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Autore: InstantDayDream    08/11/2009    6 recensioni
"Sai Nana, mi chiedo sempre se, se quella notte fossi tornata da te, avremmo avuto un destino diverso da quello che abbiamo conosciuto"
Hachi, sull'aereo per raggiungere Nana in Ighilterra, sei anni dopo che lei è fuggita lì.
NOTE: Attenzione spoiler Per chi non ha letto tutto il manga o ha visto solo l'anime.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Nana Komatsui, Nana Osaki, Ren Honjo
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Starless Night


Sai Nana, nonostante tutto quello che è successo, io continuo a credere che un giorno io e te sederemo ancora a questo tavolo, accanto alla finestra, nella stanza 707.
Persino adesso, che sto facendo le valigie per venire da te, in Inghilterra, con Sa-chan che saltella per la casa, contenta di rivedere suo padre, senza capire che il viaggio non è per riportare Takumi a casa. Capisco perché sei fuggita, io non avrei avuto la forza di restare a guardare il sole che sorge ogni giorno, se fossi stata in te.
Io non ho la forza di non essere arrabbiata con Ren, per essere morto prima di vedere il volto di Satsuki, per essere morto prima di averti sposato, per essere morto ed averti lasciata sola. Nonostante quello che dici sono una persona terribile, Nana, perché anche adesso, dopo tutti questi anni, continuo a pensare che se quel giorno Ren non fosse partito adesso voi due sareste qui con me, magari con due bambini, anche voi, che sarebbero cresciuti insieme ai miei e, forse, anche Takumi sarebbe qui e Sa-chan e Ren-chan avrebbero una vita felice. Soprattutto, io avrei ancora te al mio fianco ed io sarei al tuo, come sarebbe sempre dovuto essere da quella sera in cui ci siamo conosciute sul treno per Tokyo. Che persona egoista sono, nonostante tutto questo sia colpa mia, continuo ad incolpare Ren. Non passa giorno che non gli chieda perdono, ma tu, tu puoi perdonarmi Nana?
Anche adesso che sto salendo sull’aereo, mentre sorrido a Shinichi che tranquillizza Satsuki, raccontandole storie che non avevo mai sentito prima, mentre fingo che tutto vada bene, il mio pensiero è rivolto solo a te. Ti prego, non fuggire, aspettaci, stiamo venendo da te per riportarti a casa. Anche se il viaggio è lungo, e sembra non finire mai, il mio cuore si aggrappa alla speranza che tutto si rimetta a posto. Chiudo gli occhi e mi sembra di essere lì, davanti a quel mare che custodisce le ceneri di Ren, ne sono certa, Nana, sento la sua voce che ti chiama e chiede di tornare da lui, in fondo, lui vive ancora, dentro di te.

