Un
giorno di novembre le scuote le spalle dritte, con le gambe incastrate
in capelli grigiastri, severi sulla nuca. Trascina
svelta passi, come utopie ignorate, verso lo scuro luogo dove cerca di
temere d'incontrare O. Col
Taedium
vitae in una
mano, la solitudine nell'altra e l'amarezza da qualche parte nel mezzo,
una figura scandalosa con irrefrenabili pulsioni suicide.
C'č
chi soffia al suo passare. "Guardale
i capelli! Non si vedevano dai tempi della Grande Depressione!" Ha
vestiti elegantemente lerci, da bambola di porcellana drogata,
invecchiata, rinchiusa in mondo reale, somigliante a lattina guasta che
oltrepassa d'un passo.
Fuori
dal bar, sulla strada, O. si
prostituisce stancamente. "Quanto
per un'ora?" Aspira
fumo blu da sigaretta strana, sospiro. "Un
grammo." Indecisione
falsa e pressante. "Pensavo
di poter pagare in contanti, o in versi..." Decadente
affaticamento per stolto pensare. "No,
tesoro. Oggi solo anima." Fuga
disperata da pensieri colorati, lugubri. "D'accordo."
Sagoma
nera gocciolante, O.
sdrucciola via dal muro, cattura labbra viola di ragazza e succhia
barlume blu scuro, da conservare in confezioni di tabacco. Lungua
nero fosforescente segna labbra invisibili.
Poi,
tutto si mischia in petrolio gassoso.
"Depressione,
eh?" Voce
scura, fumosa. "Non
ti vedevo quei capelli da un po'."
Risveglio
doloroso, da sogno agognato. Sapore
di mal di vivere e lacrime. "In
quell'epoca tentavo di affogare nella Grande Depressione."
Spirale
di fumo rosso sanguina gių, fino al suolo. "In
quell'epoca, quasi tutti cerchiamo di farlo." Altra
boccata. "C'č chi ci riesce."
Nebbia,
nebbia troppo grigia.
"Chi
non sa nuotare?"
Nebbia,
grigia e consumata.
"O
chi sa come evitare di farlo."
Nebbia
permea tutto, divora, copre sagoma fumosa.
Nessuno
intorno. Solo
nebbia.
Eco
di passi al limite del nulla.
"E-ehi!" Parole
implorate. "Io non sapevo nuotare!" Urlo
nel vuoto. "Non so nuotare!" Eco
nel vuoto.
Silenzio.
Figura
ferma, con cappello, cappotto, elegante. "Mi
dispiace." Sorride. "Mi
dispiace." Sorride.