Ennesima oneshot, ma questa volta senza ambientazione AU.
Un what if ambientato dopo la guerra nell'Hueco Mundo. E l'idea di
base mi è nata riflettendo su tuta la storia.
Cioè, Tite Kubo, quando ci mostra un
“cattivo” che muore lo
fa chiaro e tondo (vedi Zommari, vedi Aaroniero, vedi Ulquiorra e
vedi pure Barragan), ma nei casi di Starrk, Harribel, Nnoitra,
Grimmjow e Szayel, non si sono visti dissolversi in un cumulo di
cenere. Li ha mostrati sconfitti, ma non in cenere. E tutti noi
sappiamo quanto vale una ferita letale in Bleach. Praticamente
“un
graffio”.
Perchè persino Hinamori che era stata trafitta al cuore da
Aizen
in persona, è sopravvissuta.
La mia magari è una speranza vana, ma non si può
mai dire.
Comunque sia esiste il mondo immaginario di noi fan, e questo
è
il risultato!
Aggiungeteci anche l'ispirazione arrivatami da una fan art
SzayelNeliel, ecco a voi un what if con annesso crack pairing!
Buona lettura!
.: Desire :.
Quando le ferite sono profonde, solo il tempo potrà sanarle.
E quando neppure quello è sufficiente, bisogna provvedere a rimboccarsi le maniche da soli.
Era quello che aveva fatto
lui, in compagnia dei suoi fratelli sopravvissuti.
Szayel Aporro Grantz, al
tempo che fu Octava Espada, ora aveva i suoi grattacapi da sistemare
come supervisore della ricostruzione di Las Noches.
Era passato ormai un anno
da quella tediosa guerra che aveva coinvolto gli arroganti Shinigami,
con gli Arrancar dell'Hueco Mundo.
Fu una guerra sanguinaria
e inutile per loro, e anche se molti dettagli erano stati volutamente
dimenticati – vedi la faccenda di Aizen sama, ovunque egli
fosse –
ora si pensava a guardare avanti.
Imboccarsi le maniche
appunto, perché le ferite erano profonde e il tempo era loro
nemico.
E per guardare avanti, si doveva ricostruire l'antico ordine degli Espada.
Non fu facile certo, ma
alla fine si riuscì anche in quell'impresa. E di questo ne
era assai
compiaciuto dato la carica che ora ricopriva.
Durante le votazioni per
il capo supremo, uscirono fuori parecchie sorprese.
In molti avevano puntato
su Coyote Starrk, essendo lui il Primera Espada – e quindi
teoricamente il più forte di tutti – agli occhi di
tutti pareva
essere quello più valido.
Ma lui disinteressato
com'era e senza un briciolo di ambizione alcuna, declinò
l'offerta
proponendo un altro nome. Ossia quello di Tia Harribel.
Che grazie alla votazione
di Starrk, raggiunse pari merito con Neliel Tu Oderschvank. L'Espada
rediviva che era risorta dalle proprie ceneri.
Bisognava ammetterlo,
Neliel si era dimostrata un'ottima stratega e ottima combattente
durante quell'oscuro periodo, idem la collega Harribel.
Un'altra femmina che aveva
mantenuto il sangue freddo costante a differenza dei colleghi maschi.
E dato che di rifare il
ballottaggio non ce n'era voglia alcuna, tutti furono concordi che
fossero le due donne a prendere in mano il potere.
Un po' perché c'erano
troppe gatte da pelare, e un po' perché i problemi a cui
pensare
erano ben altri, tutti furono stranamente d'accordo.
Non era un buon periodo
per ambire ad una posizione come quella di regnante, vi erano grandi
disordini per tutto il regno e il rischio di anarchia era grande.
Ognuno quindi, pensava ai cavoli propri.
Lui compreso.
Era sopravvissuto per
miracolo ad una guerra che aveva fortemente limitato i suoi studi. Il
suo laboratorio era stato saccheggiato e distrutto. Molti suoi
esperimenti andati perduti.
Fu solo fortuna se riuscì
a recuperare gli appunti dei suoi lavori e progetti.
Ma nessuno in quel post
guerra, venne messo da parte, nemmeno lui.
Quelle due femmine avevano
un ascendente verso il proprio popolo non indifferente, e forse non
era tutto dovuto all'ingente massa di carne che
possedevano
nel petto.
Le due regine infatti, una
volta salite con grande sorpresa al trono di Las Noches, si
adoperarono appunto a ricreare l'antico ordine degli Espada prima di
qualunque altra cosa.
