro scrupoloso di ricreare la reggia alla regina madre.
E il bello era che una delle regine stava osservando quel lavoro accanto a lui. E osservandola di scorcio, si lasciò scappare un lieve sorriso compiaciuto.
Neliel non gli era mai stata affatto indifferente ad eccezion fatta dei restanti espada superstiti, e anzi, aveva da sempre suscitato in lui un certo interesse.
Negli anni passati, aveva partecipato alla cospirazione contro di lei per detronizzarla. Jilga gli aveva promesso che grazie ai suoi agganci, l'avrebbe fatto entrare nel circolo degli Espada e così in effetti fu.
Da semplice brillante scienziato in “erba”, era entrato a far parte della gerarchia e a dirigere di persona il reparto scientifico.
Sua somma soddisfazione doveva ammetterlo, ma dopotutto la perfidia faceva parte del mondo degli Arrancar. Era una questione di sopravvivenza ovvio, nessuno infatti, si prendeva la briga di torturare la preda solo per il gusto di farlo.
Giocaci, ammazzala e nutriti di essa.
La cosa più interessante di questa filosofia però, era che alle volte la preda sopravviveva ai tuoi intrighi.
E una azione che era stata programmata come una uccisione sicura, si rivela essere un interessante fallimento.
Neliel era sopravvissuta ai suoi inganni regredendo allo stadio di infante, per poter contenere la dispersione di energia, e continuare a vivere. Ritornando solo dopo molte peripezie alla gloriosa forma adulta.
E che forma adulta.
Ammetteva che questo suo processo di sopravvivenza, lo aveva affascinato e non poco. Si era detto sicuro che sarebbe morta ma così non fu, tuttavia invece di arrabbiarsene, per lui altro non era che ennesimo materiale di studio.
Più la osservava, come in quel preciso momento, e quasi ne rimaneva rapito per la perfezione che incarnava.
Perché solo una creatura perfetta, poteva sfuggire ai miracoli della scienza.
Un interesse quasi viscerale quello che nutriva, che ormai andava oltre al semplice sezionarla per guardare dove fosse il suo segreto, arrivando a volere quasi la sua benedizione fatta di carne e di spirito.
Una affermazione piuttosto letteraria di chi cercava alla fine, di portarsela a letto e basta. Di poter saggiare di persona tale affermazione.
Tra le altre cose, Neliel era bella, potente, e ora nientemeno che sovrana di Las Noches. Un bocconcino unico, e se fosse entrato nelle sue grazie – tralasciando tutti i pensieri lascivi – avrebbe ottenuto anche una certa protezione.
Conscio dei suoi progetti ambiziosi, sarebbe riuscito a tentarla in qualunque modo.