L’Inghilterra è piovosa Nana, anche adesso che dovrebbe esserci la primavera, come hai fatto a starci tutto questo tempo, proprio tu, che odi il rumore della pioggia, perché ti porta sempre a quella notte? Le strade, le case, persino il cielo e gli alberi, tutto questo non è fatto per te, e lo sai. Tu sei troppo scintillante per questo posto opaco, la tua voce qui è soffocata. Mi chiedo se un giorno, tornerai a cantare per noi, su quel palco, che è la tua vera casa.
Cammino per le strade, Nobu, Shinichi e Yasu al mio fianco, quasi di corsa, Takumi procede dietro, con quel suo modo distaccato che tu hai tanto odiato e che io mi sono costretta ad amare. Quando vedo l’insegna del posto dove so che ti troverò il mio cuore aumenta i suoi battiti. Lo puoi sentire anche tu, Nana? Lo senti anche tu che sono di nuovo vicina a te?
No. Non lo potevi sentire, perché il tuo cuore aveva un altro motivo per battere forte, lo stesso che ha il mio ora di fermarsi, o almeno così sembra a me. Ho fatto un salto indietro nel tempo? Nelle foto che ho ricevuto avevi i capelli biondi e lunghi, se non fosse stato per quel tatuaggio, non ti avrei nemmeno riconosciuto, adesso hai di nuovo i tuoi capelli corti, neri, ed hai rimesso al collo la collana che avevi quando ci siamo conosciute e che non toglievi mai.
“Ren!”
Se Nobu non avesse urlato il suo nome io non sarei stata capace di farlo. Perché Ren è lì? È morto, sei anni fa. Takumi e Nobu hanno riconosciuto il corpo, adesso non può essere lì a stringerti la mano. Eppure tu sorridi radiosa, urli il nostro nome e ci corri incontro, abbracciandoci. Dimmi, Nana, è tutto vero o sono solo io che sto sognando? Ma non può essere un sogno, perché entrambi siete così reali.
Quando il corpo di Ren è stato estratto dalla macchina, il suo volto era completamente sfigurato, il lucchetto che tu gli avevi messo al collo era penetrato nella carne. Era impossibile riconoscerlo da quello. Ma i vestiti sembravano quelli di Ren, le mani dovevano essere quelle di Ren, perché altrimenti non avrebbe avuto senso cercare di proteggere solo quelle. Eppure qualcosa non tornava: nel suo sangue non c’erano tracce di alcol o di droga. Takumi mi ha detto, solo molto tempo dopo, che in lui una minuscola parte non si era mai rassegnata alla perdita di Ren proprio per questo motivo: sapevano della sua dipendenza e, prima di partire, aveva preso l’ultima dose. Cocaina. Non svanisce così in fretta.
Il tassello mancante del puzzle: quanti ragazzi c’erano, all’epoca, con la voglia di essere Ren Honjo? Tanti, indubbiamente, molti gli somigliavano a tal punto da poter essere sosia. Non era Ren in quella macchina, ma tutti abbiamo creduto che lo fosse. Si lo so, Nana, dovremmo essere tristi e preoccuparci di quel ragazzo che per anni abbiamo creduto essere un altro, dovremmo cercare la sua famiglia ed informarla sull’accaduto, ma ti prego, ancora per una volta, fammi ascoltare la storia di questo miracolo.
Voglio sentire ancora come Ren ha preso il primo volo per Londra, per venirsi a disintossicare, come avesse appreso che noi lo credevamo morto, ma ha resistito per riabbracciarti solo quando avrebbe vinto la sua dipendenza. Voglio sapere come ha fatto a sapere che eri qui prima di noi e come l’amore nei tuoi confronti sia stato tanto grande da farlo preoccupare prima di ricongiungersi a te che di tornare a Tokyo a sistemare le cose. Ma, più di ogni altra cosa, voglio sentire Ren che suona la chitarra e tu che canti per lui.
Sai Nana, dopo questa notte sono convinta che tutto sia possibile, ma non credo che la giornata possa riservare altre sorprese, anzi, credo che la vita per noi oramai le abbia esaurite tutte, perché non c’è nient’altro che potremmo desiderare. Satsuki e Ren non capiscono perché stasera io e Takumi siamo così felici, perché non riusciamo a smettere di ridere mentre ci abbracciamo.
“Torniamo a Tokyo tutti insieme mamma?”
Non lo so Sa-chan, ma la persona che ti ha dato questo splendido nome domani verrà ad abbracciarti, come aveva promesso, anche se ci ha messo un po’ più del previsto, non è morta senza vedere il tuo volto. E pensa quando vedrà te, piccolo Ren, scoprendo che, senza volerlo, sei diventato esattamente come lui.
Credo che sia stata la tua luce ad illuminare la mia vita quella notte, Nana, altrimenti non si spiega perché prima del tuo ritorno fosse così oscura. Non credevo che Takumi avrebbe risposto di sì alla bambina, che avrebbe lasciato il suo lavoro e sarebbe tornato da noi, in quella casa a Shirokane, per vivere come una famiglia. È stata la prima volta che l’ho visto piangere, la prima che mi ha chiesto scusa. Come sempre, avevi ragione tu. Se è il mio uomo è la mia battaglia e tu mi hai dato la forza per vincere questa.

Spero di sentire la tua voce che mi dice che non sono cambiata per niente, Nana, continuo ad inventare storie sperando di cambiare la realtà che mi circonda e non mi piace. La mia fantasiosa speranza di far tornare tutto come prima dura il tempo di un sogno, mentre scendo dall’aereo sfiorando il suolo inglese già non esiste più. Adesso non sono più nemmeno certa che tu sarai sempre lì, mentre noi corriamo per trovarti. Perdonami se sono sempre la solita sciocca Hachi di sempre, ma non riesco ancora a rassegnarmi, dentro di me vive sempre la speranza che io e te vivremo vedendo realizzati i nostri sogni e saremo felici, insieme.

  
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