Perché un Espada, è il
punto di riferimenti di qualunque Arrancar, Adjucas e Gillian che
vivesse in quel mondo vuoto. E se veniva ripristinato l'ordine il
prima possibile, molti dei disordini presenti si sarebbero quietati.
Poiché non esiste un regno che non si basi anche sulla paura
più
sottile.
Come Primera Espada, non
ci furono drastici cambiamenti.
Coyote Starrk rimase al
suo posto, anche se le due donne lo avrebbero voluto al proprio
fianco. Dato che era uno dei guerrieri e stratega migliori del regno,
con un'auto disciplina invidiabile.
Ma già a lui “pesava”
il primo posto, e di conseguenza rimase dov'era per non sentire
troppe polemiche dagli altri colleghi.
Senza dubbio era il più
adatto a ricoprire il primo posto, dato che tutti gli altri Arrancar,
avevano difetti nella personalità non
indifferenti.
Se così vogliamo chiamarli.
Grimmjow
Jaegerjaquez era ora il
Segundo Espada.
Aporro ricordava con una
certa irritazione quando gli venne nominata la carica, il suo
atteggiamento era stato oltremodo infantile e ridicolo. Ridendo
borioso e gridando come un re barbaro.
Se non fosse stato per la
sua forza cresciuta a dismisura durante la grande guerra, sicuramente
non sarebbe stato considerato.
E sarebbe rimasto
confinato al sesto posto, a fare da balia ai poppanti.
Il terzo posto fu invece
una autentica sorpresa. Sia per l'eletto, che per le due donne che si
erano trovate a decidere il suo nome.
Nnoitra Jilga... Cazzo.
E il suo solo sguardo
stupito, era da ricordare negli annali del castello. Un qualcosa di
assolutamente spassoso, che neppure il diretto interessato credeva.
Proprio lui che, anche
giocando sporco, aveva in tutti i modi cercato di ottenere il terzo
posto senza successo, ora si trovava in quella posizione grazie alle
due donne che gli avevano “rovinato” l'esistenza.
Si era per giunta
guadagnato quel posto con totale onestà,
il che lo lasciò parecchio interdetto.
Si era dimostrato un
guerriero degno di nota, aveva combattuto con tutto se stesso dando
non pochi problemi all'invasore. Era sopravvissuto, nonostante tutti
i suoi sforzi per morire in battaglia, era ancora vivo.
E questo non poteva che
essere un “segno” di redenzione. Se così
vogliamo chiamarla.
Il terzo posto quindi.
Anche se dopo averlo ottenuto, pareva aver perso gran parte della
propria spavalderia. Come a dire... Quando ottieni il tuo obbiettivo,
poi perdi interesse in esso.
Poi finalmente toccava a
lui. A Szayel in persona.
Ex Octava Espada, ora
riclassificato al posto di Cuarto.
Una autentica
soddisfazione doveva ammetterlo, le signore avevano avuto buon gusto
a sceglierlo.
Decisamente dieci volte
meglio che essere il numero otto, e quando gli fu conferito il
titolo, ringraziò le due sovrane con un perfetto inchino.
Iniziavano a stargli
simpatiche quelle femmine... Chissà perché!
Del resto della lista
degli Espada quasi non gli interessava.
Forse l'unica cazzata
commessa da quelle donne, fu di ridare i vecchi posti ai
Privaròn
Espada sottratti da Aizen in persona. Per essere rimpiazzati con
soggetti più forti.
Individui poi morti come
l'estinto Ulquiorra. Pace all'anima sua, ora il posto era di Aporro.
Era seccante vedere quella
rediviva di Cirucci riprendersi il quinto posto. Lo stesso si valga
per Dordonii e Masquarade in seguito. Era meglio se rimanevano a fare
le cavie nei suoi laboratori, invece che fare gli arroganti nella
sala dei grandi dieci.
Patetici e inutili per
lui, ma era anche vero che i buchi bisognava ricoprirli. E quindi si
sorvolava anche su questo particolare.
Tuttavia ora, dopo la
sistemazione di questo intoppo burocratico, era la volta di
ricostruire il palazzo regale per dare il buon esempio a tutto il
popolo.
Un qualcosa di a dir poco
sublime vedere gli Arrancar spaccarsi la schiena.
Sollevare grosse pietre,
prendere grandi pilastri, e poi usare su di loro la malta fornita
dalla stessa sabbia del deserto. E amalgamare il tutto per creare una
nuova sala o un nuovo corridoio.
A lui toccava la
supervisione di tutto quel lavoro.
Scegliere con cura il
materiale di costruzione, magari più solido e robusto, e
vedere che
gli operai non sgarrassero.