Ti piace ciò che vedi Szayel?”
La domanda apparentemente atona della donna, lo distrasse dai suoi pensieri ma non lo colse di sorpresa.
Perchè sapeva perfettamente dove voleva andare a parare la femmina in quel preciso istante.
“Mi piace molto in effetti...”
Un sottile gioco di parole, che solo superficialmente poteva essere legato al lavoro degli operai fuori dalle grandi vetrate. Che quasi incuranti della loro presenza – eccetto Pesche e Dondochakka che interruppero momentaneamente il lavoro per salutare, in modo assai esuberante, la loro signora – continuavano il loro lavoro di risanamento delle strutture.
Neliel non era stupida, e concedendosi di salutare di ricambio e con garbo le proprie Fracctiòn, rivolse ancora la parola a quel folle scienziato.
Che ai suoi occhi appariva fin troppo cristallino nei pensieri lascivi. Si era accorta negli ultimi tempi, che l'interesse del Grantz per lei, era cresciuto a dismisura.
“Naturalmente si tratta di un qualcosa di irraggiungibile, ma direi che stiamo procedendo assai bene”
Altro giro di parole nascoste, ed ecco che il sorriso del dottore si fa più ampio. Sapeva come risponderle.
“Anche vedere Nnoitra Jilga al terzo posto pareva una cosa impossibile, eppure c'è grazie alla vostra benevolenza Neliel-sama”
Una polemica non troppo velata che poteva anche sembrare un certo pettegolezzo. E questo la irritò lievemente facendola voltare verso di lui per osservarlo meglio.
Il sorriso compiaciuto di Aporro non scompariva, mentre deliziato osservava quelle formiche ricostruire il castello. Apparentemente incurante dell'occhiata severa della regina.
“Non è per pietà che Nnoitra ora ricopre quell'incarico. Lo stesso vale per il tuo titolo. Non riserbo rancore per il passato, mi attengo semplicemente ai fatti che ci hanno permesso di rimanere in vita”
Ti stai scusando mia signora?”
Fece l'altro, quasi andando ad interrompere le parole della donna.
Con un tono di voce volutamente sensuale, nell'atto di deridere la propria sovrana. E nel pronunciare quelle arroganti parole, che ben indisposero Neliel, si voltò del tutto verso di lei per osservarla meglio.
Anche se più che uno sguardo, sembrava divorarsela con gli occhi in modo molto lento. Come un serpente che stritola con tutta calma la preda. Godendo nel vederla soffrire, altrettanto lui si stava gustando la scena.
“Che cosa vuoi esattamente... Szayel Aporro?”
Ora il tono di voce le si era fatto più severo, e pareva non ammettere contraddizioni. Sapeva che quel maschio arrogante, stava semplicemente rigirando una frittata con i suoi giri di parole. E stufa di queste assurde insinuazioni e possibili pettegolezzi, venne al dunque con una drastica domanda.
Lui ne rimase piacevolmente sorpreso.
Inarcando un unico sopracciglio con finto stupore, parlando in seguito con voce bassa e complice.
“Che cosa voglio? Di voi, tutto
Non le piaceva rabbrividire, ma in quel preciso istante, la sovrana avvertì un brivido scenderle lungo la schiena.
In un sentimento simile all'imbarazzo, che venne stemperato nel mordersi l'interno del labbro inferiore. Affinché quell'intrigante di un sottoposto non percepisse le sue reali emozioni.
Ma lui era furbo, e la domanda fatta era così diretta e sconcertante che il solo tono usato poteva shoccare.
“Uff, che modo diretto che hai per chiedermi di concederti. Purtroppo sai anche tu che ci sono degli obbiettivi irraggiungibili... Ne sei consapevole vero?”
Era quasi spassoso vederla rimanere ferma nonostante le parole sincere che aveva pronunciato.
Far finta di niente a quella piccola reazione che lei aveva amabilmente nascosto, e osservarla come con una certa nobiltà prendeva le “distanze” da lui. Tornando ad osservare le Fracctiòn all'opera.
L'aveva imbarazzata, e già questo era un cedimento al muro emotivo che aveva. Toccava quindi alla scena madre.
Raddrizzandosi gli occhiali con la punta del dito indice, egli rispose.
“Beh, se sua signoria decidesse di accontentarmi... Io potrei ricompensarla portando qui al castello nientemeno che Kurosaki Ichigo. E un passerotto mi ha detto quanto madame ci tenga a quello Shinigami”
Se fosse stata commessa una blasfemia, allora Neliel glielo avrebbe urlato chiaro e tondo in faccia. “Blasfemo” gli avrebbe urlato.
Ma ciò non avvenne, perché oltre quella corazza adulta, risiedeva ancora un briciolo della bambina che era stata.
Un piccolo barlume di innocenza che le fece brillare gli occhi di felicità nel sentire quel nome, e deformare il volto inespressivo in una lieve espressione di sorpresa.
Il tutto aggiungendo che si voltò verso di lui di scatto, dandogli non poca soddisfazione.
“Davvero?? – esclamò entusiasta lei senza neppure accorgersene, per poi irrigidirsi imbarazzata e correggersi –... Cioè, davvero? Porteresti davvero qui Kurosaki?”
Era evidente che si auto maledì da sola per aver mostrato quella piccola debolezza infantile, ma a lui non importava, tant'è che si godeva la scena.
Era una piccola vittoria personale, la seconda da quando aveva iniziato a parlarci. Ora toccava solo convincerla del tutto, convincendola che solo lui poteva fare una cosa del genere.
Perchè una regina non poteva macchiarsi di un simile scandalo.
Pertanto, con somma sorpresa della donna, scattò in avanti cingendole la vita con un braccio per attirarla con violenza verso di se. Lasciandola stupita e senza parole.
Ancora intontita dall'offerta di prima, mentre il volto dell'uomo le era distante si e no pochi centimetri scarsi.
Saziami Neliel... Non chiedo altro. Concediti, e io provvederò personalmente a recuperare quel tuo prezioso Shinigami e condurlo nei tuoi appartamenti! – le si avvicinò ancora e le loro due fronti combaciarono delicatamente. Mentre la presa al fianco si faceva più stretta. Neliel sussultò, ma lo lasciò finire di parlare – ...La responsabilità sarà solo mia. E nel caso qualcuno scoprisse il nostro piano, sarò solo io ad andarci di mezzo...”