Dall'alto della sala
controllo, oltre le grandi vetrate, lui li osservava. Come tante
formiche, grandi e piccole dato che c'erano creature di diverso
taglio, si accingevano al lavoro scrupoloso di ricreare la reggia
alla regina madre.
E il bello era che una
delle regine stava osservando quel lavoro accanto a lui. E
osservandola di scorcio, si lasciò scappare un lieve sorriso
compiaciuto.
Neliel non gli era mai
stata affatto indifferente ad eccezion fatta dei restanti espada
superstiti, e anzi, aveva da sempre suscitato in lui un certo
interesse.
Negli anni passati, aveva
partecipato alla cospirazione contro di lei per detronizzarla. Jilga
gli aveva promesso che grazie ai suoi agganci, l'avrebbe fatto
entrare nel circolo degli Espada e così in effetti fu.
Da semplice brillante
scienziato in “erba”, era entrato a far parte della
gerarchia e a
dirigere di persona il reparto scientifico.
Sua somma soddisfazione
doveva ammetterlo, ma dopotutto la perfidia faceva parte del mondo
degli Arrancar. Era una questione di sopravvivenza ovvio, nessuno
infatti, si prendeva la briga di torturare la preda solo per il gusto
di farlo.
Giocaci, ammazzala e
nutriti di essa.
La cosa più interessante
di questa filosofia però, era che alle volte la preda
sopravviveva ai tuoi intrighi.
E una azione che era stata
programmata come una uccisione sicura, si rivela essere un
interessante fallimento.
Neliel era sopravvissuta
ai suoi inganni regredendo allo stadio di infante, per poter
contenere la dispersione di energia, e continuare a vivere.
Ritornando solo dopo molte peripezie alla gloriosa forma adulta.
E che forma adulta.
Ammetteva che questo suo
processo di sopravvivenza, lo aveva affascinato e non poco. Si era
detto sicuro che sarebbe morta ma così non fu, tuttavia
invece di
arrabbiarsene, per lui altro non era che ennesimo materiale di
studio.
Più la osservava, come in
quel preciso momento, e quasi ne rimaneva rapito per la perfezione
che incarnava.
Perché solo una creatura
perfetta, poteva sfuggire ai miracoli della scienza.
Un interesse quasi
viscerale quello che nutriva, che ormai andava oltre al semplice
sezionarla
per guardare dove fosse il suo segreto,
arrivando a
volere quasi la sua benedizione fatta di carne e di
spirito.
Una affermazione piuttosto
letteraria di chi cercava alla fine, di portarsela a letto e basta.
Di poter saggiare di persona tale affermazione.
Tra le altre cose, Neliel
era bella, potente, e ora nientemeno che sovrana di Las Noches. Un
bocconcino unico, e se fosse entrato nelle sue grazie –
tralasciando tutti i pensieri lascivi – avrebbe ottenuto
anche una
certa protezione.
Conscio dei suoi progetti
ambiziosi, sarebbe riuscito a tentarla in qualunque modo.
“Ti piace ciò che
vedi Szayel?”
La domanda apparentemente
atona della donna, lo distrasse dai suoi pensieri ma non lo colse di
sorpresa.
Perchè sapeva
perfettamente dove voleva andare a parare la femmina in quel preciso
istante.
“Mi piace molto
in effetti...”
Un sottile gioco di
parole, che solo superficialmente poteva essere legato al lavoro
degli operai fuori dalle grandi vetrate. Che quasi incuranti della
loro presenza – eccetto Pesche e Dondochakka che interruppero
momentaneamente il lavoro per salutare, in modo assai esuberante, la
loro signora – continuavano il loro lavoro di risanamento
delle
strutture.
Neliel non era stupida, e
concedendosi di salutare di ricambio e con garbo le proprie
Fracctiòn, rivolse ancora la parola a quel folle scienziato.
Che ai suoi occhi appariva
fin troppo cristallino nei pensieri lascivi. Si era accorta negli
ultimi tempi, che l'interesse del Grantz per lei, era cresciuto a
dismisura.
“Naturalmente si tratta
di un qualcosa di irraggiungibile, ma direi che
stiamo
procedendo assai bene”
Altro giro di parole
nascoste, ed ecco che il sorriso del dottore si fa più
ampio. Sapeva
come risponderle.
“Anche vedere Nnoitra
Jilga al terzo posto pareva una cosa impossibile, eppure c'è
grazie
alla vostra benevolenza Neliel-sama”
Una polemica non troppo
velata che poteva anche sembrare un certo pettegolezzo. E questo la
irritò lievemente facendola voltare verso di lui per
osservarlo
meglio.
Il sorriso compiaciuto di
Aporro non scompariva, mentre deliziato osservava quelle formiche
ricostruire il castello. Apparentemente incurante dell'occhiata
severa della regina.
“Non è per pietà
che Nnoitra ora ricopre quell'incarico. Lo stesso vale per il tuo
titolo. Non riserbo rancore per il passato, mi attengo semplicemente
ai fatti che ci hanno permesso di rimanere in vita”
“Ti stai scusando mia
signora?”
Fece l'altro, quasi
andando ad interrompere le parole della donna.
Con un tono di voce
volutamente sensuale, nell'atto di deridere la propria sovrana. E nel
pronunciare quelle arroganti parole, che ben indisposero Neliel, si
voltò del tutto verso di lei per osservarla meglio.
Anche se più che uno
sguardo, sembrava divorarsela con gli occhi in modo molto lento. Come
un serpente che stritola con tutta calma la preda. Godendo nel
vederla soffrire, altrettanto lui si stava gustando la scena.
“Che cosa vuoi
esattamente... Szayel Aporro?”
Ora il tono di voce le si
era fatto più severo, e pareva non ammettere contraddizioni.
Sapeva
che quel maschio arrogante, stava semplicemente rigirando una
frittata con i suoi giri di parole. E stufa di queste assurde
insinuazioni e possibili pettegolezzi, venne al dunque con una
drastica domanda.
Lui ne rimase
piacevolmente sorpreso.
Inarcando un unico
sopracciglio con finto stupore, parlando in seguito con voce bassa e
complice.
“Che cosa voglio? Di
voi, tutto”
Non le piaceva
rabbrividire, ma in quel preciso istante, la sovrana avvertì
un
brivido scenderle lungo la schiena.
In un sentimento simile
all'imbarazzo, che venne stemperato nel mordersi l'interno del labbro
inferiore. Affinché quell'intrigante di un sottoposto non
percepisse
le sue reali emozioni.
Ma lui era furbo, e la
domanda fatta era così diretta e sconcertante che il solo
tono usato
poteva shoccare.
“Uff, che modo diretto
che hai per chiedermi di concederti. Purtroppo sai anche tu che ci
sono degli obbiettivi irraggiungibili... Ne sei
consapevole
vero?”
Era quasi spassoso vederla
rimanere ferma nonostante le parole sincere che aveva pronunciato.
Far finta di niente a
quella piccola reazione che lei aveva amabilmente nascosto, e
osservarla come con una certa nobiltà prendeva le
“distanze” da
lui. Tornando ad osservare le Fracctiòn all'opera.
L'aveva imbarazzata, e già
questo era un cedimento al muro emotivo che aveva. Toccava quindi
alla scena madre.
Raddrizzandosi gli
occhiali con la punta del dito indice, egli rispose.
“Beh, se sua signoria
decidesse di accontentarmi... Io potrei ricompensarla portando qui al
castello nientemeno che Kurosaki Ichigo. E un passerotto
mi ha detto quanto madame ci tenga a quello Shinigami”
Se fosse stata commessa
una blasfemia, allora Neliel glielo avrebbe urlato chiaro e tondo in
faccia. “Blasfemo” gli avrebbe urlato.
Ma ciò non avvenne,
perché oltre quella corazza adulta, risiedeva ancora un
briciolo
della bambina che era stata.
Un piccolo barlume di
innocenza che le fece brillare gli occhi di felicità nel
sentire
quel nome, e deformare il volto inespressivo in una lieve espressione
di sorpresa.
Il tutto aggiungendo che
si voltò verso di lui di scatto, dandogli non poca
soddisfazione.
“Davvero?? – esclamò
entusiasta lei senza neppure accorgersene, per poi irrigidirsi
imbarazzata e correggersi –... Cioè, davvero?
Porteresti davvero
qui Kurosaki?”
Era evidente che si auto
maledì da sola per aver mostrato quella piccola debolezza
infantile,
ma a lui non importava, tant'è che si godeva la scena.
Era una piccola vittoria
personale, la seconda da quando aveva iniziato a parlarci. Ora
toccava solo convincerla del tutto, convincendola che solo lui poteva
fare una cosa del genere.
Perchè una regina non
poteva macchiarsi di un simile scandalo.
Pertanto, con somma
sorpresa della donna, scattò in avanti cingendole la vita
con un
braccio per attirarla con violenza verso di se. Lasciandola stupita e
senza parole.
Ancora intontita
dall'offerta di prima, mentre il volto dell'uomo le era distante si e
no pochi centimetri scarsi.
“Saziami Neliel...