Era assurdamente convincente, e persino l'espressione di Neliel pareva dire questo.
Era fortemente confusa, per tutto il tempo che lui l'aveva acchiappata e attirata al proprio corpo, non aveva detto nulla se non mordersi le labbra con sguardo attonito.
Quel maschio era forse il più inquietante di tutti, sapeva sfruttare il proprio fascino ambiguo con grande sapienza pur di raggiungere un obbiettivo. Qualunque esso fosse.
Ecco... io”
Deglutì dolorosamente.
Si maledì per non riuscire a fare altro che balbettare. Il riuscire a mantenere una espressione quantomeno severa, era una cosa drammaticamente complicata.
Situazione resa ancora più pericolosa non solo da quelle tremende proposte, ma anche dal sentirlo così vicino alle sue labbra da lasciarla sconvolta.
Traboccante di desiderio e di cattiveria, sembrava infischiarsene di cosa era lei ora.
Purtroppo, se non avesse tirato in ballo Kurosaki kun, gli avrebbe tagliato la testa direttamente.

Il punto di svolta tuttavia, venne da fuori.
Esattamente un attimo prima che lui posasse in modo definitivo le sue perfidi labbra su quelle della donna, un paio di forti e secchi colpi alla finestra li colsero alla sprovvista.
Entrambi sussultarono, e si voltarono guardinghi verso cosa avesse il vetro. Pronti al combattimento in caso di attacco.
Poi nel giro di neanche un paio di secondi, di nuovo dei colpi, questa volta indirizzati a Szayel che nel frattempo si era staccato dalla femmina.
Qualcuno di sotto, li stava prendendo a sassate con assurda ferocia. I ciottoli di calcare andavano addosso al vetro come proiettili impazziti, e se non fosse stato un vetro blindato, sicuramente sarebbe andato in frantumi.
Pesche e Dondochakka giù al cantiere – evidentemente avevano assistito alla scenetta dei due – erano incazzati più che mai, e mostravano il loro disappunto proprio al Grantz.
Che con sguardo velenoso li fulminava in silenzio per aver interrotto l'atmosfera che si era creata.
“Piccoli luridi bastardi...” Sibilò lui più irritato che mai.
Dandosi un appunto mentale di sistemarli il prima possibile.
Da parte di Neliel invece, vi era solo sollievo per il gesto delle due fedeli Fracctiòn, ma non gratitudine.
Quella purtroppo no. E non perché fosse cattiva o altro, ma per il semplice fatto che lei ora aveva fatto una scelta importante.
Una scelta che nessuno, neppure i due fidati amici, avrebbero dovuto sapere. Sennò il loro spirito protettivo sarebbe cresciuto a dismisura.
Mentre si accingeva ad aprire la porta per lasciare definitivamente quella stanza, rivolse ad Aporro la sua decisione.
“Szayel Aporro... Se nel malaugurato caso non mantenessi la promessa fatta, provvederò personalmente a punirti”
Non aggiunse altro, non si voltò neppure a guardarlo.
Aspettò giusto il “Non vi deluderò mia cara” e poi sparì oltre la pesante porta di bronzo. E il sorriso di Szayel tornò a formarsi sul suo volto furbo.
Neliel aveva ceduto al suo desiderio. La volontà di rivedere lo Shinigami di nome Ichigo Kurosaki era così grande, che avrebbe anche accontentato gli appetiti di Aporro.
Era stata discreta questo era vero, ma era chiaro che era disposta a tutto per rivedere quel caro amico. E la possibilità di rivederlo le venne proposta anche se in modo abbastanza scabroso.
Per lui tuttavia non c'erano problemi alcuni, sarebbe entrato nelle sue grazie e nella sua ala protettiva, e nel frattempo avrebbe soddisfatto un desiderio personale.

E come ultima soddisfazione per quella giornata, lanciò una linguaccia teatrale e lasciva verso le due Fracctiòn che non la smettevano un attimo di inveirgli contro.
Prima di lasciare anche lui la sala di controllo, conscio, e soddisfatto, che la frustrazione dei due sottoposti era alquanto aumentata.

   
 
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