Non chiedo altro. Concediti, e io provvederò personalmente a
recuperare quel tuo prezioso Shinigami e condurlo nei tuoi
appartamenti! – le si avvicinò ancora e le loro
due fronti
combaciarono delicatamente. Mentre la presa al fianco si faceva
più
stretta. Neliel sussultò, ma lo lasciò finire di
parlare – ...La
responsabilità sarà solo mia. E nel caso qualcuno
scoprisse il
nostro piano, sarò solo io ad andarci di mezzo...”
Era assurdamente
convincente, e persino l'espressione di Neliel pareva dire questo.
Era fortemente confusa,
per tutto il tempo che lui l'aveva acchiappata e attirata al proprio
corpo, non aveva detto nulla se non mordersi le labbra con sguardo
attonito.
Quel maschio era forse il
più inquietante di tutti, sapeva sfruttare il proprio
fascino
ambiguo con grande sapienza pur di raggiungere un obbiettivo.
Qualunque esso fosse.
“Ecco... io”
Deglutì
dolorosamente.
Si maledì per non
riuscire a fare altro che balbettare. Il riuscire a mantenere una
espressione quantomeno severa, era una cosa drammaticamente
complicata.
Situazione resa ancora più
pericolosa non solo da quelle tremende proposte, ma anche dal
sentirlo così vicino alle sue labbra da lasciarla sconvolta.
Traboccante di desiderio e
di cattiveria, sembrava infischiarsene di cosa era lei ora.
Purtroppo, se non avesse
tirato in ballo Kurosaki kun, gli avrebbe tagliato la testa
direttamente.
Il punto di svolta
tuttavia, venne da fuori.
Esattamente un attimo
prima che lui posasse in modo definitivo le sue perfidi labbra su
quelle della donna, un paio di forti e secchi colpi alla finestra li
colsero alla sprovvista.
Entrambi sussultarono, e
si voltarono guardinghi verso cosa avesse il vetro. Pronti al
combattimento in caso di attacco.
Poi nel giro di neanche un
paio di secondi, di nuovo dei colpi, questa volta indirizzati a
Szayel che nel frattempo si era staccato dalla femmina.
Qualcuno di sotto, li
stava prendendo a sassate con assurda ferocia. I ciottoli di calcare
andavano addosso al vetro come proiettili impazziti, e se non fosse
stato un vetro blindato, sicuramente sarebbe andato in frantumi.
Pesche e Dondochakka giù
al cantiere – evidentemente avevano assistito alla scenetta
dei due
– erano incazzati più che mai, e mostravano il
loro disappunto
proprio al Grantz.
Che con sguardo velenoso
li fulminava in silenzio per aver interrotto l'atmosfera che si era
creata.
“Piccoli luridi
bastardi...” Sibilò lui più irritato
che mai.
Dandosi un appunto mentale
di sistemarli il prima possibile.
Da parte di Neliel invece,
vi era solo sollievo per il gesto delle due fedeli
Fracctiòn, ma non
gratitudine.
Quella purtroppo no. E non
perché fosse cattiva o altro, ma per il semplice fatto che
lei ora
aveva fatto una scelta importante.
Una scelta che nessuno,
neppure i due fidati amici, avrebbero dovuto sapere. Sennò
il loro
spirito protettivo sarebbe cresciuto a dismisura.
Mentre si accingeva ad
aprire la porta per lasciare definitivamente quella stanza, rivolse
ad Aporro la sua decisione.
“Szayel Aporro... Se nel
malaugurato caso non mantenessi la promessa fatta,
provvederò
personalmente a punirti”
Non aggiunse altro, non si
voltò neppure a guardarlo.
Aspettò giusto il “Non
vi deluderò mia cara” e poi sparì oltre
la pesante porta di
bronzo. E il sorriso di Szayel tornò a formarsi sul suo
volto furbo.
Neliel aveva ceduto al suo
desiderio. La volontà di rivedere lo
Shinigami di nome Ichigo
Kurosaki era così grande, che avrebbe anche accontentato gli
appetiti di Aporro.
Era stata discreta questo
era vero, ma era chiaro che era disposta a tutto per rivedere quel
caro amico. E la possibilità di rivederlo le venne proposta
anche se
in modo abbastanza scabroso.
Per lui tuttavia non
c'erano problemi alcuni, sarebbe entrato nelle sue grazie e nella sua
ala protettiva, e nel frattempo avrebbe soddisfatto un desiderio
personale.
E come ultima
soddisfazione per quella giornata, lanciò una linguaccia
teatrale e lasciva verso le due Fracctiòn che non la
smettevano un
attimo di inveirgli contro.
Prima di lasciare anche
lui la sala di controllo, conscio, e soddisfatto, che la frustrazione
dei due sottoposti era alquanto aumentata.